fedenisi
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mercoledì 22 luglio 2020
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brutto brutto brutto
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Spocchioso e di una ruffianeria allucinante!
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francesca
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sabato 7 marzo 2020
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polpettone
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un polpettone troppo lungo per raccontare 40 anni di 3 ragazzi amici alla fine l'amore e l'amicizia trionfano come nei migliori fumetti rosa Muccino e' sempre lui anzi e' peggiorato troppo urlato riesce a far recitare male Favino(il che'e' francamente difficile) la pover Ramazzotti fa sempre la stessa parte della "mezza battona" un po' tenera un po' approfittatrice Santamaria mediocre Rossi Stuart e' il piu' decente.La Storia e' appena accennata Da sconsigliare
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folignoli
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giovedì 5 marzo 2020
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muccino strepitoso. attori altrettanto
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Il miglior film di Muccino? Piano sequenze perfette, movimenti di telecamera ineccepibili, sguardi giusti al momento giusto. Mentre trascorre il tempo, c'è un altro film che scorre sotto lo strato principale: è quello delle emozioni che provano i protagonisti. Sono le emozioni non dette, quelle che Muccino tiene per pochi intimi, quelli che hanno una sensibilità maggiore che gli consente di percepirle. Rancori soppressi, felicità a portata di mano, sfiorata, mai raggiunta. Come Giulio, quello che si è fatto da solo, quello che ha raggiunto la ricchezza sposando la figlia del Ministro della Sanità. Ma in fin dei conti, come gli altri 2 amici, la vera gioia era quella di avere accanto Gemma.
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Il miglior film di Muccino? Piano sequenze perfette, movimenti di telecamera ineccepibili, sguardi giusti al momento giusto. Mentre trascorre il tempo, c'è un altro film che scorre sotto lo strato principale: è quello delle emozioni che provano i protagonisti. Sono le emozioni non dette, quelle che Muccino tiene per pochi intimi, quelli che hanno una sensibilità maggiore che gli consente di percepirle. Rancori soppressi, felicità a portata di mano, sfiorata, mai raggiunta. Come Giulio, quello che si è fatto da solo, quello che ha raggiunto la ricchezza sposando la figlia del Ministro della Sanità. Ma in fin dei conti, come gli altri 2 amici, la vera gioia era quella di avere accanto Gemma. E probabilmente quando l'ha avuta, non l'ha saputa apprezzare, tutto lanciato nella sua carriera da avvocato. Il non detto è ciò che ferisce i protagonisti. Gemma proletaria che serve ai tavoli di una bar, che Giulio non reputa alla sua altezza da avvocato rampante. Il non detto: quello di Paolo che nella scena clou, si vede portare via l'unico amore della sua vita, Gemma, in un piano sequenza letteralmente mozzafiato che parte da sopra la scale della scuola, fino a scendere sotto con Giulio e Gemma che se ne vanno in moto, lasciando sgomento il tenero Paolo. Un amore nato alle spalle dell' ignaro professore di lettere, interpretato da un magistrale Kim Rossi Stewart, probabilmente il migliore dei 4, capace di imprimere in ogni suo impercettibile movimento un peso specifico elevatissimo. Una Roma che guarda la caduta del muro di Berlino, il dramma delle torri gemelle, una Roma che cita "La dolce vita" col bagno nella fontana di Piazza Trevi e che culla i 4 amici in vortice centripeto che riporta tutti al punto iniziale. Riccardo, la figura perdente classica nei film di Muccino, lo sconfitto dalla vita, che non vede suo figlio Arturo da molti anni perchè si è divorziato dalla moglie che ora vive a Piacenza. Anche qui il non detto: Riccardo che quando insieme a Paolo per i borghi di Roma vecchia, rivede Gemma e la riaccompagna a casa, per un momento, un brevissimo istante, sembra avvicinarsi a lei per baciarla. Troppo bella per non desiderare di farlo. E' lì a 20 centimetri dal suo viso. Basterebbe un guizzo, un rumore per far si che ella si volti e rigirandosi troverebbe la bocca di Riccardo ad aspettarla. Basterebbe un nonnulla, un pizzico di coraggio. Ma quel momento passa e i due si salutano, da amici, come lo sono sempre stati. Come in quella foto di 30 anni prima scattata in campagna, davanti alla vecchia auto rimessa in moto, pagata 500 mila lira da uno sfasciacarrozze. Tutto torna al punto iniziale nei film di Muccino. Torna l'amore covato da Riccardo per anni nei confronti della fidanzatina di Paolo. A 16 anni gli sarebbe bastata anche una ragazza brutta, tanta era la voglia di fare sesso. E torna suo figlio Arturo, quel figlio che non aveva più voluto vederlo. Torna proprio a Roma a capodanno e conosce il figlio di Gemma, la figlia di Giulio. Un film più concentrato rispetto alla folla di attori che Muccino è solito far incastrare in storie parallele che poi fa convergere. Un film fatto da 4 soli protagonisti e probabilmente dovendo lavorare su meno attori, Muccino è riuscito a raccontare meglio la loro anima, il non detto, appunto.
