peer gynt
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sabato 2 gennaio 2016
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avventura futuribile senza originalità
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Siamo alle solite: il cinema, specie quello di fantascienza, ha cosi' poche idee che non fa altro che copiare. E cosi', se Veronica Roth nel 2011 ha pubblicato furbescamente con il suo "Divergent" una riscrittura con varianti di "Hunger games" che Suzanne Collins fece uscire nel 2008, questo "Divergent" non puo' che rivelarsi per quello che e': una variante di "Hunger games" con meno coerenza narrativa. Il film non risulta malfatto, ma abbiamo gia' visto tutto: dalla società di un futuro distopico divisa in rigide classi all'eroina guerriera che non sa di avere una rara forza dentro di se' (la Divergenza, avrebbe detto Stephen King), dalle metafore di un potere omologante che vuol colpire l'individualismo e massificare tutti gli altri abitanti della citta' del futuro al gruppo di combattenti intrepidi, raffigurati come un esercito di bambinoni palestrati che vogliono una vita spericolata.
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Siamo alle solite: il cinema, specie quello di fantascienza, ha cosi' poche idee che non fa altro che copiare. E cosi', se Veronica Roth nel 2011 ha pubblicato furbescamente con il suo "Divergent" una riscrittura con varianti di "Hunger games" che Suzanne Collins fece uscire nel 2008, questo "Divergent" non puo' che rivelarsi per quello che e': una variante di "Hunger games" con meno coerenza narrativa. Il film non risulta malfatto, ma abbiamo gia' visto tutto: dalla società di un futuro distopico divisa in rigide classi all'eroina guerriera che non sa di avere una rara forza dentro di se' (la Divergenza, avrebbe detto Stephen King), dalle metafore di un potere omologante che vuol colpire l'individualismo e massificare tutti gli altri abitanti della citta' del futuro al gruppo di combattenti intrepidi, raffigurati come un esercito di bambinoni palestrati che vogliono una vita spericolata. Cosi' come gia' vista e' la storia d'amore fra l'addestratore e l'allieva o il grande amore che lega i componenti della famiglia fino al punto da sacrificarsi l'uno per l'altro. Cosa resta, se togliamo il gia' visto? Poco, molto poco. Un'avventura di teenagers per teenagers che veicola al suo interno il preoccupante concetto che il sapere e' solo erudizione e quindi il progresso scientifico dell'uomo non esiste e conoscere e' attivita' che produce solo una snobistica superiorita' nutrita di disprezzo per il prossimo, con evidente sbocco nel piacere della rivolta fascista con uso di militari, ovviamente stupidi e decerebrati. E se da un desiderato futuro utopico escludiamo gli eruditi, che sono i veri cattivi, e i militari, stupidi come al solito, chi ci resta se non poveri ebeti che non pensano a quello che dicono ma dicono quello che pensano (i candidi), i nuovi figli dei fiori che coltivano l'orticello (i pacifici) e quei pacifisti-altruisti che mangiano sano e vestono di sacco (gli abneganti)? Meglio scappare da questa societa' alla camomilla, come alla fine fanno i nostri eroi, che prendono il treno per uscire fuori dalla citta', oltre la recinzione incontro al'ignoto. E cosa troveranno fuori? Lo sapremo alla prossima puntata!
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ghizza27
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sabato 5 aprile 2014
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non delude assolutamente le aspettative!
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Film davvero stupendo! Pur differendo dal libro in varie parti non se ne sente la mancanza e anzi così scorre forse meglio. Neil Burger rende la storia più adrenalinica, incalzante e dinamica e non banale. Il rapporto tra Tris e Four è pura elettricità e l'alchimia è perfetta grazie anche ai due stupendi attori Shailene e Theo che rendono al meglio i personaggi. Kate Winslet è perfetta per il ruolo di Jeanine, la stronza impeccabile che non si scompone. Il ritmo scorre bene e le due ore e passa volano. La morte di Nathalie raggiunge il culmine di pathos e le lacrime sono d'obbligo. Pur essendo Hunger Games un capolavoro, Divergent lo batte di gran lunga! Avventura, amore romantico, distopia, guerra, famiglia e adrenalina: un mix perfetto per chi ama i Fantasy young/adult.
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ferdinando
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mercoledì 9 aprile 2014
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gli orrori della ragione
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In questo film si attua la metamorfosi in immagini del sudore di Schopenhauer sparso per fertilizzare la terra del vissuto dell'uomo, sudore della fatica di dover subire la signoria potente e unidirezionale del principio di ragione che diventa film degli orrori, il film riproducendolo nel suo rappresentato, dunque rappresentato di un rappresentato.
