marione
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martedì 18 novembre 2014
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che delusione!
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Ho sempre apprezzato molto i film di Verdone, alcuni li ho trovati entusiasmanti, ma questo è davvero brutto, sciatto, mediocre e un po' volgare, strizza l'occhio a un pubblico molto semplice al quale strappa grasse risate con una serie di espedienti scenografici scontati e datati e una recitazione forzata e spesso sopra le righe. Ma come ha fatto un grande come Verdone a dirigere e interpretare un film così? Stupisce anche la brutta prova di Giallini e Favino, travolti dalla mediocrità generale del film, che ben altra migliore prova hanno dato altrove, ad esempio nell'ottimo ACAB, peraltro girato nello stesso periodo. Mi riprometto di vedere presto "sotto una buona stella" per verificare se è solo un inciampo oppure Verdone ha proprio perso la magica ispirazione.
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Ho sempre apprezzato molto i film di Verdone, alcuni li ho trovati entusiasmanti, ma questo è davvero brutto, sciatto, mediocre e un po' volgare, strizza l'occhio a un pubblico molto semplice al quale strappa grasse risate con una serie di espedienti scenografici scontati e datati e una recitazione forzata e spesso sopra le righe. Ma come ha fatto un grande come Verdone a dirigere e interpretare un film così? Stupisce anche la brutta prova di Giallini e Favino, travolti dalla mediocrità generale del film, che ben altra migliore prova hanno dato altrove, ad esempio nell'ottimo ACAB, peraltro girato nello stesso periodo. Mi riprometto di vedere presto "sotto una buona stella" per verificare se è solo un inciampo oppure Verdone ha proprio perso la magica ispirazione.
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gigin1002
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lunedì 29 aprile 2013
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bello ! ma non è uno dei migliori del gran carlo !
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Allora : Il film è bello senza dubbio e si vede che è uno di Verdone , ma ce ne sono migliori con lui , questo sarà in sesta\settima posizione su tutti quelli che ha fatto . L'unico difetto è quello che si ride poco ma a scene è divertente . Un bel cast dai , proprio eccellente poi c'è pure Dlane Fleri che è brava e fa la parte della moglie separata . Si mescolano ; Risate , Riflessioni e La storia d'amore tra Carlo Verdone e Micaela Ramazzotti .
Tre separati (Carlo Verdone , Marco Giallini e Pierfrancesco Favino) vivono insieme in cerca di soldi , ma la casa è un pò mal-conciata e poi si aggiunge anche l'infermiera ( Micaela Ramazzotti ) che per caso viene a curare Domenico (uno dei tre separati ) e lei e Carlo s'innamorano , poi Giallini tenta sempre la fortuna con il gratta e vinci , e c'è Favino che ha una storia d'amore con una ricchissima e bellissima attrice .
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Allora : Il film è bello senza dubbio e si vede che è uno di Verdone , ma ce ne sono migliori con lui , questo sarà in sesta\settima posizione su tutti quelli che ha fatto . L'unico difetto è quello che si ride poco ma a scene è divertente . Un bel cast dai , proprio eccellente poi c'è pure Dlane Fleri che è brava e fa la parte della moglie separata . Si mescolano ; Risate , Riflessioni e La storia d'amore tra Carlo Verdone e Micaela Ramazzotti .
Tre separati (Carlo Verdone , Marco Giallini e Pierfrancesco Favino) vivono insieme in cerca di soldi , ma la casa è un pò mal-conciata e poi si aggiunge anche l'infermiera ( Micaela Ramazzotti ) che per caso viene a curare Domenico (uno dei tre separati ) e lei e Carlo s'innamorano , poi Giallini tenta sempre la fortuna con il gratta e vinci , e c'è Favino che ha una storia d'amore con una ricchissima e bellissima attrice . Questa è una trama carina . A fine io ci do un bel 6.5\10 e 3\5 .
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xantoflores
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venerdì 4 gennaio 2013
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peccato
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Amo moltissimo Verdone, e apprezzo molto sia Favino che Giallini, ma questo film mi ha veramente deluso. Non mi ci metto neppure a tentare di scrivere una recensione prolissa. Il film è debole, raffazzonato, anemico. Avrebbe bisogno del Viagra assunto dal bravo Giallini per alzarsi un pò, dal livello di assoluta mediocrità, A Verdone ho perdonato alcune "scivolate"... non tutte le ciambelle vengono col buco, ma questo film è come i biscotti della cardiologa: immangiabile.
