
Titolo originale | El año del descubrimiento |
Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | Spagna, Svizzera |
Durata | 200 minuti |
Regia di | Luis López Carrasco |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 gennaio 2021
Uno sguardo alla Spagna del 1992. Ha vinto 2 Goya,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Spagna, 1992. Siamo a 500 anni dalla scoperta dell'America, e il paese si affaccia all'era moderna come una democrazia sulla cresta dell'onda, con le Olimpiadi in programma a Barcellona, l'Expo a Siviglia e un'immagine di rinnovata apertura europea. Nella zona industriale intorno a Murcia e Cartagena, però, la popolazione vive un'esperienza diversa, preoccupata e arrabbiata per le fabbriche che chiudono e che mettono a repentaglio il futuro dei molti operai. Il bar Tana, nel centro di Cartagena, è un microcosmo in cui si dà voce ai timori e agli stati d'animo degli abitanti, colti in conversazioni ordinarie tra una sigaretta e un bicchiere.
Sembra un artefatto che ci viene incontro in un viaggio del tempo, The Year of the Discovery, con le sue registrazioni video spesso traballanti che ricordano un filmato di famiglia.
Ma nelle caratteristiche documentarie, che respingono ogni idea convenzionale di narrazione, e nelle allusioni che pian piano, nel corso delle oltre tre ore di durata, rompono l'involucro d'epoca per toccare il presente, l'opera di Luis López Carrasco si mostra più come un condotto sotterraneo che mette in parallelo due epoche e due emergenze sociali. Tutto ha valore duale nel film, a partire dalla didascalia all'inizio che presenta fianco a fianco due verità simultanee e inconciliabili: la versione nazionale e superficiale di una Spagna in grande sviluppo, e il ricordo degli scontri che seguirono la crisi industriale in questo angolo di costa a sud-est del paese. La divisione tra le due realtà rimane impressa nel film, che fa costante uso dello split screen per cogliere le conversazioni nel bar da diverse angolazioni, oltre che per inseguire le naturali distrazioni, divagazioni e controcampi delle persone coinvolte. Non è la prima volta che Carrasco, cineasta nativo della regione, utilizza la dimensione dialogica e collettiva per illustrare il cambiamento sociale. Nel suo precedente El Futuro, la Spagna post-franchista del 1982 celebrava l'elezione di un governo socialista, con il momento catturato sui volti e le reazioni degli invitati a una festa. The Year of the Discovery è un progetto ancora più ambizioso, in cui gli abitanti di questo 1992 filtrato dal ricordo diventano personaggi del contemporaneo, e in cui il risvolto umano di una crisi si sovrappone all'altra, il tutto senza mai abbandonare il linguaggio del quotidiano.
Lo split screen, tradizionalmente un vezzo tecnico tipico di tutt'altro genere di film, fonde qui forma e contenuto con grande interesse visivo e cognitivo, mentre l'analisi specifica di un particolare momento socio-politico viene resa universale. Carrasco richiede allo spettatore un'immersione completa, ma anche la lunga durata non è un grosso ostacolo alla partecipazione. Come dice uno dei personaggi del bar, "non me lo ricordo ma l'ho vissuto", che sembra essere la chiave interpretativa fondamentale di un lavoro profondo sulla memoria collettiva e sulla resistenza alle narrative dominanti.