Il film narra del principio di ragione che, abbandonato a se stesso, non sa automoderarsi. Esso divide, cataloga, regimenta, norma, recinta la terra (nel film recintata nell'effettivo da alte mura tecnologiche delimitanti la superficie del dominio della ragione che diventa ragione di stato) per restituire ad essa il senso del certo che nel film assume la forma del nobile intento di abolire l'orrore delle guerre ma che, tuttavia, viene attuato nell'unico modo che il principio di ragione conosce: restituire all'orrore della guerra che ha distrutto la precedente terra del certo (nel film si vedono i resti di una metropoli moderna) il nuovo orrore della divisione del mondo attuata nella divisione dei caratteri naturali dell'uomo in gruppi di appartenenza, divisione illusoriamente espressa in una parvenza di libera scelta ma negl'esiti sancita per norma, qui spuntando l'astuto della ragione che relega velandosi nell'opposto (si veda in proposito la cerimonia in cui viene liberamente dichiarato l'esito della preliminare prescritta analisi conoscitiva), restituendo ad esso l'incerto in forma di relegare poiché il malcapitato che non dovesse poi verificare il dichiarato verrà condannato a tale relegato, cioè diventerà come terra di nessuno, neppure dei propri legami affettivi.
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In questo film si attua la metamorfosi in immagini del sudore di Schopenhauer sparso per fertilizzare la terra del vissuto dell'uomo, sudore della fatica di dover subire la signoria potente e unidirezionale del principio di ragione che diventa film degli orrori, il film riproducendolo nel suo rappresentato, dunque rappresentato di un rappresentato.
Il film narra del principio di ragione che, abbandonato a se stesso, non sa automoderarsi. Esso divide, cataloga, regimenta, norma, recinta la terra (nel film recintata nell'effettivo da alte mura tecnologiche delimitanti la superficie del dominio della ragione che diventa ragione di stato) per restituire ad essa il senso del certo che nel film assume la forma del nobile intento di abolire l'orrore delle guerre ma che, tuttavia, viene attuato nell'unico modo che il principio di ragione conosce: restituire all'orrore della guerra che ha distrutto la precedente terra del certo (nel film si vedono i resti di una metropoli moderna) il nuovo orrore della divisione del mondo attuata nella divisione dei caratteri naturali dell'uomo in gruppi di appartenenza, divisione illusoriamente espressa in una parvenza di libera scelta ma negl'esiti sancita per norma, qui spuntando l'astuto della ragione che relega velandosi nell'opposto (si veda in proposito la cerimonia in cui viene liberamente dichiarato l'esito della preliminare prescritta analisi conoscitiva), restituendo ad esso l'incerto in forma di relegare poiché il malcapitato che non dovesse poi verificare il dichiarato verrà condannato a tale relegato, cioè diventerà come terra di nessuno, neppure dei propri legami affettivi. Ma il vero del mondo non sottosta' alla condizione normativa del principio di ragione, la libera eccezione è la sua regola (ne è l'immagine filmica la figura del "divergente" che dà il titolo al film), mentre dalla parte del principio di ragione è la regola normativa che si impone. Infatti l'uomo divergente è un nemico alla stregua degl'altri potenziali (la ragione non fa sconti sull'eventualità del verificarsi dell'evento) oppositori del potere, un pericolo per il mondo del certo (la pace) e quindi da eliminare (le crude immagini del colpo alla testa inferto al nemico rammentano le immagini di tanti genocidi compiuti nel vero e non nel rappresentato del film), a qualunque costo anche quello di bypassare tecnologicamente il sentimento degli esecutori (trasformati in una sorta di zombi-robot che eseguono ordini impartiti telematicamente da una luciferina Kate Winslet). Ma alla fine il sudore di Schopenhauer viene terso dal sentimento perché l'interprete del film (la giovane "divergente" Shailene Woodlay) si innamora ricambiata e, si sa,l'amore oltrepassa ogni condizionato, persino quello tecnologico attraverso cui l'innamorato dovrebbe uccidere l'amata. Non senza sacrificio poiché ogni redenzione lo implica (i genitori e gli amici della giovane divergente si sacrificano alla causa). Il sentimento trionfa, nonostante il tramare del principio di ragione dunque mediandolo, e il film è caldamente da sconsigliarsi allo spettatore che dovesse fare del principio di ragione il proprio esclusivo escludente (e chi non lo fa nel mondo d'oggi!), poiché potrebbe perturbare il proprio certo, o quantomeno conviene che l'interpreti così com'è, pura fiction, lasciando che Schopenhauer continui a sudare, ne va il quieto vivere del proprio servile al principio di ragione che lo governa, ma sia chiaro che l'attende dal senza tempo la squallida metropoli postbellica recintata di "Divergent"!
