ivan il matto
|
lunedì 9 dicembre 2024
|
condannati a crescere in fretta
|
|
|
|
Potremmo esordire con un bel “finalmente Salvatores” dal momento che da ‘Educazione siberiana’ (2013) non vedevamo un film degno del regista premio Oscar con “Mediterraneo” nel 1991. L’inversione di tendenza la segna il recente “Napoli-New York” col quale l’autore partenopeo, poi trasferitosi a Milano, riprende un antico soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli per farne la sceneggiatura del film. Napoli 1949, nella città piagata dal conflitto appena conclusosi, Celestina e Carmine (rispettivamente 10 e 12 anni) devono imparare in fretta l’arte di arrangiarsi, parenti morti e povertà estrema segnano il loro quotidiano, insieme a nugoli di altri ‘sciuscià’.
[+]
Potremmo esordire con un bel “finalmente Salvatores” dal momento che da ‘Educazione siberiana’ (2013) non vedevamo un film degno del regista premio Oscar con “Mediterraneo” nel 1991. L’inversione di tendenza la segna il recente “Napoli-New York” col quale l’autore partenopeo, poi trasferitosi a Milano, riprende un antico soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli per farne la sceneggiatura del film. Napoli 1949, nella città piagata dal conflitto appena conclusosi, Celestina e Carmine (rispettivamente 10 e 12 anni) devono imparare in fretta l’arte di arrangiarsi, parenti morti e povertà estrema segnano il loro quotidiano, insieme a nugoli di altri ‘sciuscià’. La citazione del film di De Sica non è casuale, Salvatores, infatti, riprende a piene mani il clima di quella fortunata stagione culturale, comunemente definita ‘neorealismo’, soprattutto quando, in un cinema di New York viene proiettato “Paisà” di Roberto Rossellini. Si perché è nella ‘Grande Mela’ che i due adolescenti sbarcano, dopo mille peripezie a bordo del piroscafo statunitense “Victory”, consapevoli che a Napoli non c’è più posto per loro, ma anche per raggiungere Agnese, sorella maggiore di Celestina, partita a suo tempo per la metropoli a stelle e strisce a seguito di una proposta matrimoniale. A bordo del “Victory” i due fanno conoscenza con il commissario di bordo Domenico Garofalo (un Pierfrancesco Favino in perenne stato di grazia), partenopeo anche lui, figura fondamentale per gli sviluppi della complicata vicenda dei due trovatelli nella Little Italy newyorkese. Nei modi di una specie di “realismo fantastico”, la fiabesca vicenda di Carmine e Celestina riprende i temi di “Io non ho paura”(2003), dello stesso Salvatores tratto dal romanzo di Ammaniti, riuscendo ad avvincere ed appassionare, anche per i numerosi colpi di scena che si susseguono nella parte ‘americana ‘ del film. Le vicende sono degli anni ’40, ma lo spettatore attento capisce che il regista vuole mostrarci, in filigrana, l’epoca di quando i migranti eravamo noi, convinti che l’American way of life ci avrebbe condotti a prosperità e libertà. Non a caso i due adolescenti scambiano la più famosa statua nel porto di New York per la Madonna di Pompei. Certo la messa in scena risulta spesso patinata e non sempre credibile (vedi le scene delle manifestazioni femminili a sostegno del “caso” di Agnese a New York), ma possiamo concedere le ‘attenuanti generiche’ al regista premio Oscar, anche per le citazioni della colonna sonora, probabilmente fuori contesto. Però quando ascoltiamo “A salty dog” dei Procol Harum a commento delle disastrose condizioni di viaggio dei due ragazzi sul piroscafo, o la superba voce di Tom Waits che intona brani dal suo sublime “Rain dogs” a sottolineare la disperazione di Celestina perdutasi nei meandri della ‘grande mela’…possiamo solo esclamare “grazie Gabriele”!
[-]
[+] boh?!
(di anna maria)
[ - ] boh?!
|
|
[+] lascia un commento a ivan il matto »
[ - ] lascia un commento a ivan il matto »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
sabato 23 novembre 2024
|
film necessario per ricordarci chi siamo stati
|
|
|
|
Gabriele Salvatores ci consegna un grande film, con uno straordinario Pierfrancesco Favino. Il film è ambientato a Napoli nel dopoguerra: una bomba inesplosa ricorda alla città la guerra e fa crollare il palazzo dove abita Celeste, una bambina che con quell’esplosione perde quel poco che aveva. L’unica cosa che gli rimane è l’amicizia con Carmine, uno scugnizzo che affronta la vita con coraggio per far diventare gli espedienti mezzo di sussistenza. Quando George il cuoco di una nave americana ancorata al porto non paga Carmine per un servizio il bambino decide di andare sulla nave a richiedere quanto dovuto. E Celeste lo accompagna. Una volta a bordo la nave parte e la prima fermata prevista è New York.
