rosemberg
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sabato 30 novembre 2013
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muoviti....o muori!
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Brillante e movimentato film che solo apparentemente (a causa probabilmente di una copertina poco "intellettuale" immagino) ha come tema centrale quello della lotta (Mma per la precisione) di due uomini in una grande gabbia di acciaio con migliaia di persone che schiamazzano e urlano come vecchi consoli romani seduti comodamente nel Colosseo mentre uomini più simili a belve che a scimmie evolute si affrontano in combattimenti all'ultimo sangue. Se in Warrior si cerca un film "passatempo" per amici che giocano a fare i macho,bé,sono sicuro che un Fast and Furious o un Rambo sarebbero decisamente più appropriati. Perché la storia di Warrior è quella di due fratelli cresciuti in una famiglia piuttosto malridotta,dove un padre alcolizzato (Nick Nolte all'apice delle sue capacità attoriali) fa da collante a due esistenze sviluppatesi in maniera quasi opposta.
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Brillante e movimentato film che solo apparentemente (a causa probabilmente di una copertina poco "intellettuale" immagino) ha come tema centrale quello della lotta (Mma per la precisione) di due uomini in una grande gabbia di acciaio con migliaia di persone che schiamazzano e urlano come vecchi consoli romani seduti comodamente nel Colosseo mentre uomini più simili a belve che a scimmie evolute si affrontano in combattimenti all'ultimo sangue. Se in Warrior si cerca un film "passatempo" per amici che giocano a fare i macho,bé,sono sicuro che un Fast and Furious o un Rambo sarebbero decisamente più appropriati. Perché la storia di Warrior è quella di due fratelli cresciuti in una famiglia piuttosto malridotta,dove un padre alcolizzato (Nick Nolte all'apice delle sue capacità attoriali) fa da collante a due esistenze sviluppatesi in maniera quasi opposta. Da una parte c'è l'eroe di guerra Tommy Conlon (un Tom Hardy non solo pompatissimo ma,stranamente per lui,anche piuttosto bravo),dall'altra il buon padre di famiglia Brendan Conlon (interpretato da un Joel Edgerton convincente) che,a causa di problemi economici è costretto a combattere in locali notturni per evitare l'inevitabile bancarotta della sua famiglia. La svolta? Un torneo,un enorme torneo organizzato da un ex impresario di Wall Street che riesce a riunire i 16 migliori combattenti di MMA e a farli combattere per un primo premio da cinque milioni di dollari. Il resto è storia. Interessanti nel film sono i cambiamenti di Tommy Conlon che avvengono mano a mano che lo spettatore viene a conoscenza della sua verità,e la presenza di Frank Grillo nel ruolo di Frank Capanna,un allenatore professionista che incita i suoi "guerrieri" alla calma e alla contemplazione,con tanto di Beethoven in sottofondo. Ma,come ho già detto prima,resta la prova di Nick Nolte nel ruolo di Paddy Conlon a convincere maggiormente e a rendere questo film davvero memorabile (incredibile la scena in cui,ubriaco,si lascia andare al suo dolore confondendolo con quel di Achab mentre ascolta una cassetta di Moby Dick). E la colonna sonora? Andate ad ascoltare Today,il meraviglioso pezzo dei Nationals. Direi che è quantomeno perfetta per il finale del film!
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dandy
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martedì 6 marzo 2018
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prendi a pugni la vita...
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Il regista affronta un genere che non è certo nuovo,guardando sia a "Rocky" che al più recente "The wrestler",da cui riprenfde il parallelo tra la gloria sul ring e lo squallore dei drammi nella vita quotidiana.Se il tutto è già stato proposto e riproposto,è comunque innegabilmente emozionante:le scene dei combattimenti sono ottime,ci si emoziona per Brendan e ci si esalta per Tommy.Merito della recitazione di Edgerton e Hardy,ma anche i duetti con Nolte sono notevoli.Il match finale ha forse qualche cedimento sentimentalista,ma fa parte del gioco.Regia solida e lunghezza scorrevole.Un film che pur non essendo perfetto sa entusiasmare.
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verbal
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lunedì 30 dicembre 2019
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nick nolte: l'essenza emotiva del film.
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Brendan è un uomo che conduce una vita ordinaria e tranquilla, padre di una bellissima famiglia e professore di fisica al liceo. Ma ad un certo punto si scontra con un' infelice situazione bancaria. Tommy è un ex marines, eroe anche se disertore, evidentemene segnato dalla drammaticità della guerra, che si sente in dovere di aiutare economicamente la madre e il figlio di un suo commilitone deceduto in combattimento. Paddy, padre di Brendan e Tommy e veterano di guerra, la cui vita e quella di chi gli è stato vicino sono state irreversibilmente danneggiate dall'abuso di alcol, sta cercando di redimersi attraverso la chiesa e gli incontri con gli alcolisti anonimi.