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[+] quadri storico perfetto.. muccino un talento puro
(di mimma)
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martedì 3 marzo 2020
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plagio?
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Ma il plagio clamoroso di Birdy l'ho notato solo io? Tutta la storia di Paolo da giovane è il calco perfetto dell'infanzia del personaggio del celebre film di Alan Parker. Allucinante a parer mio. Consiglio di rivederlo in modo da capire a cosa mi riferisco. Va bene che il film è stracolmo di riferimenti a vecchi film e registi, ma qui si esagera (persino la scena in cui l'uccellino muore schiantandosi sulla finestra!!). Per quanto mi riguarda, l'ho trovato penoso.
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enzo70
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lunedì 2 marzo 2020
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un amarcord semplice e onesto
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Quaranta anni d’Italia. Muccino racconta il Paese, le sue vicissitudini attraverso la storia di quattro amici, Giulio, Riccardo, Paolo e Gemma, dei loro sogni e delle loro disillusioni. E li racconta con un cast di altissimo livello, Favino, Rossi Stuart, Santamaria e la Ramazzotti. Quattro ragazzini che combattono per cambiare il mondo e che come tutti vengono cambiati dalle loro quotidianità, dai loro affanni. Nella prima parte del film i protagonisti sono interpretati da giovani attori che sono bravissimi, ma sicuramente sopra le righe, nell’anticipare le caratteristiche degli attori che arriveranno dopo. E’ un film onesto e gradevole, scritto e diretto bene e che trova proprio nella sua semplicità il punto di forza.
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Quaranta anni d’Italia. Muccino racconta il Paese, le sue vicissitudini attraverso la storia di quattro amici, Giulio, Riccardo, Paolo e Gemma, dei loro sogni e delle loro disillusioni. E li racconta con un cast di altissimo livello, Favino, Rossi Stuart, Santamaria e la Ramazzotti. Quattro ragazzini che combattono per cambiare il mondo e che come tutti vengono cambiati dalle loro quotidianità, dai loro affanni. Nella prima parte del film i protagonisti sono interpretati da giovani attori che sono bravissimi, ma sicuramente sopra le righe, nell’anticipare le caratteristiche degli attori che arriveranno dopo. E’ un film onesto e gradevole, scritto e diretto bene e che trova proprio nella sua semplicità il punto di forza. Certo che quelli erano proprio gli anni più belli.
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mauridal
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lunedì 2 marzo 2020
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quando una generazione si vuole raccontare,
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Quando una generazione si vuole raccontare, allora il narratore di turno sceglie la maniera più facile e diretta , ad esempio riferire le storie del Gruppo di Amici che ridendo e scherzando dichiarano le proprie ambizioni, le conquiste , le angosce e le sconfitte. Questo film pur non rappresentando una novità originale in questa tematica generazionale, si distingue per aver centrato nel gruppo di amici di cui si parla , alcuni personaggi che rappresentano una tipologia umana realistica ed effettiva.