Provaci ancora Carlo! La prossima volta non potrà che essere meglio di questa.
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muttley72
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sabato 22 dicembre 2012
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si torna ai livelli di "al lupo al lupo"
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Se penso ai film di Verdone non posso non riconoscere la bravura dimostrata in passato non solo nel recitare, ma anche nello scegliere quei mitici "caratteristi" (Brega e co.) e nel creare quelle belle storie che fanno dei suoi primi film dei veri capolavori della commedia italiana...mi riferisco a: "Un sacco bello", "Bianco rosso e verdone", "Borotalco", "Acqua e sapone" e "Troppo forte", poi ci sono altri film successivi che mi sono piaciuti, ma non così tanto o che no mi sono piacuiti affatto ("Compagni di scuola", "io e mia sorella", e tutti i film successivi), vuoi perchè l'attore ormai si auto-citava, vuoi perchè invece aveva cambiato si lo "stile" nei suoi film (ma con lo stile nuovo i film non mi piacevano).
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Se penso ai film di Verdone non posso non riconoscere la bravura dimostrata in passato non solo nel recitare, ma anche nello scegliere quei mitici "caratteristi" (Brega e co.) e nel creare quelle belle storie che fanno dei suoi primi film dei veri capolavori della commedia italiana...mi riferisco a: "Un sacco bello", "Bianco rosso e verdone", "Borotalco", "Acqua e sapone" e "Troppo forte", poi ci sono altri film successivi che mi sono piaciuti, ma non così tanto o che no mi sono piacuiti affatto ("Compagni di scuola", "io e mia sorella", e tutti i film successivi), vuoi perchè l'attore ormai si auto-citava, vuoi perchè invece aveva cambiato si lo "stile" nei suoi film (ma con lo stile nuovo i film non mi piacevano).
Eccezione (molto) positiva nei film successivi fu "Al lupo al lupo" (ottimo film, addirittura commuovente) e solo discreti furono (malgrado si ritornasse "al vecchio" col rischio di auto-citazione, ma qui era perdonata perchè si rivedevano i mitici personaggi che mancavano da tempo) furono "Viaggi di nozze" e "Gallo cedrone", nonchè "C'era un cinese in coma".
Questo nuovo film mi è piaciuto, perchè la trama affronta problematiche attuali ed è ben costruita e fluida, gli attori protagonisti non sfigurano, anzi padroneggiano i loro ruoli, segno che sono stati scelti in modo azzeccato. Certo Verdone ormai da anni recita col suo solito stile, ma (con le debite distanze) lo fanno ormai da anni anche Pacino e De Niro...Per me la pellicola segna un nuovo "punto alto" dei film di Carlo Verdone (riuscendo ad essere uno dei migliori tra i film successivi agli "eccezionali" primi 4/5) meritando quindi 3 stelle piene.
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andrea giostra
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martedì 11 dicembre 2012
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caricaturale.
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Oramai da anni Verdone non ha più nulla da dire al cinema italiano. E' diventato la caricatura di se stesso, a tratti patetico e ridicolo. Ci vuole un grandissimo sforzo per vedere questo "film" fino alla fine. Un buon esempio per capire cos'è un pessimo film che non ha nulla, ma proprio nulla da dire. Gli attori sono bravi, ma la storia non regge neanche un secondo.
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onufrio
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venerdì 30 novembre 2012
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commedia dei nostri giorni
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Piacevole commedia di Carlo Verdone, la crisi ai nostri giorni. E' la storia di tre uomini, tutti e tre divorziati e caduti in declino nel mondo del lavoro, con figli da mantenere e assegni di mantenimento alle mogli. Il trio è ben assortito, Giallini si esalta in questo ruolo cucito addosso a lui; Micaela Ramazzotti semplicemente stupenda.
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billyjo3
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giovedì 29 novembre 2012
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il più grande autore comico del cinema italiano
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Costretti dai problemi familiari ed economici, un ex produttore musicale, un critico cinematografico ed un agente immobiliare si troveranno ad affrontare la tragicomica esperienza della convivenza. Sarà un'avventura che lascerà un segno nella loro vita, e che soprattutto, servirà ad ognuno di essi di trovare la scintilla necessaria per tornare a sperare. L'autore/attore Verdone torna al cinema due anni dopo "Io, loro e Lara" con questa nuova spumeggiante commedia dal lontano sapore monicelliano, rispolverando la grande farsa sociale e regalando un significativo saggio di comunicabilità d'insieme. Rende omaggio al cinema del dopoguerra, alla grande commedia neorealista e al sapore agrodolce di fine '50.