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Brendan è un uomo che conduce una vita ordinaria e tranquilla, padre di una bellissima famiglia e professore di fisica al liceo. Ma ad un certo punto si scontra con un' infelice situazione bancaria. Tommy è un ex marines, eroe anche se disertore, evidentemene segnato dalla drammaticità della guerra, che si sente in dovere di aiutare economicamente la madre e il figlio di un suo commilitone deceduto in combattimento. Paddy, padre di Brendan e Tommy e veterano di guerra, la cui vita e quella di chi gli è stato vicino sono state irreversibilmente danneggiate dall'abuso di alcol, sta cercando di redimersi attraverso la chiesa e gli incontri con gli alcolisti anonimi. I personaggi hanno in comune la lotta professionistica: i due fratelli sono ex lottatori e il padre un allenatore vecchio stampo, ma molto capace. Le loro vite torneranno ad incrociarsi sullo sfondo di un torneo di MMA che offre al vincitore un generoso montepremi.
Il regista Gavin O'Connor ci offre la rara possibilità di guardare una storia durissima ed emozionante allo stesso tempo. Joel Edgerton e Tom Hardy si rendono protagonisti di due interpretazioni molto vere , soprattutto il primo che ci regala un maggior numero di sfumature. Ma il punto di forza lo si trova nella recitazione di Nick Nolte, vera motrice emotiva del film. L'attore riesce a farci vedere, anzi toccare con mano, la tenerezza di un uomo anziano che sta disperatamente cercando di rimediare ad una vita tremendamente sbagliata, facendoci (quasi) provare rabbia per il modo in cui viene trattato dai suoi figli. Questo fino al momento in cui non ricade nel vizio e ci mostra una stilla di quello che poteva essere stato nel passato, ma che in realtà sarà sempre, nonostante lo spessore della maschera che cerca di indossare.
L'ultima scena in cui, nel vedere Brandan e Tommy sorreggersi l'un l'altro a fine incontro, si sistema con un movimento distratto la coppola e accenna un sorriso soddisfatto e quasi liberatorio, mette il punto ad una storia densa di emozioni, che ci racconta cosa significa essere "guerrieri" sul ring (poco) e nella vita (molto di più).
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carloalberto
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mercoledì 19 maggio 2021
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tra miller e rocky
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Classico drammone all’americana costruito seguendo lo schema triangolare affettivo conflittuale, incentrato sui sensi di colpa genitoriali e sull’ambivalenza dei sentimenti nelle relazioni familiari, di Morte di un commesso viaggiatore. Al centro della scena c’è un padre veterano di guerra ex alcolista redento, Nick Nolte, che cerca disperatamente di recuperare il rapporto con i due figli, Edgerton e Hardy, entrambi lottatori di arti marziali miste, che nutrono un profondo rancore verso il padre e si odiano rinfacciandosi reciprocamente l’abbandono ed il tradimento al momento della separazione dei genitori. Aspirazioni, sogni, vissuti diversi, confluiscono fatalmente, per i due fratelli, nell’imitazione inconscia del modello paterno, tanto amato quanto odiato.
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Classico drammone all’americana costruito seguendo lo schema triangolare affettivo conflittuale, incentrato sui sensi di colpa genitoriali e sull’ambivalenza dei sentimenti nelle relazioni familiari, di Morte di un commesso viaggiatore. Al centro della scena c’è un padre veterano di guerra ex alcolista redento, Nick Nolte, che cerca disperatamente di recuperare il rapporto con i due figli, Edgerton e Hardy, entrambi lottatori di arti marziali miste, che nutrono un profondo rancore verso il padre e si odiano rinfacciandosi reciprocamente l’abbandono ed il tradimento al momento della separazione dei genitori. Aspirazioni, sogni, vissuti diversi, confluiscono fatalmente, per i due fratelli, nell’imitazione inconscia del modello paterno, tanto amato quanto odiato. Lo sceneggiatore purtroppo non è Arthur Miller ed il dramma non potendo contare sulla potenza dei dialoghi e sulla complessità psicologica dei personaggi, bensì soltanto sulla bravura di un cast d’eccezione, si trasforma in una performance sportiva, ricalcando le orme di Rocky Balboa. I sentimenti si materializzano nei corpi tatuati che si avvinghiano, lottando spasmodicamente e senza esclusione di colpi, nella gabbia di ferro sotto i riflettori dello stadio allestito per la grande gara, ad eliminazione diretta, per la conquista del premio messo in palio per il vincitore. Il dramma umano scade prosaicamente nella spettacolarizzazione dei combattimenti, che si sostituiscono allo scontro delle emotività e dei caratteri contarpposti, e nei commenti insulsi e stereotipati dei cronisti a bordo ring. Suggestivo il sorriso, appena accennato, del vecchio istrione Nolte, per un finale, tuttavia, da dimenticare, scontato e zuccheroso come nella migliore tradizione hollywoodiana, in un film che forse aspirava ad essere un dramma alla Miller ed invece è l'ennesimo prodotto commerciale usa e getta.
