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lunedì 21 marzo 2022
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..non era affatto un flop!
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John Carter non era affatto un flop! E' il film più bello che io abbia mai visto, o giù di lì. Tanto è vero che mi sono sempre chiesto se ne avrebbero fatto un seguito.
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fabio
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sabato 30 gennaio 2021
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nientedicchè
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Nonostante i buoni effetti speciali e la presenza di Clooney il film rimane moscio e annoia non poco.
L'andamento procede senza tanti scossoni verso un prevedibile epilogo.
Infarcito di effetti speciali di prim'ordine, non riesce ad arrivare al cuore. Peccato.
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sellerone
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lunedì 1 gennaio 2018
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facciamolo domani!
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Un film che ti aspetti, ma fa cose che non ti aspetti. Ottimi attori, bella storia, si è lasciato vedere bene ed io sono stato contento. La tecnologia aiuta in questi casi e sicuramente la computer art lo fa, ma i sentimenti e le sensazioni, quelli li dà la storia e l'atmosfera. God Job (perchè io conosco l'inglese)
visto e qualche volta rivisto, non lo compro perchè lo farò domani.
Da vedere sopratutto adesso che arriva il nuovo anno con gli amici i figli e il panettone...o il pandoro chissà, domani lo sapremo
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laurence316
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martedì 26 settembre 2017
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tomorrowland non guarda poì così tanto al futuro
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Bird, alla sua seconda incursione nel cinema live-action, dopo una rinomata carriera nell’animazione, si infila in questo rischioso progetto, di cui è anche sceneggiatore, insieme a D. Lindelof (Lost). Il rischio consisteva, in fase di sceneggiatura e regia, nell’impantanarsi in una storiella banale e buonista, insaccata di buoni sentimenti, e appesantita dal solito carico di saccarosio normalmente propinato dalla Disney. Nel risultato finale, che comunque non si allontana eccessivamente da tale definizione, cerca, comunque, per quanto gli è possibile, invece, di creare qualcosa di un minimo più movimentato, coinvolgente ed interessante, anche se nulla di mai particolarmente originale né particolarmente consistente.
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Bird, alla sua seconda incursione nel cinema live-action, dopo una rinomata carriera nell’animazione, si infila in questo rischioso progetto, di cui è anche sceneggiatore, insieme a D. Lindelof (Lost). Il rischio consisteva, in fase di sceneggiatura e regia, nell’impantanarsi in una storiella banale e buonista, insaccata di buoni sentimenti, e appesantita dal solito carico di saccarosio normalmente propinato dalla Disney. Nel risultato finale, che comunque non si allontana eccessivamente da tale definizione, cerca, comunque, per quanto gli è possibile, invece, di creare qualcosa di un minimo più movimentato, coinvolgente ed interessante, anche se nulla di mai particolarmente originale né particolarmente consistente.
Tomorrowland conta quasi esclusivamente, come fin troppo cinema da blockbuster, sul suo ricchissimo apparato tecnico (con degli effetti speciali e delle fantasiose scenografie veramente straordinari) per appassionare gli spettatori (a patto, in ogni caso, che non abbiano superato l’età mentale dei 10 anni), mentre dal punto di vista narrativo è a dir poco stiracchiato. La trama è esile e il finale “proselitista” irritante. Al termine della proiezione si avrà l’impressione di aver assistito all’equivalente cinematografico di un giro sulle montagne russe. Ma un giro tirato troppo per le lunghe che viene presto a noia oltreché un po’ troppo pedante, come se il suo unico scopo non fosse semplicemente quello di intrattenere e divertire. E, nonostante il titolo, non contiene un messaggio poi così progressista, al di là del sottotesto ambientalista.
Buone, comunque, le interpretazioni degli attori, a cominciare dalla protagonista Robertson (Under The Dome). Costato un’esagerazione (ben 190 milioni di dollari, persino troppo, si potrebbe dire), il film si rivela un clamoroso insuccesso di pubblico (al pari di John Carter tre anni prima), il che ci risparmierà quasi sicuramente un eventuale sequel.
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hollyver07
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martedì 13 giugno 2017
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incompleto... inconsistente... dietetico...!
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Ciao. Inizio arrogantemente affermando che la Factory Disney ha centrato un solo obbiettivo con questo (pseudo-esuberante) film S.F.. Perchè...? Mi sento di dire: semplice! La prima cosa che la produzione desiderava evitare era un disastro estetico-artistico (e un conseguente misero botteghino). Lla precisa scelta di attori e sceneggiatura ne è la "spia" più evidente. Ritmo compassato, sviluppo della trama che tutto fa tranne che proporre vere ed efficaci sorprese - onestamente su Parigi quasi conferirei altro giudizio ma... non proprio... visto EuroDisney e l'appeal che propone, senza contare la Florìda e zone limitrofe dalla quale la vicenda ha inizio -.
