C'era una volta in Anatolia

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Un film di Nuri Bilge Ceylan. Con Yilmaz Erdogan, Taner Birsel, Ahmet Mümtaz Taylan, Muhammet Uzuner, Firat Tanis Titolo originale Bir zamanlar Anadolu'da. Drammatico, durata 150 min. - Turchia 2011. - Parthénos uscita venerdì 15 giugno 2012. MYMONETRO C'era una volta in Anatolia * * * 1/2 - valutazione media: 3,55 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
writer58 sabato 23 giugno 2012
lontani dall'europa... Valutazione 3 stelle su cinque
84%
No
16%

"C'era una volta in Anatolia" è un capolavoro a metà. Lo è sicuramente da un punto di vista visivo, con una grandiosa fotografia che pare illuminare anche le sequenze notturne sulla splendida campagna turca e che mette in risalto anche i dettagli più minuti (la barba ispida dei protagonisti, gli alberi scossi dalle folate del vento, l'espressione dei volti, una roccia con graffiti antichi, l'architettura casuale delle cittadine dell'Anatolia); lo è nella preparazione del plot narrativo (tre automobili vagano al crepuscolo alla ricerca del corpo di un uomo assassinato e sepolto da un assassino disposto a rivelare il luogo del suo crimine) che, con ritmi dilatati, segue gli andirivieni del gruppo, composto da un procuratore, un commissario di polizia, un medico, alcuni poliziotti, l'omicida e suo fratello, lungo una geografia notturna fatta di campi di grano, ponti, stradine a stento asfaltate, fari di macchine che proiettano fasci di luce su una memoria ottenebrata dalla colpa e dall'alcool. [+]

[+] d'accordo (di gabrielpiazza)
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tom87 giovedì 14 marzo 2013
un'amara allegoria dell'attuale turchia Valutazione 4 stelle su cinque
97%
No
3%

Era dai tempi di “Uzak” che non ancora si rivedeva un’opera così potente e rarefatta. Per più di due ore non accade quasi nulla in fatto di trama (le azioni sono sempre le stesse, ripetitive ma emblematiche), ma tanto in fatto di interiorità psicologica dei singoli personaggi. Potremmo dire che la storia di questo anomalo giallo sia stata genialmente presa a pretesto per raccontare ciò che succede nei meandri dell’animo umano; come se la vera indagine dovesse essere quella noir dell’umana natura, dei volti e dei corpi dei personaggi, e non piuttosto dell’oggetto della trama.
Tre auto vagano nel cuore della notte sulle colline dell’Anatolia. [+]

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pepito1948 mercoledì 27 giugno 2012
linguaggio diverso, valori universali Valutazione 4 stelle su cinque
76%
No
24%

Il viaggio. Un magistrato, un commissario di polizia, un medico legale, un ufficiale militare ed i loro uomini procedono di notte, in un corteo di macchine, lungo una strada polverosa che serpeggia tra le colline aride e deserte dell’Anatolia, alla ricerca di un cadavere. Il viaggio è faticoso,  si moltiplicano le soste, si allungano i tempi ed aumenta lo stress generale. Finalmente appare un paesino sperduto nel niente, dove i viaggiatori possono ristorarsi ed allentare la tensione. Ma l’interruzione dell’elettricità getta nel buio il villaggio. L’unica luce che s’irradia tra i commensali proviene dalle lampade a petrolio e dal viso di una donna che serve il tè, spandendo su tutti un’inattesa soavità. [+]

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marco michielis lunedì 9 luglio 2012
racconterai ai tuoi figli... Valutazione 4 stelle su cinque
62%
No
38%

Gran premio della giuria al festival di Cannes, "C'era una volta in Anatolia", diretto dal già più volte premiato in Francia Nuri Bilge Ceylan, costituisce un'autentica sorpresa nel panorama cinematografico mondiale. Il regista turco riesce a dare vita adun poliziesco assolutamente impeccabile nello svolgersi della vicenda, ma soprattutto dipinge i suoi protagonisti come figure assai complesse, connotate da una tragedia legata al passato, la quale fa fatica a emergere, e, di fatto, non si mostra mai chiaramente per tutta la durata della pellicola. [+]

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donni romani venerdì 8 giugno 2012
c'era una volta... ma la vita non è una favola Valutazione 4 stelle su cinque
53%
No
47%

Nuri Bilge Ceylan, già autore del bellissimo "Tre scimmie" torna a mettere in scena le più profonde emozioni umane con questa pellicola, Gran Prix della Giuria al Festival di Cannes 2011. E lo fa attraverso un meccanismo a matrioska, perchè ogni scena ne contiene un'altra, ogni dialogo è propedeutico al successivo, ogni rivelazione contiene i germogli per la rivelazione successiva, che a volte arriva anche dopo un'ora dalla prima. La trama apparentemente è quella di un poliziesco e ci presenta un commissario di polizia, un procuratore e un medico legale che con altri agenti scortano un assassino confesso nel luogo dove dice di aver sepolto il cadavere della vittima. Viaggeranno tutta la notte e dopo aver alla fine scoperto il luogo di sepoltura torneranno in città per l'autopsia. [+]

[+] cornuti e mazziati (di goldy)
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salvatore marfella martedì 26 giugno 2012
film sopravvalutato con alcune pagine intense Valutazione 3 stelle su cinque
58%
No
42%