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themaster
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giovedì 10 marzo 2016
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discretamente realizzato ma piatto e noioso
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Questa ondata young adult a mio parere ha fatto solo bene al cinema,in quanto insieme ai film brutti come Twilight,Shadowhunters,Sono il Numero Quattro e altri,accosta anche molti film riusciti come poteva essere,Warm Bodies o anche A Beautiful Creatures film alla fine divertenti che fanno passare un pò di tempo senza pensare un gran che,poi ci sono le sorprese come i due Maze Runner anche in quel caso,film divertenti ma con un qualcosa in più,oppure Kick Ass che parodizza questo genere riuscendo nel suo intento e offrendo un'intrattenimento abbastanza alto. Poi ci sono i film inutili,come questo Divergent e allego il suo successore Insurgent,pellicole che se pur realizzate discretamente,risultano piatte e noiose dall'inizio alla fine,anche se va ammesso,Insurgent è quantomeno un discreto divertimento grazie alle scene d'azione girate anche benino.
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Questa ondata young adult a mio parere ha fatto solo bene al cinema,in quanto insieme ai film brutti come Twilight,Shadowhunters,Sono il Numero Quattro e altri,accosta anche molti film riusciti come poteva essere,Warm Bodies o anche A Beautiful Creatures film alla fine divertenti che fanno passare un pò di tempo senza pensare un gran che,poi ci sono le sorprese come i due Maze Runner anche in quel caso,film divertenti ma con un qualcosa in più,oppure Kick Ass che parodizza questo genere riuscendo nel suo intento e offrendo un'intrattenimento abbastanza alto. Poi ci sono i film inutili,come questo Divergent e allego il suo successore Insurgent,pellicole che se pur realizzate discretamente,risultano piatte e noiose dall'inizio alla fine,anche se va ammesso,Insurgent è quantomeno un discreto divertimento grazie alle scene d'azione girate anche benino.
Ciò che più colpisce(negativamente) del film è che come intrattenimento per ragazzini potrebbe anche funzionare,complice una regia semplice,immediata ed elementare che però fa il suo lavoro soprattutto agli occhi dello spettatore meno attento,come film di fantascienza non funziona assolutamente in quanto la fantascienza è universalmente nota per dare un messaggio sia pure in sottotesto ma un minimo di educazione dovrebbe darla agli spettatori perlopiù giovani,invece i due film della Divergent Series non hanno un contenuto vero e proprio risultando vuoti da un punto di vista intellettuale e poveri anche cinematograficamente.
La fotgrafia e la regia sono patinate e modaiole e la violenza risulta sempre finta e posticcia,infatti ciò che più potrebbe funzionare di film di questo tipo è la cattiveria nell'ammazzare dei ragazzini,cosa che invece Neil Burger non fa,per questo ci sono gli orientali e sono tuttora convinto che bisognerebbe lasciare a loro questo tipo di storie.
La trama è mal scritta e raccontata malamente,infatti i personaggi sono piatti come dei tovaglioli e non dicono nulla dall'inizio alla fine,in questo non aiutano gli attori,infatti Shailene Woodley e Theo James sono due cani e non rendono nemmeno un secondo il disagio che la condizione in cui vivono dovrebbe causargli,Ashely Judd sempre bona ma tremendamente sotto tono e Kate Winslet che sembra o un clone o in vacanza premio e non restituisce nemmeno la cattiveria e la stronzaggine che un villain quantomeno accettabile dovrebbe restituire.
In sintesi Divergent è un film modestissimo che a chi piace il CINEMA annoierà o farà schifo oppure come me lo considererà un film modesto,mediocre,a tratti noioso ma guardabile nella sua non originalità e nel suo cerchiobottismo,a questa mini zotta aggiungo il seguito e gli ultimi tre Hunger Games anche in quel caso,guardabili ma mai troppo ispirati e a tratti noiosi. Se volete intrattenimento per ragazzi fatto come si deve e con un pizzico di genialità recuperate tutta la roba di Matthew Vaughn da Stardust fino a Kingsman perchè quello è CINEMA,altrimenti puppatevi robaccia come Colpa Delle Stelle,Città di Carta e tutta quella robetta in cui ancora una volta inglobo anche la serie di Divergent.
