albert
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sabato 26 luglio 2025
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ottimo gosling
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Il film di Derek Cianfrance è due volte sorprendente:1) al suo terzo lungometraggio, il regista dimostra un talento indiscutibile che, però, va indirizzato meglio 2) E' allucinante come un film che per 1h 30' circa funziona alla grande, sia brutalizzato nella parte finale. Vi sono tre fili narrativi che si intrecciano sia per il persistere o meno di certi personaggi, sia mantenendo in vita la storia quindici anni dopo, coinvolgendo i due figli coetanei dei due protagonisti, scelta completamente perdente. La prima è la storia di un motociclista, che, per mantenere il figlio, diventa rapinatore di banche. Poi i riflettori si spostano su un poliziotto imtegerrimo che, inseguendo il motociclista dopo una rapina, finisce per ucciderlo.
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Il film di Derek Cianfrance è due volte sorprendente:1) al suo terzo lungometraggio, il regista dimostra un talento indiscutibile che, però, va indirizzato meglio 2) E' allucinante come un film che per 1h 30' circa funziona alla grande, sia brutalizzato nella parte finale. Vi sono tre fili narrativi che si intrecciano sia per il persistere o meno di certi personaggi, sia mantenendo in vita la storia quindici anni dopo, coinvolgendo i due figli coetanei dei due protagonisti, scelta completamente perdente. La prima è la storia di un motociclista, che, per mantenere il figlio, diventa rapinatore di banche. Poi i riflettori si spostano su un poliziotto imtegerrimo che, inseguendo il motociclista dopo una rapina, finisce per ucciderlo. Il primo è interpretato da un ottimo Gosling che rende molto bene le debolezze di un personaggio che si lascia trascinare dagli avvenimenti, privo di un carattere deciso. Il secondo è interpretato da un bravo Bradley Cooper, poliziotto che rischia la vita, per non diventare corrotto come altri suoi colleghi. Cooper riesce a rendere credibile un personaggio la cui integrità ha dell'inverosimile. Fino a qui il film procede con un buon ritmo narrativo e sembra che tutto funzioni, ma la parte finale dove protagonisti diventano i figli, avrebbe dovuto essere solo accennata. Aggiungere altri quaranta minuti, senza avere più niente da dire di significativo, pur di mostrare come ciò che fanno i padri si possa riverberare sui figli, proprio non ha minimamente funzionato.
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paolp78
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venerdì 22 luglio 2022
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legami indissolubili ben celebrati
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Pellicola davvero notevole dell’americano Derek Cianfrance, che si divide di fatto in tre capitoli che formalmente presentano diverse tematiche, storie e protagonisti, ma che restano legati in modo forte l’uno all’altro.
Il film racconta vari accadimenti, ma in realtà l’opera si incentra nella celebrazione del legame tra padre e figlio, di cui è rimarcata l'idissolubilità: la così detta voce del sangue, che riesce sempre a farsi sentire. Questo argomento delicatissimo viene affrontato toccando le corde giuste dentro un impianto narrativo complesso ed ottimamente costruito, fatto di scelte difficili, di tormenti interiori, di sentimenti contrastanti e di avvenimenti del passato che riaffiorano.
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Pellicola davvero notevole dell’americano Derek Cianfrance, che si divide di fatto in tre capitoli che formalmente presentano diverse tematiche, storie e protagonisti, ma che restano legati in modo forte l’uno all’altro.
Il film racconta vari accadimenti, ma in realtà l’opera si incentra nella celebrazione del legame tra padre e figlio, di cui è rimarcata l'idissolubilità: la così detta voce del sangue, che riesce sempre a farsi sentire. Questo argomento delicatissimo viene affrontato toccando le corde giuste dentro un impianto narrativo complesso ed ottimamente costruito, fatto di scelte difficili, di tormenti interiori, di sentimenti contrastanti e di avvenimenti del passato che riaffiorano. La narrazione particolarmente potente sul piano sentimentale, culmina in un finale estremamente struggente.