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Costretti dai problemi familiari ed economici, un ex produttore musicale, un critico cinematografico ed un agente immobiliare si troveranno ad affrontare la tragicomica esperienza della convivenza. Sarà un'avventura che lascerà un segno nella loro vita, e che soprattutto, servirà ad ognuno di essi di trovare la scintilla necessaria per tornare a sperare. L'autore/attore Verdone torna al cinema due anni dopo "Io, loro e Lara" con questa nuova spumeggiante commedia dal lontano sapore monicelliano, rispolverando la grande farsa sociale e regalando un significativo saggio di comunicabilità d'insieme. Rende omaggio al cinema del dopoguerra, alla grande commedia neorealista e al sapore agrodolce di fine '50. Il suo è un ritratto all'inverso di un'Italia speranzosa ma senza certezze, volenterosa di buttarsi alle spalle il periodo nero della crisi economica e di tornare a gioire per le piccole cose. I suoi personaggi sono ottimamente interpretati e ben dosati nel quadro generale, incastonati l'un l'altro in un malinconico e divertente disegno ben congeniato: Giallini, Favino e Verdone regalano non pochi momenti di esilarante esplosione comica, aiutati dall'indubbio talento tecnico e dalla precisione dei tempi d'azione. Ci si diverte, e anche tanto, ma si vive anche di attimi malinconici, profondamente radicati nella maturità che il Verdone autore sta da qualche anno ormai attraversando. Il regista romano ha imparato con il tempo a dosare meglio il suo ruolo all'interno dei propri film, lasciando tempo e spazio anche ai suoi co-protagonisti di agire indisturbati, e riuscendo così a mettere in evidenza piccoli e grandi contrasti caratteriali, enormi e lampanti deformazioni sociali. Uno dei pochi autori ancora in grado di far vivere la commedia italiana dei grandi problemi che attanagliano il paese, volutamente messi alla berlina per cancellare il loro spauracchio e forse esorcizzare lo spettro di un futuro ancora più buio. Lo stucchevole e moralista finale è solo la conclusione non degna di un film che merita sicuramente molta attenzione, che ci restituisce, dopo un paio di colpi mandati a vuoto, forse il più grande autore comico del cinema italiano contemporaneo.
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cenox
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lunedì 15 ottobre 2012
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buona commedia senza veri e propri spunti
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Quest'ultimo film ripecchia il Verdone (regista e attore) degli ultimi tempi: la storia, una commedia un po' malinconica, tratta di tre padri ed ex mariti, che non riescono a lasciarsi alle spalle un passato fatto di successi, che si contrasta col presente fatto di ristrettezze e tristezze soprattutto in campo sentimentale. Il film non è male, ma sembra mancare quello spunto per cui la pellicola rimane veramente impressa nella mente per quello che succede. Molto bravi i tre protagonisti (Verdone come al solito ma anche Giallini) che caratterizzano i loro personaggi con espressioni ed emozioni vere.
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liuk!
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domenica 16 settembre 2012
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simpatico
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Sufficienza piena per la nuova commedia di Verdone che non entusiasma ma non delude. Ritmo veloce, qualche battuta che fa ridere (la scena del furto su tutte) ed il classico finale agrodolce che ultimamente il regista romano inserisce un po' ovunque.
Da notare la somiglianza sia fisica che recitativa tra Michela Ramazzotti e la grande Monica Vitti, che evidentemente la moglie di Virzì ha preso come modello.
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valentinaorsini
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venerdì 24 agosto 2012
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in piedi, ma pur sempre in paradiso...
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Qualcuno amava definire la commedia, quella italiana, come un genere in grado di trattare e raccontare con ironia, delle storie drammatiche. Quell'uomo si chiamava Mario Monicelli...
Non è mai facile parlare di un film che vuole appartenere a quel filone, radioso e così terribilmente compianto, che ha fatto del nostro cinema un assoluto protagonista. Quando si pensa alla Commedia all'italiana si torna a ripercorrere quello splendido "scorcio" che si svela sul finire degli anni '50 e si rimargina pian piano negli anni '80. Dopo i grandi Mario Monicelli, Pietro Germi, Luigi Comencini, Antonio Pietrangeli, Luciano Salce, Luigi Zampa e altri non meno importanti, questo genere è andato lentamente a "morire" insieme ai loro "padri".