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ndkcfl
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giovedì 17 aprile 2014
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aspttando gli effetti speciali
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Avevo letto il libro e non mi aveva colpito più di tanto, ma quando ho saputo che sarebbe stato girato il film mi ha fatto davvero piacere: c’era un gran potenziale da poter sfruttare. Purtroppo, come spesso accade, il regista non ha saputo coglierlo e si è limitato a creare una fotocopia su pellicola del volume della Roth; non c’è assolutamente nulla di diverso e quel che è cambiato, si è evoluto in peggio.
Per chi era già a conoscenza della storia, non è stato difficile seguire i vari passaggi e sapere esattamente cosa c’era dietro ad ogni azione, ma credo che tutti gli altri abbiano trovato qualche difficoltà.
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Avevo letto il libro e non mi aveva colpito più di tanto, ma quando ho saputo che sarebbe stato girato il film mi ha fatto davvero piacere: c’era un gran potenziale da poter sfruttare. Purtroppo, come spesso accade, il regista non ha saputo coglierlo e si è limitato a creare una fotocopia su pellicola del volume della Roth; non c’è assolutamente nulla di diverso e quel che è cambiato, si è evoluto in peggio.
Per chi era già a conoscenza della storia, non è stato difficile seguire i vari passaggi e sapere esattamente cosa c’era dietro ad ogni azione, ma credo che tutti gli altri abbiano trovato qualche difficoltà.
Il modo in cui viene descritto il mondo di Tris, attraverso la narrazione, è davvero semplicistico e poteva essere fatto in maniera molto più approfondita, magari marcando alcuni aspetti delle fazioni.
Pessima scelta per quanto riguarda gli attori: davvero poco espressivi.
Gli effetti speciali, sui quali tanto contavo e che avevo immaginato sarebbero stati il punto forte del lungometraggio, sono pochi o nulli.
Unico punto a favore: la rappresentazione post apocalittica di Chicago ed il tatuaggio di Quattro.
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aen cloud
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mercoledì 3 settembre 2014
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sarebbe bello un remake.
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Da lettrice della saga posso sicuramente assicurare che il libro è, come capita praticamente sempre, molto meglio! Purtroppo questa volta la trasposizione cinematografica lascia un po' a desiderare, soprattutto data la fretta che si può percepire in tutta la durata del film. L'inizio è velocissimo, non c'è attesa, ansia, non c'è emozione, non come avrebbero dovuto renderla, perchè nessuno dice che un film può farti comprendere appieno ciò che il libro riesce a trasmetterti, ma almeno poteva provarci. Le sciene d'azione sono fatte bene ma sono troppo veloci, sembra di vedere quasi dei vines su internet, questo è un vero peccato.
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Da lettrice della saga posso sicuramente assicurare che il libro è, come capita praticamente sempre, molto meglio! Purtroppo questa volta la trasposizione cinematografica lascia un po' a desiderare, soprattutto data la fretta che si può percepire in tutta la durata del film. L'inizio è velocissimo, non c'è attesa, ansia, non c'è emozione, non come avrebbero dovuto renderla, perchè nessuno dice che un film può farti comprendere appieno ciò che il libro riesce a trasmetterti, ma almeno poteva provarci. Le sciene d'azione sono fatte bene ma sono troppo veloci, sembra di vedere quasi dei vines su internet, questo è un vero peccato. I personaggi vengono quasi completamente cancellati, si parla solo di lei e di Quattro praticamente per tutto il film, invece nel libro anche altri personaggi hanno la loro importanza. Tralasciando i soliti cambiamenti di look, in quanto non si sa perchè Eric da moro coi capelli lunghi ed unti diventa biondo e coi capelli cortissimi, non viene mostrato nulla come nel libro, le fazioni non vengono apporofondite, anche perchè in due ore hanno deciso di catapultare un mucchio di scene che sembrano tagliate con Movie Maker. Insomma da un romanzo piacevole, interessante e di compagnia potevano assolutamente tirarne fuori un bel film, pieno di azione, con momenti anche riflessivi, curare maggiormente gli scenari delle simulazioni, è tirato tutto via, purtroppo questo fa perdere molto, perchè chi guarda il film e non legge il libro si troverà a chiedersi "eh, ma che cosa ho visto'? Purtroppo sono rimasta delusa, la musica è una nota positiva, le scene d'azione rendono (per quanto brevissime) i personaggi sarebbero anche simili al libro se non fosse che gli attori sono effettivamente inespressivi in molte scene. Potevano realmente fare di meglio è uno dei pochi film per cui ti viene da pensare "sarebbe bello un remake, fatto meglio, molto meglio". Do tre stelle però perchè comunque può essere piacevole da guardare per chi non ha letto il libro e non ha grandissime aspettative.
