La regola del silenzio - The Company You Keep

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Un film di Robert Redford. Con Robert Redford, Shia LaBeouf, Julie Christie, Sam Elliott.
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Titolo originale The Company You Keep. Thriller, durata 117 min. - USA 2012. - 01 Distribution uscita giovedì 20 dicembre 2012. MYMONETRO La regola del silenzio - The Company You Keep * * * - - valutazione media: 3,10 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
fabio 3121 mercoledì 24 marzo 2021
un uomo innocente in fuga dal suo oscuro passato Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
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il film racconta la vita normale che ora svolgono alcuni membri del gruppo "Weather Undergroun" che a cavallo tra gli anni '60 e '70 costuiva una organizzazione pacifista contraria alla guerra in Vietnam. Poichè durante le manifestazioni di protesta vi era stato anche un episodio di rapina ad una banca con morte di una guardia giurata, l'FBI a distanza di 30 anni continua la sua ricerca di quelli che sono oramai dei latitanti. Tra questi viene arrestata una casalinga Sharon Solarz (Susan Sarandon) e, tramite lo scoop del giovane giornalista Ben Shepard (Shia LaBeouf) dell'Albany Suntime, si scopre che l'avvocato Jim Grant (Robert Redford) altri non è che Nick Sloan. [+]

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paolp78 sabato 29 giugno 2024
operazione nostalgia debole e sbiadita Valutazione 2 stelle su cinque
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No
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Pellicola pienamente nelle corde del regista Robert Redford, che si cimenta sul campo a lui congeniale degli ideali radicali e della lotta studentesca, tematica che viene affrontata a decenni di distanza al fine di rivalutare, correggere ma comunque non totalmente condannare le ideologie di un tempo. Come in numerose altre pellicole (molte delle quali hanno visto la partecipazione di Redford come interprete se non anche come regista), la narrazione è ispirata da idee anti-governative e si cerca di proporre letture alternative in favore dei movimenti pacifisti e studenteschi di sinistra.
Il film tuttavia non convince e particolarmente non funziona l’operazione nostalgia, con cui si tenta di fare appassionare gli spettatori di oggi a questioni e tematiche ormai dimenticate, peraltro senza richiamarne il contenuto in modo profondo e viscerale, ma restando in superficie e compiendo quindi un’operazione insipida e poco ficcante. [+]

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gianleo67 sabato 3 agosto 2013
la deriva 'buonista' del cinema liberal Valutazione 3 stelle su cinque
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No
100%

Dopo 30 anni dalla tragica rapina in banca che costò la vita ad una guardia giurata, l'FBI stringe il cerchio attorno ai componenti del braccio armato di una organizzazione di protesta civile contro la guerra in Vietnam, divenuti nel frattempo insospettabili cittadini dalla vita irrepresensibile. Tra questi un brillante penalista vedovo e con figlia al seguito che, smascherato dall'intraprendenza di un giovane 'chronicler' locale, si dà alla macchia cercando di ritrovare la sua vecchia compagna d'armi e d'amore di un tempo e con essa la verità su quel tragico episodio da cui si dichiara estraneo. Finale consolatorio ed edificante.
Attraverso il contributo di una sceneggiatura di calibrata complessità, frutto della indiscussa professionalità della tradizione hollywoodiana (ma non era cinema indipendente?), Redford imbastisce un thriller d'azione che strizza l'occhio da un lato alle dinamiche orizzontali dei film di impegno civile degli anni '70 ('Tutti gli uomini del Presidente'- 1976 - A. [+]

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jayan domenica 13 gennaio 2013
alla ricerca della verità e di se stessi Valutazione 5 stelle su cinque
42%
No
58%

Ancora un film capolavoro di Robert Redford, con lui che interpreta la parte del protagonista, l'avvocato Grant, e Julie Christie che interpreta una parte di coprotagonista, che appare nel finale ma è come la ciliegina sulla torta. Un gruppo di amici che avevano partecipato alle proteste contro la guerra del Vietnam, dopo 32 anni, si incontrano di nuovo, non per loro scelta ma perché in parte accusati dell'omicidio di una guardia di sicurezza durante una rapina a una banca, effettuata per fare soldi e finanziare la loro picoola rivoluzione. Erano idealisti e ora sono divenuti professionisti, gente rispettata e completamente insospettabile. Un giornalista indaga sulle loro vite, in particolare su quella di Grant. [+]

[+] commento (di silver47)
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theciddons venerdì 4 gennaio 2013
il viaggio conclusivo di una generazione! Valutazione 3 stelle su cinque
33%
No
67%

Redford tenta l'esperiemento, riuscito, di portare sullo schermo la generazione, le battaglie e le proteste del '68 impiantate nell'odierna società globalizzata. Una generazione americana che, agli occhi del regista, ha fondamentalmente perduto lo scontro con il "potente" ed è stata costretta a ritornare, di sotterfugio, all'interno del sistema con un lavoro normale e una famiglia normale, lontano dai riflettori. Una sopravvivenza lunga 40 che torna, inevitabilmente, a presentare il conto. Una piccola crepa morale che cresce e cresce e alla fine rende impossibile continuare la vita "normale". E da questo presupposto si sviluppa il complesso intreccio narrativo all'interno del quale si muovono il vecchio (troppo a dir la verità per il personaggio interpretato) ed il giovane e ambizioso giornalista Shia LeBoeuf che dovrà compiere anch'egli un personale viaggio esteriore ed interiore per comprendere infine quali sono i suoi valori morali. [+]

