giacomoricci
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domenica 10 giugno 2018
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un film nobile negli intenti ma noioso nei fatti.
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Devo amettere che ame Alice Rohrwacker è sempre piaciuta come regista e infatti i suoi primi due film corpo celeste e le meraviglie mi avevano conquistato. io infatti personalmente quando ho saputo che sarebbe uscito il suo nuovo film e che era stato tra l'altro apprezzatissimo al festival di cannes avevo grandissime aspettative. purtroppo però quando sono andato a vederlo la prima settimana di proiezione sono andato sono uscito completamente deluso econ il cuore spezzato perchè mi aspettavo il dilm dell'anno e invece poi si è rvelato tutto fumo e niente arrosto. il problema principale del film secondo me è che c'è troppa carne al fuoco che rende la stroia (e sopratutto i personaggi) del tutto inconsistenti senza alcuno spessore.
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Devo amettere che ame Alice Rohrwacker è sempre piaciuta come regista e infatti i suoi primi due film corpo celeste e le meraviglie mi avevano conquistato. io infatti personalmente quando ho saputo che sarebbe uscito il suo nuovo film e che era stato tra l'altro apprezzatissimo al festival di cannes avevo grandissime aspettative. purtroppo però quando sono andato a vederlo la prima settimana di proiezione sono andato sono uscito completamente deluso econ il cuore spezzato perchè mi aspettavo il dilm dell'anno e invece poi si è rvelato tutto fumo e niente arrosto. il problema principale del film secondo me è che c'è troppa carne al fuoco che rende la stroia (e sopratutto i personaggi) del tutto inconsistenti senza alcuno spessore. a partire dal protagonista che da l'idea di essere un povero deficente che fa tutto quello che la gente gli chiede , questo personaggio sarebbe potuto essere approfondito in maniera molto piu poetica e invece la regista si è ben guardata dal farlo ed ha scelto la via più semplice vvero quella di farlo apparire come un povero scemo senza dargli apputno alcuno spessore. tuttavia però il film passa da una prima patte girata discretamente bene con un ottima fotografia e interpretazioni ad una seconda parte soporifera e banale dove non si capisce il perchè dell'avvenire di alcuni fatti. in conclusione questo film è stata solo un occasione spreacata e devo dire che io da una regista come Alice Rohrwacker non mi sarei mai aspettato un opera di unacosi grande superficialità.
un film apputno nblie negli intenti ma noiossimo nei fatti.
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aurash
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domenica 10 giugno 2018
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dannoso
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Il protagonista, al di là della edulcorata nerrazione che ne viene fatta dall'autrice, è un ragazzo presumibilmente affetto da sindrome autistica che, nel contesto della comunità chiusa e quasi-manicomiale in cui vive, subisce insieme ai propri compagni senza mai in alcun modo ribellarsi, ogni forma di angheria psicologica e di sopruso economico. La storia finisce in tal modo col descrivere un ininterrotto e immutabile esercizio di sadismo sociale che a tratti annoia, ma ben più spesso indispone, irrita, intriso com'è di una rassegnazione assoluta anzi mistica direi (della quale infatti l'autrice invita a compiacersi) che invece fortunatamente per noi tutti non trova riscontro nel mondo reale.
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Il protagonista, al di là della edulcorata nerrazione che ne viene fatta dall'autrice, è un ragazzo presumibilmente affetto da sindrome autistica che, nel contesto della comunità chiusa e quasi-manicomiale in cui vive, subisce insieme ai propri compagni senza mai in alcun modo ribellarsi, ogni forma di angheria psicologica e di sopruso economico. La storia finisce in tal modo col descrivere un ininterrotto e immutabile esercizio di sadismo sociale che a tratti annoia, ma ben più spesso indispone, irrita, intriso com'è di una rassegnazione assoluta anzi mistica direi (della quale infatti l'autrice invita a compiacersi) che invece fortunatamente per noi tutti non trova riscontro nel mondo reale. Una favola/incubo quindi, in cui nell'indifferenza generale - delle vittime come dei carnefici - si consuma ogni genere di nequizia umana, sia psicologica che materiale.
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maumauroma
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sabato 9 giugno 2018
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lazzaro felice
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Ma e' proprio sicuro che vivere in totale schiavitu' in una piantagione di tabacco nei primi anni novanta, agli ordini di una marchesa cinica e spietata sia poi cosi peggio che campare di stenti al freddo e al gelo delle citta' inquinate di oggi, nella nostra celebrata democrazia sociale. magari al soldo gramo di qualche capo zingaro? E Lazzaro? schiavo degli schiavi nella piantagione di ieri, martire purificatore tra la gente di oggi. Lazzaro, un nome nel destino, modello di semplicita', generosita', ingenuita', candore, che qui muore e risorge non per mano del Signore, ma per l' energia vitale e libera di una lupa, e morira' di nuovo nel linciaggio dei cosiddettii onesti della societa'.