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jacopo b98
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domenica 14 settembre 2014
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assolutamente mediocre, che peccato!
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A Chicago, in un futuro imprecisato, la società è divisa in 5 fazioni: gli eruditi (dotati di grande intelligenza), i candidi (dotati di grande senso morale e di giustizia), gli intrepidi (i coraggiosi che difendono la città), i pacifici (coloro che raccolgono il cibo e quasi non conoscono il male), e gli abneganti (coloro che vivono la loro vita per aiutare il prossimo). Tutti i ragazzi fino ad una determinata età vivono con la famiglia di nascita, ma ad un certo punto saranno loro a dover scegliere la loro fazione, a seconda della posizione che vogliono assumere nel mondo. Per aiutare i giovani in questa importante scelta il governo istituisce un test che dovrebbe dire quale fazione è più adatta per la persona in questione, senza tuttavia obbligare poi il ragazzo a scegliere la casta risultata dal test.
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A Chicago, in un futuro imprecisato, la società è divisa in 5 fazioni: gli eruditi (dotati di grande intelligenza), i candidi (dotati di grande senso morale e di giustizia), gli intrepidi (i coraggiosi che difendono la città), i pacifici (coloro che raccolgono il cibo e quasi non conoscono il male), e gli abneganti (coloro che vivono la loro vita per aiutare il prossimo). Tutti i ragazzi fino ad una determinata età vivono con la famiglia di nascita, ma ad un certo punto saranno loro a dover scegliere la loro fazione, a seconda della posizione che vogliono assumere nel mondo. Per aiutare i giovani in questa importante scelta il governo istituisce un test che dovrebbe dire quale fazione è più adatta per la persona in questione, senza tuttavia obbligare poi il ragazzo a scegliere la casta risultata dal test. Una abnegante, Beatrice (Woodley), fa il suo test e risulta divergente: ovvero dotata in tutti i sensi. I divergenti sono considerati nemici e perciò Beatrice deve nascondere il suo essere così. Al momento di scegliere la sua fazione decide di diventare un’intrepida. Tra gli intrepidi assumerà il nome di Tris, imparerà a diventare una brava soldatessa e ad essere coraggiosa, si innamorerà del suo istruttore (James) e sarà tra i pochi ad opporsi agli eruditi quando essi cercheranno di intraprendere il potere. Alla fine sarà cacciata insieme ad altri pochi ribelli dalla società, ma una ribellione contro gli eruditi è ormai sul punto di nascere. Tratto dal romanzo di Veronica Roth, primo di una saga di tre, il film di Burger ne riprende la struttura in modo fedele, modificandone alcuni impercettibili aspetti. Il film non è molto energico, per non dire che molto spesso è piuttosto fiacco, ma c’è anche da dire che il romanzo di partenza non è che sia proprio il massimo in tutti i sensi. L’idea di base c’è, ma il modo in cui viene messa in scena dal regista è troppo impostato: Burger non fa il regista qui, fa solo il suo semplice e pulito lavoro di messa in scena, neanche troppo bene. La mancanza di un budget consistente si vede e neanche sul lato visivo il film riesce ad essere efficace (per quanto il lavoro scenografico di A Nicholson sia ammirevole). La sceneggiatura poi spicca il volo solo nella seconda parte, mentre nella prima accumula una serie di scene e situazioni che oscillano tra il banale e il ridicolo. E Burger la tira per le lunghe: due ore e venti di film! Troppe, e la noia in molti punti si fa sentire. Anche nella descrizione del rapporto sentimentale tra Tris e Quattro il film arranca e accumula una serie di situazioni banali ed imbarazzanti, per quanto l’alchimia tra la Woodley e James sia ammirevole. Non aiuta la regia da video-clip di Burger, che non riesce nemmeno ad essere spettacolare nelle scene d’azione. Eppure la trama c’era, i temi da trattare c’erano, il cast pure. E quindi nel complesso il tutto sa di una grande occasione sprecata. E dispiace ancora di più. Il cast, comunque, è azzeccato, e la scelta della Woodley (Paradiso amaro) come protagonista pare perfetta: l’attrice ci lascia una buona prova, superiore alla media dei comuni film d’azione, non è da meno il co-protagonista Theo James, di buona intensità e grande aderenza al personaggio. E poi c’è Kate Winslet, che in un filmetto mal riuscito come questo, fa la differenza. Discreto il successo nel mondo ma il sequel, Insurgent,si farà.