[+]
Gabriele Salvatores ci consegna un grande film, con uno straordinario Pierfrancesco Favino. Il film è ambientato a Napoli nel dopoguerra: una bomba inesplosa ricorda alla città la guerra e fa crollare il palazzo dove abita Celeste, una bambina che con quell’esplosione perde quel poco che aveva. L’unica cosa che gli rimane è l’amicizia con Carmine, uno scugnizzo che affronta la vita con coraggio per far diventare gli espedienti mezzo di sussistenza. Quando George il cuoco di una nave americana ancorata al porto non paga Carmine per un servizio il bambino decide di andare sulla nave a richiedere quanto dovuto. E Celeste lo accompagna. Una volta a bordo la nave parte e la prima fermata prevista è New York. Celeste spera di poter così incontrare la sorella Agnese che a sua volta era partita per il grande viaggio. I due bambini che viaggiano come clandestini vengono subito scoperti ma entrano nelle grazie del commissario di bordo, Domenico Garofalo. Arrivati negli Stati Uniti non dico nulla, perché questo film va visto. E non solo per la storia in sé, bella e appassionante, ma per la grande regia di Salvatores che propone continue citazioni musicali e cinematografiche, il contrasto tra la terza classe e la prima classe rievocano il Titanic di De Gregori, così come lo sguardo dei due bambini davanti ad una torta piena di panna fanno pensare a C’era una volta in America. Ma non solo; non è giusto pensare e parlare sempre e solo di politica, ma un film così è necessario per ricordare a tutti noi, e non solo ai seguaci di un cialtrone il cui lavoro è fare post in cui attacca gli immigrati, che fino a poco più di un secolo fa gli immigrati odiati eravamo noi. E che non si accetta non chi emigra, ma chi è povero. Film consigliatissimo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
mauridal
|
giovedì 12 dicembre 2024
|
il sogno americano
|
|
|
|
Quando cerchiamo di definire lo stile o il genere di un'opera letteraria o cinematografica, non sempre riusciamo ad essere esaustivi. Tuttavia, nel caso di Napoli New York, parlare di "realismo magico" sembra un’interpretazione adeguata. Il film narra una storia che ha toccato molti italiani dagli anni Trenta in poi: il sogno di emigrare in America per sfuggire alla povertà e costruire una nuova vita piena di speranze e opportunità.La vicenda si ambienta in una Napoli devastata dalla guerra, dove due ragazzini, Celestina e Carmine, si ritrovano soli, senza casa né famiglia. Una situazione drammaticamente comune per molti durante quel periodo.
[+]
Quando cerchiamo di definire lo stile o il genere di un'opera letteraria o cinematografica, non sempre riusciamo ad essere esaustivi. Tuttavia, nel caso di Napoli New York, parlare di "realismo magico" sembra un’interpretazione adeguata. Il film narra una storia che ha toccato molti italiani dagli anni Trenta in poi: il sogno di emigrare in America per sfuggire alla povertà e costruire una nuova vita piena di speranze e opportunità.La vicenda si ambienta in una Napoli devastata dalla guerra, dove due ragazzini, Celestina e Carmine, si ritrovano soli, senza casa né famiglia. Una situazione drammaticamente comune per molti durante quel periodo. In questo contesto realistico si innesta una vena fantastica e magica: i due piccoli protagonisti trovano una possibilità inaspettata di fuggire, imbarcandosi come clandestini sul piroscafo Victory, diretto a New York.Il viaggio sulla nave diventa un’avventura intensa e romanzata, piena di dettagli che raccontano i disagi, le complicità e le paure di due ragazzi cresciuti in un ambiente popolare napoletano, ma già pronti ad affrontare un destino americano. Salvatores raggiunge qui un picco di poesia e fantasia, rendendo autentici e commoventi i suoi personaggi: Celestina, tranquilla ma determinata, e Carmine, più impulsivo e inquieto. Entrambi, pur senza documenti e con pochissimi soldi, riescono a sbarcare in America grazie all’umanità e alla solidarietà di alcuni membri dell’equipaggio.Il film non si limita a raccontare l’immigrazione italiana in America: attraverso gli occhi di Celestina e Carmine, ci porta alla scoperta di una nuova patria e di un futuro che molti avevano già inseguito. La New York che li accoglie è quella degli anni Cinquanta, con le grandi avenue, il traffico frenetico, i cartelloni pubblicitari giganti. I due parlano solo napoletano, ma riescono in qualche modo a sopravvivere