oi22814
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giovedì 13 settembre 2012
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imperdibile : regia, attori, vicende
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un film che mi ha sorpreso per l' intreccio delle storie per l' intensità con cui vengono sviluppate .
per la profondità con cui i temi vengono affrontati e per l' impareggiabile bravura degli attori . gli ho amati tutti .
la regia poi è espressione di "puro talento"
mariano meneghetti .
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merygreen
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giovedì 13 settembre 2012
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deludente
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Non è un film che fa riflettere, non è un film che emoziona, non è un film che scandalizza. E' semplicemente un lavoro ben fatto, un intreccio strutturalmente perfetto, un insieme di prove attoriali molto soddisfacenti (tranne il figlio di Michele Placido che sembra ancora sul set di Tutti pazzi per amore). Le tre storie sono a mio avviso surreali: difficile identificarsi con una giovane credente che improvvisamente rinsavisce e va a letto col primo che passa, o con un medico che decide estemporaneamente di salvare una tossicodipendente (senza alcun motivo apparente) o con un fratello che per salvare la madre vuole uccidere la sorella in coma. Il senso del film è che bisogna sempre scegliere la vita e che in alcuni casi, paradossalmente, vita significa morte .
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Non è un film che fa riflettere, non è un film che emoziona, non è un film che scandalizza. E' semplicemente un lavoro ben fatto, un intreccio strutturalmente perfetto, un insieme di prove attoriali molto soddisfacenti (tranne il figlio di Michele Placido che sembra ancora sul set di Tutti pazzi per amore). Le tre storie sono a mio avviso surreali: difficile identificarsi con una giovane credente che improvvisamente rinsavisce e va a letto col primo che passa, o con un medico che decide estemporaneamente di salvare una tossicodipendente (senza alcun motivo apparente) o con un fratello che per salvare la madre vuole uccidere la sorella in coma. Il senso del film è che bisogna sempre scegliere la vita e che in alcuni casi, paradossalmente, vita significa morte . Ma il messaggio è malcelato dietro una negatività schiacciante che rende tutto pesante e fumoso. Se la figlia del politico fosse riuscita grazie a quest'amore salvifico e improvviso a superare l'odio per il padre, che bisogno c'era di farle scoprire che l'odio era giustificato? Perchè l'episodio della ragazza in coma finisce con l'eliminazione di tutti gli specchi da casa? Non c'è più nulla da vedere nella (non)vita della madre ormai ridotta a qualche preghiera e incontro col prete? L'episodio della Sansa è l'unico che si conclude bene ma è anche l'unico che non c'entra nulla con il motivo portante del film, anzi probabilmente è l'esatto contrario: una "morta" che sceglie la vita di fronte a quei "vivi"(Rosa, la moglie del politico e naturalmente Eluana Englaro) che sceglierebbero, se potessero, la morte.
Bellocchio non riesce a coinvolgere sentimentalmente, semmai dimostra le sue indubbie doti di regista; per farlo avrebbe però potuto scegliere di raccontare una vicenda non nota e che non andasse a toccare nervi scoperti della sensibilità umana.
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spike
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giovedì 13 settembre 2012
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da meditare
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Un film che racconta storie diverse con il filo conduttore centrale della vita e della morte. La più ispirata mi è sembrata quella con Maya Sansa protagonista: la tossicodipendente che cerca la morte e invece trova la vita. Bellocchio sa fare cinema, regista che si interessa all'oggetto del racconto e al modo migliore per raccontarlo: in questo non ho visto nemmeno una partigianeria particolare ( se non la sottolineatura delle parole sconsiderate e fuori luogo di Berlusconi ). Un film che ci presenta situazioni diverse, personaggi diversi, condizioni diverse e la necessità di una buona legge che tuteli le divesre sensibilità. Ottimi gli attori: il monologo di Servillo è eccezionale, brava la Sansa.
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Un film che racconta storie diverse con il filo conduttore centrale della vita e della morte. La più ispirata mi è sembrata quella con Maya Sansa protagonista: la tossicodipendente che cerca la morte e invece trova la vita. Bellocchio sa fare cinema, regista che si interessa all'oggetto del racconto e al modo migliore per raccontarlo: in questo non ho visto nemmeno una partigianeria particolare ( se non la sottolineatura delle parole sconsiderate e fuori luogo di Berlusconi ). Un film che ci presenta situazioni diverse, personaggi diversi, condizioni diverse e la necessità di una buona legge che tuteli le divesre sensibilità. Ottimi gli attori: il monologo di Servillo è eccezionale, brava la Sansa. Un film che ti lascia qualcosa su cui riflettere fuori dalla sala.
