ashtray_bliss
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giovedì 12 aprile 2012
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film a due livelli: buona l'idea*risultato confuso
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Woody e' una firma, un marchio o meglio un 'sigillo' di garanzia. Le sue opere sono geniali e brillanti e solitamente trasmettono un messaggio ben piu' profondo di quello superficiale. Anche l'idea di partenza di questo movie e' simpatica e originale (ma non brillante, visto il fatto che l'idea di percorrere il passato e' stata proposta ripetutivamente nella storia del cinema). Un uomo a mezzanotte in punto, a Parigi, una citta' "magica" per eccellenza, incontra il passato. Ma non un passato qualsiasi, bensi gli anni '20, gli anni dove tutti i grandi della letteratura e dell'arte si radunavano a Parigi. Cosi, Gil, scrittore frustrato e a corto di idee nonostante sia sempre in cerca di creativita' e nuovi spunti letterari, si imbatte "magicamente" in quella che lui considera "l'epoque d'or".
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Woody e' una firma, un marchio o meglio un 'sigillo' di garanzia. Le sue opere sono geniali e brillanti e solitamente trasmettono un messaggio ben piu' profondo di quello superficiale. Anche l'idea di partenza di questo movie e' simpatica e originale (ma non brillante, visto il fatto che l'idea di percorrere il passato e' stata proposta ripetutivamente nella storia del cinema). Un uomo a mezzanotte in punto, a Parigi, una citta' "magica" per eccellenza, incontra il passato. Ma non un passato qualsiasi, bensi gli anni '20, gli anni dove tutti i grandi della letteratura e dell'arte si radunavano a Parigi. Cosi, Gil, scrittore frustrato e a corto di idee nonostante sia sempre in cerca di creativita' e nuovi spunti letterari, si imbatte "magicamente" in quella che lui considera "l'epoque d'or". Cosi avra' l'opportunita'di incontrare e addirittura confrontarsi con i suoi idoli: Hemingway, Fitzgerald, T.S. Eliot, Dali, Picasso...Questa avventura gli fara' capire chi e' lui veramente e gli dara' la carica e creativita' necessaria per proseguire il suo romanzo, oltre che realizzare che lui e la donna che sta per sposare non hanno in realta' nulla in comune e nemmeno si amano.
Il film, si evolve in due livelli-diversi-ma paralleli i quali si incontrano in un punto-cardine comune: il protagonista Gil. I livelli, invece, che costituiscono l'intera pellicola sono due:
1. Il confronto-scontro tra l'epoca moderna e il passato. Nessuno e' mai contento o appagato di vivere in una determinata epoca storica. Questo genera una nostalgia verso il passato, le epoche che non sono state mai vissute ma solo tramandate (per mezzi letterari sopratutto, ma grazie all'Arte universalmente). In ogni epoca storica, prevale la nostalgia del passato. In effeti, cio' e' quello che accomuna gran parte dei protagonisti: Gil, Adriana-che rimpiange la Belle Epoque, Gabrielle-che conosce perfettamente i grandi della musica degli anni '20.
2. Il secondo livello, meno evidente e al quale viene dato minor spazio all'interno del film e' : il confronto tra personalita' opposte e tutto quello che ne deriva (o ne dovrebbe derivare) : dallo scontro culturale a quello economico. Cosi, attorno a Gil ruotano dei personaggi che mettono in evidenza il perpetuo confronto-scontro tra persone diverse: La ragazza di Gil, Inez, ne e' un esempio lampante. Non si preoccupa della importanza che ha la letteratura nel universo di Gil, e' superficiale e le interessano solamente i ristoranti costosi, e i negozzi che vendono articoli preziosi come gli antiquari. Per lei, Parigi di notte, vuol dire ballare mentre per per Gil vuol dire incontrare il passato con tutta la nostalgia e creativita' che accompagna questo evento. Ad Inez, piace celebrare una vita ricca e spensierata mentre Gil rappresenta la ricerca e l'amore verso le grandi opere passate. In effetti queste diversita' verrano a galla durante la loro permanenza a Parigi e segneranno la fine del loro rapporto a fine viaggio. Al contempo pero' lui stesso e' messo a confronto con personalita' differenti appunto perche' provengono da epoche diverse con punti di vista differenti. Personalita' che hanno tutto(=passione per l'arte e la letteratura) e nulla (diversi punti di vista, e diverse epoche storiche nelle quali vivono e agiscono) in comune con Gil.
