Warrior |
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Un film di Gavin O'Connor.
Con Joel Edgerton, Tom Hardy, Jennifer Morrison, Frank Grillo, Nick Nolte.
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Titolo originale Warrior.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 139 min.
- USA 2011.
- M2 Pictures
uscita venerdì 4 novembre 2011.
MYMONETRO
Warrior
valutazione media:
3,97
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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tra Miller e Rockydi carloalbertoFeedback: 51365 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
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mercoledì 19 maggio 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Classico drammone all’americana costruito seguendo lo schema triangolare affettivo conflittuale, incentrato sui sensi di colpa genitoriali e sull’ambivalenza dei sentimenti nelle relazioni familiari, di Morte di un commesso viaggiatore. Al centro della scena c’è un padre veterano di guerra ex alcolista redento, Nick Nolte, che cerca disperatamente di recuperare il rapporto con i due figli, Edgerton e Hardy, entrambi lottatori di arti marziali miste, che nutrono un profondo rancore verso il padre e si odiano rinfacciandosi reciprocamente l’abbandono ed il tradimento al momento della separazione dei genitori. Aspirazioni, sogni, vissuti diversi, confluiscono fatalmente, per i due fratelli, nell’imitazione inconscia del modello paterno, tanto amato quanto odiato. Lo sceneggiatore purtroppo non è Arthur Miller ed il dramma non potendo contare sulla potenza dei dialoghi e sulla complessità psicologica dei personaggi, bensì soltanto sulla bravura di un cast d’eccezione, si trasforma in una performance sportiva, ricalcando le orme di Rocky Balboa. I sentimenti si materializzano nei corpi tatuati che si avvinghiano, lottando spasmodicamente e senza esclusione di colpi, nella gabbia di ferro sotto i riflettori dello stadio allestito per la grande gara, ad eliminazione diretta, per la conquista del premio messo in palio per il vincitore. Il dramma umano scade prosaicamente nella spettacolarizzazione dei combattimenti, che si sostituiscono allo scontro delle emotività e dei caratteri contarpposti, e nei commenti insulsi e stereotipati dei cronisti a bordo ring. Suggestivo il sorriso, appena accennato, del vecchio istrione Nolte, per un finale, tuttavia, da dimenticare, scontato e zuccheroso come nella migliore tradizione hollywoodiana, in un film che forse aspirava ad essere un dramma alla Miller ed invece è l'ennesimo prodotto commerciale usa e getta.
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