lele
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mercoledì 24 agosto 2022
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senza parole..dalla vergogna
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Ho messo una stella perchè non è possibile metterne di meno. Dire che è pessimo è un complimento. Sceneggiatura insignificante, attori inqualificabili (l'unica passabile è Matilda Lutz a voler trovare una nota positiva in tanto squallore)...non parliamo dei dialoghi. Il cinema dovrebbe essere arte e non scopiazzatura malfatta. Non basta una telecamera e qualche sfigato che finanzia, ci vuole originalità e maestria nella regia, saper raccontare e coinvolgere lo spettatore. Non so forse si pensa che l'horror sia un genere facile, forse puntavano sulla fortuna del principiante visto che in Italia fanno veramente fatica e ultimamente si è tendenti ad osannare qualsiasi cagata; sta di fatto che è stato veramente deludente sotto ogni punto di vista, sarà che ero partito con tutte le buone intenzioni a ricredermi.
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Ho messo una stella perchè non è possibile metterne di meno. Dire che è pessimo è un complimento. Sceneggiatura insignificante, attori inqualificabili (l'unica passabile è Matilda Lutz a voler trovare una nota positiva in tanto squallore)...non parliamo dei dialoghi. Il cinema dovrebbe essere arte e non scopiazzatura malfatta. Non basta una telecamera e qualche sfigato che finanzia, ci vuole originalità e maestria nella regia, saper raccontare e coinvolgere lo spettatore. Non so forse si pensa che l'horror sia un genere facile, forse puntavano sulla fortuna del principiante visto che in Italia fanno veramente fatica e ultimamente si è tendenti ad osannare qualsiasi cagata; sta di fatto che è stato veramente deludente sotto ogni punto di vista, sarà che ero partito con tutte le buone intenzioni a ricredermi. Lo collocherei più su un genere comico-grottesco, con tutto il rispetto per il grottesco.
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felicity
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lunedì 29 novembre 2021
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vale soprattutto per matilda lutz
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A classic Horror Story è un film che se, ironicamente, nel titolo attua una precisa scelta di campo verso la tradizione, nei fatti rivela un’ambizione più complessa. Innanzitutto attraverso l’uso del commento musicale, con le note liete di Il cielo in una stanza di Gino Paoli e La casa di Sergio Endrigo che accompagnano le scene più cruente. Può sembrare semplicemente un abile utilizzo in controbattuta, ma c’è di più: c’è la scelta di brani che descrivono uno spazio chiuso eppure aperto, delimitato ma senza confini e per questo disponibile a ribaltare gli assiomi, che poi è la chiave di lettura dell’intero film.
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A classic Horror Story è un film che se, ironicamente, nel titolo attua una precisa scelta di campo verso la tradizione, nei fatti rivela un’ambizione più complessa. Innanzitutto attraverso l’uso del commento musicale, con le note liete di Il cielo in una stanza di Gino Paoli e La casa di Sergio Endrigo che accompagnano le scene più cruente. Può sembrare semplicemente un abile utilizzo in controbattuta, ma c’è di più: c’è la scelta di brani che descrivono uno spazio chiuso eppure aperto, delimitato ma senza confini e per questo disponibile a ribaltare gli assiomi, che poi è la chiave di lettura dell’intero film.
Pertanto, il primo passo è definirlo quell’assioma, attraverso una messinscena che passa in rassegna alcuni topoi del new horror codificato dagli scorsi decenni: c’è quindi un gruppo di protagonisti in camper, che si imbatte in una “casa col mostro”, lungo coordinate da folk horror all’italiana. Di per sé è già uno spunto interessante per come iscrive umori e tradizioni radicate tradizionalmente nel Nord America (o al limite nel Nord Europa) negli scenari della foresta umbra pugliese (il film è comunque ambientato in Calabria). Un’altra bella variazione rispetto agli schemi consolidati, in un gioco che è al contempo di ribaltamenti e rispecchiamenti, dove ogni elemento definito è al contempo sempre scentrato. Come quell’affascinante chalet a forma di stella che da solo sembra incrociare e riassumere tanto la concretezza materica del Raimi di Evil Dead.
Il tutto immerso in una dimensione fatta di nebbia, terra e legno, con il rosso sangue a fungere da tinta dominante. E in mezzo, come una direttrice inattesa che spezza ancor di più la possibile linearità del plot, c’è il rimando alla tradizione “mitologica” con cui la mafia racconta sé stessa attraverso la presunta progenitura dai cavalieri Osso, Mastrosso e Carcagnosso, qui trasformati in creature cui innalzare sacrifici, naturalmente ai danni degli sventurati avventori.
La virata della seconda parte, su cui si è in larga parte concentrata la campagna promozionale del film, non può dunque che giocare questo doppio registro del ribaltamento e del rispecchiamento nei confronti del pubblico stesso, in un movimento continuo a entrare e uscire dalla narrazione, con una valenza più satirica.
Il rischio naturalmente è che il film resti fagocitato dal meccanismo e dalla logica del colpo di scena a tutti i costi, ma c’è un ulteriore slittamento, operato sull’iconografia della magnifica Matilda Lutz (corpo horror per eccellenza della scena contemporanea dopo l’exploit di Revenge): è lei che prende in mano la narrazione, commenta, agisce, ma viene anche agita dal film stesso, fino a un lirico finale.
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roberto
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mercoledì 21 luglio 2021
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no, no, assolutamente no.
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Non ha niente di horror, non tiene con il fiato sospeso. È solo una critica al cinema italiano, ai film horror, con un pizzico di riflessione in mezzo a 1h e 35 di nosense. No.