Sono trattate anche altre tematiche alte, quali la giustizia ed il destino, ma senza fastidiosi intenti pedagogici.
Bravissimo Cianfrance a scegliere uno stile registico capace di enfatizzare gli aspetti interiori ed introspettivi della storia.
Come detto il film è diviso in tre parti. La prima, seppur caratterizzata da importanti tematiche sentimentali ed affettive, comprende anche non poche scene d’azione molto adrenaliniche ed ha come protagonista Ryan Gosling, sicuramente adatto alla parte. L’altro interprete di maggior richiamo è Bradley Cooper, che si scambia il testimone con Gosling in una delle scene chiave del film e che è il protagonista del secondo capitolo, quello emotivamente meno potente ed anche narrativamente meno interessante. L’opera è chiusa da una terza parte che si svolge a 15 anni di distanza dalle prime due e che rievoca gli accadimenti del passato.
L’ottimo cast prevede anche il giovane Dane DeHaan che è il protagonista dell’ultimo capitolo, in cui l’altro ruolo di rilievo è affidato al meno noto Emory Cohen; la bella Eva Mendes presente dall’inizio alla fine ma soprattutto nella prima parte, insieme con i bravissimi Mahershala Ali e Ben Mendelsohn, autori di prove molto convincenti; ed infine Ray Liotta, che nel capitolo di mezzo ricopre il ruolo, per lui non nuovo, del poliziotto poco ligio alle regole.
Musiche molto piacevoli e perfettamente sincronizzate con lo spirito dell’opera.
Meglio il titolo scelto per la versione italiana, che quello originale.
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fabio 3121
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lunedì 4 maggio 2020
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sceneggiatura forzata!
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il film si sviluppa in 3 parti: la prima vede come protagonista un motocilista/rapinatore di banche (Ryan Gosling); la seconda un poliziotto (Bradley Cooper); la terza – dopo 15 anni – i 2 ragazzi, figli dei predetti. Se le prime due parti sono passabili anche se a tratti molto lente, la terza parte della storia è frutto di una sceneggiatura fin troppo forzata al punto da far diventare amici i 2 ragazzi che si conoscono per caso a scuola e che verranno a conoscere tragicamente la storia dei loro padri. Ritengo il film molto sopravvalutato sia nelle recensioni della critica che del pubblico. Cast di attori discreto ma per il resto lo trovo un film appena sufficiente appesantito in ogni caso da una eccessiva durata.
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il film si sviluppa in 3 parti: la prima vede come protagonista un motocilista/rapinatore di banche (Ryan Gosling); la seconda un poliziotto (Bradley Cooper); la terza – dopo 15 anni – i 2 ragazzi, figli dei predetti. Se le prime due parti sono passabili anche se a tratti molto lente, la terza parte della storia è frutto di una sceneggiatura fin troppo forzata al punto da far diventare amici i 2 ragazzi che si conoscono per caso a scuola e che verranno a conoscere tragicamente la storia dei loro padri. Ritengo il film molto sopravvalutato sia nelle recensioni della critica che del pubblico. Cast di attori discreto ma per il resto lo trovo un film appena sufficiente appesantito in ogni caso da una eccessiva durata.
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maria2501
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mercoledì 8 agosto 2018
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come un tuono
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Uno dei film più belli che apre gli occhi su una realtà trascurata da tanti, la parte occulta delle forze armate, l'ipocrisia immorale che viola e va contro ogni forma di giustizia
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jacopo
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venerdì 16 febbraio 2018
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vorrei rinascere luke glanton
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Il personaggio principale è scritto molto bene, su misura per Rayan Gosling.