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il beppe nazionale
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domenica 26 ottobre 2014
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la winslet sacrificata
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In un anno imprecisato una parte dell'umanità si rinchiude dentro Chicago e crea una comunità divisa in cinque classi. La forma mentis di ogni classe viene plasmata da una ferrea regolamentazione, tuttavia vi è una categoria di persone che non rientra in nessuna classe: i Divergenti. I Divergenti sono quelli che pensano fuori dal coro, sono persone mentalmente flessibili, difficilmente manipolabili e per questo pericolosi per l'ordine. La protagonista Beatrice Prior è uno di questi soggetti speciali ma, al momento del test attitudinale, l'esaminatrice manomette il risultato per salvarle la vita.
Beatrice, nata come abnegante, decide allora di entrare negli Intrepidi, la casta di scavezzacollo dediti all'ordine pubblico (praticamente un gruppo militare dove tutti sembrano allegri e non fanno altro che correre e saltare), e cambia nome in Tris.
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In un anno imprecisato una parte dell'umanità si rinchiude dentro Chicago e crea una comunità divisa in cinque classi. La forma mentis di ogni classe viene plasmata da una ferrea regolamentazione, tuttavia vi è una categoria di persone che non rientra in nessuna classe: i Divergenti. I Divergenti sono quelli che pensano fuori dal coro, sono persone mentalmente flessibili, difficilmente manipolabili e per questo pericolosi per l'ordine. La protagonista Beatrice Prior è uno di questi soggetti speciali ma, al momento del test attitudinale, l'esaminatrice manomette il risultato per salvarle la vita.
Beatrice, nata come abnegante, decide allora di entrare negli Intrepidi, la casta di scavezzacollo dediti all'ordine pubblico (praticamente un gruppo militare dove tutti sembrano allegri e non fanno altro che correre e saltare), e cambia nome in Tris. La nuova vita della protagonista si presenta tutt'altro che facile. Ella dovrà affrontare addestramenti violenti, combattimenti cruenti e pressioni psicologiche continue. Nel frattempo la casta degli Eruditi sta macchinando un colpo di stato contro gli Abneganti e prepara un fluido speciale che servirà per controllare le forze armate. Mentre Tris guadagna sempre più posizioni e rispetto all'interno della sua fazione, il piano degli Eruditi prende avvio come una vera e propria pulizia etnica, ma la nostra eroina riuscirà a sventarlo.
Divergent viene spesso accostato a Hunger Games per un motivo molto semplice: c'è una distopia dove qualcuno controlla qualcun altro, c'è una ragazza non conforme alle regole che diventa forte sia spiritualmente che fisicamente, c'è la storia d'amore, c'è la classe degli svantaggiati. Stiamo ormai assistendo a un leit motiv che intreccia tematiche vagamente sociali a sprazzi di fantascienza e la qualità delle idee fatica a mantenersi alta.
Il regista Burger dà una trasposizione del libro molto piatta e senza grandi elementi di interesse, complici attori dalle performance ordinarie. Davvero infelice la scelta di dare alla Winslet un personaggio che, seppur fondamentale, appare saltuariamente nella pellicola senza che ne sia data un'adeguata caratterizzazione. Così come non è data una caratterizzazione interessante delle caste (tranne che per gli Intrepidi), degli Esclusi, della città e del mondo esterno. Se da un lato questa carenza deriva dal fatto che il film è tratto da una trilogia di romanzi, dall'altro è colpa del regista se la storia non riesce a destare un magnetico interesse. Il personaggio di Tris non dice nulla, passa da zero a mito in poco tempo, subisce atti di nonnismo e attira le attenzioni del belloccio di turno. Gli antagonisti perseguono un'ideale preciso ma non si capisce da dove scaturiscano tante ostilità contro gli Abneganti. Non c'è pathos, ci sono solo esercitazioni fisiche; non c'è introspezione, ci sono solo leader più o meno maligni. I momenti più pregnanti sono rappresentati dalle prove estreme a cui sono sottoposti i novelli intrepidi; prove inconcepibili per chi non è abituato al loro stile di vita, eppure determinanti per stabilire se si è dentro o fuori la fazione.