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clara gervasi
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martedì 20 luglio 2021
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un horror brillante che gioca con lo spettatore
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...e lo mette di fronte a se stesso. Per tutto il film ho creduto di guardare "un classico film dell'orrore" e per quanto inquietante e bello da vedere, non riuscivo a scorgere una vera novità nella proposta. Poi è arrivato il twist. Per evitare spoiler mi limito a dire: il vero horror siamo noi. Bravi De Feo e Strippoli, non riesco a smettere di pensarci.
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clara gervasi
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martedì 20 luglio 2021
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un horror brillante che gioca con lo spettatore
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...e lo mette di fronte a se stesso. Per tutto il film ho creduto di guardare il classico film dell'orrore e per quanto inquietante e bello da vedere, non riuscivo a scorgere una vera novità nella proposta. Poi arriva il twist. E senza spoilerare niente mi limito a dire: il vero horror siamo noi. Bravi De Feo e Strippoli, non riesco a smettere di pensarci.
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carmen leone
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domenica 18 luglio 2021
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delusione rispetto alle prospettive sperate
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Tentar di rendere il banale in qualcosa di accattivante (prendi "la premessa" del titolo)lo trovo ancora più banale del banale , l'ho trovato un tentativo di rivalsa a mio parere mal riuscito .
A differenza di altri horror italiani,devo dire che ho gradito la recitazione delle ragazze, ma per quanto riguarda quelle dei maschietti (soprattutto di Francesco Russo è stata letteralmente penosa) la regia e la scenografia secondo me è l'unico punto focale di tutto il film.
la parte finale (dove fanno intendere che il pubblico parte prevenuto nella visione del film) l'ho trovata un enorme paraculata sinceramente, anziché puntare su una chiusura del genere,il cinema italiano dovrebbe impegnarsi seriamente a produrre qualcosa di buono .
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Tentar di rendere il banale in qualcosa di accattivante (prendi "la premessa" del titolo)lo trovo ancora più banale del banale , l'ho trovato un tentativo di rivalsa a mio parere mal riuscito .
A differenza di altri horror italiani,devo dire che ho gradito la recitazione delle ragazze, ma per quanto riguarda quelle dei maschietti (soprattutto di Francesco Russo è stata letteralmente penosa) la regia e la scenografia secondo me è l'unico punto focale di tutto il film.
la parte finale (dove fanno intendere che il pubblico parte prevenuto nella visione del film) l'ho trovata un enorme paraculata sinceramente, anziché puntare su una chiusura del genere,il cinema italiano dovrebbe impegnarsi seriamente a produrre qualcosa di buono .
avevo grandi prospettive per questo film francamente,ma purtroppo ne sono rimasta delusa.
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tiziana stanzani
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venerdì 16 luglio 2021
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agghiacciantemente italiano!
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Veramente gustoso e necessario questo film; erano decenni che non vedevo un bel film horror italiano. Originale, attuale e vetusto a un tempo, questo film rende tutti Registi. La scena finale è la più amara di tutte. Le decine di persone che filmano la sanguinante ragazza non si sognano di aiutarla, ma la filmano. In effetti non si capisce chi siano i veri mostri... Agghiacciantemente bello! "Schiodarsi dalla sedia", poi, è la miglior scena buffa e tagliente
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tiziana stanzani
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venerdì 16 luglio 2021
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agghiacciantemente nuovo! viva l''horror italiano.
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Veramente gustoso e necessario questo film; erano decenni che non vedevo un bel film horror italiano. Originale, attuale e vetusto a un tempo, questo film rende i personaggi tutti Registi. La scena finale è la più amara di tutte. Le decine di persone che filmano la sanguinante ragazza non si sognano di aiutarla, ma la filmano. In effetti non si capisce chi siano i veri mostri... Agghiacciantemente bello! "Schiodarsi dalla sedia", poi, è la miglior scena buffa e tagliente 😂
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antonio caputo
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venerdì 16 luglio 2021
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i registi si nascondono dietro i cliché, per raccontare un film privo di idee...totalmente derivativo
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Parte bene il nuovo film di De Feo e Strippoli. Cinque ragazzi e un camper e la foresta calabrese. Immagini interessanti e fotografia ben curata. La leggenda folkloristica di Osso Mastrosso e Carcagnosso da un bell'incipit....Poi però arrivano i problemi. La Calabria rappresentata da una casa che ricorda quella di Gretel e Hansel, i personaggi (sconosciuti tra di loro fino a quel momento) che fanno scelte per nulla coerenti e senza senso. Man mano la credibilità della messa in scena viene meno... Soprattutto perché i due registi non giocano col cliché del genere, come nel sorprendente Cabin in the Woods, ma l'intenzione di scrittura e di regia è totalmente confusa. E sopratutto...il film non fa paura.
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Parte bene il nuovo film di De Feo e Strippoli. Cinque ragazzi e un camper e la foresta calabrese. Immagini interessanti e fotografia ben curata. La leggenda folkloristica di Osso Mastrosso e Carcagnosso da un bell'incipit....Poi però arrivano i problemi. La Calabria rappresentata da una casa che ricorda quella di Gretel e Hansel, i personaggi (sconosciuti tra di loro fino a quel momento) che fanno scelte per nulla coerenti e senza senso. Man mano la credibilità della messa in scena viene meno... Soprattutto perché i due registi non giocano col cliché del genere, come nel sorprendente Cabin in the Woods, ma l'intenzione di scrittura e di regia è totalmente confusa. E sopratutto...il film non fa paura. I pochi momenti splatter, sono spesso fuori campo, la regia è spesso disattenta e non crea tensione. Finale e credits a tratti cringe, sopratutto per la falsa modestia e la presunzione di prendere in giro lo spettatore.
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