Il risultato finale appare pero' abbastanza confuso e non all'altezza dell'idea di partenza. Risulta un movie godibile ma non eccezionale. Brillanti i dialoghi e la fotografia.
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antonio trimarco
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lunedì 12 dicembre 2011
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piccolo trattato sulla capacità di essere felici
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Gil è uno sceneggiatore con chance di scrittore, almeno ci prova, è affascinato da Parigi ed è in vacanza con la sua futura sposa e gli invadenti genitori. La sua compagna è molto bella, ma i loro gusti, il loro modo di vivere è molto diverso. A Gil piace passeggiare sotto la pioggia e gli piace molto Parigi, lei vive invece questa esperienza da vera turista americana. Ma Gil prova a no farci caso, ma quando incontrano una coppia di amici le differenze tra loro esplodono. Questo dà la possibilità a Gil di vivere alcune notti parigine in un altro tempo e in un altro spazio, incontra così scott Fitzgerald, Cole Porter, Hemingway, Picasso, Dalì e tanti altri, ma soprattutto Adriana di cui si innamora ricambiato.
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Gil è uno sceneggiatore con chance di scrittore, almeno ci prova, è affascinato da Parigi ed è in vacanza con la sua futura sposa e gli invadenti genitori. La sua compagna è molto bella, ma i loro gusti, il loro modo di vivere è molto diverso. A Gil piace passeggiare sotto la pioggia e gli piace molto Parigi, lei vive invece questa esperienza da vera turista americana. Ma Gil prova a no farci caso, ma quando incontrano una coppia di amici le differenze tra loro esplodono. Questo dà la possibilità a Gil di vivere alcune notti parigine in un altro tempo e in un altro spazio, incontra così scott Fitzgerald, Cole Porter, Hemingway, Picasso, Dalì e tanti altri, ma soprattutto Adriana di cui si innamora ricambiato. Ma il sogno è sogno per quanto affascinate e realistico possa apparire, ma durante questi viaggi Gil scopre ciò che vuole. Il contatto con questo mondo gli farà scoprire due cose fondamentali: non si può vivere nel passato e la verità dell'amore. Woody Allen ci regala con questo film divertimento e sagace sguardo sulla vita. Lo fa regalandoci una Parigi da sogno e una Parigi reale, entrambe affascinanti e da vivere. Un film che ci regala pillole di saggezza sulla vita che viviamo e su sull'importanza di trovare o ritrovare una propria personale sintonia, sicuramente in una dimensione favolistica, ma comunque seppur leggero il film è un piccolo trattato sulla capacità di essere felici nel presente. Da vedere divertente, intrigante, leggero.
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rescart
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sabato 5 maggio 2012
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opera della maturità
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E’ questa l’intenzione che Allen manifesta di avere sulla base di almeno un paio di indizi. Il primo è quando il protagonista, ottimamente interpretato da un Owen Wilson nei panni mimetici di Woody attore, racconta a Buñuel la trama di un film che non solo non ha ancora realizzato, ma mostra di non avere ancora sufficiente maturità artistica per concepirlo. Il secondo è la scelta del regista americano di realizzare subito dopo questo film il raffazzonato ed infelice “To Rome with love”, quasi a voler sottolineare il fatto di aver appena raggiunto un vertice artistico difficilmente ripetibile (almeno in tempi brevi). Non sempre talento e maturità vanno a braccetto, come fu nel caso di Bunuel.
