Napoli - New York

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Un film di Gabriele Salvatores. Con Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro, Antonio Guerra (I), Omar Benson Miller.
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Drammatico, durata 124 min. - Italia 2024. - 01 Distribution uscita giovedì 21 novembre 2024. MYMONETRO Napoli - New York * * * - - valutazione media: 3,23 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Una favola commovente, oltre il neorealismo e altri stereotipi

di francesca meneghetti


Feedback: 8216 | altri commenti e recensioni di francesca meneghetti
mercoledì 27 novembre 2024

Si parte dal neorealismo, precisamente da Piasà, per decollare poi in una dimensione fantasiosa: una bomba (fino ad allora, 1949, inesplosa), la morte, due bambini soli e orfani, la fuga avventurosa, l’America. Paìsà, di Rossellini, uno dei capolavori di quella stagione, ambientava il suo secondo episodio in una Napoli disastrata dai bombardamenti, là dove lo scugnizzo Pasquale faceva amicizia con Joe, soldato afroamericano della polizia militare (dopo avergli rubato gli anfibi).
Fellini, che prese parte agli albori del neorealismo, abbozzò una sceneggiatura con Tullio Pinelli, che presentava uno sviluppo di quell’atmosfera narrativa, ma il progetto si arenò. Gabriele Salvatores ha ripreso in mano il soggetto, con una cifra personale.
I protagonisti dell’avventura – perché di questo si tratta – sono due bambini: Carmine, “fratello” simbolico di Pasquale, ma più scaltro e duro, e Celestina, ancora più piccola ma saggia, complice nel barare a carte, paziente e resistente alla fame. Parla poco, ma quando apre la bocca emette sentenze: anche morire di fame è illegale; solo i poveri sono stranieri, non i ricchi… Li interpretano meravigliosamente Antonio Guerra e la dolcissima Dea Lanzaro. Da baci entrambi.
Del tutto sradicati a Napoli, si trovano imbarcati clandestinamente in un transatlantico diretto a New York, là dove sperimentano la differenza tra il dormitorio degli italiani emigranti e il lusso degli americani in crociera, e dove incontrano ostilità, ma anche solidarietà, in particolare da parte del cuoco afroamericano George e del commissario di bordo Domenico Garofalo, interpretato da Francesco Favino. Celestina è la più contenta di essere in viaggio perché spera di ritrovare la sorella, partita per gli Stati Uniti alcuni anni prima. In realtà Agnese sta rischiando la pena capitale per aver sparato all’americano che, pur essendo già sposato, durante la guerra le aveva promesso il matrimonio.
I due bambini, appena arrivati nella Grande Mela (scene girate a Trieste), si smarriscono. Ma Carmine finirà nella Little Italy e ritroverà Garofalo. Celestina sembra definitivamente persa, specie dopo aver visto la foto della sorella ‘ncopp’a ai quotidiani newyorchesi. A questo punto del film cambia anche il motivo tematico: dall’emigrazione si passa ai temi della giustizia e della condizione della donna (e, al ruolo della stampa nel formare l’opinione pubblica e nel cavalcare le storie strappalacrime).
Il finale è aperto.
Da qualche parte è stata sottolineata l’aderenza del film a stereotipi del genere tematico: In parte ciò si può leggere come omaggio a tanti registi che hanno aperto la pista, dall’altro lato c’era un obbligo morale nei confronti del soggetto originario di Fellini, che Salvatores ha reinterpretato con un occhio diretto verso l’attualità e con allusioni di tipo ideologico abbastanza esplicite. In questo senso si può parlare di “favola” se si pensa al contenuto morale e didattico di questo genere narrativo. Tuttavia, nessuna paura: pistolotti ideologici pari a zero, o quasi. Un velo di ironia pervade la narrazione e spesso in sala si ride apertamente e gioiosamente. Particolarmente godibile la scena in cui Celestina, con un biglietto donato, assiste alla proiezione di Paisà, riconosce i luoghi d’infanzia, si entusiasma e grida tanto da dover essere portata via a forza.
Dal punto di vista formale, si tratta di un’esperienza immersiva totale e robusta, fatta di immagini (ambienti, fotografie e montaggi perfetti), sonorità pertinenti e una colonna sonora ibrida, un medley che agglutina alla colonna sonora di Federico De Robertis canzoni napoletane (la tamurriata Alli uno e Parzonarella) e canzoni tradizionali americane come Pay me my money down (cover di Sprinsteen?).
Saremo sentimentali, ma questo film di Salvatores ci scalda piacevolmente il cuore, come un canto di Natale di Dickens.

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anna maria lunedì 3 febbraio 2025
macché...
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Macché realismo. Realistico è stato il fatto che gli interpreti parlassero una lingua sconosciuta!!!

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anna maria lunedì 3 febbraio 2025
apriti cielo
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Per commentare questo film bisognerebbe aver imparato una lingua straniera > quella dei dialoghi.

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