laura
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domenica 13 gennaio 2019
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nessuna emozione
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Non mi ha emozionata .
Il regista Schanabel, forse essendo anche lui un pittore ha dato una visione molto molto personale degli ultimi 4 anni della vita di Vincent. Chi sta seduto in poltrona segue davvero male dal punto di vista visivo il film. Inquadrature mosse e sghembe , fuori fuoco, ostentati controluce .
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Non mi ha emozionata .
Il regista Schanabel, forse essendo anche lui un pittore ha dato una visione molto molto personale degli ultimi 4 anni della vita di Vincent. Chi sta seduto in poltrona segue davvero male dal punto di vista visivo il film. Inquadrature mosse e sghembe , fuori fuoco, ostentati controluce . Gli occhi di Vincent vedono così la realtà? La sua “pazzia “ ci viene oggettivamente trasmessa così ? Tutto questo personalmente l ho trovato solo “fastidioso “ .. a discapito dell’ immagine e della sua interiore forza .
Laura
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carloalberto
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venerdì 11 gennaio 2019
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se non fosse per dafoe...
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Ennesimo film su Van Gogh, sugli ultimi anni della sua vita, tra manicomi, locande, taverne e quadri, quadri, quadri, i bellissimi quadri di Van Gogh, interpretato da un grande Dafoe. Il film non aggiunge nulla alla copiosa filmografia sull’artista e a tratti diventa inesorabilmente soporifero e lo spettatore varca la soglia dell’eternità di quell’ora e mezza di durata del film che sembra non passare mai. Incomprensibili alcune scelte stilistiche del regista, la visione sfocata nella parte bassa dello schermo e nitida in alto e le riprese con macchina in spalla a caracollare per i campi inseguendo l’artista rapito dalla bellezza della natura e dei paesaggi di Arles.
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Ennesimo film su Van Gogh, sugli ultimi anni della sua vita, tra manicomi, locande, taverne e quadri, quadri, quadri, i bellissimi quadri di Van Gogh, interpretato da un grande Dafoe. Il film non aggiunge nulla alla copiosa filmografia sull’artista e a tratti diventa inesorabilmente soporifero e lo spettatore varca la soglia dell’eternità di quell’ora e mezza di durata del film che sembra non passare mai. Incomprensibili alcune scelte stilistiche del regista, la visione sfocata nella parte bassa dello schermo e nitida in alto e le riprese con macchina in spalla a caracollare per i campi inseguendo l’artista rapito dalla bellezza della natura e dei paesaggi di Arles. Incentrato sul rapporto morboso di Van Gogh con Gauguin, il film elude gli altri aspetti della sua vita, eccetto che l’amore per il fratello, dipinto da Schnabel troppo equilibrato e tranquillo "borghese", se è vero che morì dopo sei mesi dalla morte di Vincent per il rimorso ed internato in un manicomio. Se non fosse per Dafoe l’opera non avrebbe alcun senso.
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giovedì 10 gennaio 2019
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da non vedere al cinema, almeno in prima fila!
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Voltastomaco assicurato!
Forse in ultima, in una sala molto grande e dopo aver mangiato leggero il film può essere anche un bel film.
Sarebbe da 1 stella, ma Dafoe grande interpretazione.
Ma il voler trasmettere l’essenza artistica di Van Gogh attraverso questo stile di ripresa è un fallimento totale. Ripeto, almeno al cinema!
L’altra stella per lo stimolo ad una riflessione sociale: Immedesimarsi con i poveri passeggeri della SeaWatch dopo 48 giorni in mare... mosso!
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ivi91
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martedì 8 gennaio 2019
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la luce di dafoe
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''Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità''
La vita artistica di Vincent Van Gogh scorre in un tracciato esistenziale sintetico, lineare, basato solo ed esclusivamente su un abstract biografico già noto - il tormento di chi nel suo contemporaneo non ce l'ha fatta, la passione ombreggiata di chi vuol rendere ''universale'' la sua scoperta, il suo talento.
Mentre la Regia di Julian Schnabel sceglie di raccontare, più che la vita del Pittore, il suo gesto, la fotografia di Benoît Delhomme, si sposa perfettamente con il concetto chiave della vita del Pittore: la luce nuova delle cose.
Le riprese oscillano tra la visione concreta e la visione ''distorta'', resa volutamente obliqua e disturbante, mentre il montaggio non convezionale, crea un punto d'incontro netto, tra Cinema e Arti visive, lasciandoci così pensare che questo progetto nasca da un'esigenza del tutto espressiva più che narrativa.
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''Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità''
La vita artistica di Vincent Van Gogh scorre in un tracciato esistenziale sintetico, lineare, basato solo ed esclusivamente su un abstract biografico già noto - il tormento di chi nel suo contemporaneo non ce l'ha fatta, la passione ombreggiata di chi vuol rendere ''universale'' la sua scoperta, il suo talento.
