hawthorne
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mercoledì 20 gennaio 2016
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freddo tornatore ci hai un po' delusi
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Un nuovo film di Tornatore è sempre un piccolo evento, dal momento che si tratta probabilmente del nostro più importante regista vivente. Uno dei pochi, comunque, che può permettersi di girare film che non siano dichiaratamente commedie. Abbiamo atteso questo film con interesse e trepidazione, quindi, anche incuriositi dalla particolare trama che veniva lasciata, con una certa cutela, trapelare. Tuttavia, cosa dire alla fine della visione dei 116 minuti di film? Gli occhi sono ancora pieni delle splendide locations, dall'isola di San Giulio sul lago d'Orta agli scorci urbani di Edimburgo. Splendidi sono, si capisce, i protagonisti Kurylendko e Irons, splendide le scenografie degli interni e tutti i dettagli del film.
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Un nuovo film di Tornatore è sempre un piccolo evento, dal momento che si tratta probabilmente del nostro più importante regista vivente. Uno dei pochi, comunque, che può permettersi di girare film che non siano dichiaratamente commedie. Abbiamo atteso questo film con interesse e trepidazione, quindi, anche incuriositi dalla particolare trama che veniva lasciata, con una certa cutela, trapelare. Tuttavia, cosa dire alla fine della visione dei 116 minuti di film? Gli occhi sono ancora pieni delle splendide locations, dall'isola di San Giulio sul lago d'Orta agli scorci urbani di Edimburgo. Splendidi sono, si capisce, i protagonisti Kurylendko e Irons, splendide le scenografie degli interni e tutti i dettagli del film. Ma il film, quello, non c'é. L'impressione è che i protagonisti non siano riusciti ad empatizzare con lo spettatore e in definitiva sia mancato un vero coinvolgimento emotivo. La giovane Amy e il suo maturo amante, professor Phoeurum, sono come ovvio, due perfetti sconosciuti per lo spettatore all'inizio del film, ma sconosciuti rimangono alla fine. La scelta del regista, voluta, ovviamente di non utilizzare i flashback, di cui tanto si era fatto uso, per esempio ne "La sconosciuta" ha come sterilizzato il film, pregiudicando un vero sviluppo della storia ed una condivisione emotiva con lo spettatore. Nel film, praticamente, da quando si viene a sapere, molto presto, che il Professor Phoeurum è morto, non accade più nulla, fatta eccezione per la decisione di Amy di troncare con la "corrispondenza" della quale subito si pente. I suoi tentativi di "riallacciare" col defunto prof, dovrebbero riempire tutto il film, ma non riescono a coinvolgere, tanto più per il fatto di essere prevedibilmente destinati ad andare a buon fine. Tutto il film, nel suo nitore e nella sua gelida bellezza, appare più come un freddo esercizio stilisco non perfettamente riuscito.
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catcarlo
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mercoledì 27 gennaio 2016
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la corrispondenza
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Sono numerose le eco che si possono percepire durante la visione dell’ultimo film di Tornatore, con l’ovvio predominio della narrazione amorosa ai tempi dell’elettronica che fa diventare in qualche maniera realizzabile la trasformazione della lontananza in vicinanza. La smaterializzazione del rapporto fisico e il suo mutamento in una relazione virtuale comunque soddisfacente – l’appassionato bacio di apertura lascia il posto a una serie di schermi di varie dimensioni – fa pensare al più recente lavoro di Spike Jonze, ma soprattutto a molte tematiche di David Cronenberg, del quale non può mancare l’ossessione della carne deformata e/o rinata (da quella in pixel di Ed a quella di Amy messa a repentaglio con insistenza prima di formarsi imperfetta opera d’arte) in una connessione che viene rafforzata dalla presenza di Jeremy Irons.