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Ma e' proprio sicuro che vivere in totale schiavitu' in una piantagione di tabacco nei primi anni novanta, agli ordini di una marchesa cinica e spietata sia poi cosi peggio che campare di stenti al freddo e al gelo delle citta' inquinate di oggi, nella nostra celebrata democrazia sociale. magari al soldo gramo di qualche capo zingaro? E Lazzaro? schiavo degli schiavi nella piantagione di ieri, martire purificatore tra la gente di oggi. Lazzaro, un nome nel destino, modello di semplicita', generosita', ingenuita', candore, che qui muore e risorge non per mano del Signore, ma per l' energia vitale e libera di una lupa, e morira' di nuovo nel linciaggio dei cosiddettii onesti della societa'. Alla " sua" lupa non restera' altra scelta,che quella di ritornare correndo attraversando strade rumorose e trafficate, forte e selvaggia, verso l' orizzonte dei suoi boschi lontani . Opera affascinante e intrigante, l' ultima di Alice Rorhwacher, anche se discontinua e irrisolta. Tra l' odore bucolico delle campagne e l' asprezza soffocante delle polveri sottili, le due epoche della vicenda faticano a fondersi, ma ciononostante Lazzaro Felice " prende" l' anima e commuove. Un po' Albero degli zoccoli, un po' Miracolo a MIlano. Ma non fa niente. E poi basta un'aria di Bach, e tutto finisce per diventare bello e prezioso
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markwillis
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venerdì 8 giugno 2018
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mamma rai ringrazia
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Molta gente si autocompiace del proprio campanilismo tanto per legittimare il sistema e dimostrare a se stessi di esistere. Il risultato è tutto l'opposto. Dei banali complimenti non se ne accorge nessuno. Solo il dibattito e il mettere in discussione portano gli altri a riflettere. Credo che con atteggiamenti simili, postare non porti a nulla di buono. Viviamo già in un paese di lacchè e misurarsi oltre certi limiti è solo di buon auspicio per le future generazioni. Ostinarsi con banali plausi e ossequi non fa altro che peggiorare le cose. Se poi godete a farvi fottere i soldi di canone e bollette, che di certo non ve li pagano loro ma, anzì, pretendono da voi altri 8 euro al botteghino, contenti voi.
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Molta gente si autocompiace del proprio campanilismo tanto per legittimare il sistema e dimostrare a se stessi di esistere. Il risultato è tutto l'opposto. Dei banali complimenti non se ne accorge nessuno. Solo il dibattito e il mettere in discussione portano gli altri a riflettere. Credo che con atteggiamenti simili, postare non porti a nulla di buono. Viviamo già in un paese di lacchè e misurarsi oltre certi limiti è solo di buon auspicio per le future generazioni. Ostinarsi con banali plausi e ossequi non fa altro che peggiorare le cose. Se poi godete a farvi fottere i soldi di canone e bollette, che di certo non ve li pagano loro ma, anzì, pretendono da voi altri 8 euro al botteghino, contenti voi. Fossero almeno soldi ben spesi ma, sappiamo che succede una volta su mille. La vera furbata è mettere sul piatto 3 milioni di euro per farli sparire sotto i vostri occhi, assoldando un gruppo di ritardati che riempia 4 scenette e farvi credere che dopotutto in ogni fesseria i contenuti sono impliciti. E voi ci cascate come imbecille all'interno dell'ennesima messinscena neorealista. Nel frattempo, a Cannes hanno mangnato e si son spaparanzati negli alberghi e ristoranti alle vostre spalle. Milioni di giovani dopo anni di studi, ridotti a far marchette per trovare un lavoro al call center o in bici a consegnar pizze, mentre Benigni dopo aver fatto fallire gli studios di Papigno fa il testimonial accompagnando sua moglie, sempre con i vostri soldi. Benvenuti poveri fessi! Mamma Rai ringrazia.
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maurizio.meres
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lunedì 4 giugno 2018
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lazzaro,lo specchio della purezza dell'anima
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La bravissima regista Alice Rohrwacher ormai entrata di diritto nella nuova era di registi Italiani validi e di personalità propria,coraggiosi e soprattutto continuativi nella ricerca espressiva cinematografica.