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andrej
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giovedì 29 giugno 2017
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un film ambizioso e velleitario
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A dire la verita', dopo aver letto le recensioni mi sarei aspettato parecchio di piu' da questa pellicola. Non dico che sia un brutto film e che a una prima visione non possa interessare e lasciarsi guardare tranquillamente. Ma, a mio parere, non e' certo quel filmone che dicono alcuni. Lo vorrebbe essere, aspira chiaramente ad esserlo (come dimostra la sua concezione ambiziosa, che unisce ben tre storie articolate e complesse, tali da poter fornire ognuna materiale sufficiente per il soggetto di un film) ma poi, per inadeguatezze di regia e sceneggiatura, finisce per "metter troppa carne al fuoco", non sviluppando in modo adeguato nessuna delle tre storie che lo compongono e rivelandosi ripetutamente incerto sulla direzione da prendere e sulle priorita' da seguire.
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A dire la verita', dopo aver letto le recensioni mi sarei aspettato parecchio di piu' da questa pellicola. Non dico che sia un brutto film e che a una prima visione non possa interessare e lasciarsi guardare tranquillamente. Ma, a mio parere, non e' certo quel filmone che dicono alcuni. Lo vorrebbe essere, aspira chiaramente ad esserlo (come dimostra la sua concezione ambiziosa, che unisce ben tre storie articolate e complesse, tali da poter fornire ognuna materiale sufficiente per il soggetto di un film) ma poi, per inadeguatezze di regia e sceneggiatura, finisce per "metter troppa carne al fuoco", non sviluppando in modo adeguato nessuna delle tre storie che lo compongono e rivelandosi ripetutamente incerto sulla direzione da prendere e sulle priorita' da seguire. Si ha davvero l’impressione che si sia voluto strafare, dimostrandosi pero’ palesemente impari al compito datosi e che il film ambisca ad essere troppe cose (la storia di un rapinatore improvvisato e sfortunato, la storia di alcuni poliziotti corrotti e di uno meno disonesto e piu’intelligente e ambizioso degli altri, la storia di due adolescenti di estrazione sociale diversa ma entrambi disadattati e problematici) senza pero’ riuscire ad essere compiutamente nessuna di esse. La prima vicenda e' sicuramente la piu' interessante fra le tre e per me sarebbe stato assai meglio limitarsi a sviluppare pienamente quella. Tuttavia anche li' la scarsa espressivita' del protagonista, Ryan Gosling (come sempre bello e straordinariamente inespressivo), costituisce un difetto non certo trascurabile. In conclusione: un film che si puo’ guardare, ma da cui non aspettarsi troppo: si resterebbe quasi certamente delusi.
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dario
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domenica 13 marzo 2016
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incerto
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C'è una parte centrale ben diretta e ben fatta, ma l'insieme è povero di sceneggiatura, sbanda, non sa che pesci prendere, si perde nella banalità.
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filippomorando
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martedì 7 aprile 2015
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inaspettatamente intenso e toccante
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Un film intenso, a tratti adrenalinico, a tratti toccante e malinconico. Da non perdere.
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onufrio
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domenica 22 febbraio 2015
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le via della vita
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Luke ed Avery non si conoscono, uno è un ottimo motociclista che lavora in un circo esibendosi nella famosa gabbia, l'altro è un poliziotto; il destino metterà i nostri due protagonisti l'uno di fronte all'altro, i risvolti saranno drammatici e a distanza di 15 anni i conti rimangono ancora aperti, e certe ferite sono difficili da scordare, ognuno di sè si porta addosso le cicatrici dei propri sbagli, sarà il tempo a mettere chiarezza a tutto.
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gianleo67
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giovedì 12 febbraio 2015
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epica minimalista di destini incrociati
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Motociclista acrobata e girovago, Luke Glanton decide di fermarsi nella città dove vive la donna da cui ha avuto un figlio e che nel frattempo si e messa con un'altro uomo. Senza soldi e senza prospettive, Luke inizia a rapinare banche con la speranza di farsi carico dei suoi doveri di padre. Ucciso durante un conflitto a fuoco da un giovane e idealista poliziotto che farà carriera come procuratore legale, lascerà un figlio che, una volta cresciuto, scoprirà di dover regolare antichi conti in sospeso.