ed ambientarsi.Qui avviene una svolta narrativa: nel quartiere di Little Italy, un luogo dove realismo e fantasia si mescolano, i due ragazzi ritrovano il commissario navale Garofalo, lo stesso che li aveva aiutati a sbarcare dalla Victory. Interpretato magistralmente da Pierfrancesco Favino, Garofalo è un personaggio che incarna umanità e generosità. Senza figli e ormai perfettamente integrato nella comunità americana, propone ai ragazzi di adottarli e creare con loro una nuova famiglia. Questo porta a un conflitto emotivo: Celestina sembra pronta ad accettare, mentre Carmine, più legato al senso di libertà della loro vita randagia, oppone resistenza.Il film esplora ulteriormente i suoi temi quando Celestina, spinta anche dalla speranza di ritrovare la sorella Agnese, emigrata in America grazie alla promessa di matrimonio con un soldato americano, riesce finalmente a rintracciarla. Tuttavia, Agnese si trova in una situazione drammatica: accusata di omicidio, rischia la condanna a morte. Sarà Celestina, con la sua testimonianza, a scagionarla, rivelando la verità e salvandola. Questo evento segna un punto di svolta nella crescita della protagonista, che da ragazzina determinata si trasforma in una leader del movimento femminista americano, lottando per i diritti delle donne.Salvatores riesce a mettere in evidenza le differenze tra le culture di Napoli e New York, sottolineando al tempo stesso la profonda umanità che unisce le persone, anche quando provengono da mondi diversi. È una magia che solo il cinema può creare. Celestina e Carmine, interpretati con sensibilità ed emotività da Dea Lanzaro e Antonio Guerra, tengono testa a un gigante come Favino, rendendo Napoli New York un’opera toccante e ricca di spunti. Una miscela unica di neorealismo e immaginazione che celebra l’integrazione, la resilienza e la forza dei legami umani.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauridal »
[ - ] lascia un commento a mauridal »
|
|
d'accordo? |
|
eugenio
|
giovedì 6 marzo 2025
|
una favola di altri tempi
|
|
|
|
Una favola di altri tempi narrata attraverso un viaggio picaresco di due scugnizzi alla ricerca della sorella di lei da una Napoli ancora segnata dalla scure dei bombardamenti, verso l'eldorado, New York. 1949, emigranti per necessità, alla ricerca di un affetto, senza pietismi o vittimismi, in cui la solidarietà diventa un bene portato in dote dall’umanità delle persone che incontrano. Prima sulla nave, un ufficiale indulgente, poi a New York, tra i quartieri della Litlle Italy colmi di affetto. Soggetto di Fellini e Pinelli, vicenda di emigranti senza emigranti, trasporto paterno, un film di altri tempi, dai costumi ricercati che fa bene al cuore.
[+]
Una favola di altri tempi narrata attraverso un viaggio picaresco di due scugnizzi alla ricerca della sorella di lei da una Napoli ancora segnata dalla scure dei bombardamenti, verso l'eldorado, New York. 1949, emigranti per necessità, alla ricerca di un affetto, senza pietismi o vittimismi, in cui la solidarietà diventa un bene portato in dote dall’umanità delle persone che incontrano. Prima sulla nave, un ufficiale indulgente, poi a New York, tra i quartieri della Litlle Italy colmi di affetto. Soggetto di Fellini e Pinelli, vicenda di emigranti senza emigranti, trasporto paterno, un film di altri tempi, dai costumi ricercati che fa bene al cuore. Con tanto di partita a carte finale col destino dal finale aperto dove nulla è programmato come la vita del resto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
francesca meneghetti
|
mercoledì 27 novembre 2024
|
una favola commovente, oltre il neorealismo e altri stereotipi
|
|
|
|
Si parte dal neorealismo, precisamente da Piasà, per decollare poi in una dimensione fantasiosa: una bomba (fino ad allora, 1949, inesplosa), la morte, due bambini soli e orfani, la fuga avventurosa, l’America. Paìsà, di Rossellini, uno dei capolavori di quella stagione, ambientava il suo secondo episodio in una Napoli disastrata dai bombardamenti, là dove lo scugnizzo Pasquale faceva amicizia con Joe, soldato afroamericano della polizia militare (dopo avergli rubato gli anfibi). Fellini, che prese parte agli albori del neorealismo, abbozzò una sceneggiatura con Tullio Pinelli, che presentava uno sviluppo di quell’atmosfera narrativa, ma il progetto si arenò. Gabriele Salvatores ha ripreso in mano il soggetto, con una cifra personale.