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johnmcclane
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mercoledì 12 settembre 2012
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senza timore reverenziale
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un gran pasticcio di film, senza struttura, con personaggi ridotti a macchiette, con toni quasi da commedia, inverosimile su molti aspetti. tolto l'episodio, bello, della sansa e del figlio di bellocchio e lo splendido monologo dello strepitoso Toni Servillo, il resto del film è da buttare, ve lo sconsiglio caldamente. la differenza con altri grandi film sul genere, come mare dentro di amenabar o million dollar baby di eastwood, si vede lontana un miglio. e il fatto che quelli abbiano vinto premi e invece i giudici a venezia non se lo siano filato, è abbastanza eloquente.
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un gran pasticcio di film, senza struttura, con personaggi ridotti a macchiette, con toni quasi da commedia, inverosimile su molti aspetti. tolto l'episodio, bello, della sansa e del figlio di bellocchio e lo splendido monologo dello strepitoso Toni Servillo, il resto del film è da buttare, ve lo sconsiglio caldamente. la differenza con altri grandi film sul genere, come mare dentro di amenabar o million dollar baby di eastwood, si vede lontana un miglio. e il fatto che quelli abbiano vinto premi e invece i giudici a venezia non se lo siano filato, è abbastanza eloquente.
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flyanto
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mercoledì 12 settembre 2012
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lo spinoso tema dell'eutanasia trattato attraverso
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Film in cui le diverse vicende di alcuni personaggi narrate nell'arco di tempo dei 6 giorni precedenti la morte di Eluana Englaro diventano lo spunto per la spinosa discussione sul valore dell'eutanasia. Bellocchio non esprime apertamente alcun giudizio sebbene la propria posizione a favore della dolce morte sia apertamente evidente. Realizzazione sobria, asciutta e realiastica. Ottimi tutti gli interpreti (da Toni Servillo ad Isabelle Huoppert, ecc...). Meritati pienamente, a mio parere, i 16 minuti di applausi ricevuti nel corso della proiezione al Festival di Venezia
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anna1
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martedì 11 settembre 2012
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occasione mancata
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Mi aspettavo molto da questo film, non tanto per il collegamento con fatti di attualità ma per il forte coinvolgimento del pubblico, e anche mio, con il tema del dolore e della morte. Dal cinema ci si aspetta in generale emozioni, emozioni forti, si vuole ridere, ma ancor più piangere. perchè la trasposizione del proprio dolore nelle vite degli altri e nello schermo è terapeutica e salvifica. Questo film non emoziona, e questo mi fa arrabbiare, perchè un regista da cui ci si aspetta molto non può sbagliare un film su un simile tema! Ha un dovere nei confronti del pubblico! E' un film ideologico, ma più che ideologico politico, in quanto non vuole andar contro nessnno.
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Mi aspettavo molto da questo film, non tanto per il collegamento con fatti di attualità ma per il forte coinvolgimento del pubblico, e anche mio, con il tema del dolore e della morte. Dal cinema ci si aspetta in generale emozioni, emozioni forti, si vuole ridere, ma ancor più piangere. perchè la trasposizione del proprio dolore nelle vite degli altri e nello schermo è terapeutica e salvifica. Questo film non emoziona, e questo mi fa arrabbiare, perchè un regista da cui ci si aspetta molto non può sbagliare un film su un simile tema! Ha un dovere nei confronti del pubblico! E' un film ideologico, ma più che ideologico politico, in quanto non vuole andar contro nessnno. Senza sentimento. Poco credibili i dolori rappresentati, salvo forse quello della ragazza, figlia del senatore... ma la prestazione dellaRothwacher si ripete, rischia di diventare un cliché... Sembra di stare davanti a un falso, a una truffa: un dolore finto. Ho vissuto in modo più o meno diretto le sofferenze descritte: è falsa l'attrice strizzata nel tailleur firmato che veglia la figlia in coma, è falsa la simil modella che si taglia i polsi...rivoglio i 4 euro spesi per il biglietto...
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riccardo tavani
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martedì 11 settembre 2012
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maschera dell'ipocrisia e nuda forza della vita
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Attorno a questa vicenda che(come quella di Piero Welby)ha segnato profondamente la coscienza nazionale, Bellocchio intesse altre tre storie che si svolgono negli stessi giorni, nelle stesse ore di quella principale. Tre storie di infermità analoghe, narrativamente inventate ma riprese dalla reale cronaca quotidiana o dalle vicende nascoste di tante famiglie. Tre storie che coinvolgono in maniera diversa più persone e, dunque, più di tre situazioni individuali nei loro intrecci relazionali. Una di queste vicende è quella della giovane, bellissima figlia di una importante, ricca attrice francese. Nella lussuosa e antica villa di sua madre, la ragazza giace in coma irerversibile ed è assistita notte e giorno da due suore e dalla celebre madre, che però si è ritirata dalle scene per lei.