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Quando una generazione si vuole raccontare, allora il narratore di turno sceglie la maniera più facile e diretta , ad esempio riferire le storie del Gruppo di Amici che ridendo e scherzando dichiarano le proprie ambizioni, le conquiste , le angosce e le sconfitte. Questo film pur non rappresentando una novità originale in questa tematica generazionale, si distingue per aver centrato nel gruppo di amici di cui si parla , alcuni personaggi che rappresentano una tipologia umana realistica ed effettiva. Intanto lo sviluppo della storia prende circa trent’anni di vita dei personaggi dai sedici ai cinquanta anni coincidenti storicamente con gli anni dai settanta ai novanta ,e questo lungo periodo necessariamente intreccia varie storie personali e vicende differenti tra il sentimentale e il sociale , appunto tra pubblico e privato. Ogni personaggio tra i quattro magnifici amici, rappresenta un caso in relazione all’altro, e insieme riescono ad essere gruppo , così come negli anni settanta effettivamente è successo in tante realtà italiane e non solo. Lo scenario di fondo è la città di Roma , tanto cara al regista Muccino dove si intrecciano storie ,e personaggi, tra i quali distinguo , Riccardo e Giulio interpretati al meglio da Claudio Santamaria e da Pierfrancesco Favino che riescono a rendere il senso della intera storia del film, quando l’uno rappresenta un giovane di belle speranze artistiche che non trovano però riscontro nella realtà anche e dopo varie esperienze sia nel lavoro che nella famiglia, e l’altro Giulio ,da giovane povero ma determinato che tenta la scalata al successo e vi riesce nel suo lavoro di avvocato ma rinnegando i suoi principi di uguaglianza e difesa di diritti dei deboli. Dunque una buona rappresentazione di quella bella gioventù che in precedenza già fu rappresentata nel cinema da Marco Tullio Giordana nella meglio gioventù o addirittura ancor prima da Ettore Scola in c’eravamo tanto amati. Dunque una dimostrazione che la storia si ripete e forse proprio nel caso di vicende di ricorsi generazionali ancor di più vero , pur con i dovuti distinguo. Intanto altro particolare che non può sfuggire è la presenza della morte e della nascita , nel caso delle madri di due amici e di un neonato di una coppia , la qual cosa può rappresentare una constatazione e una speranza al contempo , ovvero così come la gioventù si ripete anche la vita ha una sua logica temporale ,la morte di una vecchia madre si trasforma nei vagiti di un neonato. Il regista Muccino ormai cinquantenne si consegna al gruppo di amici , che scherza e ride come negli anni più belli , con uno sguardo di speranza alle nuove generazioni che si affacciano alla vita. (mauridal)
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federica89
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domenica 1 marzo 2020
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per crescere.. vivi
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I personaggi sono forzati a tratti, però caratterizzano personalità differenti e in ognuno di loro è facile immedesimarsi.. Li giustifichi quasi come se ognuno fosse un parte differente della personalità di chi li osserva. Muccino coglie le debolezze e nella crescita li trasforma in forza e realizzazione. Da vedere, lo consiglio.
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jonnylogan
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domenica 1 marzo 2020
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c'era una volta a roma
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Paolo, Riccardo, Giulio e Gemma sono quattro ragazzi cresciuti nella Roma dei primi anni ’80. La loro amicizia, dopo periodi d’incomprensione e di allontanamento, proseguirà inalterata fino ai giorni nostri.
Gabriele Muccino scrive e dirige una nuova Meglio gioventù con un manipolo di attori che fanno parte della ex meglio gioventù del cinema di casa nostra, per un paio di loro ci si affaccia già sulla soglia dei cinquanta, usando nuovamente parte del cast dei suoi film storici, da L’ultimo bacio a Ricordati di me passando per Baciami ancora, e cercando di raccontare come gli anni più belli siano quelli delle frequentazioni nate sui banchi di scuola o fra semplici vicini di casa, non necessariamente appartenenti al medesimo ceto sociale.
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Paolo, Riccardo, Giulio e Gemma sono quattro ragazzi cresciuti nella Roma dei primi anni ’80. La loro amicizia, dopo periodi d’incomprensione e di allontanamento, proseguirà inalterata fino ai giorni nostri.
Gabriele Muccino scrive e dirige una nuova Meglio gioventù con un manipolo di attori che fanno parte della ex meglio gioventù del cinema di casa nostra, per un paio di loro ci si affaccia già sulla soglia dei cinquanta, usando nuovamente parte del cast dei suoi film storici, da L’ultimo bacio a Ricordati di me passando per Baciami ancora, e cercando di raccontare come gli anni più belli siano quelli delle frequentazioni nate sui banchi di scuola o fra semplici vicini di casa, non necessariamente appartenenti al medesimo ceto sociale. Amicizie che si accompagneranno per sempre, fra infortuni personali, famiglie che si sfaldano, dove gli aerei collidono con le Torri Gemelle, il Muro di Berlino crolla, i litigi sembrano irreparabili e gli ideali giovanili sono accantonati per fare posto al pragmatismo dell’età adulta. Nonostante tutto questo i quattro protagonisti, ai quali aggiungere Francesco Acquaroli nel ruolo di un politico vittima di Mani Pulite e la figlia Margherita, stereotipo di donna arricchita e con tempo libero da dedicare alla beneficenza, non si perderanno mai veramente di vista. Il dodicesimo lungometraggio di Muccino fallisce proprio negli eccessivi stereotipi che definiscono i protagonisti. Dall’avvocato carico d’ideali di gioventù, impersonato da Favino, ma che decide di passare al ‘lato oscuro’ per riscattare una vita fatta di stenti, a Kim rossi Stuart, professore di lettere e greco ed eterno precario, oltre che altrettanto idealista e da sempre perso nei propri pensieri, all’appassionato di giornalismo e critica cinematografica, portato in scena da Santamaria, che vive con l’aiuto della moglie, per finire con Micaela Ramazzotti, che grazie ad un’eccellente prova ha per l’ennesima volta dimostrato di non essere solamente la compagna di Paolo Virzì. Centoventinove minuti al termine dei quali si giunge ad un epilogo carico di buoni sentimenti. Da un cast così ben assortito, e da un regista che in passato aveva saputo esplorare con profondità rapporti di famiglia e interpersonali, ci aspettavamo però decisamente di più.
