The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca

È difficile inventare una storia che al contempo rappresenti una complessa vicenda privata che si intrecci irrimediabilmente con quella di una nazione. Per fortuna di Lee Daniels (e anche degli spettatori) la storia di Eugene Allen, nome nel film cambiato in Cecile Gaines, era stata vissuta davvero: una vita movimentata, difficile, ma nel complesso meravigliosa. E il regista ha fatto centro con un capolavoro di film che difficilmente si scorda. Qual è il genere di “The Butler”: storico? Drammatico? Biografico? Politico? Alla fine bisogna ammettere che questo film è l’unione armonica di tutti questi quattro elementi. Non è affatto semplice creare un film che unisca così tanti generi creando un composto di buona qualità. Ma Lee Daniels ci ha stupito nuovamente, creando un film necessario per cinefili e non. Viene narrata la storia di Cecil Gaines (Forest Whitaker), figlio di schiavi, sin da giovane domestico nella casa dell’anziana Annabeth Westfall (Vanessa Redgrave), per la sua eccellenza nel servizio e buona educazione trova lavoro come maggiordomo nella Casa Bianca. Cecil è sposato con Gloria (Oprah Winfrey) e ha due figli, Louis (David Oyelowo) e Charlie (Ejilah Kelly). La vita alla Casa Bianca rende Cecil assente da casa, con crescente malcontento della moglie e dei due figli. Louis partirà per l’università ed in seguito si unirà alle proteste per il razzismo contro i neri degli Stati Uniti, e questo complicherà ulteriormente i rapporti fra lui e il padre. La storia di Cecil si intreccia con quella di Martin Luther King, del Klu Klux Klan, della guerra in Vietnam e di ben otto Presidenti degli Stati Uniti d’America, di cui ne vengono rappresentati cinque: Dwight Eisenhower (Robin Williams), John Kennedy (James Marsden), Lyndon Johnson (Liev Schreiber), Richard Nixon (John Cusack) e Ronald Reagan (Alan Rickman). Le First Ladies dei Presidenti sono state interpretate da Melissa Leo (Mamie Eisenhower), Jane Fonda (Nancy Reagan) Minka Kelly (Jacqueline Kennedy). Il film affronta un periodo molto difficile per la storia degli USA, vissuto in prima persona da Cecil, e costellato da eventi che non verranno mai dimenticati: gli attacchi del KKK (che coinvolgeranno direttamente anche Louis, il figlio di Cecil), l’assassinio di Kennedy, lo scandalo Watergate, la guerra in Vietnam. Cecil Gaines è stato testimone diretto di trent’anni della storia degli Stati Uniti, e Lee Daniels ci regala un inizio di anno memorabile con questo film, con questa testimonianza che è di importanza fondamentale sotto molti aspetti. La sceneggiatura non presenta sbavature e il film non scade mai nel banale. Ottimo è dire poco anche dell’interpretazione dei personaggi, e la mia preferenza cade su Oprah Winfrey, che con questo film conferma nuovamente la sua sensibilità e virtuosismo sul grande schermo. Anche se ritengo che l’inserimento nel cast di personaggi così famosi solamente per ruoli di massimo cinque minuti un abile metodo per conquistare spettatori, devo ammettere che le comparse hanno messo tutto il loro talento in quelle poche scene dove erano protagonisti. Mi ha impressionato particolarmente la coppia Reagan: Jane Fonda e Alan Rickman sembravano a tutti gli effetti Nancy e Ronald Reagan. Un film che lascia a bocca aperta, un film alla fine del quale non puoi fare altro che stare in silenzio, perché un tale capolavoro riesce a rubarti perfino la voce.