Attingere ma soprattutto ricomporre da altri maestri del cinema Italiano,sensazioni, stati d'animo,ambientazioni,cogliere l'attimo espressivo dei personaggi veri reali,è un segno di grande maturazione professionale,in questo film viene esaltata in una forma quasi fantastica la purezza dell'anima umana,attraverso le sembianze di un ragazzo la forma più pura della bontà,dell'altruismo,della vera essenza dell'anima che non conosce il male,un innocenza utopica in questo mondo,come in quadro astratto bisogna capire quello che la regista nella sua più profonda sensibilità vuole esprimere,ma ripercorrendo gli altri lavori di Alice si può dire che riproporre cinematograficamente la semplicità di ciò che ci circonda è la sua natura fatta anche di silenzi nell'atmosfera surreale di ciò che vuole diffondere,ma soprattutto dalla vera purezza del profondo dell'essere.
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La bravissima regista Alice Rohrwacher ormai entrata di diritto nella nuova era di registi Italiani validi e di personalità propria,coraggiosi e soprattutto continuativi nella ricerca espressiva cinematografica.
Attingere ma soprattutto ricomporre da altri maestri del cinema Italiano,sensazioni, stati d'animo,ambientazioni,cogliere l'attimo espressivo dei personaggi veri reali,è un segno di grande maturazione professionale,in questo film viene esaltata in una forma quasi fantastica la purezza dell'anima umana,attraverso le sembianze di un ragazzo la forma più pura della bontà,dell'altruismo,della vera essenza dell'anima che non conosce il male,un innocenza utopica in questo mondo,come in quadro astratto bisogna capire quello che la regista nella sua più profonda sensibilità vuole esprimere,ma ripercorrendo gli altri lavori di Alice si può dire che riproporre cinematograficamente la semplicità di ciò che ci circonda è la sua natura fatta anche di silenzi nell'atmosfera surreale di ciò che vuole diffondere,ma soprattutto dalla vera purezza del profondo dell'essere.
Lazzaro in questo film è un ragazzo che vive in una specie di comune schiavizzata dal cosiddetto padrone,egli è solo,senza genitori e parenti forse non conosce neanche la sua età perché l'anima non conosce l'evolversi del tempo,lui diventa la rappresentazione materializzata del puro spirito,in una esaltazione quasi mistica ,dove l'essere umano è il vero messia.
Ambientazione ottime girate nella valle dei Calanchi vicino Civita di Bagnoregio,dove il silenzio è il rumore della natura rendono l'ottima sceneggiatura vera e interpretativamente libera.
Un film che entra in perfetta sintonia tra il cinema d'autore e un publico attento,riflessivo e amante delle nuove idee,sicuramente super consigliato.
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lunedì 4 giugno 2018
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vergogna
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vergognoso..Non si capisce come un film del genere abbia potuto vincere..In dubbio a questo punto come possano effettuare le valutazione.. Probabilmente lo sapranno loro
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8e1/2
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domenica 3 giugno 2018
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brutto film
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Un brutto film, lento, privo di qualsiasi capacità di coinvolgimento emotivo. Le Meraviglia, che neanche mi aveva convinto, aveva però una certa strampalata "naiveté" che poteva anche incuriosire. Qui diventa tutto didascalico e davvero per nulla interessante. Lo sconsiglio vivamente. Il premio a Cannes sembra davvero più che "generoso" del tutto immotivato.
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8e1/2
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domenica 3 giugno 2018
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film mediocre
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Sono andato a vederlo con curiosità, ma devo dire che ne sono uscito basito: questo è un film da premiare a Cannes per la migliore sceneggiatura? E' una sorta di favolta strampalata che non coinvolge mai, anzi annoia e arriva ad un film di pedagogico di una banalità imbarazzante. Una delusione come non mi capitava da anni per un film che invece, ma non riesco a capire bene perché, ha una stampa piuttosto buona ed ha addirittura preso un premio più prestigioso di Dogman!
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aragornvr
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domenica 3 giugno 2018
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delusione
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Sarò breve: lento senza intensità, pretenzioso nell'analisi sociale italiana banale e ovvia, noioso, i caratteri superficiali, la "magica" situazione di Lazzaro molto debole come idea portante del film, film radical-chic che lascia poco o niente. Anzi si, delusione, dopo Le Meraviglie.
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aragornvr
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domenica 3 giugno 2018
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delusione
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Sarò breve: lento senza intensità, pretenzioso nell'analisi sociale italiana banale e ovvia, noioso, i caratteri superficiali, la "magica" situazione di Lazzaro molto debole come idea portante del film, film radical-chic che lascia poco o niente. Anzi si, delusione, dopo Le Meraviglie.
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