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E’ questa l’intenzione che Allen manifesta di avere sulla base di almeno un paio di indizi. Il primo è quando il protagonista, ottimamente interpretato da un Owen Wilson nei panni mimetici di Woody attore, racconta a Buñuel la trama di un film che non solo non ha ancora realizzato, ma mostra di non avere ancora sufficiente maturità artistica per concepirlo. Il secondo è la scelta del regista americano di realizzare subito dopo questo film il raffazzonato ed infelice “To Rome with love”, quasi a voler sottolineare il fatto di aver appena raggiunto un vertice artistico difficilmente ripetibile (almeno in tempi brevi). Non sempre talento e maturità vanno a braccetto, come fu nel caso di Bunuel. Allen aveva già dimostrato con Manhattan di avere talento da vendere, ora che quel talento si sposa con la maturità, o almeno dichiara di volersi sposare con essa, il risultato non è all’altezza delle aspettative. Ma come suol dirsi, tutto è relativo. Nei confronti del talento di Allen le aspettative sono altissime e ovviamente è lui il primo ad essere consapevole di ciò. Di qui la trama del film, il cui senso ultimo è quello di relativizzare la stessa grandezza artistica. Per quanto di talento possa essere un regista e artista come Woody Allen, non sarà mai possibile disporre di uno strumento di misurazione assoluto. Per chi vive oggi la Parigi degli degli anni venti potrà sembrare il non plus ultra esattamente come per chi è vissuto allora poteva sembrarlo la Belle Epoque, e per chi visse in quest’ultimo periodo storico potrebbe sembrare il Rinascimento italiano. Nessuna lezione potrebbe essere più azzeccata, sia dal punto di vista di un americano a Parigi che soffre di un innato complesso di inferiorità nei confronti della vecchia Europa, sia dal nostro punto di vista che forse soffriamo al contrario di un simmetrico complesso di superiorità. Di qui forse anche la scelta degli attori, il cui curricolo artistico non è certo di altissimo livello. Ma come si diceva prima, tutto è relativo.
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maria
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martedì 13 dicembre 2011
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incantesimo
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L'incantesimo che porta Gilles negli anni '20 dell'amatissima Parigi, nel cuore del suo sogno di amore e cultura, è soprattutto quello in cui Woody porta gli spettatori, prendendoli delicatamente per mano e accompagnandoli al centro dei loro sogni e delle loro delusioni.Idea non nuova ma rivisitata in un linguaggio raffinatissimo e in trovate divertenti.Perfette come sempre scenografia, fotografia e colonna sonora che ci restituiscono una Parigi da mozzare il fiato, poetica nel presente come nel passato e, per l'amore con cui è ritratta, stranamente simile alla New York di altri film di Woody Allen. Del resto le citazioni, dirette ed indirette,e quasi sempre un po' ironiche,sono parecchie: vengono subito in mente "Manhattan" e "La rosa purpurea del Cairo" ma anche film non suoi.
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L'incantesimo che porta Gilles negli anni '20 dell'amatissima Parigi, nel cuore del suo sogno di amore e cultura, è soprattutto quello in cui Woody porta gli spettatori, prendendoli delicatamente per mano e accompagnandoli al centro dei loro sogni e delle loro delusioni.Idea non nuova ma rivisitata in un linguaggio raffinatissimo e in trovate divertenti.Perfette come sempre scenografia, fotografia e colonna sonora che ci restituiscono una Parigi da mozzare il fiato, poetica nel presente come nel passato e, per l'amore con cui è ritratta, stranamente simile alla New York di altri film di Woody Allen. Del resto le citazioni, dirette ed indirette,e quasi sempre un po' ironiche,sono parecchie: vengono subito in mente "Manhattan" e "La rosa purpurea del Cairo" ma anche film non suoi......per esempio, i riferimenti alla pioggia mi hanno fatto pensare a "Sabrina".
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savio 86
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giovedì 9 agosto 2012
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woody allen si fa perdonare.
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Midnight in Paris ripaga ampiamente chi è rimasto deluso da certi "scempi" (per essere Allen) degli ultimi anni.
Forse non è un film così semplice da sentire. Bisogna essere un pò scrittori, oppure un pò romantici, o nostalgici, o avere in sè una brezza di poesia; bisogna amare Parigi, capire un pò Allen e la sua ironia. Si deve almeno una volta essersi seduti a un cafè immaginando di essere un centinaio d'anni addietro, aver camminato lungo la Senna, essere scesi da Montmartre nel cuore della notte.
Se poi si ha un fil rouge che lega tutti questi elementi, questo film diventa pressapoco letale.
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Midnight in Paris ripaga ampiamente chi è rimasto deluso da certi "scempi" (per essere Allen) degli ultimi anni.
Forse non è un film così semplice da sentire. Bisogna essere un pò scrittori, oppure un pò romantici, o nostalgici, o avere in sè una brezza di poesia; bisogna amare Parigi, capire un pò Allen e la sua ironia. Si deve almeno una volta essersi seduti a un cafè immaginando di essere un centinaio d'anni addietro, aver camminato lungo la Senna, essere scesi da Montmartre nel cuore della notte.
Se poi si ha un fil rouge che lega tutti questi elementi, questo film diventa pressapoco letale.
Perdersi nel tempo, nei pensieri, nel sogno di quel passato perfetto in una città perfetta, forse la più bella dell'universo per quel che ne sappiamo.
