sev7en
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lunedì 21 aprile 2014
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un buon seguito ma proiettato alla trilogia...
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Dopo il successo planetario riscosso con il primo Insidious, Wan si concede due anni lontano da case infestate e spiriti malefici, per tornare alla carica, sempre nel giardino dei Lambert, con un sequel invocato a gran voce e preannunciato fin dai titoli di coda.
Il film sapientemente propone un rapido flashback degli eventi accaduti negli ultimi istanti del predecessore, chiarendo quella che a molti è apparsa una chiusura frettolosa e iniziando i nuovi che hanno mancato il primo appuntamento. Il cast è il medesimo come lo stile narrativo adottato anche se per via del maggior numero di location toccate si nota un uso più frequente della camera mobile alla Blair Witch Project nelle mani dei ghostbusters di turno.
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Dopo il successo planetario riscosso con il primo Insidious, Wan si concede due anni lontano da case infestate e spiriti malefici, per tornare alla carica, sempre nel giardino dei Lambert, con un sequel invocato a gran voce e preannunciato fin dai titoli di coda.
Il film sapientemente propone un rapido flashback degli eventi accaduti negli ultimi istanti del predecessore, chiarendo quella che a molti è apparsa una chiusura frettolosa e iniziando i nuovi che hanno mancato il primo appuntamento. Il cast è il medesimo come lo stile narrativo adottato anche se per via del maggior numero di location toccate si nota un uso più frequente della camera mobile alla Blair Witch Project nelle mani dei ghostbusters di turno. La frattura con il predecessore è negli aspetti che invece sembrava aver opportunamente recintato da Saw, quegli oggetti materiali, qui rappresentati dai giocattoli, dagli affetti dell’infanzia, filo conduttore di un dramma familiare sepolto dalla sensitiva Elise nella mente di John, nella duplice veste di salvatore e carnefice. Se il tratto distintivo del primo capitolo è stato la linearità della storia e la sensazione di smarrimento, nel Chapter 2 gli attori invece assumono consapevolezza del proprio ruolo e lasciano scegliere allo spettatore la realtà a cui ancorarsi, perché buoni e cattivi sono in carne ed ossa, le entità dell’oltretomba hanno un nome ed un cognome ed è la loro fisicità la cagione di dolore e morte.
I colpi di scena sono numerosi ma intuibili a dire il vero, perché Wan attua un trucco che funziona solo per i primi minuti: rallenta l’azione, la carica come una molla, lascia lo spettatore sul punto di saltare ma solo in seconda battuta sgancia il fermo, con un effetto simile al flash in seconda per evitare gli occhi rossi nelle foto. L’espediente è sicuramente originale ma il peccato è averne abusato…
Non guasta, per concludere, la gradevole comicità degli attori a contorno, due macchiette a supporto dei veri sensitivi che strizzano decisamente l’occhio ai mitici acchiappa fantasmi e hanno una buona azione detonante ai cali di tensione.
Il terzo capitolo è previsto per il 2015 e sarà focalizzato su una nuova famiglia ma a giudicare dal finale la storia è tuttaltro che sepolta…
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the thin red line
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mercoledì 5 marzo 2014
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tornano gli spiriti maligni di wan
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Josh da bambino fa sogni terribili e si comporta in modo strano, la madre decide quindi di affidarsi ad un'amica esperta di paranormale di nome Elise (magistrale Lin Shaye) che lo ipnotizza scoprendo la presenza di una donna in vestito da sposa nero funebre che lo perseguita. Elise capisce che Josh possiede poteri paranormali di uscire dal proprio corpo ed entrare nel mondo dei morti attirando cosi lo spirito parassita che vuole possederlo. Per evitare tutto ciò Elise decide tramite l'ipnosi di eliminare l'abilità di josh facendogliela dimenticare. Inizia cosi "Insisious" Chapter 2 che senza tanti giri di parole ci riporta alle origini del male ovvero nell'infanzia di Josh.