[+]
Si parte dal neorealismo, precisamente da Piasà, per decollare poi in una dimensione fantasiosa: una bomba (fino ad allora, 1949, inesplosa), la morte, due bambini soli e orfani, la fuga avventurosa, l’America. Paìsà, di Rossellini, uno dei capolavori di quella stagione, ambientava il suo secondo episodio in una Napoli disastrata dai bombardamenti, là dove lo scugnizzo Pasquale faceva amicizia con Joe, soldato afroamericano della polizia militare (dopo avergli rubato gli anfibi). Fellini, che prese parte agli albori del neorealismo, abbozzò una sceneggiatura con Tullio Pinelli, che presentava uno sviluppo di quell’atmosfera narrativa, ma il progetto si arenò. Gabriele Salvatores ha ripreso in mano il soggetto, con una cifra personale. I protagonisti dell’avventura – perché di questo si tratta – sono due bambini: Carmine, “fratello” simbolico di Pasquale, ma più scaltro e duro, e Celestina, ancora più piccola ma saggia, complice nel barare a carte, paziente e resistente alla fame. Parla poco, ma quando apre la bocca emette sentenze: anche morire di fame è illegale; solo i poveri sono stranieri, non i ricchi… Li interpretano meravigliosamente Antonio Guerra e la dolcissima Dea Lanzaro. Da baci entrambi. Del tutto sradicati a Napoli, si trovano imbarcati clandestinamente in un transatlantico diretto a New York, là dove sperimentano la differenza tra il dormitorio degli italiani emigranti e il lusso degli americani in crociera, e dove incontrano ostilità, ma anche solidarietà, in particolare da parte del cuoco afroamericano George e del commissario di bordo Domenico Garofalo, interpretato da Francesco Favino. Celestina è la più contenta di essere in viaggio perché spera di ritrovare la sorella, partita per gli Stati Uniti alcuni anni prima. In realtà Agnese sta rischiando la pena capitale per aver sparato all’americano che, pur essendo già sposato, durante la guerra le aveva promesso il matrimonio. I due bambini, appena arrivati nella Grande Mela (scene girate a Trieste), si smarriscono. Ma Carmine finirà nella Little Italy e ritroverà Garofalo. Celestina sembra definitivamente persa, specie dopo aver visto la foto della sorella ‘ncopp’a ai quotidiani newyorchesi. A questo punto del film cambia anche il motivo tematico: dall’emigrazione si passa ai temi della giustizia e della condizione della donna (e, al ruolo della stampa nel formare l’opinione pubblica e nel cavalcare le storie strappalacrime). Il finale è aperto. Da qualche parte è stata sottolineata l’aderenza del film a stereotipi del genere tematico: In parte ciò si può leggere come omaggio a tanti registi che hanno aperto la pista, dall’altro lato c’era un obbligo morale nei confronti del soggetto originario di Fellini, che Salvatores ha reinterpretato con un occhio diretto verso l’attualità e con allusioni di tipo ideologico abbastanza esplicite. In questo senso si può parlare di “favola” se si pensa al contenuto morale e didattico di questo genere narrativo. Tuttavia, nessuna paura: pistolotti ideologici pari a zero, o quasi. Un velo di ironia pervade la narrazione e spesso in sala si ride apertamente e gioiosamente. Particolarmente godibile la scena in cui Celestina, con un biglietto donato, assiste alla proiezione di Paisà, riconosce i luoghi d’infanzia, si entusiasma e grida tanto da dover essere portata via a forza. Dal punto di vista formale, si tratta di un’esperienza immersiva totale e robusta, fatta di immagini (ambienti, fotografie e montaggi perfetti), sonorità pertinenti e una colonna sonora ibrida, un medley che agglutina alla colonna sonora di Federico De Robertis canzoni napoletane (la tamurriata Alli uno e Parzonarella) e canzoni tradizionali americane come Pay me my money down (cover di Sprinsteen?). Saremo sentimentali, ma questo film di Salvatores ci scalda piacevolmente il cuore, come un canto di Natale di Dickens.
[-]
[+] macché...
(di anna maria)
[ - ] macché...
[+] apriti cielo
(di anna maria)
[ - ] apriti cielo
|
|
[+] lascia un commento a francesca meneghetti »
[ - ] lascia un commento a francesca meneghetti »
|
|
d'accordo? |
|
frankmoovie
|
domenica 1 dicembre 2024
|
napoli - new york: la storia si ripete ...
|
|
|
|
Quando si va a vedere un film d'autore si hanno tante aspettative e quando queste vengono confermate e, in alcuni aspetti, superate, lo spettatore esce dalla sala arricchito dall'arte cinematografica. Non a caso Salvatores ha ricreato a modo suo un soggetto che non ebbe luce di grandi come Federico Fellini e Tullio Pinelli. La storia realistica, tragica e anche crudele di un periodo tremendo di una Napoli distrutta dalla guerra, viene raccontata con momenti d'innocenza e sentimenti infantili, tra dolori, gioie, meraviglie. I due bambini protagonisti (la storia umana si ripete) si ribellano a un destino doloroso e con speranza vanno verso quel "sogno americano" che in quegli anni faceva lasciare il nostro Paese da miagliaia di per aprirsi nuovi orizzonti, trovando poi leggi d'immigrazione, tabù sociali, divieti e parole che feriscono al cuore, come "queste persone che arrivano sono brutte, sporche, puzzolenti" .