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Ciao. Inizio arrogantemente affermando che la Factory Disney ha centrato un solo obbiettivo con questo (pseudo-esuberante) film S.F.. Perchè...? Mi sento di dire: semplice! La prima cosa che la produzione desiderava evitare era un disastro estetico-artistico (e un conseguente misero botteghino). Lla precisa scelta di attori e sceneggiatura ne è la "spia" più evidente. Ritmo compassato, sviluppo della trama che tutto fa tranne che proporre vere ed efficaci sorprese - onestamente su Parigi quasi conferirei altro giudizio ma... non proprio... visto EuroDisney e l'appeal che propone, senza contare la Florìda e zone limitrofe dalla quale la vicenda ha inizio -. Come pellicola d'intrattenimento... nulla da eccepire, è costosa, costruita accuratamente e propone i consueti clichè morali che alla Disney proprio non possono omettere. Sembra sempre di assistere a delle prediche in una chiesa Battista (ma l'oratore dal pulpito... di quale confessione è... realmente?!). Come film da accostare ad altri... neopositivisti... no! E' solo un bel prodotto commerciale fatto di materiali sintetici e rifiniture da catena di montaggio (ben inteso di ottimo livello ma freddo e ben poco propositivo). Capitolo a parte, la recitazione. Ho l'impressione che agli attori sia stato "passato" il dictat:: Voi più noti (Hugh e George) siete autorizzati a "giggionare" con i vostri consueti atteggiamenti ma senza esagerare - Computerina Athena non preoccuparti, le espressioni da cyborg te le spalmiamo in cpu-grafica - e tu Britt (Casey Newton) non angosciarti se non sembri Alice nel paese delle meraviglie, ogni tanto lancia uno strillo che funziona. Per chiudere... film da vedere? Si, credo abbia poche controindicazioni per chiunque, solo in termini di palato.... (purtroppo il mio non è esattamente fino...) zero spezie e ben poco sale, in sostanza: dietetico!. Saluti
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g_andrini
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domenica 21 agosto 2016
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piacevole
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Ha alcune belle idee, sviluppate con buona maestria. Brave le protagoniste femminili, professionali per la loro età. Ha lo stampo disneyano classico, mi sembra un film riuscito, anche se rivolto anche ad un pubblico molto giovanile.
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hedivi90
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giovedì 2 giugno 2016
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noia a palate
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Soldi spesi a vuoto per un film vuoto e noioso difficile legarsi ad una trama alquanto statica e buttata lì volevano fare un gran film diverso dal genere ed invece hanno fatto un film mediocre dalla scenografia agli attori nessuno si denota per qualcosa di buono , un consiglio cambiate film per non perdere 2h della vostra giornata
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orione95
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martedì 31 maggio 2016
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parabola distopica estremamente attuale
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Quando si pensa a "Tomorrowland - il mondo di domani" la prima parola che sovviene è "sottovalutato". Si, perché la interessante pellicola firmata Brad Bird (firma questa dietro la quale si cela la ormai leggendaria Disney) è stata, a mio avviso alquanto ingiustamente, snobbata da pubblico e (buona parte della) critica. Eppure in questa "risposta disneyana ad Interstellar" (come molti amano definire "Tomorrowland") c'è ben poco che non sia riuscito. Innanzitutto occorre sottolineare come l'impronta di casa Disney sia ben marcata ed evidente ogni istante del film. Un'impronta più matura del solito, s'intende.