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Josh da bambino fa sogni terribili e si comporta in modo strano, la madre decide quindi di affidarsi ad un'amica esperta di paranormale di nome Elise (magistrale Lin Shaye) che lo ipnotizza scoprendo la presenza di una donna in vestito da sposa nero funebre che lo perseguita. Elise capisce che Josh possiede poteri paranormali di uscire dal proprio corpo ed entrare nel mondo dei morti attirando cosi lo spirito parassita che vuole possederlo. Per evitare tutto ciò Elise decide tramite l'ipnosi di eliminare l'abilità di josh facendogliela dimenticare. Inizia cosi "Insisious" Chapter 2 che senza tanti giri di parole ci riporta alle origini del male ovvero nell'infanzia di Josh. Il primo capitolo era terminato con la dipartita di Elise uccisa dallo stesso Josh posseduto dallo spirito parassita tornato a tormentarlo nel tentativo di liberare il figlio Dalton dal medesimo problema... Nonostante da un horror non ci si possano aspettare grandi sequel qui james wan fa decisamente centro approfondendo nel secondo capitolo ciò che era stato narrato nel precedente senza cadere in ripetizioni inutili e stucchevoli. Apprezzabile il fatto che il cast sia rimasto immutato dando più credibilità alla vicenda. La trama risulta sottile e lineare nonchè esponenzialmente molto corretta, approfondisce bene i personaggi pricipali e non è mai banale. La suspense e gli spaventi non mancano anche grazie all'uso di inquadrature ad effetto ben riuscite e dell'onnipresenza di buio totale e penombra (a volte forse un pò forzati). Come nel primo anche qui Patrick Wilson funziona meglio nella parte del "cattivo". Anche se la possessività ormai ha stancato diciamolo, James Wan riesce a dare nuovo smalto a questo genere ormai trito ritrito e ci riconduce nuovamente nel paranormale senza esagerare con la fantasia ma anzi mantenendosi sui livelli più che accettabili del capitolo precedente. Ottimo lo svolgimento temporale della trama e notevole l'impatto sullo spettatore nella scene di caos all'interno della casa. Anche i colpi di scena timbrano presenza, insomma un film che fa paura e mantiene alti i livelli di inquietudine verso l'ignoto. Altra prova dell'ottimo momento di forma del regista malese che si conferma esperto del genere e anzi lo approfondisce spostandone i confini. Promosso a pieni voti.
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re sole
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mercoledì 5 marzo 2014
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buon film ma non memorabile quanto il primo
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Insidious 2 - Oltre i confini del male -
PRO:
- Bello il discorso dell'intreccio d'eventi tra il primo e il secondo capitolo e viaggi spazio-temporali dall'altrove
- Buona regia con cambi si scena interessanti
CONTRO:
- Trama articolata in una maniera troppo forzata che razionalizza lo stile paranormale che gli si era dato
- Finale forzato e apparentemente incoerente con la trama, oltre ad essere molto simile alla conclusione della precedente opera
- Meno angosciante e sinistro del primo capitolo con meno giochi di luce
CONCLUSIONE:
Nel complesso buono, sicuramente al di sopra degli ultimi titoli horror usciti, però non all'altezza del primo e narrativamente forzato per aggiungere interrogativi ai fini di dover creare una scusante per lo sviluppo di un terzo capitolo di una storia che poteva concludersi già da tempo.
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Insidious 2 - Oltre i confini del male -
PRO:
- Bello il discorso dell'intreccio d'eventi tra il primo e il secondo capitolo e viaggi spazio-temporali dall'altrove
- Buona regia con cambi si scena interessanti
CONTRO:
- Trama articolata in una maniera troppo forzata che razionalizza lo stile paranormale che gli si era dato
- Finale forzato e apparentemente incoerente con la trama, oltre ad essere molto simile alla conclusione della precedente opera
- Meno angosciante e sinistro del primo capitolo con meno giochi di luce
CONCLUSIONE:
Nel complesso buono, sicuramente al di sopra degli ultimi titoli horror usciti, però non all'altezza del primo e narrativamente forzato per aggiungere interrogativi ai fini di dover creare una scusante per lo sviluppo di un terzo capitolo di una storia che poteva concludersi già da tempo.
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ares89
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mercoledì 30 ottobre 2013
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tensione e suspance sn garantiti.
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Film per certi aspetti sorprendente, è fortemente collegato al primo insidius e ne riprende i tratti caratterizzanti, ma con un tocco di suspance in più. La storia per certi aspetti è complicata ed in certi momenti vi sono degli intrecci che riportano al passato, ma alla fine il fim spiega tutta la storia con gli antefatti annessi. Si rivela essere un film mai noioso, la tensione è sempre all apice ed in alcune scene anche se si è psicologicamente preparati, si viene comunque sorpresi. Un giusto Horror, che rispetta l essenza del genere, addio a scene raccapriccianti ( alla saw per intenderci) e grande apertura alla suspance e all' adrenalina.