[+]
Quando si va a vedere un film d'autore si hanno tante aspettative e quando queste vengono confermate e, in alcuni aspetti, superate, lo spettatore esce dalla sala arricchito dall'arte cinematografica. Non a caso Salvatores ha ricreato a modo suo un soggetto che non ebbe luce di grandi come Federico Fellini e Tullio Pinelli. La storia realistica, tragica e anche crudele di un periodo tremendo di una Napoli distrutta dalla guerra, viene raccontata con momenti d'innocenza e sentimenti infantili, tra dolori, gioie, meraviglie. I due bambini protagonisti (la storia umana si ripete) si ribellano a un destino doloroso e con speranza vanno verso quel "sogno americano" che in quegli anni faceva lasciare il nostro Paese da miagliaia di per aprirsi nuovi orizzonti, trovando poi leggi d'immigrazione, tabù sociali, divieti e parole che feriscono al cuore, come "queste persone che arrivano sono brutte, sporche, puzzolenti" ... Eppure la volontà, in un Paese dove anche le donne e i neri vedevano vietati i loro diritti, a volte c'è una luce in fondo al tunnel. Salvatores ha usato tecniche di esperienza, primi piani, luci e colonna sonora che accarezzano lo svolgersi dei fatti e poi una scelta di attori eccezionale, a partire dalla piccola Dea Lanzaro, un'attrice che a soli sei anni recita come una delle grandi del teatro di Eduardo, e il convincente Antonio Guerra, i super Pierfrancesco Favino e Anna Ammirati, Omar Benson Miller, Antonio Catania ... Un film "firmato" che merita riconoscimenti alti. Avevamo appena visto "Parthenope" e oggi un'altra pellicola che non dimenticheremo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a frankmoovie »
[ - ] lascia un commento a frankmoovie »
|
|
d'accordo? |
|
gabriella
|
lunedì 9 dicembre 2024
|
nun te preoccupà, mò ce sto io cò te
|
|
|
|
Bastava guardare la gente in sala quando si sono accese le luci dopo la proiezione, volti sorridenti, soddisfatti, rilassati, dopo due ore avvolti dalla magica tenerezza dell'ultimo film di Gabriele Salvatores, per capire che film come questi sono una boccata salutare traboccante di un’ umanità che abbiamo purtroppo perduto. Al giorno d'oggi non si fa che un gran parlare di empatia, tanto che ormai è diventato un tormentone verbale privo di significato, invece i due giovanissimi protagonisti di Napoli New York suscitano empatia immediata, con i loro volti sporchi di polvere della strada, gli occhi struggenti di Celestina e lo sguardo insolente , ma protettivo, di Carmine, incornicia nei loro sguardi il sogno di una terra promessa che almeno per una volta mantiene la promessa di un mondo nuovo.
[+]
Bastava guardare la gente in sala quando si sono accese le luci dopo la proiezione, volti sorridenti, soddisfatti, rilassati, dopo due ore avvolti dalla magica tenerezza dell'ultimo film di Gabriele Salvatores, per capire che film come questi sono una boccata salutare traboccante di un’ umanità che abbiamo purtroppo perduto. Al giorno d'oggi non si fa che un gran parlare di empatia, tanto che ormai è diventato un tormentone verbale privo di significato, invece i due giovanissimi protagonisti di Napoli New York suscitano empatia immediata, con i loro volti sporchi di polvere della strada, gli occhi struggenti di Celestina e lo sguardo insolente , ma protettivo, di Carmine, incornicia nei loro sguardi il sogno di una terra promessa che almeno per una volta mantiene la promessa di un mondo nuovo. Carmine e Celestina vivono a Napoli , si arrabattano come possono per sopravvivere, finché s’imbarcano fortunosamente in un piroscafo diretto a New York dove la piccirilla ha una sorella, Agnese che intendono raggiungere anche perché entrambi sono soli al mondo. Con l’aiuto di un cuoco afroamericano ( un simpatico e commovente Omar Benson Miller )e del comandante Garofalo ( altro ruolo convincente del sempre bravo Pierfrancesco Favino), i due ragazzini riusciranno a raggiungere la Grande Mela, , con la statua della libertà che vista dalla nave a Celestina sembra la Madonna di Pompei, mentre per Carmine tiene la faccia strafottente, anche se non può sapere che dietro quel simbolo di accoglienza , per i passeggeri di terza classe c’è l’ispezione a Ellis Island, uomini e donne vestiti di stracci e di speranza, alcuni purtroppo non ci arriveranno nemmeno, come il sogno spezzato di Teresa e il marito. E in questa magalopoli colorata , piena di insegne pubblicitarie, , gli immensi avenues, i due scugnizzi scoprono le meraviglie di un posto dove vivere. Salvatores non ci fa mancare niente, affronta con piglio disinvolto e leggero non solo il problema