C'era una volta in Anatolia |
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Un film di Nuri Bilge Ceylan.
Con Yilmaz Erdogan, Taner Birsel, Ahmet Mümtaz Taylan, Muhammet Uzuner, Firat Tanis
Titolo originale Bir zamanlar Anadolu'da.
Drammatico,
durata 150 min.
- Turchia 2011.
- Parthénos
uscita venerdì 15 giugno 2012.
MYMONETRO
C'era una volta in Anatolia
valutazione media:
3,55
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Senza via di scampodi antonio trimarcoFeedback: 508 | altri commenti e recensioni di antonio trimarco |
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lunedì 25 giugno 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film che narra contemporaneamente più storie drammatiche. Un omicidio, un suicidio, una malattia. Tre auto attraversano di notte l'Anatolia, cercano un cadavere. Visto da lontano è lavoro, lavoro di un poliziotto, un procuratore, un medico e i loro uomini. Visto da vicino attraverso le inquadrature e le parole degli interpreti il dramma, i drammi prendono corpo. La solitudine, la tristezza si mescolano così ad una quotidianità che si è costretti a vivere. Uomini normali, che cercano di fare bene il loro lavoro nonostante questo affronti le miserie umane e le loro conseguenze. Uomini normali che devono guardare ai drammi esterni a loro, ma che li riportano ai propri. La notte porta un piccolo conforto di ospitalità in un piccolo villaggio dove il sindaco accoglie indagati e indagatori. Si cena, si colgono le vite e la vita di quel microcosmo. Si coglie la separatezza e la rigidità dei ruoli tra uomo e donna. Si coglie la bellezza della figlia del Sindaco, una bellezza che forse rimarrà confinata per tutta la vita in quell'angolo di mondo. L'omicida ha forse un segreto o più di uno. La mattina si scopre il cadavere. Ma poco si riesce a capire del perchè di quella morte. C'è probabilmente un adulterio che non verrà svelato pubblicamente. Ci sono poi i drammi del procuratore, che parlando con il medico scopre qualcosa sulla morte della moglie e quelli del poliziotto che con un figlio malato preferisce andare a lavorare per allontanare il dolore. E poi il medico che non ci svela nulla di lui, ma anche la sua storia sembra impregnata nel dolore e nella solitudine. Verrebbe da dire che "c'era una volta" e ci sono ancora "Vite senza vie d'uscita". Un film lirico, intenso, doloroso. Fotografia meravigliosa, soggetto sceneggiatura e regia impeccabili. Anche le interpretazioni dei personaggi principali sono molto intense.
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