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Film per certi aspetti sorprendente, è fortemente collegato al primo insidius e ne riprende i tratti caratterizzanti, ma con un tocco di suspance in più. La storia per certi aspetti è complicata ed in certi momenti vi sono degli intrecci che riportano al passato, ma alla fine il fim spiega tutta la storia con gli antefatti annessi. Si rivela essere un film mai noioso, la tensione è sempre all apice ed in alcune scene anche se si è psicologicamente preparati, si viene comunque sorpresi. Un giusto Horror, che rispetta l essenza del genere, addio a scene raccapriccianti ( alla saw per intenderci) e grande apertura alla suspance e all' adrenalina. Film di mio gradimento e gli amanti del genere potranno storcere il naso sulla trama, ma non potranno nn riconoscere i meriti dell' autore nel non far mai annoiare lo spettatore, perennemente in tensione per tutto il film, privo di fasi morte.
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nino pell.
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lunedì 28 ottobre 2013
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omaggio all'horror del passato
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Se l'originario film "Insidious" si è lasciato ammirare grazie ad una certa originalità nella trama, in particolar modo nella capacità del protagonista di sdoppiare e liberare la propria anima dal corpo e dunque di intraprendere un cammino nel mondo ultraterreno della vita, questo sequel sicuramente pecca di minore interesse limitandosi a ripetere all'incirca la stessa tematica del primo film anche se in esso possiamo notare giusto qualche variante nella sceneggiatura. Certo, la presenza di diverse scene che fanno balzare lo spettatore dalla sedia di certo non mancano, ma il tutto sa di un qualcosa di già visto e rivisto. L'argomento è trattato del resto con frivola esagerazione del soprannaturale e fa in modo che il film possa attrarre sicuramente un pubblico più giovane.
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Se l'originario film "Insidious" si è lasciato ammirare grazie ad una certa originalità nella trama, in particolar modo nella capacità del protagonista di sdoppiare e liberare la propria anima dal corpo e dunque di intraprendere un cammino nel mondo ultraterreno della vita, questo sequel sicuramente pecca di minore interesse limitandosi a ripetere all'incirca la stessa tematica del primo film anche se in esso possiamo notare giusto qualche variante nella sceneggiatura. Certo, la presenza di diverse scene che fanno balzare lo spettatore dalla sedia di certo non mancano, ma il tutto sa di un qualcosa di già visto e rivisto. L'argomento è trattato del resto con frivola esagerazione del soprannaturale e fa in modo che il film possa attrarre sicuramente un pubblico più giovane. Se c'è invece un aspetto positivo, sicuramente merita un plauso il tipo di regia di un certo livello. Questo si, merita di essere puntualizzato. Per il resto, per i vecchi appassionati del Cinema horror è indubbio l'omaggio del film ad alcune importanti pellicole del genere, come ad esempio "Carnival of souls" (del resto alcuni secondi di questa pellicola sono chiaramente messi in risalto nel corso di una scena del film) oppure la follia omicida del protagonista che ci riporta chiaramente alla memoria il capolavoro "Shining". Le ultime scene del film invece ci fanno presagire sicuramente un terzo capitolo di questa saga. Che Dio ce ne scansi per carità, per evitare a questo punto che "Insidious" si riduca a divenire una vera barzelletta.
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dave69
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domenica 27 ottobre 2013
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sesta incursione nell'horror per james wan
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Sesta incursione nell'horror per il regista del sopravvalutato "Saw - L'enignìmista", che soltanto un paio di mesi fa aveva dimostrato di esser notevolmente maturato nella direzione del notevole (almeno per 3/4) "The Conjuring". Purtroppo invece in questo sequel, pur confermandosi abile sia nei movimenti della telecamera che nel ricercare inquadrature curate e quasi mai banali, non riesce a ottenere risultati altrettanto efficaci, tradito soprattutto da una sceneggiatura piuttosto carente nel cercare di perseguire una sua logica narrativa. Troppa confusione nella seconda parte del film. Peccato, perchè comunque gli spunti e le situazioni interessanti non mancano.