La politica poteva essere un punto forte di Divergent, le tematiche sociali potevano essere approfondite puntando lo sguardo sulla vita quotidiana, l'azione poteva non limitarsi a salti e scazzottate. Burger e Roth sono complici nel creare un panorama che attira per la grande produzione e la risonanza mediatica tuttavia, una volta scartato il pacchetto, è più fumo che arrosto ciò che si trova. I grandi maestri delle distopie (Orwell, Huxley, flli. Wachowski, Kubrik) restano sulla loro torre d'avorio a guardare i disperati tentativi di autori che cercano di ingraziarsi prevalentemente un pubblico giovanile.
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rick ash
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domenica 15 marzo 2015
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abisso del "cinema"
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Film ridicolo.
Futuro distopico, in cui la civiltà umana asserragliata in una città si è divisa in fazioni, apparentemente in perfetto equilibrio in cui ognuno rispetta ottusamente il ruolo che la società (o il destino) gli hanno assegnato. A questo fanno eccezione i pericolosi "divergent" (di cui ovviamente la nostra protagonista e il figone fanno parte) ovvero coloro che hanno una scintilla in più che gli consente di avere una visione più ampia non limitandosi ad ordini e dettami di un solo capo. La mente indipendente è chiaramente come da regola per ogni società dittatoriale un pericolo gravissimo. Nulla di nuovo sotto il sole insomma.
La tristezza è che pure se il target è chiaramente quello di un pubblico assai giovane, il tutto resta inconsistente anche nonchè stupido, e se facessi parte di quella fascia di età a cui è dedicato questo obrobrio sentirei la mia intelligenza indirettamente insultata.
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Film ridicolo.
Futuro distopico, in cui la civiltà umana asserragliata in una città si è divisa in fazioni, apparentemente in perfetto equilibrio in cui ognuno rispetta ottusamente il ruolo che la società (o il destino) gli hanno assegnato. A questo fanno eccezione i pericolosi "divergent" (di cui ovviamente la nostra protagonista e il figone fanno parte) ovvero coloro che hanno una scintilla in più che gli consente di avere una visione più ampia non limitandosi ad ordini e dettami di un solo capo. La mente indipendente è chiaramente come da regola per ogni società dittatoriale un pericolo gravissimo. Nulla di nuovo sotto il sole insomma.
La tristezza è che pure se il target è chiaramente quello di un pubblico assai giovane, il tutto resta inconsistente anche nonchè stupido, e se facessi parte di quella fascia di età a cui è dedicato questo obrobrio sentirei la mia intelligenza indirettamente insultata.
La protagonista è assolutamente fuori luogo, non ha minimamente il carattere per reggere la parte. Assurdo che da ragazzina dolce e buona passi in un arco di tempo così breve ad essere una specie di macchina d'azione in grado di reggere una rissa a mani nude con un armadio di muscoli che è il doppio di lei, quando fino a mezz'ora prima viene stesa in 3 secondi.
Trama scontata come non mai, vista e rivista in ogni salsa. Il discorso delle fazioni non solo non è originale, ma non sta in piedi nemmeno un po'.
Una contraddizione dopo l'altra. Lasciamo alle ragazzine la soddisfazione di godersi la storiella d'amore perfetta (quanto scontata) fra la protagonista coraggiosa e il maschione alla twilight di turno. Ma questo ragazzi miei è solo l'ennesimo abisso del "cinema".
Mi sento davvero sfortunato ad aver sprecato due ore della mia vita così, ingenuamente non sapevo a cosa andavo incontro, ma a metà film ero talmente arrabbiato che volevo vedere fino a che bassezze si sarebbe potuti arrivare.
Non sprecherò di certo il tempo per vedere dove andranno a finire i nostri "Dauntless" diretti verso il tramonto, con le facce fresche e truccate, dopo circa 5 ore di maltrattamenti, risse e pugni in faccia nel prossimo film.
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gianleo67
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mercoledì 6 maggio 2015
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i turbamenti di una novella giovanna d'arco
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In un futuro post-apocalittico la città di Chigago è l'avamposto fortificato di una civiltà residuale e di una società distopica rigidamente suddivisa in caste (fazioni) che hanno lo scopo di annullare i conflitti, inquadrando le aspirazioni individuali all'interno di uno schema preordinato di compiti e relazioni sociali. Quando il test di valutazione sulle inclinazioni della giovane Beatrice ne mostra una personalità 'divergente' e non inquadrabile in nessuna casta, la ragazza dovrà dissimulare la sua singolarità per non rischiare di divenire una Rinnegata, entrando nel contempo a far parte del gruppo degli Intrepidi e smascherando un complotto che la fazione degli Eruditi ha ordito contro quella degli Abneganti da cui lei proviene e che detengono il potere amministrativo.