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andrea bazzarini mercoledì 2 gennaio 2013
la regola del silenzio Valutazione 3 stelle su cinque
14%
No
86%

Robert Redford fotografa con un affresco impressionista la sua visione dell'America contemporanea, democratica e con uno sguardo incendiario a ricordare epoche passate cercando di cambiare il mondo. I giorni che passano, gli occhiali dalla montatura di corno sono sempre gli stessi, ora ci sono Twitter e le email ma il giornalista naif e d'assalto non ne ha bisogno, come allora gli bastano una biro, un taccuino e un diner dove intrattenere relazioni sociali vitali.
I tre giorni del Condor di Shia LaBeouf rincorrono nel Michigan una storia vecchia di 40 anni, annebbiata negli anni '70, quando il vecchio e arzillo avvocato Bob aveva un'altra identità, un'altra vita, gli stessi ideali e forse una colpa non ancora pagata che Susan Sarandon fa tornare a galla. [+]

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filippo catani lunedì 31 dicembre 2012
un bel film a marca redford Valutazione 4 stelle su cinque
34%
No
66%

Una vecchia attivista di un movimento terrorista viene arrestata a trent'anni da un colpo in banca che causò la morte di una guardia giurata. Questo evento metterà in allarme gli altri membri del gruppo che non sono stati arrestati. Un giornalista intanto cercherà di fare luce sugli eventi presenti e passati.
Sgombrando il campo da ogni equivoco diciamo subito che questo film trasuda Redford in ogni sua parte e, come spesso avviene nei suoi film più "impegnati", lo svolgimento della trama viene superato dal messaggio che è insito nella pellicola. Fino a che punto si è disposti a rischiare per le proprie idee politiche? Fino a che punto si è disposti ad arrivare una volta imboccata la strada della lotta armata? E soprattutto si è disposti a rifarsi completamente una nuova identità cercando di vivere più anonimamente possibile?. [+]

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cinemascoop.altervista.org sabato 8 settembre 2012
il film dei no-global Valutazione 3 stelle su cinque
47%
No
53%

Il settantacinquenne attore e regista americano si è affacciato in laguna (per la prima volta) ed ha presenziato alla proiezione della sua ultima fatica. Pur essendo fuori concorso, "The Company You Keep" ha attratto le attenzioni di pubblico e mass-media sia per il fatto che Redford non era mai sbarcato al lido prima d’ora sia per il cast di grande glamour. Che il tutor del Sundance Film Festival fosse politicamente schierato a favore dei Democratici era cosa già nota; nella conferenza stampa di presentazione il regista ha anche motivato il suo appoggio alla candidatura di Obama per le prossime elezioni presidenziali. Le idee politiche di Redford sono spudoratamente e candidamente manifestate anche nel suo film. [+]

[+] sgangherato (di cocca 46)
[+] un film che riabilita gli ideali degli anni 70 (di sergiolino63)
[+] pop corn (di pressa catozzo)
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mafaldita22 sabato 5 gennaio 2013
meglio sarandon di christie Valutazione 3 stelle su cinque
9%
No
91%

Tre stelle sono tante... Diciamo che per me è da 6,5. Il film è ben fatto ed ha dei buoni propositi. Scorre molto bene fino ad un certo punto.... quando entra in scena Mimi, il personaggio interpretato da Julie Christie, sia per l'interpretazione dell'attrice (troppo poco credibile, botulinata com'è, nei panni della pasionaria che non cede) che per la mancanza di spessore nei dialoghi. Frasi scontate e senza niente di nuovo. Molto meglio il personaggio interpretato da Susan Sarandon, in tutti i sensi. Il problema è che, ad un certo punto della storia, Mimi/Christie diventa importante, centrale, ed il film cade, senza appello, nella banalità e diventa scontato. [+]

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muttley72 giovedì 3 gennaio 2013
film un po' fiacco Valutazione 2 stelle su cinque
14%
No
86%

La storia narrata nel film è molto lineare (per non dire banale): tutto scaturisce dall'arresto di una ex terrorista (che in pratica si costituisce, per rimorso, dopo 30 anni) che negli anni '60 faceva parte di una organizzazione (formata da cittadini statunitensi) contraria alla guerra in Vietnam e protagonista di alcuni attentati/rapine. L'organizzazione è ormai da decenni sciolta e parte dei membri (quelli accusati di crimini non prescritti, suppongo) sono da sempre latitanti sotto falso nome, vivendo vite normali. Dall'arresto della "pentita" nasce una indagine giornalistica ad opera di un giovane reporter, il quale smaschera (per caso) un altro membro dell'organizzazione (accusato dell'omicidio di una guardia giurata commessa durante una rapina a cui aveva partecipato anche la "pentita") e da anni latitante (interpretato da R. [+]

[+] cui prodest? (di asphalto)
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