Gill, sceneggiatore insodisfatto di Hollywood e aspirante scrittore, si innamora e sogna Parigi, la Parigi degli anni'20 di Hemingway, Picasso e Dalì. A mezzanotte, come nella migliore e più classica delle favole, in un punto preciso della città passa una Peugeot 22CV che lo porta direttamente in quella Parigi così tanto sognata. Qui riconoscerà e conoscerà i suoi miti, in una nebbia surrealista che interseca realtà e immaginario(il bello del cinema è che non dobbiamo necessariamente svegliarci) e innamorandosi della bellissima amante di Pablo, Adriana.
Poesia e ironia si fondono nei grandi artisti e poeti che costellavano la Ville Lumière creando un percorso per lo stesso Gill, che abbandonerà le scelte ragionate e si lascerà andare, vincendo quella eterna oppressione dei falsi intelletuali moderni, saccenti, pedanti, rpesuntuosi e senza genio artistico, così come il conformismo della sua futura moglie che preferisce quei film hollywoodiani stupidi e scritti a mo' di catena di montaggio, dal dal fidanzato, "belli ma dimenticabili".
E'la perenne condizione degli artisti di oggi, pazzi in una camicia di forza, costretti a urlare parole spesso non proprie per accontentare la casa editrice, la produzione o la galleria, rincorrere quel bello non deciso da sè, ma dal pubblico che molto spesso non sa neanche cosa sia il bello.
Restiamo incantati di fronte alle parole di Hemigway, al surrealismo rinorocentiano di Dalì, a quel buio illuminato dai lampioni che si riflettono nella Senna. Se non la miglior regia, sicuramente è una delle punte di diamante del repertorio Alleniano, che mette un pò da parte spunti, riflessioni e ironia(presenti ma in misura minore), puntando molto alle immagini, alle atmosfere e alla poesia. Un Owen Wilson che si rivela un attore eccellente, quasi una caricatura perfettamente riuscita del giovane Allen( di cui probabimente il personaggio di Gill ha molto) affiancato da una stupenda e bravissima Mariion Cotillard.
Siamo qui a lamentarci del nostro tempo, ma nessuno è contento del tempo in cui vive, e forse tra cento anni qualcuno ci dirà che gli anni duemila sono stati la vera età d'oro.
Tanto vale sognare allora.... che da qualche, in qualche punto imprecisato della città passi una carrozza o un'auto d'epoca, e che ci porti lì dove veramente crediamo di dover stare. Solo così almeno, accettando il presente ma vivendo il passato, si avrà la speranza di scrivere, dipingere, comporre.
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narciso
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mercoledì 14 dicembre 2011
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la banalizzazione dell'epoca d'oro
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Gil, sceneggiatore di successo, si trova a Parigi con la sua promessa sposa Inez per cercare ispirazione per la sua vera brama, diventare uno scrittore come i suoi idoli della Parigi degli anni folli da cui è ossessionato. Camminando da solo per i viali della capitale francese dopo aver bevuto troppo si perde. Scoccata la mezzanotte, si imbatte in un'auto "d'epoca" e dei giovani lo invitano a salire. Ben presto si rende conto di essere stato catapultato nella jazz age parigina con i suoi artisti preferiti F.S. Fitzgerald, la moglie Zelda, Hemingway, picasso, bunuel e chi più ne ha più ne metta.
Quello che all'inizio sembra un viaggio a Parigi sulla falsa (ma riuscitissima) riga di "Manhattan", con Sidney Bechet a sostituire George gershwin, si trasforma ben presto in un fiabesco viaggio attraverso le "epoche d'oro" della capitale artistica d'Europa, facendo rivivere allo spettatore, attraverso le loro stesse citazioni, le vite degli autori che caratterizzarono il periodo di maggiore fermento culturale del mondo contemporaneo.
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Gil, sceneggiatore di successo, si trova a Parigi con la sua promessa sposa Inez per cercare ispirazione per la sua vera brama, diventare uno scrittore come i suoi idoli della Parigi degli anni folli da cui è ossessionato. Camminando da solo per i viali della capitale francese dopo aver bevuto troppo si perde. Scoccata la mezzanotte, si imbatte in un'auto "d'epoca" e dei giovani lo invitano a salire. Ben presto si rende conto di essere stato catapultato nella jazz age parigina con i suoi artisti preferiti F.S. Fitzgerald, la moglie Zelda, Hemingway, picasso, bunuel e chi più ne ha più ne metta.
