donni romani
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lunedì 18 giugno 2012
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hawke e scott thomas negli abissi della mente
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Difficile dare una definizione di questo film che mescola stili e direzioni, proponendo alternativamente la chiave romantica, la chiave onirica, la chiave surreale e la chiave psicologica, senza mai trovare la serratura giusta. Lo scrittore americano Tom Ricks, si reca a Parigi per vedere la figlia, da cui lo separa un ordine restrittivo voluto dall'ex moglie, perde bagaglio e portafoglio, si stabilisce in un albergo di periferia e comincia a scendere tutti i gradini della solitudine e della disperazione. L'incontro con una misteriosa donna, ambigua e sensuale, lo trascinerà negli abissi dell'inconscio e un lavoro oscuro lo coinvolgerà in trame sconosciute.
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Difficile dare una definizione di questo film che mescola stili e direzioni, proponendo alternativamente la chiave romantica, la chiave onirica, la chiave surreale e la chiave psicologica, senza mai trovare la serratura giusta. Lo scrittore americano Tom Ricks, si reca a Parigi per vedere la figlia, da cui lo separa un ordine restrittivo voluto dall'ex moglie, perde bagaglio e portafoglio, si stabilisce in un albergo di periferia e comincia a scendere tutti i gradini della solitudine e della disperazione. L'incontro con una misteriosa donna, ambigua e sensuale, lo trascinerà negli abissi dell'inconscio e un lavoro oscuro lo coinvolgerà in trame sconosciute. Una giovane cameriera polacca, pura e ingenua, è l'unico elemento apparentemente catartico, ma anche la sua presenza sarà fonte di ulteriori fraintendimenti e perdite. Il regista polacco Pawlikoski sembra volersi ispirare ad un suo grande compatriota Polanski, e infatti spesso ci troviamo ad andare con la mente all' "Inquilino del terzo piano" dove però le spire della mente erano ben più affascinanti e ipnotiche, mentre qui si rimane su un piano sospeso senza mai affacciarsi veramente sull'abisso, quasi che le suggestioni debbano rimanere vaghe, quasi che il labirinto ossessivo in cui la mente e la vita di Ricks precipitano sempre più non abbia la forza di trasformarsi in scene evocative e significative da un punto di vista filmico. Ethan Hawke e Kristin Scott Thomas restano algidi nei gesti e nelle parole, e la sensazione finale, pur alleviata da alcune scene intense e alcuni snodi originali, è che il film manchi di carattere e di personalità. Troppi indizi disseminati e mai recuperati fanno venir meno quell'affascinante gioco di mistero che è alla base di ogni thriller psicologico, e non basta lo sguardo sinceramente disperato di Hawke nel finale ad emozionare e convincere gli spettatori.
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renato volpone
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lunedì 31 ottobre 2011
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fantasmi a parigi
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Raccontare la trama di questo film è davvero difficile, visto che una vera e proprio trama non esiste. C'è questo professore americano che sbarca a Parigi per ricongiungersi con la moglie e la figlia, che però lo rifiutano. Ci sono poi strani personaggi, alcuni fantasmi, altri loschi individui, ognuno con una sua storia che non viene mai raccontata. Poi c'è un lavoro misterioso che non si sa come e non si sa perchè. Davvero inquientante questo soggetto inesistente. La recitazione di hawke è pessima, vuole scimiottare i grandi attori, ma ne viene fuori una caricatura scadente. Forse un Mastroianni al suo posto avrebbe reso il film sicuramente interessante anche con tutte le assenze possibili, Le donne? Lasciamo perdere, si salva solo la bambina per il suo tenero sorriso e gli occhiali un po' retrò.
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Raccontare la trama di questo film è davvero difficile, visto che una vera e proprio trama non esiste. C'è questo professore americano che sbarca a Parigi per ricongiungersi con la moglie e la figlia, che però lo rifiutano. Ci sono poi strani personaggi, alcuni fantasmi, altri loschi individui, ognuno con una sua storia che non viene mai raccontata. Poi c'è un lavoro misterioso che non si sa come e non si sa perchè. Davvero inquientante questo soggetto inesistente. La recitazione di hawke è pessima, vuole scimiottare i grandi attori, ma ne viene fuori una caricatura scadente. Forse un Mastroianni al suo posto avrebbe reso il film sicuramente interessante anche con tutte le assenze possibili, Le donne? Lasciamo perdere, si salva solo la bambina per il suo tenero sorriso e gli occhiali un po' retrò. Assolutamente da perdere
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