Mentre la Regia di Julian Schnabel sceglie di raccontare, più che la vita del Pittore, il suo gesto, la fotografia di Benoît Delhomme, si sposa perfettamente con il concetto chiave della vita del Pittore: la luce nuova delle cose.
Le riprese oscillano tra la visione concreta e la visione ''distorta'', resa volutamente obliqua e disturbante, mentre il montaggio non convezionale, crea un punto d'incontro netto, tra Cinema e Arti visive, lasciandoci così pensare che questo progetto nasca da un'esigenza del tutto espressiva più che narrativa.
Willem Dafoe (Vincent Van Gogh) con la sua interpretazione dipinge un ritratto dell'autore eccelso, dove la sfumatura tenue e all'occorrenza accesa della sua espressività, rende il ''quadro'' perfetto.
Dal mio punto di vista senza tempo, eterno.
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martedì 8 gennaio 2019
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film
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Ottimo film lo consiglio di sicuro
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maurizio.meres
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lunedì 7 gennaio 2019
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un dramma umano
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Avendo avuto modo di conoscere e studiare la vita di Vincent Van Gogh ritengo che questo film la raffigura con maniacale chiarezza in particolare l'ultimo periodo tranne il finale dove nel film viene ferito a morte da due ragazzi mentre ancora storicamente è valida l'ipotesi del suicidio,viene evidenziata la sua sofferenza nel più profondo intimo,in un mondo che non lo meritava sprofondando nella più assoluta crisi esistenziale,la sua mente vedeva la luce,i colori, le bellezze della vita che l'onnipotente aveva creato,i suoi pensieri tormentati e fortemente disturbati dalla pochezza che girava intorno a lui,il suo stile artistico personalissimo incomprensibile per gli altri ma estremamente profondo,vivo, caratterizzato dalla dote di vedere ciò che gli altri non vedevano,la sua pittura era la raffigurazione di un momento della vita.
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Avendo avuto modo di conoscere e studiare la vita di Vincent Van Gogh ritengo che questo film la raffigura con maniacale chiarezza in particolare l'ultimo periodo tranne il finale dove nel film viene ferito a morte da due ragazzi mentre ancora storicamente è valida l'ipotesi del suicidio,viene evidenziata la sua sofferenza nel più profondo intimo,in un mondo che non lo meritava sprofondando nella più assoluta crisi esistenziale,la sua mente vedeva la luce,i colori, le bellezze della vita che l'onnipotente aveva creato,i suoi pensieri tormentati e fortemente disturbati dalla pochezza che girava intorno a lui,il suo stile artistico personalissimo incomprensibile per gli altri ma estremamente profondo,vivo, caratterizzato dalla dote di vedere ciò che gli altri non vedevano,la sua pittura era la raffigurazione di un momento della vita.
La sceneggiatura del film non poteva che essere triste,opaca con dialoghi di sofferenza,spesso nel film con quel piano di sottofondo sembrava di vedere un film muto dei primi del novecento dove l'espressione era fondamentale e nei sguardi della recitazione del sorprendente Willem Dafoe diventa un qualcosa di veramente eccezionale,entra dentro l'artista immedesimandosi nelle sue sofferenze,grandissima interpretazione.
La lentezza del film è la conseguenza alla vita dell'artista,la sua solitudine era la sua vita,ritengo che non sia stato facile biografare cinematograficamente Van Gogh,rinate tuttavia un film da vedere.
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carla
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domenica 6 gennaio 2019
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van gogh
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Regia pessima, forse il regista voleva far trasparire l'angoscia del pittore, il risultato per me è stato da voltastomaco, non si può girare tutto il film con la cinepresa in spalla, sembrava girato con un cellulare. Amo questo pittore e il film non gli ha reso giustizia.
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carla
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domenica 6 gennaio 2019
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regia mediocre
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Forse il regista attraverso le riprese fatte in continuo movimento(sembravano fatte con un cellulare) voleva far trasparire l'angoscia del pittore. A ma ha scaturito solo voltastomaco e giramenti di testa. Fortemente delusa dalla regia, poteva avere una fotografia meravigliosa. Si è sempre saputo poi che si è suicidato,il regi ista ha dato valore ad una tesi uscita fuori da poco, questo dopo 129 anni dalla morte, mah !
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flora tolfo
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domenica 6 gennaio 2019
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il protagonista da oscar
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Nonostante la bravura del protagonista il film si presenta lento, a tratti noioso. Il regista non ha saputo approfondire in nessun modo la personalità complessa del pittore, il film resta superficiale. Il regista non ha saputo sfruttare l occasione di trasformare un materiale così interessante in un vero capolavoro, manca completamente una sceneggiatura adatta ad approfondire la personalità di questo straordinario pittore. Un film davvero deludente, peccato il protagonista è da Oscar.
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domenica 6 gennaio 2019
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da 1 a 10 voto 4
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Film lento e piuttosto vuoto. Pochi eventi significativi argomentati miseramente in un film pieno di camminate fra campi di grano e stacchi vuoti con descrizioni vocali. Non gli do una stella solo perché nella seconda parte il film diventa un pochino più interessante.
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