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Quando si pensa a "Tomorrowland - il mondo di domani" la prima parola che sovviene è "sottovalutato". Si, perché la interessante pellicola firmata Brad Bird (firma questa dietro la quale si cela la ormai leggendaria Disney) è stata, a mio avviso alquanto ingiustamente, snobbata da pubblico e (buona parte della) critica. Eppure in questa "risposta disneyana ad Interstellar" (come molti amano definire "Tomorrowland") c'è ben poco che non sia riuscito. Innanzitutto occorre sottolineare come l'impronta di casa Disney sia ben marcata ed evidente ogni istante del film. Un'impronta più matura del solito, s'intende. E per matura non alludo soltanto alla mera componente di violenza (ma mai una goccia di sangue) ormai connaturata a qualsiasi pellicola d'azione, bensì al tema fondamentale dell'intera vicenda: la tecnologia e il suo cattivo uso (argomento già trattato in "Wall•E") e, soprattutto, la tragica arrendevolezza nella quale l'uomo di oggi si crogiola, quasi compiaciuto, dinanzi alla presente (e futura) distruzione del mondo della quale è egli stesso responsabile. Sotto questo profilo "Tomorrowland" è sicuramente un film che lascerà il segno, portando lo spettatore, già dal momento in cui abbandona la sala, a domandarsi se egli stesso in prima persona può, nel suo piccolo, fare la differenza. Alla luce di questa riflessione, almeno sul piano tematico, "Tomorrowland" è promosso a pieni voti. Il grande e principale strafalcione (che macchia una produzione altresì impeccabile) lo si riscontra spostando lo sguardo alla sceneggiatura: vittima del caos narrativo più totale, essa appare più volte disorientante e ben poco omogenea, nel suo palese (e ben poco riuscito) tentativo di mantenere inalterata la suspense dai titoli di testa a quelli di coda. Sotto questo profilo, ritengo che per poter godere appieno di "Tomorrowland" occorra vederlo più di una volta, giusto per non perdere la bussola nell'intricato dedalo narrativo messo in piedi dai due sceneggiatori (Bird e Lindelof). Inoltre, aggiungerei che non sarebbe stato affatto male ritagliare più spazio per questo "mondo di domani", relegato piuttosto a qualche scena iniziale ed alla, seppure esaltante, parte finale.
Per quanto concerne il cast d'attori, nulla da eccepire circa la valida performance del solito burbero Clooney (Frank Walker), ma stavolta a meritare una standing ovation a parte è la giovane e talentuosa Britt Robertson (la protagonista Casey Newton).
In conclusione non ritengo di certo "Tomorrowland - il mondo di domani" essere un capolavoro, ma sicuramente non nego che l'audacia dimostrata dalla Disney e da Bird vada adeguatamente premiata, anche perché il suddetto film non assurgerà magari a pietra miliare del cinema fantascientifico, ma non v'è dubbio che sarà in grado di far divertire e riflettere lo spettatore e, in fin dei conti, non è proprio questa l'esatta funzione del cinema?
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andrea alesci
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giovedì 26 maggio 2016
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verso un futuro di svettanti possibilità
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Alzi la mano chi, pensando al futuro, non abbia mai immaginato morbide architetture perlacee, svettanti torri di vetro, metropolitane lievitanti, automobili che sfrecciano nei cieli, visori, quotidiani digitali che si sfogliano, zainetti propulsivi per compiere evoluzioni aeree, tute antiurto che rimbalzano, robot che creano piattaforme all’istante, livelli metropolitani collegati da vasche d’acqua sospese, alberi e giardini che fanno rilucere ogni cosa. Un sogno? Non se ci troviamo catapultati nel Tomorrowland immaginato da Damon Lindelof (Lost) e diretto da Brad Bird (Ratatouille).
È il futuro che la graziosa Athena (Raffey Cassidy) mostra al piccolo Frank Walker (Thomas Robinson) all’Expo del 1964 a Flushing Meadows, celato oltre il mistero di un piccola spilla con la “T”.
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Alzi la mano chi, pensando al futuro, non abbia mai immaginato morbide architetture perlacee, svettanti torri di vetro, metropolitane lievitanti, automobili che sfrecciano nei cieli, visori, quotidiani digitali che si sfogliano, zainetti propulsivi per compiere evoluzioni aeree, tute antiurto che rimbalzano, robot che creano piattaforme all’istante, livelli metropolitani collegati da vasche d’acqua sospese, alberi e giardini che fanno rilucere ogni cosa. Un sogno? Non se ci troviamo catapultati nel Tomorrowland immaginato da Damon Lindelof (Lost) e diretto da Brad Bird (Ratatouille).
È il futuro che la graziosa Athena (Raffey Cassidy) mostra al piccolo Frank Walker (Thomas Robinson) all’Expo del 1964 a Flushing Meadows, celato oltre il mistero di un piccola spilla con la “T”. Magicamente nascosto oltre quel piccolo oggetto/portale che la giovane Casey Newton (Britt Robertson) scopre al tempo dei nostri giorni.
Un futuro nel quale entriamo come in un grosso Luna Park (non a caso la produzione è Disney). Ma un futuro di allettanti promesse dal quale Frank Miller è stato un giorno escluso, crescendo e monitorando quel futuro divenuto un grigio presente fatto di problemi di sopravvivenza per l’intero pianeta. Un Frank adulto (George Clooney) che insieme a Casey s’avventura in una missione ideata dalla speranzosa Athena per salvare quel futuro.