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Sono numerose le eco che si possono percepire durante la visione dell’ultimo film di Tornatore, con l’ovvio predominio della narrazione amorosa ai tempi dell’elettronica che fa diventare in qualche maniera realizzabile la trasformazione della lontananza in vicinanza. La smaterializzazione del rapporto fisico e il suo mutamento in una relazione virtuale comunque soddisfacente – l’appassionato bacio di apertura lascia il posto a una serie di schermi di varie dimensioni – fa pensare al più recente lavoro di Spike Jonze, ma soprattutto a molte tematiche di David Cronenberg, del quale non può mancare l’ossessione della carne deformata e/o rinata (da quella in pixel di Ed a quella di Amy messa a repentaglio con insistenza prima di formarsi imperfetta opera d’arte) in una connessione che viene rafforzata dalla presenza di Jeremy Irons. Dietro a simili componenti di modernità, la vicenda di un amore che continua oltre la morte consente di intravedere peraltro dei tratti ottocenteschi, peccato tuttavia che il regista, che firma sia il soggetto sia la sceneggiatura, non ne tragga le debite conclusioni e, ispirato anche dall’ambientazione sul Lago Maggiore, non faccia compiere ad Amy l’unico gesto che la riunirebbe in eterno con l’amato. E’ però quest’ultimo solo uno dei minori fra i difetti che, malgrado le premesse stimolanti or ora elencate, rendono ‘La corrispondenza’ un’opera non riuscita: lo spunto iniziale non ha la forza per sostenere le quasi due ore di durata mentre gli elementi di contorno che dovrebbero puntellarlo risultano superflui (il controverso legame della ragazza con la madre), o incongrui (l’incontro con la figlia di Ed, Victoria, e la simbologia di cane, foglia e falco). Il risultato è un racconto freddo, ma non della freddezza hitchcockiana che dava lustro a ‘La migliore offerta’, bensì contrassegnato dall’incapacità di coinvolgimento emotivo che rende meno intrigante la sfuggente figura di Ed, ambiguamente in bilico tra essere l’innamorato dal cuore gonfio per il distacco dovuto alla crudele sorte oppure l’egocentrico descritto dal suo medico che, per giunta, si trasforma in una sorta di stalker dall’altro mondo: la predilezione di Tornatore per i personaggi difficili da incasellare è confermata, ma nel film precedente Virgil aveva ben altra efficacia. La trama è presto raccontata: Ed è infatuato senza speranza, nonché ricambiatissimo, della sua studentessa Amy e intrattiene con la famiglia nient’altro un vincolo di facciata, ma all’improvviso sparisce dalla vita di lei, limitandosi a spedirle lettere, e-mail e messaggi video sovente grondanti smancerie. Lei, che si mantiene agli studi facendo la stuntwoman, scopre che l’uomo è morto, ma che, prima di andarsene, ha escogitato un complicato sistema per restarle vicino dimostrando una capacità di prevederne le mosse che giustifica a posteriori il soprannome di stregone che Amy gli ha dato: una via di mezzo tra l’amore infinito e il desiderio di controllo che conserva vivo il sentimento della donna rendendole impossibile affrancarsi per molto tempo. Quando ci riesce, sul far della conclusione, l’astrofisica – che è poi la materia d’entrambi – regala l’ennesimo parallelo, noi vediamo la luce di astri ormai morti, che è però quello che sa emozionare di più grazie alla profondità del cielo stellato. Così, sebbene non possa certo essere etichettato come brutto, il lavoro risulta nel complesso ben inferiore alla somma delle parti che lo compongono: fra queste, la nitida fotografia di Fabio Zamarion alle prese quasi sempre con le atmosfere livide, britanniche o lacustri che siano, e l’accompagnamento musicale di Morricone (con l’aggiunta di Enjoy The Silence), oltre alla convincente prova di Olga Kurylenko. Mentre la partecipazione di Irons appare un po’ sprecata, la bella attrice ucraina dà spessore al personaggio di Amy, una che non spegne l’iphone neppure a teatro, affrontando con inattesa bravura gli insistiti primi piani in un’interpretazione che è l’elemento che resta davvero da ricordare dell’intera operazione.
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lbavassano
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sabato 16 gennaio 2016
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una storia capace di spaccare il pubblico
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Ottimamente girato, tranne un paio di scene dagli effetti speciali sgradevolmente stonati, e qualche altra, "aerea", ove l'uso metaforico delle nuvole mi è apparso stucchevolmente banale. Sorprendentemente ben interpretato da Olga Kurylenko, che riesce a reggere pressoché da sola, non solo in virtù dell'indubbia bellezza, l'intero peso del film (che di peso, comunque, si tratta). Quanto alla storia, una storia volutamente eccessiva, come quasi sempre quelle di Tornatore, che, sotto tale punto di vista, sempre più mi appare singolarmente vicino all'Almodovar attuale; una storia assolutamente improbabile ed inverosimile; una storia di amore a proprio modo "folle" e di perdita, di elaborazione o mancata elaborazione del lutto, di claustrofobia informatica ove gli unici momenti liberatori derivano dagli inceppamenti tecnologici; quanto alla storia, è una storia capace di spaccare il pubblico, e secondo me non è poco.