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Sesta incursione nell'horror per il regista del sopravvalutato "Saw - L'enignìmista", che soltanto un paio di mesi fa aveva dimostrato di esser notevolmente maturato nella direzione del notevole (almeno per 3/4) "The Conjuring". Purtroppo invece in questo sequel, pur confermandosi abile sia nei movimenti della telecamera che nel ricercare inquadrature curate e quasi mai banali, non riesce a ottenere risultati altrettanto efficaci, tradito soprattutto da una sceneggiatura piuttosto carente nel cercare di perseguire una sua logica narrativa. Troppa confusione nella seconda parte del film. Peccato, perchè comunque gli spunti e le situazioni interessanti non mancano. Inevitabile, dato il finale, la realizzazione di un terzo capitolo nella saga. Speriamo solo vi sia una maggiore attenzione alla coesione logico-narrativa. ^_^
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nick castle
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giovedì 24 ottobre 2013
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porcatuccia...
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Squadra che vince non si cambia, arriva il sequel di "Insidious" del 2010, che valeva almeno il doppio di questo. Inizia dove finisce il precedente, la famiglia infestata si trasferisce dalla madre di lui (Patrick Wilson) per stare un po' in tranquillità, ma non hanno fatto i conti con lo spirito di un serial killer che si è impossessato di lui quando si recò nell'altra dimensione. Nel film vengono a convergere più storie (l'infanzia di Patrick Wilson, la storia del serial killer e altri elementi che si ricollegano al primo film) che sono trattate con una lentezza estenuante, pur mantenendo comunque in alcuni casi la giusta tensione. La prima parte gioca di sottrazione e sostanzialmente vediamo poco, ma è la parte che funziona meglio, la seconda parte lascia il passo a una situazione alla Shining (Dio solo sa quanto è sopravvalutato questo film.
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Squadra che vince non si cambia, arriva il sequel di "Insidious" del 2010, che valeva almeno il doppio di questo. Inizia dove finisce il precedente, la famiglia infestata si trasferisce dalla madre di lui (Patrick Wilson) per stare un po' in tranquillità, ma non hanno fatto i conti con lo spirito di un serial killer che si è impossessato di lui quando si recò nell'altra dimensione. Nel film vengono a convergere più storie (l'infanzia di Patrick Wilson, la storia del serial killer e altri elementi che si ricollegano al primo film) che sono trattate con una lentezza estenuante, pur mantenendo comunque in alcuni casi la giusta tensione. La prima parte gioca di sottrazione e sostanzialmente vediamo poco, ma è la parte che funziona meglio, la seconda parte lascia il passo a una situazione alla Shining (Dio solo sa quanto è sopravvalutato questo film...) e alle scene più movimentate che di contro sono quelle che funzionano meno, dove alla tensione si sostituisce la noia e dove allo spavento si sostituisce la banalità. Se nel primo film il ricorso agli stilemi classici del cinema horror e a una storia già raccontata in "Poltergesit" potevano richiamare una certa nostalgia comunque aggiornata ai tempi, quà il tutto sfocia in un fastidioso già visto, con banalità che raschiano veramente il fondo (giocattoli che si accendono da soli, porte che cigolano, luci che lampeggiano, cavalli a dondolo che si muovono autonomamente e via dicendo) e con una storia talmente esile da essere l'apoteosi del non aver niente da dire, ma il finale fa presagire purtroppo un altro seguito. James Wan affronta il tutto facendo uso di tutti i mezzi che ha a disposizione ma il troppo stroppia e il risultato di certo non nè giova. Le scene al buio sono girate in un digitale oltremodo squallido e piatto. Molto deludente.
Le telecamere digitali a differenza delle cineprese permettono un apertuta più ampia del diaframma e grazie anche alle ridotte lunghezze focali permesse dal digitale, si riesce a catturare anche una luce debole dove invece la pellicola non impressiona nulla o si necessita l'uso di pellicole ad alta sensibilità che producono però un immagine eccessivamente granulosa.
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[+] a parte "shining"
(di dave69)
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(di winterwake)
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[+] dopo così tanti anni!
(di nickcastle91)
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m.raffaele92
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lunedì 21 ottobre 2013
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confuso e ridicolo: un sequel fallimentare
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Domandiamocelo: c’era proprio bisogno di questo “Insidious 2”?