Eppure l’estasi per l’ingegneristica umana armonia di quel mondo è l’unica isola di certezza all’interno del groviglio narrativo nel quale rimaniamo impigliati, che pure sa stupirci continuamente: con la panoplia ipertecnologica che difende Frank e Casey dall’attacco dei robot; con la Torre Eiffel che si trasforma in una rampa di lancio per un razzo temporale; con un marchingegno che mostra a Casey il destino del suo mondo, pronto a collassare entro 58 giorni.
Confusi e storditi ci ritroviamo a capire un po’ alla volta le intenzioni della coppia Bird/Lindelof e di un trio di protagonisti che si trova a fronteggiare il progetto dell’ingegnere David Nix (Hugh Laurie) di mantenere segreto quel futuristico mondo che potrebbe salvare la Terra dallo sfacelo di imminenti catastrofi. Ma l’androide reclutatore Athena ha trovato la connessione giusta (Casey) perché Frank Miller creda di nuovo nella speranza di un mondo migliore.
Così, in uno scontro finale che annienta i deviati residui di quell’universo di possibilità, ecco il sacrificio di Athena perché tutto si resetti. Perché quelle celate architetture si svelino come la più perfetta arma di redenzione futura nelle mani dell’uomo: i sogni. Ed ecco un esercito di nuovi piccoli reclutatori attraversare varchi temporali per risvegliare i tanti sognatori che ancora popolano la Terra.
Non tutto riusciamo ad afferrare a una prima visione, ma forse la magia della storia è volutamente offuscata dalla magnificenza scenografica e dallo stupore di tanti inconsapevoli sognatori che stringendo ciascuno fra le dita un piccolo pin a forma di T possono dare nuovo corpo e nuovo corso al domani.
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eleonora panzeri
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domenica 8 maggio 2016
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il futuro che ci manca
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Ho visto critiche molto severe su Tomorrowland e me ne discosto. Nel complesso penso si tratti di un film ben realizzato, con ottimi effetti speciali. I protagonisti della storia sono Frank Walker, un inventore che già da bambino nutriva il fervente desiderio di creare e costruire oggetti fuori dal comune e Casey Newton, una giovane sognatrice che non accetta la visione apocalittica e pessimistica del mondo fornita dagli adulti.
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Ho visto critiche molto severe su Tomorrowland e me ne discosto. Nel complesso penso si tratti di un film ben realizzato, con ottimi effetti speciali. I protagonisti della storia sono Frank Walker, un inventore che già da bambino nutriva il fervente desiderio di creare e costruire oggetti fuori dal comune e Casey Newton, una giovane sognatrice che non accetta la visione apocalittica e pessimistica del mondo fornita dagli adulti. Il giovane Walker bambino approda grazie alla sua creatività all’Esposizione mondiale di New York del 1964 per presentare la sua invenzione, un prototipo primordiale di jet pack. A dispetto del fallimento riesce a catturare l’attenzione della piccola Athena che gli consegna una strana spilla e lo esorta a seguirlo senza particolari spiegazioni. Walker si trova così catapultato in una città del futuro, dotata di tecnologie e strumentazioni inimmaginabili per il suo tempo: la fantomatica Tomorrowland. La storia ritorna presto al presente, concentrandosi sulla bella e ribelle Casey, impegnata a sabotare i lavori di demolizione della rampa di lancio per gli Space Shuttle a Cape Canaveral, dove di giorno lavora suo padre. Inaspettatamente anche Casey entra in possesso di una spilla analoga a quella di Walker, ma a differenza di quest’ultimo si trova a vivere un viaggio solo simulato a Tomorrowland. Curiosa di natura è disposta a tutto pur di raggiungere la città del futuro, affronta così numerose insidie, una fra tutte la gestione del rapporto con la misteriosa Athena, ancora inspiegabilmente bambina a distanza di molti anni dagli eventi che l’avevano vista coinvolta con Walker. In molti accusano questo film di non brillare di originalità e benché non vi siano elementi del tutto nuovi, ce n’è uno alquanto raro in film di questo genere: l’ottimismo. Pertanto, benché ad un certo punto la trama si fa confusa e con l’arrivo a Parigi decisamente sopra il plausibile ed il verosimile, resta un alone di morale positivo che per una volta cerca di controbattere le pesanti ed opprimenti notizie disfattiste che i media tutti i giorni propinano. Un cast interessante e di profilo, (George Clooney interpreta Frank Walker adulto) in cui spicca a mio avviso la piccola Raffey Cassidy nel ruolo di Athena.
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