Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Danimarca, Francia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Illum Jacobi |
Attori | Antony Langdon, Nathalia Acevedo . |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 6 luglio 2020
Il filosofo Edmund Burke scappa da Londra per intraprendere un grandtour delle Alpi in questo road movie del 18° secolo.
CONSIGLIATO SÌ
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Edmund Burke nel 1757 pubblica un trattato di estetica che desterà l'attenzione di Diderot e di Kant. Il titolo è "Un'indagine filosofica sull'origine delle nostre idee di Sublime e di Bello". In esso si distingue tra il Bello (che per Burke corrisponde all'esteticamente gradevole) e il Sublime che va oltre e può costringerci a sperimentare sensazioni forti, ivi compreso l'orrore. Incontriamo Burke nel 1769 dopo che ha lasciato a Londra i problemi economici e ha deciso di raggiungere le Alpi dove provvederà a una nuova stesura del trattato. È accompagnato da Awak, una serva prestatagli dal fratello, una domestica proveniente dalle colonie delle Indie Occidentali. I due affrontano la Natura con approcci molto differenti.
Illum Jacobi realizza a sua volta, come Burke ma con tutt'altro spirito, un trattato per immagini e suoni che riflette sul rapporto tra teorizzazione ed esperienza, sull'interazione uomo/donna e sulla stupidità di una pretesa superiorità etnica.
Perché il Burke che ci presenta è un inglese altezzoso, convinto che tutto gli sia dovuto, incapace di andare oltre all'idea padronal/coloniale impedendosi così di vedere la donna al di là della serva che gli deve preparare il thé in mezzo ai boschi come se fossero a Piccadilly Circus ed incipriarlo come se dovesse andare a una serata in un club di aristocratici. Immerso in un ambiente che si fa progressivamente sempre più maestoso Burke sperimenta lo iato che intercorre (o può intercorrere) tra la teoria e l'esperienza sul campo. Wank non ha mai teorizzato ma comprende e parla due lingue (a differenza di lui che non sa nulla di francese) e ha un rapporto con la Natura che le fa percepire quel Sublime che il suo 'padrone pro tempore' ha teorizzato ma non sa cogliere.Per lui la Natura sono formiche fastidiose, e inconvenienti vari. Per lei, l'acqua limpida o l'erba di un prato a cui aderire con un corpo capace ancora di sentire andando oltre i limiti di una cultura troppo compiaciuta di se stessa per potersi lasciar andare a un contatto che ha solo teorizzato. Si guarda al passato con il contributo di due attori che reggono, insieme all'ambiente naturale, tutto il film ricordandoci che i modi e le convenzioni sociali sono cambiati ma alcuni pregiudizi e supponenze sono ancora, purtroppo, persistenti.
Road movie, anzi, Grand tour movie. Quello che vede protagonista Edmund Burke, anima pulsante di The Trouble with Nature, già passato al Festival di Rotterdam e ora in concorso nella sezione Nuove Impronte a ShorTS 2020. È il 1769 quando il filosofo, in fuga da Londra dove è rincorso da esattori e fantasmi privati, intraprende un viaggio sulle Alpi con l'obiettivo di riscrivere il suo libro sul Sublime. A [...] Vai alla recensione »
Immaginate un inglese imparruccato e imbellettato disteso in un campo di lavanda, che si alza e legge una riflessione sull'indifferenza che segue allo scarso piacere, si innervosisce perché non trova le Alpi («Dove sono le Alpi? Devo trovarle, queste montagne del terrore che possono condurmi al sublime»), poi si calma bevendo del tè che gli prepara una serva («Gli Inglesi devono avere una buona tazza [...] Vai alla recensione »