Dopo l'exploit più che convincente su di una complicata relazione sentimentale e familiare nell'America romantica e provinciale di 'Blue Valentine', Derek Cianfrance ritrova nel biondo e tormentato dioscuro di Ryan Gosling il cavaliere impavido e tutt'altro che immacolato di una rinnovata epica dei sentimenti e dei destini che ci conducono al di là delle pianure di Pini (nome in lingua Mohawk per la cittadina di Schenectady) dove sembra essersi definitivamente arenata la speranza, illusoria e residuale, di un agonizzante sogno americano.
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Motociclista acrobata e girovago, Luke Glanton decide di fermarsi nella città dove vive la donna da cui ha avuto un figlio e che nel frattempo si e messa con un'altro uomo. Senza soldi e senza prospettive, Luke inizia a rapinare banche con la speranza di farsi carico dei suoi doveri di padre. Ucciso durante un conflitto a fuoco da un giovane e idealista poliziotto che farà carriera come procuratore legale, lascerà un figlio che, una volta cresciuto, scoprirà di dover regolare antichi conti in sospeso.
Dopo l'exploit più che convincente su di una complicata relazione sentimentale e familiare nell'America romantica e provinciale di 'Blue Valentine', Derek Cianfrance ritrova nel biondo e tormentato dioscuro di Ryan Gosling il cavaliere impavido e tutt'altro che immacolato di una rinnovata epica dei sentimenti e dei destini che ci conducono al di là delle pianure di Pini (nome in lingua Mohawk per la cittadina di Schenectady) dove sembra essersi definitivamente arenata la speranza, illusoria e residuale, di un agonizzante sogno americano. Nella classicità di un impianto narrativo segnato dal passaggio di testimone di un tragico incrocio di destini e scandito dalle storie parallele e fatali di una coppia di buoni padri di famiglia per vie traverse, Cianfrance ordisce una storia fluviale (220 minuti) di passioni romantiche dove la misura dell'ineluttabile, più che nel senso di una inevitabile vendetta, si gioca sul riscatto di una colpa in cui il dovere e la paternità sembrano essere i soli valori umani e sociali in grado di ridare speranza e dignità ad una nazione che ha smarrito, nel malaffare e nella corruzione, la strada maestra della salvezza e del progresso tracciata dai suoi padri fondatori. Nell'esemplarità di contrapposte vicende sociali, laddove al nomadismo sradicato di un Gosling tanto bello quanto maledetto (Steve Mcqueen docet!) si contrappone il saldo radicamento civile di un poliziotto-avvocato della buona borghesia interpretato dall'ingenuo e pulitino Bradley Cooper, si ritrova la semplicità di un cinema che procede come un fulmine attraverso la strada sterrata di un minimalismo dei sentimenti e dei valori che rischia di schiantarsi come un tuono nelle trappole della mistica edificante e del consolatorio, ma che pure trova la giusta misura grazie alla solidità di una sceneggiatura senza fronzoli, all'egregia prova degli attori (Gosling una spanna sopra gli altri) e nella calibrata sobrietà del montaggio. Autore di un cinema che elegge la provincia ed i suoi mali (l'endemica disoccupazione, la violenza, la corruzione politico-giudiziaria) come riconoscibile scenografia per un'epica romantica e minimalista che lascia sempre l'amaro in bocca, l'autore di Blu Valentine segna un'altra tacca a favore di una intramontabile stagione del cinema americano che piega il genere alle proprie ambizioni ed urgenti necessità interiori, dimostrando come la vocazione cara a Bogdanovich ('The Last Picture Show' - 1971) si tramandi ancora grazie a lui ed a pochi altri come Alexander Payne ('Nebraska' - 2013) e Denis Villeneuve ('Prisoners' - 2013). Straordinaria la fotografia in esterni di Sean Bobbitt (collaboratore fisso di Steve McQueen, il regista s'intende!) e bellissime le musiche originali di Mike Patton e quelle non originali come la romantica e struggente 'Please Stay' di Burt Bacharach nella cover dei 'The Cryin’ Shames'.
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