Quello che all'inizio sembra un viaggio a Parigi sulla falsa (ma riuscitissima) riga di "Manhattan", con Sidney Bechet a sostituire George gershwin, si trasforma ben presto in un fiabesco viaggio attraverso le "epoche d'oro" della capitale artistica d'Europa, facendo rivivere allo spettatore, attraverso le loro stesse citazioni, le vite degli autori che caratterizzarono il periodo di maggiore fermento culturale del mondo contemporaneo.
Allen ci costringe a credere nella normalità di quelle frasi e personaggi storici banalizzando il concetto di epoca d'oro che si svuota totalmente per lasciare spazio al significato di Arte come bellezza in se, oltre a quelle due esplicite morali contigue, dell'apprezzare le cose che si vivono con pensiero positivo e del seguire il proprio istinto nel cambiare se essa non ci soddisfa, come testimonia la scelta finale del protagonista di rimanere a Parigi nel proprio tempo.
Il regista newyorkese esplicita ancora una volta il suo stile e la sua weltanshauung attraverso il protagonista Gil, suo alter ego un pò slapstick, in una dimensione sospesa tra il concreto e l'onirico; tra il passato, il presente e il futuro, stravolgendoli per cambiare la realtà adattandola alla sua mente da sognatore.
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stefano-kun
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martedì 10 gennaio 2012
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magica è la notte
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Woody Allen rende omaggio a Parigi in questo film che non è certamente il più originale o il più memorabile della sua carriera, ma che seduce e conquista lo spettatore fin dalla prima sequenza.
Il film si apre con una panoramica di scorci della Ville Lumière: immagini, visioni e colori già conosciuti da chiunque ami Parigi, ma che ugualmente non smettono di emozionare lo spettatore, ripresi e montati secondo un modello che ricorda l’incipit di Manhattan, una delle opere più famose e idolatrate da parte del pubblico di Woody Allen.
Il tema principale del film è quello della nostalgia e della difficoltà a vivere la propria vita, nel proprio tempo.
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Woody Allen rende omaggio a Parigi in questo film che non è certamente il più originale o il più memorabile della sua carriera, ma che seduce e conquista lo spettatore fin dalla prima sequenza.
Il film si apre con una panoramica di scorci della Ville Lumière: immagini, visioni e colori già conosciuti da chiunque ami Parigi, ma che ugualmente non smettono di emozionare lo spettatore, ripresi e montati secondo un modello che ricorda l’incipit di Manhattan, una delle opere più famose e idolatrate da parte del pubblico di Woody Allen.
Il tema principale del film è quello della nostalgia e della difficoltà a vivere la propria vita, nel proprio tempo. Il protagonista Gil, sceneggiatore di Hollywood e aspirante romanziere, è in vacanza a Parigi, accompagnato dalla fidanzata e dai genitori di lei, che non lo apprezzano (eufemismo). Invischiato in questa situazione difficile, resa ancor più disagevole da un vecchio amico della fidanzata incontrato per caso, che è insopportabile e inoltre cerca di sedurre la sua fidanzata, Gil trova nel sogno ad occhi aperti la sua via di fuga. Così, allo scoccare della mezzanotte, verrà trasportato per incanto nella Parigi degli anni Venti, l’epoca che ha sempre sognato e mitizzato. Notte dopo notte si troverà in compagnia dei suoi idoli (Hemingway, Scott Fitzgerald, Picasso, Dalì e altri ancora) a bere, chiacchierare e frequentare feste.
Woody Allen fa partecipare lo spettatore a questo splendido sogno e riesce a vincere la sua diffidenza, così che sembrerà anche a noi di essere lì, in compagnia di Gil e di quelle celebrità del passato, nelle notti scintillanti della Parigi di quegli anni.
Mentre nella Rosa purpurea del Cairo il veicolo per il sogno della protagonista era lo schermo del cinema, qui è la magia della città, accompagnata dalla noia e dalla malinconia dello scrittore Gil (probabilmente un alter ego del regista) che fa scattare l’illusione. Questa dimensione onirica rischia di essere pericolosa e anticipare grandi delusioni e disillusioni, ma può anche portare dei frutti, può insegnare qualcosa sulla vita reale. È ciò che avviene nel finale, quando appare chiaro al protagonista e agli spettatori che non esiste una vera età dell’oro, concetto quanto mai relativo, e che è impossibile sfuggire alla propria epoca.