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Ottimamente girato, tranne un paio di scene dagli effetti speciali sgradevolmente stonati, e qualche altra, "aerea", ove l'uso metaforico delle nuvole mi è apparso stucchevolmente banale. Sorprendentemente ben interpretato da Olga Kurylenko, che riesce a reggere pressoché da sola, non solo in virtù dell'indubbia bellezza, l'intero peso del film (che di peso, comunque, si tratta). Quanto alla storia, una storia volutamente eccessiva, come quasi sempre quelle di Tornatore, che, sotto tale punto di vista, sempre più mi appare singolarmente vicino all'Almodovar attuale; una storia assolutamente improbabile ed inverosimile; una storia di amore a proprio modo "folle" e di perdita, di elaborazione o mancata elaborazione del lutto, di claustrofobia informatica ove gli unici momenti liberatori derivano dagli inceppamenti tecnologici; quanto alla storia, è una storia capace di spaccare il pubblico, e secondo me non è poco. Non ho capito però la necessità di cambiare nome all'Isola di San Giulio del lago d'Orta. Sorprendentemente piacevole comunque la vera e propria folla in attesa di entrare al cinema al termine dello spettacolo pomeridiano. Merito del sicuramente più riuscito "La migliore offerta"? Probabile.
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giacomo_cuppoloni
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lunedì 18 gennaio 2016
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avere un coraggio soporifero
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La Corrispondenza è una tela, una rete di Sms, Email e clip messa in scena da Ed (Jeremy Irons) per la giovane e bella Amy (Olga Kurylenko) poco prima della sua dipartita, sia per alleviare il dolore, che per mantenere il legame tra i due innamorati. I video, spediti periodicamente contengono informazioni utili e/o riflessioni del professore per la ragazza, smarrita tra i mille dubbi e i mille problemi che un laureando può avere, che con il loro aiuto riescono a riportare Amy sulla "retta via". Tornatore in questo film percorre con coraggio una strada già battuta in precedenza (Her di Spike Jonze per il binomio Essere Umano-Tecnologia, P.
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La Corrispondenza è una tela, una rete di Sms, Email e clip messa in scena da Ed (Jeremy Irons) per la giovane e bella Amy (Olga Kurylenko) poco prima della sua dipartita, sia per alleviare il dolore, che per mantenere il legame tra i due innamorati. I video, spediti periodicamente contengono informazioni utili e/o riflessioni del professore per la ragazza, smarrita tra i mille dubbi e i mille problemi che un laureando può avere, che con il loro aiuto riescono a riportare Amy sulla "retta via". Tornatore in questo film percorre con coraggio una strada già battuta in precedenza (Her di Spike Jonze per il binomio Essere Umano-Tecnologia, P.S. I Love You per la conservazione di un rapporto dopo la morte), facendo sua una storia romantica e intensa - parlando in termini amorosi - ma che da subito da un effetto soporifero allo spettatore; immediatamente, infatti, tendiamo a distaccarci dal clima che vive la protagonista che si ritrova a girovagare con aria triste e mortificata nei luoghi che hanno segnato la relazione dei due amanti, con una ripetitività estenuante. Come nelle più convenzionali storie d'amore, si passa dalla metabolizzazione del lutto, ai momenti di crisi (operazione riuscita sia tecnicamente che a livelli di contenuti) alla rinascita della protagonista in un film che si poteva facilmente, a mio modestissimo parere, condensare in un mediometraggio. Tornatore abituato a stupire lo spettatore davanti alla meraviglia sprigionata dal Cinema non conquista i cuori in questa pellicola troppo lenta nei meccanismi narrativi e scontata per molti aspetti, arricchita, si fa per dire, da situazioni al limite del comico-grottesco (l'incidente in auto e in generale le scene fatte con effetti speciali molto kitsch, come la presenza della Iena Paolo Calabresi, non del tutto integrato con il resto del cast). Aver fiducia di registi come Tornatore ti porta in sala con la stessa curiosità di Totò in Nuovo Cinema Paradiso, senza però, nel finale, bagnare le nostre guance con lacrime di gioia.
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paoloviola
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giovedì 21 gennaio 2016
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corrispondenza di amorosi sensi
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LA CORRISPONDENZA Ecco a voi la nuova fatica del maestro siciliano.. Con un inizio pseudo thriller e poi barra dritta sul melodramma, sicuramente potente, con una fotografia di sicuro effetto, inquadrature accurate, regia più asciutta del solito,egli si avvia su un difficile percorso , cercando, in maniera inedita, con l'ausilio della tecnologia 2.0 di rendere al meglio una "corrispondenza di amorosi sensi" di foscoliana memoria. Ci riesce solo in parte, in qualche punto il meccanismo si avvita un po' troppo su se stesso, il regista crea un intreccio fitto di riferimenti a scienza e mito,il protagonista, un ottimo, sia pur esageratamente didascalico Jeremy Irons, astrofisico, teso a proiettare la propria presenza oltre la morte guarda caso come le amate stelle visibili anche dopo la loro scomparsa.