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In un futuro post-apocalittico la città di Chigago è l'avamposto fortificato di una civiltà residuale e di una società distopica rigidamente suddivisa in caste (fazioni) che hanno lo scopo di annullare i conflitti, inquadrando le aspirazioni individuali all'interno di uno schema preordinato di compiti e relazioni sociali. Quando il test di valutazione sulle inclinazioni della giovane Beatrice ne mostra una personalità 'divergente' e non inquadrabile in nessuna casta, la ragazza dovrà dissimulare la sua singolarità per non rischiare di divenire una Rinnegata, entrando nel contempo a far parte del gruppo degli Intrepidi e smascherando un complotto che la fazione degli Eruditi ha ordito contro quella degli Abneganti da cui lei proviene e che detengono il potere amministrativo.
Nel solco del nutrito filone della sci-fi distopica a base di intrepide eroine adolescenti sulle cui fragili spalle grava il futuro di una società marziale dispotica (anagramma per anagramma), questo primo capitolo di una tri-tetralogia prossima ventura (al momento siamo a due) fa il paio con quello già consolidato dalla trilogia degli 'Hunger Games' già campione al box office e trampolino di lancio per giovanotti di bella presenza precipitati nell'agone di un survival-reality che ricalca fedelmente un immaginario cine-televisivo di sicura presa su di un target quanto mai trasversale. Laddove la formuletta si ripete in modo più che prevedibile, l'ennesimo adattamento di un romanzo di una best-seller femminista (là era Suzanne Collins dove qua è Veronica Roth) ripropone una variante filosofeggiante di una novella ed insospettabile Giovanna d'Arco (Jennifer Lawrence vs Shailene Woodley) chiamata a ristabilire l'equilibrio naturale (fazione vs sangue) di una società assogettata alla rigida disciplina di una ripartizione marziale fondata sul principio machiavellico che prevenire è meglio che curare, anche a costo di disumanizzare e snaturare la inevitabile varietà delle inclinazioni individuali per una pax sociale fondata sulla strenua suddivisione dei compiti, e lasciando la gestione dei poteri (quello amministrativo/esecutivo come quello giudiziario/militare) all'arbitrarietà delle scelte ed alla spada di Damocle del colpo di Stato. Se queste semplificazioni narrative non rendono giustizia all'ambizione del progetto, è pur vero che tutto risulta puramente funzionale ad un giocattolone alla 'Rollerball' (1975 - Norman Jewison) che si fonda sull'appeal di un casting per teenager in carriera usciti dritti dritti dalla serialità televisiva e di cui ripropongono sentimenti a buon mercato, segni distintivi di una tribalità posticcia (braccia,più che tautate, strappate all'agricoltura!), classici antagonismi di una dicotomia dei valori ed inevitabile happy end appena appena oscurato da una strage generazionale di personaggi secondari (peccato per Ashley Judd che da giovane prometteva bene). Anche sulla confezione poi ci sarebbe da obiettare che un tale dispendio di mezzi (85 milioni di dollari) venga malamente sprecato per presentarci uno scenario post-apocalittico di una Chicago inutilmente asserragliata nel fortino di un inesplicabile deserto dei Tartari e la cui (esigua) popolazione avrebbe potuto benissimo essere amministrata da cariche elettive a suffragio universale senza tutta questa menata della suddivisione in caste che lascerebbero spazio pure per la retorica pseudo-marxista dei soliti reietti da guardare con disprezzo ed a cui gettare di tanto in tanto un tozzo di pane rancido e ammuffito. Dalla serialità televisiva insomma a quella cinematografica, il passo è breve e si finisce per ripetere lo stesso canovaccio di nomination ed eliminazioni dove solo i più fotogenici vanno avanti solo gli amanti sopravvivono (la Woodley dagli occhioni da cerbiatto ed il Theo James idolo delle adolescenti), arrivando persino a sdoppiare il terzo capitolo di una trilogia letteraria per massimizzare i profitti e rastrellarci gli zebedei. Metraggio ipertrofico (139 min) che ben si concilia con la pennichella ristoratrice di un anfiteatro riscaldato immerso in una rilassante semioscurità. Buone dormita...ehm...buona visione!
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