Sembra che Woody Allen voglia proporre un messaggio o un consiglio allo spettatore: quello di vivere il proprio tempo accettandolo per quello che è e di cercare di realizzare i propri sogni, invece che limitarsi a viverli ad occhi aperti.
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lombi89
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mercoledì 14 dicembre 2011
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dove vorrei essere?
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Midnight in Paris
Chi non ha mai pensato di essere nato in un'epoca sbagliata? Chi non ha mai sognato una vita diversa in un tempo diverso, in un mondo più adatto ai nostri desideri e alle nostre aspirazioni? Sogni appunto, irrealizzabili. Ma a Gil Pender, sceneggiatore americano e aspirante scrittore in vacanza a Parigi, capita ciò che pare impossibile. Ogni notte, allo scoccare della dodicesima ora, entra in un magico mondo: la ruggente e magica Parigi degli anni '20. Hemingway e Scott Fitzgerald, Picasso e Cole Porter sono solo alcuni dei personaggi leggendari che incontrerà, con cui frequenterà i locali più alla moda dell'epoca e a cui chiederà consigli. Egli sempre incredulo e felicissimo si addentrerà in questo magico mondo ormai scomparso scoprendo anche lati meno noti e curiosità dei Grandi di allora, le cui opere lo hanno sempre ispirato e guidato.
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Midnight in Paris
Chi non ha mai pensato di essere nato in un'epoca sbagliata? Chi non ha mai sognato una vita diversa in un tempo diverso, in un mondo più adatto ai nostri desideri e alle nostre aspirazioni? Sogni appunto, irrealizzabili. Ma a Gil Pender, sceneggiatore americano e aspirante scrittore in vacanza a Parigi, capita ciò che pare impossibile. Ogni notte, allo scoccare della dodicesima ora, entra in un magico mondo: la ruggente e magica Parigi degli anni '20. Hemingway e Scott Fitzgerald, Picasso e Cole Porter sono solo alcuni dei personaggi leggendari che incontrerà, con cui frequenterà i locali più alla moda dell'epoca e a cui chiederà consigli. Egli sempre incredulo e felicissimo si addentrerà in questo magico mondo ormai scomparso scoprendo anche lati meno noti e curiosità dei Grandi di allora, le cui opere lo hanno sempre ispirato e guidato. Ma in questo percorso capirà che il suo desiderio di vivere in un altro tempo è condiviso anche da chi è natio dell'epoca che lui ritiene d'oro. Forse allora non esiste un momento ideale, se non nelle nostre menti che proiettano e identificano un dato periodo come quello della felicità. Questa consapevolezza non sarà senza conseguenze anche nella sua vita contemporanea e lo porterà a compiere delle scelte radicali...
Da Woody Allen un film allegro e citazionista, una dichiarazione d'amore per Parigi e la magia che riesce ad evocare a chiunque abbia la fortuna di trascorrervi qualche attimo. Eloquente in ciò la ricca sequenza iniziale di stupende immagini della capitale francese. Un Owen Wilson ben calato nel ruolo dell'aspirante scrittore statunitense travolto dalla poesia della Citè per un prodotto che non sarà leggendario e al livello dei capolavori del maestro di Brooklyn, ma che fa sorridere lo spettatore e al contempo gli lascia un velo di malinconia.
Da vedere!
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[+] a roma
(di marezia)
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cinemascoop.altervista.org
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martedì 13 dicembre 2011
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parigi val bene... un film!
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Con Midnight in Paris Woody Allen intende dipingere un affresco romantico dell'affascinante capitale francese immaginandola anche negli anni venti e persino ai tempi della cosiddetta Belle Époque. Il protagonista è Owen Wilson che indossa i panni di Gil (uno sceneggiatore di Hollywood) in visita a Parigi con la futura moglie Inez (Rachel McAdams) ed i genitori di lei. Lui è profondamente innamorato delle atmosfere parigine fino al punto di ritrovarsi catapultato - ogni notte a mezzanotte - nel pieno degli anni venti quando da Parigi passavano importanti letterati, musicisti, pittori ed artisti in genere. Le notti di Gil si colorano di nostalgiche tinte vintage.