dell’immigrazione, ma anche la lotta contro la violenza, la solidarietà femminile, il coinvolgimento e la solidarietà dell’ intera comunità in nome della giustizia, come nel personaggio di Agnese, la sorella di Celestina. In questa favola che sembra uscita da un libro vecchio stile, c’è il respiro di cose autentiche, di sapori persi nel tempo, di nostalgie mai dimenticate, ma c’è anche il coraggio di guardare avanti senza paura di farsi male , c’è la consapevolezza che bisogna costruirsi un futuro, anche se bisogna ritagliarsi da soli la linea della fortuna . Forse film come questi faranno storcere il naso a chi vorrà vederci soltanto l’ingenua rappresentazione di un mondo d’illusione non corrispondente alla realtà, però mi sento di dire che i personaggi di Salvatores non si piangono mai addosso, conservano una dignità e una purezza che hanno radici ben salde in ciò che vogliono dalla vita, così come Garofalo, personaggio scanzonato e apparentemente leggero che si porta dietro il dolore di una paternità negata senza mai farlo pesare.Com’è risaputo, la sceneggiaturaa stata scritta da Fellini negli anni 40, poi abbandonata. Non è possibile sapere come sarebbe stato il film del regista riminese, ma posso affermare con sicurezza che il lavoro di Gabriele Salvatores riscalda il cuore.
[-]
[+] deliziosa consuetudine
(di ivan il matto)
[ - ] deliziosa consuetudine
[+] dialoghi in lingua incomprensibile.
(di anna maria)
[ - ] dialoghi in lingua incomprensibile.
[+] ma non ha altro da dire?
(di veleur)
[ - ] ma non ha altro da dire?
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
mauridal
|
giovedì 12 dicembre 2024
|
il sogno americano di carmine e celestina
|
|
|
|
Quando cerchiamo di definire lo stile o il genere di un'opera letteraria o cinematografica, non sempre riusciamo ad essere esaustivi. Tuttavia, nel caso di Napoli New York, parlare di "realismo magico" sembra un’interpretazione adeguata. Il film narra una storia che ha toccato molti italiani dagli anni Trenta in poi: il sogno di emigrare in America per sfuggire alla povertà e costruire una nuova vita piena di speranze e opportunità.La vicenda si ambienta in una Napoli devastata dalla guerra, dove due ragazzini, Celestina e Carmine, si ritrovano soli, senza casa né famiglia. Una situazione drammaticamente comune per molti durante quel periodo.
[+]
Quando cerchiamo di definire lo stile o il genere di un'opera letteraria o cinematografica, non sempre riusciamo ad essere esaustivi. Tuttavia, nel caso di Napoli New York, parlare di "realismo magico" sembra un’interpretazione adeguata. Il film narra una storia che ha toccato molti italiani dagli anni Trenta in poi: il sogno di emigrare in America per sfuggire alla povertà e costruire una nuova vita piena di speranze e opportunità.La vicenda si ambienta in una Napoli devastata dalla guerra, dove due ragazzini, Celestina e Carmine, si ritrovano soli, senza casa né famiglia. Una situazione drammaticamente comune per molti durante quel periodo. In questo contesto realistico si innesta una vena fantastica e magica: i due piccoli protagonisti trovano una possibilità inaspettata di fuggire, imbarcandosi come clandestini sul piroscafo Victory, diretto a New York.Il viaggio sulla nave diventa un’avventura intensa e romanzata, piena di dettagli che raccontano i disagi, le complicità e le paure di due ragazzi cresciuti in un ambiente popolare napoletano, ma già pronti ad affrontare un destino americano. Salvatores raggiunge qui un picco di poesia e fantasia, rendendo autentici e commoventi i suoi personaggi: Celestina, tranquilla ma determinata, e Carmine, più impulsivo e inquieto. Entrambi, pur senza documenti e con pochissimi soldi, riescono a sbarcare in America grazie all’umanità e alla solidarietà di alcuni membri dell’equipaggio.Il film non si limita a raccontare l’immigrazione italiana in America: attraverso gli occhi di Celestina e Carmine, ci porta alla scoperta di una nuova patria e di un futuro che molti avevano già inseguito. La New York che li accoglie è quella degli anni Cinquanta, con le grandi avenue, il traffico frenetico, i cartelloni pubblicitari giganti. I due parlano solo napoletano, ma riescono in qualche modo a sopravvivere ed ambientarsi.Qui avviene una svolta narrativa: nel quartiere di Little Italy, un luogo dove realismo e fantasia si mescolano, i due ragazzi ritrovano il commissario navale Garofalo, lo stesso che li aveva aiutati a sbarcare dalla Victory. Interpretato magistralmente da Pierfrancesco Favino, Garofalo è un personaggio che incarna umanità e generosità. Senza figli e ormai