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Attorno a questa vicenda che(come quella di Piero Welby)ha segnato profondamente la coscienza nazionale, Bellocchio intesse altre tre storie che si svolgono negli stessi giorni, nelle stesse ore di quella principale. Tre storie di infermità analoghe, narrativamente inventate ma riprese dalla reale cronaca quotidiana o dalle vicende nascoste di tante famiglie. Tre storie che coinvolgono in maniera diversa più persone e, dunque, più di tre situazioni individuali nei loro intrecci relazionali. Una di queste vicende è quella della giovane, bellissima figlia di una importante, ricca attrice francese. Nella lussuosa e antica villa di sua madre, la ragazza giace in coma irerversibile ed è assistita notte e giorno da due suore e dalla celebre madre, che però si è ritirata dalle scene per lei. Nella villa si muovono anche l'altro figlio, pure lui aspirante attore, e il compagno della diva, mediocre interprete, sia nella realtà che nella finzione. Questa particolare vicenda serve a Bellocchio a profilare, sotto l'epidermide nervosa della pellicola, il tema dell'odore di muffa del vecchio teatro, della finzione, dell'ipocrisia, della ideologia, del bieco opportunismo e desolazione della maschera politica dei ruoli di fronte alla autenticità delle pulsioni vitali di fondo dell'essere umano. Maria, una fervente ragazza cattolica che prega per la vita di Eluana sotto la clinica di Udine, si innamora di un ragazzo che la pensa esattamente all'opposto. Molla la preghiera, lo raggiunge immediatamente in albergo e fa l'amore senza alcun pudore con lui. L'amore la trasforma gli fa vedere con uno sguardo completamente diverso la storia di sua madre altrettanto religiosa, che aveva chiesto a suo marito di abbreviare la sua pena su un letto di ospedale, ovvero di aiutarla a morire. Questi è un senatore berlusconiano di origine socialista che è deciso a dimettersi pur di non votare la legge sul tema voluta dal suo partito. Geniale, imperdibile è la trovata del regista di rappresentare questi senatori immersi nella grande vasca fumante di vapori di un bagno turco, avvolti in teli bianchi come alle terme dell'antica Roma. Alle pareti laterali del bagno sono innestati dei grandi monitor collegati in diretta con la seduta del Senato, nella quale si discute di quella legge. Feroci, spietate, quali affilatissime, poetiche rasoiate schakespiriane, vere fin nelle profondità più viscerali dell'umano, sono le parole contro questi nostri rappresentanti istituzionali che Bellocchio fa pronunciare a un senatore del Pdl, il quale nella vita privata fa lo psichiatra. L'ultima vicenda è quella che riguarda una tossica ricoverata in un Pronto Soccorso di Roma che vuole a tutti i costi ammazzarsi. Il medico che la assiste e vuole, al contrario, in tutti i modi impedirle di uccidersi è un laico, anzi, un anticlericale, un mangiapreti. In tale caso concreto, pragmatico, nella la sua completa, disperata nudità umana, questo medico, però, è per la vita, nega alla donna la libertà personale di scegliere di non soffrire più nella sua esistenza. La ragazza ha una mente e un corpo sani, ce la può fare a ristabilire in sé la forza e le ragioni della vita sulla morte. Lei non è una “bella addormentata”: mentre Eluana muore la sera del 10 febbraio 2009, la donna si sveglia, apre la finestra e... respira il soffio fresco di un mattino nuovo.
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venarte
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martedì 11 settembre 2012
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bella addormentata, svegliati!
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Un politico, interpretato da un profondo Toni Servillo, è combattuto nel decidere se votare o meno per una legge contro la sospensione della nutrizione artificiale in caso di coma irreversibile. Si interroga, così, se obbedire ciecamente alle logiche del partito o compiere un atto di coerenza verso le sue idee.
Intanto, una giovane tossica inveisce contro il medico che l’ha salvata dal suicidio, affermando che vuole solo farla finita e nessuno può costringerla a vivere in questo mondo di merda.
Un’attrice, nello stesso momento, prega e, tra litanie e suppliche, invoca il miracolo che faccia risvegliare la figlia in coma.
Tre storie indipendenti per esaminare lo scottante tema della “dolce morte” e dell’accanimento terapeutico, con sullo sfondo gli ultimi giorni di vita della “bella addormentata” Eluana Englaro.