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Qualcuno amava definire la commedia, quella italiana, come un genere in grado di trattare e raccontare con ironia, delle storie drammatiche. Quell'uomo si chiamava Mario Monicelli...
Non è mai facile parlare di un film che vuole appartenere a quel filone, radioso e così terribilmente compianto, che ha fatto del nostro cinema un assoluto protagonista. Quando si pensa alla Commedia all'italiana si torna a ripercorrere quello splendido "scorcio" che si svela sul finire degli anni '50 e si rimargina pian piano negli anni '80. Dopo i grandi Mario Monicelli, Pietro Germi, Luigi Comencini, Antonio Pietrangeli, Luciano Salce, Luigi Zampa e altri non meno importanti, questo genere è andato lentamente a "morire" insieme ai loro "padri". Così, oggi, nel mezzo di questa incomprensibile e triste spirale di nulla e volgarità, fatta di Cinepanettoni e obbrobri senza stagioni, c'è qualcuno che riesce ancora a risollevare le attese di pubblico e critica, con un modo di intendere il cinema sulla scia di quello che i "grandi" in passato hanno saputo fare.
Carlo Verdone torna, con Posti in piedi in paradiso, ad affrontare la vita dell'italiano medio alle prese con una triste e complicata realtà che sfocia spesso nella disperazione e in quelle tipiche situazioni che tanto vanno d'accordo con la Mamma delle commedie.
Ulisse, Fulvio e Domenico si ritrovano a condividere lo stesso appartamento. Le mura fatiscenti non saranno il solo "comune denominatore" , poiché i tre portano addosso gli stessi problemi legati a divorzi, difficoltà economiche e tutto quel che comporta fare il padre "a distanza" e su appuntamento fissato in tribunale.
Verdone, nei panni di Ulisse, ex produttore discografico con una nostalgica passione per la musica "vintage", decide di delegare il ruolo del donnaiolo cialtrone (tipo Gallo Cedrone) a Marco Giallini (Domenico), uno scapestrato agente immobiliare con il vizio del gioco e un numero ancora indefinito di figli ed ex compagne. Poi abbiamo Fulvio, un "sempre grande", Pierfrancesco Favino, sprofondato nel tragico declino della sua professione che va dall'alta critica allo squallido gossip. Dopo Io, loro e Lara il regista e autore romano torna sulla scena conquistando sia pubblico che critica, puntando su una storia che nel suo insieme risulta equilibrata e mai banale, seppur a tratti carica di una comicità leggermente più scontata. Da apprezzare il giusto "mix" fatto di elementi seri, che fanno riflettere lo spettatore senza togliergli però la possibilità e il diritto di concedersi delle sane e grasse risate. Già le tre personalità incarnate da tre personaggi così diversi bastano da sole a creare situazioni davvero esilaranti, ma questo se non fosse amalgamato a "dell' altro", certo peccherebbe di pura buffoneria, e non è questo che va preso del film.
Dico questo perché ai momenti di pura "coattaggine" della ragazza che si fa rompere il naso dal chirurgo e sfoggia il tanga sotto i jeans si alternano momenti più accorti. Ci sono i figli che nonostante l'assenza di un padre scapestrato sanno prendere in mano la propria vita e farsi da soli la strada che li porti ad un futuro onesto e brillante. Figlie che a soli 17 anni trovano il coraggio di mettere al mondo un bambino perché niente e nessuno può farle credere che sia un errore, nonostante la miseria e quella maledetta parola funesta "precariato" rimbombi ovunque...
Le donne finalmente non appaiono come arpie o comunque non trasmettono messaggi negativi (fatta eccezione forse solo per la giovane ex moglie di Ulisse), come si fa a non amare la cardiologa Gloria, svampita e un po' fuori di testa vestita alla perfezione da una deliziosa Micaela Ramazzotti? (anche se dopo aver visto il film non faccio che chiedermi ma, ci fa o ci è?)... Comunque è fantastica!!!
Un film che merita d'esser visto e apprezzato, che ti lascia addosso la stessa malinconia e lo stesso coraggio di un uomo che ad un certo punto capisce di meritarsi anche lui un posto in paradiso...magari in piedi, ma comunque in Paradiso...
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