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Marco Romagna
Quinlan
«Ho rischiato di tirare le cuoia, sai?». Non fa nulla per dissimulare il suo crepuscolo, il Mikhail Gorbaciov quasi novantenne che nel 2019, a diciott'anni di distanza da Gorbaciov. After Empire, decide di aprire ancora una volta le porte della sua casa alle macchine da presa di Vitalij Manskij. Un'anziana figura in penombra che soffre i cambi atmosferici e le tempeste solari nella sua salute sempre più deteriorata, il girello a cui sostenersi e le forze che vengono meno mentre si trascina stancamente per le stanze dell'appartamento con i suoi movimenti lenti e faticosi, mentre sonnecchia di fronte al computer, mentre soffre i propri acciacchi nello sforzo per alzarsi dalla sedia, nel dolore insostenibile di ogni gradino, nei leggeri tremolii della pelle rugosa. [...]
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