 "C'ERA UNA VOLTA IN ANATOLIA" di Nuri Bilge Ceylan, Gran Premio della Giuria a Cannes 2011. Film suggestivo e intenso, non privo di belle pagine specie nella prima parte, con il pretesto di una indagine poliziesca, racconta le vicende private di alcuni personaggi che scopriranno di essere molto legati gli uni agli altri e di essere non molto dissimili dalla persona arrestata che stanno trasportando. Dopo una prima parte "notturna" molto bella, il film diventa greve e prolisso nella seconda durando almeno mezzora (forse 40 minuti) più del necessario e con qualche pagina irrisolta. [+]

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angelo umana venerdì 6 luglio 2012
anime stanche Valutazione 4 stelle su cinque
56%
No
44%

  
“Turchia, esterno notte” … Un convoglio di tre veicoli con una decina di uomini procede lungo una strada polverosa e un temporale incombente, che sembra presagire avvenimenti tragici. In varie tappe il convoglio si ferma, ne scendono l’assassino che deve indicare dove è stato sepolto il corpo di un uomo ucciso, la guardia che lo custodisce in manette, il procuratore che gli altri adulano per una vaga somiglianza con Clark Gable, il suo segretario/cancelliere che scriverà il rapporto del sopralluogo, il focoso commissario della “Polis” Nagy definito, dal procuratore, “tanto fumo e poco arrosto”, un pover uomo col figlio malato che vorrebbe cambiar vita, l’assorto e molto umano medico legale, gli autisti, i due aiutanti coi badili che dovrebbero scavare nel punto della sepoltura, il militare pedante in tuta mimetica esperto di chilometri e distanze … ma nella notte il luogo esatto è difficile da ritrovare. [+]

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giaspoto sabato 14 luglio 2012
autolesionistico Valutazione 1 stelle su cinque
51%
No
49%

Certi critici cinematografici continuano imperterriti a recitare la propria ammuffita particina degli intellettuali che esaltano i film quanto più sono insopportabili . "C'era una volta in Anatolia" ricorda una frase di Oscar Wilde: "Chi usa cinquanta parole per dire quello che si può dire in cinque è capace di qualsiasi delitto". Nuri Bilge Ceylan ne ha usate cinquemila (due ore e mezza di film) per raccontare un nulla da cineforum anni 60, quando di estrapolavano sguardi e frasi non dette per esaltare il vuoto spinto. Mediocre spaccato di vita turca, dialoghi da film francese di trent'anni fa. Assenza di musica e di montaggio, per aumentare l'effetto-verità e infierire sugli spettatori. Per chi vuole espiare e farsi del male.

[+] e' vero (di gianbond)
[+] fuga dalla sala (di wodkalemon)
[+] noia?!? (di brian77)
[+] noia mortale (di fabri)
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filippo catani martedì 14 agosto 2012
tre uomini toccati dal dolore Valutazione 4 stelle su cinque
57%
No
43%

Nella provincia anatolica un gruppo di poliziotti capitanati da un commissario, il procuratore e con l'ausilio del medico legale cercheranno di fare luce su un omicidio. Gli uomini dovranno prima affrontare un lungo viaggio con l'autore del crimine per trovare il cadavere. Sarà questa l'occasione per i tre di soffermarsi sulle sofferenze che provano.
Il film del turco Ceylan è veramente per coloro che amano un certo genere di cinema: ritmo molto lento, grandi silenzi, numerosi paesaggi e grandi riflessioni esistenziali e introspettive. In poche parole non ci troviamo certo davanti a un thriller come siamo abituati solitamente a definirlo in quanto, con l'avanzare della pellicola, il risolvere il caso lascia spazio alle riflessioni di cui si accennava in precedenza. [+]

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gianleo67 domenica 6 ottobre 2013
il dolente umanesimo del cinema turco Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

In una ventosa notte autunnale, sotto un cielo che minaccia tempesta, i fari accesi di tre auto della polizia setacciano i campi di una località dell'Anatolia alla ricerca di un abbeveratoio nei cui pressi sarebbe stato seppellito il corpo di un uomo che i due rei confessi dichiarano di aver ucciso poche ore prima. Il comandante della locale stazione di polizia,il procuratore ed un medico legale risolvono il caso solo all'alba, quando si profila il senso di una vicenda umana triste e dolorosa che in qualche modo incrocia le loro fallimenentari esperienze personali e familiari.
Immersi nell'estenuante e incessante sibilio del vento che spazza le colline di una sperduta landa rurale e abbacinati dal vivido realismo di una stupefacente fotografia (del misconosciuto Gökhan Tiryaki) il pluripremiato regista Nuri Bilge Ceylan, costruisce con paziente indulgenza una sorta di giallo psicologico che prende le mosse dallo squallore di un banale fattaccio di cronaca nera per trasformarsi ben presto in una sorta di psicodramma collettivo dove, nel baluginante chiaroscuro di una notte da lupi, emergono le tensioni e le dolorose vicende di personaggi alle prese con la indicibile complessità della propria esperienza umana, una lucida e straziata ricognizione nei destini personali di uomini cui tocca in sorte la responsabilità di giudicare altri uomini oltre i limiti angusti e meschini di un mero dovere burocratico. [+]

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