perfettamente integrato nella comunità americana, propone ai ragazzi di adottarli e creare con loro una nuova famiglia. Questo porta a un conflitto emotivo: Celestina sembra pronta ad accettare, mentre Carmine, più legato al senso di libertà della loro vita randagia, oppone resistenza.Il film esplora ulteriormente i suoi temi quando Celestina, spinta anche dalla speranza di ritrovare la sorella Agnese, emigrata in America grazie alla promessa di matrimonio con un soldato americano, riesce finalmente a rintracciarla. Tuttavia, Agnese si trova in una situazione drammatica: accusata di omicidio, rischia la condanna a morte. Sarà Celestina, con la sua testimonianza, a scagionarla, rivelando la verità e salvandola. Questo evento segna un punto di svolta nella crescita della protagonista, che da ragazzina determinata si trasforma in una leader del movimento femminista americano, lottando per i diritti delle donne.Salvatores riesce a mettere in evidenza le differenze tra le culture di Napoli e New York, sottolineando al tempo stesso la profonda umanità che unisce le persone, anche quando provengono da mondi diversi. È una magia che solo il cinema può creare. Celestina e Carmine, interpretati con sensibilità ed emotività da Dea Lanzaro e Antonio Guerra, tengono testa a un gigante come Favino, rendendo Napoli New York un’opera toccante e ricca di spunti. Una miscela unica di neorealismo e immaginazione che celebra l’integrazione, la resilienza e la forza dei legami umani.
(Mauridal).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauridal »
[ - ] lascia un commento a mauridal »
|
|
d'accordo? |
|
mauridal
|
giovedì 12 dicembre 2024
|
il sogno americano di carmine e celestina
|
|
|
|
NAPOLI NEW YORK un film di Gabriele Salvatores
Quando cerchiamo di definire lo stile o il genere di un'opera letteraria o cinematografica, non sempre riusciamo ad essere esaustivi. Tuttavia, nel caso di Napoli New York, parlare di "realismo magico" sembra un’interpretazione adeguata. Il film narra una storia che ha toccato molti italiani dagli anni Trenta in poi: il sogno di emigrare in America per sfuggire alla povertà e costruire una nuova vita piena di speranze e opportunità.La vicenda si ambienta in una Napoli devastata dalla guerra, dove due ragazzini, Celestina e Carmine, si ritrovano soli, senza casa né famiglia.
[+]
NAPOLI NEW YORK un film di Gabriele Salvatores
Quando cerchiamo di definire lo stile o il genere di un'opera letteraria o cinematografica, non sempre riusciamo ad essere esaustivi. Tuttavia, nel caso di Napoli New York, parlare di "realismo magico" sembra un’interpretazione adeguata. Il film narra una storia che ha toccato molti italiani dagli anni Trenta in poi: il sogno di emigrare in America per sfuggire alla povertà e costruire una nuova vita piena di speranze e opportunità.La vicenda si ambienta in una Napoli devastata dalla guerra, dove due ragazzini, Celestina e Carmine, si ritrovano soli, senza casa né famiglia. Una situazione drammaticamente comune per molti durante quel periodo. In questo contesto realistico si innesta una vena fantastica e magica: i due piccoli protagonisti trovano una possibilità inaspettata di fuggire, imbarcandosi come clandestini sul piroscafo Victory, diretto a New York.Il viaggio sulla nave diventa un’avventura intensa e romanzata, piena di dettagli che raccontano i disagi, le complicità e le paure di due ragazzi cresciuti in un ambiente popolare napoletano, ma già pronti ad affrontare un destino americano. Salvatores raggiunge qui un picco di poesia e fantasia, rendendo autentici e commoventi i suoi personaggi: Celestina, tranquilla ma determinata, e Carmine, più impulsivo e inquieto. Entrambi, pur senza documenti e con pochissimi soldi, riescono a sbarcare in America grazie all’umanità e alla solidarietà di alcuni membri dell’equipaggio.Il film non si limita a raccontare l’immigrazione italiana in America: attraverso gli occhi di Celestina e Carmine, ci porta alla scoperta di una nuova patria e di un futuro che molti avevano già inseguito. La New York che li accoglie è quella degli anni Cinquanta, con le grandi avenue, il traffico frenetico, i cartelloni pubblicitari giganti. I due parlano solo napoletano, ma riescono in qualche modo a sopravvivere ed ambientarsi.Qui avviene una svolta narrativa: nel quartiere di Little Italy, un luogo dove realismo e fantasia si mescolano, i due ragazzi ritrovano il commissario navale Garofalo, lo stesso che li aveva aiutati a sbarcare dalla Victory. Interpretato magistralmente da Pierfrancesco Favino, Garofalo è un personaggio che incarna