Ebbene, quando il botteghino risponde positivamente, la risposta sembra essere (sempre) sì.
Il prologo fa grandi promesse (l’idea del bambino che, sotto ipnosi, dà indicazioni alla medium su come trovare il fantasma, è da brivido), che non vengono affatto mantenute lungo il corso della pellicola.
La prima parte procede come un “Paranormal Activity” spogliato dalla telecamera a mano (il che, fin che il gioco è corto, si rivela efficace). Ci cascano invece le braccia (e, ahinoi, non solo quelle) quando la madre viene schiaffeggiata e scaraventata a terra da un fantasma fittizio che più fittizio non si può.
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Domandiamocelo: c’era proprio bisogno di questo “Insidious 2”?
Ebbene, quando il botteghino risponde positivamente, la risposta sembra essere (sempre) sì.
Il prologo fa grandi promesse (l’idea del bambino che, sotto ipnosi, dà indicazioni alla medium su come trovare il fantasma, è da brivido), che non vengono affatto mantenute lungo il corso della pellicola.
La prima parte procede come un “Paranormal Activity” spogliato dalla telecamera a mano (il che, fin che il gioco è corto, si rivela efficace). Ci cascano invece le braccia (e, ahinoi, non solo quelle) quando la madre viene schiaffeggiata e scaraventata a terra da un fantasma fittizio che più fittizio non si può.
Ed è solo l’inizio di una disastrosa discesa verso il baratro.
L’ultimo film di James Wan ha come principale difetto l’accumulo fuorviante e fastidioso di flashback, soprattutto durante un improbabile trip finale (il che crea ancora più confusione), che con Patrick Wilson con la torcia in mano e altri 3 personaggi al suo seguito sembra più che altro una processione, nonché una scena girata in un ospedale abbandonato refrattaria a qualsiasi concetto di suspense e che ci ricorda (fin troppo da vicino) il dimenticabile “ESP – fenomeni paranormali” (!!).
Per non parlare poi delle citazioni (plagio?) ai danni di “Shining” in primis (Patrick Wilson come improbabile Jack Torrance?) e “Psycho” in secundis (in una delle troppe storie che scorrono parallele a chissà quale trama di fondo, vi è la storia di un bambino che si traveste da donna ed è oppresso e fortemente rimproverato dalla madre).
Tutto questo rende il film complesso e frammentato, quindi ostico e noioso, e oltretutto interminabile (al di là di tutto ci sono almeno 20 minuti di troppo).
Ciliegina sulla torta: l’accumularsi progressivo di siparietti comici imbarazzanti attuati dai due improbabili “investigatori di fantasmi” (che qui sembrano usciti da Zelig).
La scena dove la madre entra nella camera da letto del bambino (luce rossa nella stanza), e vede alla finestra la figura di un uomo (fantasma) tra le tende, è identica (ma identica sputata) ad una scena nel primo capitolo. Questa è solo una delle tante dimostrazioni della mancanza di originalità di un regista che altrove ha dato ottimi esiti, ma che qui si limita a riproporre in modo incessante gli schemi e le strutture del primo “Indisious”, salvo perdere il filo della narrazione e, arrivati a 40 minuti circa di film, non sapere più che strada prendere.
Qualcosina di buono c’è: oltre al prologo, va citata la scena verso metà dove il bambino “parla” con i fantasmi nell’armadio attraverso il “telefono” di corda e bicchieri.
Nulla però in grado di riuscire a salvare questo film dalla mediocrità e dal ridicolo (in)volontario. Il finale poi si chiude (manco a dirlo) nello stesso modo del precedente, lasciando le porte aperte (preghiamo perché ciò non accada, o speriamo in un miracolo) per un possibile numero 3.
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il_comico
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venerdì 18 ottobre 2013
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sequel di buona fattura
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Ancora una volta Wan ci regala un film degno di nota. Non un capolavoro ma una buona produzione. Lasciano a desiderare alcuni dialoghi un pò troppo banali ma "l'effetto paura" è ben marcato. Il film è la continuazione naturale del primo capitolo e la storia è ben sviluppata. Il film rischia di passare per l'ennesimo film horror fatto da presenze inquietanti e fantasmi ma l'idea di base risulta originale anche se non unica nel suo genere.