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Un politico, interpretato da un profondo Toni Servillo, è combattuto nel decidere se votare o meno per una legge contro la sospensione della nutrizione artificiale in caso di coma irreversibile. Si interroga, così, se obbedire ciecamente alle logiche del partito o compiere un atto di coerenza verso le sue idee.
Intanto, una giovane tossica inveisce contro il medico che l’ha salvata dal suicidio, affermando che vuole solo farla finita e nessuno può costringerla a vivere in questo mondo di merda.
Un’attrice, nello stesso momento, prega e, tra litanie e suppliche, invoca il miracolo che faccia risvegliare la figlia in coma.
Tre storie indipendenti per esaminare lo scottante tema della “dolce morte” e dell’accanimento terapeutico, con sullo sfondo gli ultimi giorni di vita della “bella addormentata” Eluana Englaro.
Tre storie che, pur da punti di vista diversi (politico, medico e religioso), evidenziano il lato umano della questione, toccando le corde della presa di coscienza, della dignità della vita e della speranza.
Il regista Marco Bellocchio invita il pubblico alla riflessione, adoperando il suo sguardo lucido di intellettuale laico. E, se da un lato, mostra come la sofferenza umilia l’uomo fino a renderlo un vegetale, dall’altro lato mette in luce le ragioni che possono spingere un genitore a mantenere in vita il proprio figlio o ad “aiutarlo” per liberarlo dal dolore. Il cineasta, inoltre, citando Papa Wojtyla il quale, rivolgendosi ai medici che lo tenevano in vita, disse: “lasciatemi tornare alla casa del Padre”, ricorda come l’amore cambia il modo di vedere le cose.
Oltre al grande Servillo, il cast è composto da un bravo e convincente Pier Giorgio Bellocchio, dalla francese Isabelle Huppert e dai giovani Michele Riondino, Alba Rohrwacher e Maya Sansa che sanno ben caratterizzare i loro personagg
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tumau
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martedì 11 settembre 2012
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peccato per la confusione
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Non bastano attori molto bravi (T. Servillo , A. Rohrwacher ) insieme a recitazioni straordinarie (I. Hupper ) per dare profondità ad un film che purtroppo con le migliori intenzioni e con una nobile obiettività di tesi non riesce ad affascinare mai. Troppe storie, qualcuna proprio raffazzonata come quella del dottore e la tossica. Un film che doveva far riflettere sull'enorme problema del “fine vita “ impegna, invece, lo spettatore in un contorcimento nel seguire molte vicende sfilacciate.
Una sceneggiatura, credo, troppo alla ricerca di un mosaico che doveva far pensare e armonizzare le diverse tesi; invece lascia confusi. Rimangono oltre alle prove splendide di attori anche qualche immagine estetica di grande effetto ( la citatissima sauna nel parlamento ) qualche scampolo di dialogo intrigante e rivelatore ( lo psicanalista che spande ansiolitici senza tregua e senza curarsi dei pazienti parlamentari ).
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Non bastano attori molto bravi (T. Servillo , A. Rohrwacher ) insieme a recitazioni straordinarie (I. Hupper ) per dare profondità ad un film che purtroppo con le migliori intenzioni e con una nobile obiettività di tesi non riesce ad affascinare mai. Troppe storie, qualcuna proprio raffazzonata come quella del dottore e la tossica. Un film che doveva far riflettere sull'enorme problema del “fine vita “ impegna, invece, lo spettatore in un contorcimento nel seguire molte vicende sfilacciate.
Una sceneggiatura, credo, troppo alla ricerca di un mosaico che doveva far pensare e armonizzare le diverse tesi; invece lascia confusi. Rimangono oltre alle prove splendide di attori anche qualche immagine estetica di grande effetto ( la citatissima sauna nel parlamento ) qualche scampolo di dialogo intrigante e rivelatore ( lo psicanalista che spande ansiolitici senza tregua e senza curarsi dei pazienti parlamentari ). Tutti fragili e incerti, talvolta troppo sopra le righe, i personaggi . Qui e là qualche riflessioni intelligente in tante stupide certezze che ci vengono imposte sull'argomento.
Da vedere per il tema, per la frustrazione del mancato Leone d'oro ( che non avrebbe, onestamente, meritato) a Venezia.
Non lo ricorderete di certo
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handsome
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martedì 11 settembre 2012
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attuale e profondo.
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Un film attuale senza peró avere l'aspetto documentaristico, con tre storie di tre dolori diversi e irrimediabili ma con qualcuno disposto, sicuramente invano, a dare un aiuto. Quindi una speranza, anche se disperata, Isabelle Hupper mitica, Servillo come al solito perfetto.
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