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Con Midnight in Paris Woody Allen intende dipingere un affresco romantico dell'affascinante capitale francese immaginandola anche negli anni venti e persino ai tempi della cosiddetta Belle Époque. Il protagonista è Owen Wilson che indossa i panni di Gil (uno sceneggiatore di Hollywood) in visita a Parigi con la futura moglie Inez (Rachel McAdams) ed i genitori di lei. Lui è profondamente innamorato delle atmosfere parigine fino al punto di ritrovarsi catapultato - ogni notte a mezzanotte - nel pieno degli anni venti quando da Parigi passavano importanti letterati, musicisti, pittori ed artisti in genere. Le notti di Gil si colorano di nostalgiche tinte vintage. Nei salotti parigini post prima guerra mondiale scopriamo che il contemporaneo sceneggiatore conosce personaggi del calibro di Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Salvador Dalì e parecchi altri. Durante il giorno tutto ritorna alla normalità o quasi. Quando Inez ed i suoi genitori iniziano a preoccuparsi per le persistenti passeggiate notturne di Gil, lui stesso rivela la verità che ovviamente non viene creduta. Il film è un tipico prodotto in stile Allen - nuova maniera - e riuscirà ad essere apprezzato solo da chi ama il cinema del regista americano. Dopotutto si tratta di un gesto d'amore verso la città della Torre Eiffel. Fin dai titoli di testa vediamo ritratti tutti i simboli che tratteggiano gli inconfondibili profili parigini mentre le passeggiate notturne e quelle diurne di Owen/Gil (anche sotto la pioggia) fanno assaporare i mille profumi e le numerose atmosfere che rimangono impresse a chiunque faccia visita a Parigi. Dopo i cupissimi toni degli ultimi film di Woody Allen, ritroviamo la leggerezza della commedia condita con romanticismo e fascinazione. Una visione surreale che fa viaggiare nel tempo per trasmettere il messaggio che non ci sia epoca migliore di quella in cui stiamo vivendo.
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iuras
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venerdì 16 dicembre 2011
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nostalgia del passato
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Ho visto il film dopo aver sentito, nel circolo degli amici e fuori ,lodi sperticate,con qualche timida eccezione , che derivano principalmente ,ben si capisce,dalla "autorità" di cui gode Woody Allen (mostro sacro) e dalla sugestione dei suoi precedenti film.Mi sono astenuto , tra gli amici per timore di essere tacciato di un certo intellettualismo ma non in questa sede che considero palestra dove l'oggettività può esercitarsi, dal richiamare lo spicologo americano Milgran che dimostrò il potere sociale-degli altri (per suggestione,paura del ridicolo ,timore di aver dubitato della propria percezione ecc.) che induce un adeguamento ai giudizi degli" altri" anche contro la propria percezione e sensibilià.
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Ho visto il film dopo aver sentito, nel circolo degli amici e fuori ,lodi sperticate,con qualche timida eccezione , che derivano principalmente ,ben si capisce,dalla "autorità" di cui gode Woody Allen (mostro sacro) e dalla sugestione dei suoi precedenti film.Mi sono astenuto , tra gli amici per timore di essere tacciato di un certo intellettualismo ma non in questa sede che considero palestra dove l'oggettività può esercitarsi, dal richiamare lo spicologo americano Milgran che dimostrò il potere sociale-degli altri (per suggestione,paura del ridicolo ,timore di aver dubitato della propria percezione ecc.) che induce un adeguamento ai giudizi degli" altri" anche contro la propria percezione e sensibilià.Detto questo,il filmè certamente valido,intrigante,divertente ,grande in particolare per musiche,fotografia,ricostruzioni ambientali,ma ad esso , e concordo pienamente con il critico Valerio Caprara, " non si addice un surplus di aggettivi ".L'autorità di Woody Allen infatti non può far scomparire stereotipi quali la fidanzata del protagonista,classica turistica ricca americana, e i suoi genitori,classici esponenti della middle class americana agiata ,repubblicana, nè la sequela di apparizione superflua per la sua ripetitività, a volte con qualche frase autoreferenziata che fa scena, di artisti dell'epoca più famosi.Il film ottimo ma non un capolavoro può forse, nell'ambito della produzione di Woody Allen, classificarsi una nostalgia di un passato ,un divertissement di cui ovviamente se consiglia però la visione . Non mi preoccupa la raccolta certa di una alta percentuale di dissenso, ma ritengo che le notazioni fatte possano servire a qualche riflessione più libera, meno condizionata.
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