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fabiuz62
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giovedì 27 febbraio 2020
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sipuò vedere, come no...
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Non voglio dare pareri altisonanti (di cui, oltretutto, non sarei capace...), ma credo questo film sia la classica "commediona" italiana, altri lo definirebbero un polpettone. Evidente, persino smaccato, il riferimento a "C'eravamo tanto amati", come tanti hanno sottolineato, ma senza alcuno scatto, senza il guizzo che ti fa uscire dal cinema soddisfatto.
Si può vedere, per carità, ma se ne può fare anche a meno.....
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morinik2
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martedì 25 febbraio 2020
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passato futuro
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Non mi dilungo nel riassumere la trama (la vita di 3 amici e 1 amica dagli anni '80 ad oggi), non farei però facili paragoni con il più volte citato "C'eravamo tanto amati".: sembrano simili (i cambiamenti negli anni) ma sono diversi. Quello di Scola inizia con i 3 amici che sono già adulti (partigiani, la guerra è appena finita e l'Italia è da ricostruire) e le loro storie si intrecciano con gli eventi storici (come anche ne "La meglio gioventù") , in quello di di Muccino gli avvenimenti storici servono solo per scandire il tempo che passa. LA storia sono solo loro, i 3 sedicenni nell'Italia degli anni '80 (la Milano da bere, ma anche scioperi violenti, terrorismo e corruzione) pieni di sogni, speranze, rabbia, Adolescenti desiderosi di mangiarsi la vita e di riscatto (Giulio), di seguire i propri sogni ( Riccardo, il Sopravvissuto), di seguire la propria vocazione (insegnare e amare Gemma per sempre,Paolo).
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Non mi dilungo nel riassumere la trama (la vita di 3 amici e 1 amica dagli anni '80 ad oggi), non farei però facili paragoni con il più volte citato "C'eravamo tanto amati".: sembrano simili (i cambiamenti negli anni) ma sono diversi. Quello di Scola inizia con i 3 amici che sono già adulti (partigiani, la guerra è appena finita e l'Italia è da ricostruire) e le loro storie si intrecciano con gli eventi storici (come anche ne "La meglio gioventù") , in quello di di Muccino gli avvenimenti storici servono solo per scandire il tempo che passa. LA storia sono solo loro, i 3 sedicenni nell'Italia degli anni '80 (la Milano da bere, ma anche scioperi violenti, terrorismo e corruzione) pieni di sogni, speranze, rabbia, Adolescenti desiderosi di mangiarsi la vita e di riscatto (Giulio), di seguire i propri sogni ( Riccardo, il Sopravvissuto), di seguire la propria vocazione (insegnare e amare Gemma per sempre,Paolo). Gli amici sono 3 ma potrebbero essere alcuni lati di ognuno di noi: da adolescenti speranza, ambizione, voglia di rivalsa, amore unico, solo e immenso, rabbia (tutto è bianco o nero), aitruismo ; da adulti: disillusioni, fallimenti, errori, rassegnazioni, traguardi raggiunti a qualsiasi prezzo (tradimenti e cinico opportunismo) ma anche con serietà e amore per il proprio lavoro.
La vita che li ha allontanati, divisi, messi l'uno contro l'altro gli riserva una seconda (per Gemma anche terza e quarta) posssibilità e nonostante tutto l'amicizia resta anche dopo 40 anni e i loro figli forse ricominceranno il ciclo che sarà così similmente diverso da quello della generazione precedente.
Ci sono alcune sequenze che restano impresse: il pappagallino, reale nella scena dell'addio feroce tra Paolo e Gemma e immaginario nel loro rincontro all' Opera, le scale fatte furiosamente dalle "tre" Gemma
Insomma, un gran bel film, ben diretto e recitato, oltre che dagli affermati FAvino, Santamaria, Rossi Stuart, Ramazzotti (lei è Gemma), anche dai giovani, con una bella colonna sonora (Piovani e alla fine anche un ritrovato Baglioni) e che verrà apprezzato negli anni, senza paragoni
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