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peppe.simeone
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domenica 6 novembre 2011
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un altro sogno americano
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"Sparta" è il più importante torneo mai realizzato di MMA: 16 uomini tra i più forti del mondo si sfideranno per aggiudicarsi il premio messo in palio di 5 milioni di dollari. Si incontreranno e scontreranno qui anche due fratelli, divisi dalla vita e da un padre alcolista; Brendan combatte per il mutuo della casa, Tommy per la vedova del suo migliore amico morto in Iraq.
Un film diretto con maestria e bravaura che dà il meglio di sè nelle scene di lotta, veramente elettrizzanti: si ha l'impressione di assistere a veri e propri incontri di MMA, merito dell'incredibile fisicità dei colpi che sembrano veramente portati a segno grazie alla ottima prova degli attori, a un bel gioco di coreografie e alle riprese con la telecamera a mano che consentono di imprimere movimento e dinamismo alla scena.
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"Sparta" è il più importante torneo mai realizzato di MMA: 16 uomini tra i più forti del mondo si sfideranno per aggiudicarsi il premio messo in palio di 5 milioni di dollari. Si incontreranno e scontreranno qui anche due fratelli, divisi dalla vita e da un padre alcolista; Brendan combatte per il mutuo della casa, Tommy per la vedova del suo migliore amico morto in Iraq.
Un film diretto con maestria e bravaura che dà il meglio di sè nelle scene di lotta, veramente elettrizzanti: si ha l'impressione di assistere a veri e propri incontri di MMA, merito dell'incredibile fisicità dei colpi che sembrano veramente portati a segno grazie alla ottima prova degli attori, a un bel gioco di coreografie e alle riprese con la telecamera a mano che consentono di imprimere movimento e dinamismo alla scena.
Purtroppo, però, il senso del già visto è palese per l'intera durata del film: e questo, che per alcuni potrebbe proprio essere proprio il punto di forza del film( riferimenti a Rocky e via dicendo), per altri sarà semplicemente la causa degli sbadigli, torvandosi di fronte all'ennesima metafora sul dolore ed il sogno americano. Troppi, poi, gli elementi inutili per farcire la trama, storia dell'esercito e della guerra in Iraq su tutte (anche se sicuramente fà molto americano patriottico...). E ormai è divenuto stancate assistere agli ennesimi lamenti esistenziali di personaggi che hanno avuto un infanzia difficile, anche se è proprio grazie a questo elemento che il regista riesce a girare le scene più emozionanti e profonde, tra le quali spicca senza dubbio l'abbraccio tra Tommy ed il padre.
Ma lo strafalcione più grande è senza dubbio il finale, che non aggiunge niente a quello che il film era stato fino a quel punto, mentre un dramma accompaganto magari da una riflessione sulla brutalità di questo sport sarebbe potuto essere un inaspettato risvolto, nonchè un interessante argomento di riflessione.
Insomma, ci si aspettava molto di più. Ed è un peccato, perchè gli ingredienti per l'ottimo film c'erano.
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hatecraft
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giovedì 27 settembre 2012
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il dubbio rimane
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se non fosse per l'apparato odiosamente americanocentrico (il punto più basso il russo che si dirige al ring con la t-shirt falce e martello extra large) sarebbe anche da 4 stelle. non si metta in dubbio la qualità delle coreografie di lotta e la prestazione all'angolo destro di un bravissimo matteo renzi (il fratello buono) che mettendo su un bel fisicaccio dà anche prova di una recitazione molto sentita, e sull'angolo sinistro quell'ottimo tommy hardy (il fratello "meno" buono, ma buono lo stesso) che fa parlare più che le sue fauci la sua prestazione implosiva e ipercontrita: un mostro di bravura oltre che una macchina da guerra implacabile. a far dall'allenatore il buon n. nolte, per quanto poco sfruttato è sempre lì a tentare di rimediare al passato (cedendo anch'egli).
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se non fosse per l'apparato odiosamente americanocentrico (il punto più basso il russo che si dirige al ring con la t-shirt falce e martello extra large) sarebbe anche da 4 stelle. non si metta in dubbio la qualità delle coreografie di lotta e la prestazione all'angolo destro di un bravissimo matteo renzi (il fratello buono) che mettendo su un bel fisicaccio dà anche prova di una recitazione molto sentita, e sull'angolo sinistro quell'ottimo tommy hardy (il fratello "meno" buono, ma buono lo stesso) che fa parlare più che le sue fauci la sua prestazione implosiva e ipercontrita: un mostro di bravura oltre che una macchina da guerra implacabile. a far dall'allenatore il buon n. nolte, per quanto poco sfruttato è sempre lì a tentare di rimediare al passato (cedendo anch'egli). tirando le somme è un film che strizza l'occhio ai buoni valori e agli amanti della lotta mista, il ché non è peccato ma in questa salsa si scivola facilmente nel già visto e prevedibile.
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