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miroforti
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martedì 15 ottobre 2013
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insidious - chapter 2
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Ancora non ci siamo resi conto che The Conjuring è fuori programmazione, che già nelle sale italiane approda Insidious – Chapter 2 (ridicolo e inutile come al solito il sottotitolo italiano). Un’abbuffata di James Wan, e questa volta abbiamo la banda al completo, quella del primo episodio. Leigh Whannell torna a vestire i panni di Specs, l’aiutante della fu Elise Reiner, e cura la sceneggiatura; Oren Peli (Paranormal Activity) produce. In epoca di remake, reboot, rehash e re-chi-più-ne-ha-più-ne-metta, Wan ci serve un sequel di quelli ortodossi, che comincia – dopo un breve incipit – da dove il primo ci aveva lasciati.
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Ancora non ci siamo resi conto che The Conjuring è fuori programmazione, che già nelle sale italiane approda Insidious – Chapter 2 (ridicolo e inutile come al solito il sottotitolo italiano). Un’abbuffata di James Wan, e questa volta abbiamo la banda al completo, quella del primo episodio. Leigh Whannell torna a vestire i panni di Specs, l’aiutante della fu Elise Reiner, e cura la sceneggiatura; Oren Peli (Paranormal Activity) produce. In epoca di remake, reboot, rehash e re-chi-più-ne-ha-più-ne-metta, Wan ci serve un sequel di quelli ortodossi, che comincia – dopo un breve incipit – da dove il primo ci aveva lasciati. Il legame tra i due capitoli è davvero stretto e questo secondo sviluppa una trama leggermente più complessa, facendo sembrare Insidious un’introduzione al vero nucleo narrativo della vicenda. L’atteggiamento della famiglia Lambert naturalmente è cambiato, i nervi della madre sono a fior di pelle (e ti credo!) e non si perde tempo con lo scetticismo che solitamente accompagna la prima parte dei film a tema spiritico. Nonostante si giochi a carte scoperte, Insidious – Chapter 2 mette paura a più livelli. Ci sono qua e là dei canonici balzi sulla sedia, non originali in modo particolare ma efficaci, ma c’è anche un buon processo di costruzione della tensione, che è il vero motore della prima metà dell’opera. Lo stile del regista è quello a cui ci ha abituati nei suoi ultimi lavori, nascondendo nel buio o nel fuori fuoco, giocando con le geometrie della villetta con movimenti di macchina lenti e reali, a seguire la vita dei personaggi nella casa infestata. Wan riesce a rendere scorrevole e piacevole la messa in scena con una giusta alternanza fra apparizioni e momenti di pausa, con vivacità ma senza frenesia. In questo vedo-non vedo è difficile scorgere l’autore di Saw, dove il meccanismo all’opera era proprio la ricerca dello shock visivo o comunque una ricerca della visione orrorifica che non nascondeva nulla, anzi si compiaceva di mostrare. L’atteggiamento che guida la rappresentazione degli ultimi lavori è anni luce lontano da quello dell’opera di esordio, lo spettatore ha un ruolo attivo nel creare la paura o la violenza, il sangue manca quasi del tutto, e il risultato non dipende soltanto dal diverso genere delle pellicole.
Ciò detto, Insidious 2 è una favola nera, ne sfrutta ampiamente i meccanismi e naturalmente li fonde con quelli del cinema horror. Non a caso tra i personaggi principali c’è un bambino, e anche il padre dovrà confrontarsi con la sua infanzia per risolvere la situazione. L’eroe compie un viaggio di liberazione contro le sue paure e le sue ombre, in un non-luogo notturno e fiabesco – l’Altrove – dove dovrà confrontarsi con il male, un lupo cattivo che vive in una casa immersa nel buio (lo stesso schema era presente anche nel primo film). James Wan non è preoccupato dall’assenza di vera originalità del tutto, finché il tutto funziona, e con questa spensieratezza si concede alcuni siparietti comici che si inseriscono bene, per contrasto, nella cupezza generale. Riesce inoltre a conferire personalità stilistica al suo dittico – del quale è già stato annunciato un terzo capitolo – rendendo riconoscibili e personali entrambi gli episodi. Restiamo in attesa della svolta, ma la strada finora percorsa non è tempo perso.
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