umanità e generosità. Senza figli e ormai perfettamente integrato nella comunità americana, propone ai ragazzi di adottarli e creare con loro una nuova famiglia. Questo porta a un conflitto emotivo: Celestina sembra pronta ad accettare, mentre Carmine, più legato al senso di libertà della loro vita randagia, oppone resistenza.Il film esplora ulteriormente i suoi temi quando Celestina, spinta anche dalla speranza di ritrovare la sorella Agnese, emigrata in America grazie alla promessa di matrimonio con un soldato americano, riesce finalmente a rintracciarla. Tuttavia, Agnese si trova in una situazione drammatica: accusata di omicidio, rischia la condanna a morte. Sarà Celestina, con la sua testimonianza, a scagionarla, rivelando la verità e salvandola. Questo evento segna un punto di svolta nella crescita della protagonista, che da ragazzina determinata si trasforma in una leader del movimento femminista americano, lottando per i diritti delle donne.Salvatores riesce a mettere in evidenza le differenze tra le culture di Napoli e New York, sottolineando al tempo stesso la profonda umanità che unisce le persone, anche quando provengono da mondi diversi. È una magia che solo il cinema può creare. Celestina e Carmine, interpretati con sensibilità ed emotività da Dea Lanzaro e Antonio Guerra, tengono testa a un gigante come Favino, rendendo Napoli New York un’opera toccante e ricca di spunti. Una miscela unica di neorealismo e immaginazione che celebra l’integrazione, la resilienza e la forza dei legami umani.
(Mauridal).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauridal »
[ - ] lascia un commento a mauridal »
|
|
d'accordo? |
|
nino pellino
|
domenica 24 novembre 2024
|
film perfetto, ma alla fine non mi ha intrigato
|
|
|
|
Questo film di Gabriele Salvatores è praticamente perfetto, e questo bisogna riconoscerlo, in termini di scenografia, di sceneggiatura, di recitazione (bravissimi i due giovani attori protagonisti) e soprattutto per lo svolgimento di una trama la cui conclusione ci lascia alla fine un messaggio positivo. Eppure tutto questo, al termine della proiezione in sala, mi ha lasciato una sensazione (e dispiace dirlo) quasi di appiattimento, di non appagamento, insomma l'ho trovato poco intrigante. Volendo fare ad esempio un paragone con un'altra pellicola del grande regista, mi sento di citare "Io non ho paura" risalente ad oltre una ventina di anni fa, in cui la trama pure aveva come protagonisti dei bambini, però tale film ha avuto la capacità di trasportarmi emotivamente e di lasciarmi suggestionare fino alla fine.
[+]
Questo film di Gabriele Salvatores è praticamente perfetto, e questo bisogna riconoscerlo, in termini di scenografia, di sceneggiatura, di recitazione (bravissimi i due giovani attori protagonisti) e soprattutto per lo svolgimento di una trama la cui conclusione ci lascia alla fine un messaggio positivo. Eppure tutto questo, al termine della proiezione in sala, mi ha lasciato una sensazione (e dispiace dirlo) quasi di appiattimento, di non appagamento, insomma l'ho trovato poco intrigante. Volendo fare ad esempio un paragone con un'altra pellicola del grande regista, mi sento di citare "Io non ho paura" risalente ad oltre una ventina di anni fa, in cui la trama pure aveva come protagonisti dei bambini, però tale film ha avuto la capacità di trasportarmi emotivamente e di lasciarmi suggestionare fino alla fine. Invece "Napoli - New York" l'ho percepita come una bella fiaba cartonata, stile Walt Disney (con il tutto il rispetto, per carità, per la celebre casa di produzione americana i cui film sono rivolti principalmente ad un pubblico di giovanissimi nei riguardi dei quali mi sembra giusto che vengano lasciati messaggi positivi) dove giunge poi il classico finale rassicurante e quasi protettivo. Quest'ultima opera di Salvatores ha comunque il pregio di aver riportato alla luce la tematica del difficile periodo del secondo dopo guerra e soprattutto la difficile situazione del sud Italia e della relativa necessità di sopravvivenza per molte persone rimaste povere e costrette pertanto a dover emigrare nella lontana America con la speranza di potersi costruire un futuro. In conclusione mi sento in perfetta sintonia con il giudizio di Paola Casella e della sua recensione scritta nella sezione "Scheda" di questo sito. Anch'io avrei desiderato un Salvatores più audace, più imprevedibile, insomma più intrigante.
[-]
[+] ma scherziamo??
(di anna maria)
[ - ] ma scherziamo??
|
|
[+] lascia un commento a nino pellino »
[ - ] lascia un commento a nino pellino »
|
|
d'accordo? |
|
|