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LA CORRISPONDENZA Ecco a voi la nuova fatica del maestro siciliano.. Con un inizio pseudo thriller e poi barra dritta sul melodramma, sicuramente potente, con una fotografia di sicuro effetto, inquadrature accurate, regia più asciutta del solito,egli si avvia su un difficile percorso , cercando, in maniera inedita, con l'ausilio della tecnologia 2.0 di rendere al meglio una "corrispondenza di amorosi sensi" di foscoliana memoria. Ci riesce solo in parte, in qualche punto il meccanismo si avvita un po' troppo su se stesso, il regista crea un intreccio fitto di riferimenti a scienza e mito,il protagonista, un ottimo, sia pur esageratamente didascalico Jeremy Irons, astrofisico, teso a proiettare la propria presenza oltre la morte guarda caso come le amate stelle visibili anche dopo la loro scomparsa.., perfino il male che determinerà la sua scomparsa avrà un riferimento "astrale", il tutto alla ricerca della quadratura di un cerchio virtuale dove il motore sia la vera"particella di Dio": l'amore. E siccome non ci vogliamo far mancare nulla anche lo sguardo tenero di un cane o il volo radente di un rapace sono(forse) segnali di un amore trasmigrato. E per finire ripensate ai nomi dei due protagonisti : ED * AMI......
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flyanto
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venerdì 22 gennaio 2016
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l'amore oltre la morte
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Giuseppe Tornatore, dopo "La Migliore Offerta" ritorna al cinema con "La Corrispondenza", una storia d'amore senza fine tra un più che maturo professore universitario ed un'allieva giovane molto attraente. L'intera trama si svolge tutta attraverso i continui messaggi a mezzo del cellulare o del computer tra i due amanti dopo che l'uomo è improvvisamente e misteriosamente scomparso. La ragazza non riesce a capacitarsene, anche perchè non riesce a capire come e da chi e da dove realmente le sono inviate di volta in volta le "missive". L'uomo peraltro risulta deceduto e pertanto il caso ed il mistero si infittisce sino alla fine quando ella riuscirà a scoprire finalmente la logica e plausibile spiegazione.
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Giuseppe Tornatore, dopo "La Migliore Offerta" ritorna al cinema con "La Corrispondenza", una storia d'amore senza fine tra un più che maturo professore universitario ed un'allieva giovane molto attraente. L'intera trama si svolge tutta attraverso i continui messaggi a mezzo del cellulare o del computer tra i due amanti dopo che l'uomo è improvvisamente e misteriosamente scomparso. La ragazza non riesce a capacitarsene, anche perchè non riesce a capire come e da chi e da dove realmente le sono inviate di volta in volta le "missive". L'uomo peraltro risulta deceduto e pertanto il caso ed il mistero si infittisce sino alla fine quando ella riuscirà a scoprire finalmente la logica e plausibile spiegazione.
La storia, molto romantica, a mio parere, risulta come un feuilleton moderno e nulla di più. A parte svariate parti poco realistiche ma di importanza minima ai fini della trama, in generale il film si presenta come una storia sentimentale moderna, peraltro poco probabile, che rappresenta solo un amore sconfinato ed eterno tra due individui, richiamando peraltro in una forma più melodrammatica il precedente e più leggero film americano "P.S. I Love You", dove l'amore si protraeva eterno e vivo e bruciante anche dopo la morte di uno dei due amanti. Inoltre, il fatto che la relazione sia tra un uomo più anziano ed una donna bella e più giovane, ripete il solito clichè già anch'esso ampiamente trattato e quanto mai scontato se no viene presentato in una forma del tutto originale. Jeremy Irons, sempre affascinante e seduttivo nonostante l'età avanzata, ribadisce però anche lui il suo solito ruolo di vecchio seduttore di donne più giovani (vedi "Il Danno",, per esempio) ed Olga Kurylenko purtroppo non spicca per doti interpretative, ma solo fisiche. Insomma, "La Corrispondenza" mi sembra una pellicola altamente banale che potrà trovare il plauso e soddisfare soltanto le persone altamente romantiche.
Deludente.
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