dario
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lunedì 26 maggio 2014
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sublime
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Dopo il toccodi Lubitsch ecco quello di Woody Allen. Che rende accettabile anche una storia assurda grazie ad una sapienza cinematografica eccezionale. Il film scorre con una grazia infinita, si fa ammirare per la bellezze delle riprese, diventa sublime nelle invenzioni e in certa illogicità che lega logicamente le scene fra loro. Molte le trovate, qualche virtuosismo, e brevi segni di stanchezza narrativa (il senso del nulla alle porte?) riscattati da un sorriso di soeranza sotto la pioggia. l film ha contenuti intellettuali che Owen regge miracolosamente, cioè esegue senza capire la raffinatezza del suo personaggio (che è poi Allen travestito). Tutto merito della regia aver reso più che accettabile le recitazioni, evitando abilmente gli stereotipi.
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Dopo il toccodi Lubitsch ecco quello di Woody Allen. Che rende accettabile anche una storia assurda grazie ad una sapienza cinematografica eccezionale. Il film scorre con una grazia infinita, si fa ammirare per la bellezze delle riprese, diventa sublime nelle invenzioni e in certa illogicità che lega logicamente le scene fra loro. Molte le trovate, qualche virtuosismo, e brevi segni di stanchezza narrativa (il senso del nulla alle porte?) riscattati da un sorriso di soeranza sotto la pioggia. l film ha contenuti intellettuali che Owen regge miracolosamente, cioè esegue senza capire la raffinatezza del suo personaggio (che è poi Allen travestito). Tutto merito della regia aver reso più che accettabile le recitazioni, evitando abilmente gli stereotipi. Film malinconico, ma senza malinconia. Lieve e in fondo spensierato, a favore della fantasia. Una fantasia sapiente e nascostamnte dolente, dolente quasi per vezzo.
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elgatoloco
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domenica 10 gennaio 2021
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woody intrigante
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"Midnight in Paris"(2011, di WOody ALlen, ovviamente integralmente, sogggetto, sceneggiatura, regia)è film che si basa sulla time-machine, con uno scrittore di oggi, in Parigi in vacanza (ma con l'9ntenzione di dirmorarvi), con la sua gilr-friend e i genitori di lei e con due amici della ragazza che a lui non piacciono(p anche geloso dlel'ex-compagno di college di lei). Casualnente, durante le serate passeggiando da solo, con alcuni rinotocchi di campana dopo midnight una carrozzza lo preleva e si trova catapulato negli anni 1920 , sempre della Ville Lumiére, conoscendo Scott Fitzgerald, Hemingway, Faulkner, Dali , Picasso, Bunuel, Cole Porter e relative donne, con una delle quali ha quasi una relazione, ma conosce anche Getrude Stein, cui fa leggere il suo romanzo(in genere lavora a Hollywood, scrivendo screenplays).
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"Midnight in Paris"(2011, di WOody ALlen, ovviamente integralmente, sogggetto, sceneggiatura, regia)è film che si basa sulla time-machine, con uno scrittore di oggi, in Parigi in vacanza (ma con l'9ntenzione di dirmorarvi), con la sua gilr-friend e i genitori di lei e con due amici della ragazza che a lui non piacciono(p anche geloso dlel'ex-compagno di college di lei). Casualnente, durante le serate passeggiando da solo, con alcuni rinotocchi di campana dopo midnight una carrozzza lo preleva e si trova catapulato negli anni 1920 , sempre della Ville Lumiére, conoscendo Scott Fitzgerald, Hemingway, Faulkner, Dali , Picasso, Bunuel, Cole Porter e relative donne, con una delle quali ha quasi una relazione, ma conosce anche Getrude Stein, cui fa leggere il suo romanzo(in genere lavora a Hollywood, scrivendo screenplays).. Praticamente "viaggia"nell'epoca che ama, che predilige, ritenendola la più creativa(come dargli torto? Tutta la grnade avanguardia storica nasce in quegli anni, dall surrealismo al futurismo, all'espressionismo). A un certo punto la sua"dissociazione"insospettisce il padre conservatore della sua girl-friend, che lo sospetta di tradire la figlia e lo fa pedinare da un detective, che, però, "scompare nel nulla"... Decisamente bella, questa"riscoperta"della città affascinante e evocatrice di tante sujggestioni, con un uso della"time machine"per nulla"avanguardistica"dal punto di vista della tecnica cinematografica, dove il "surrealismo"è tutto nella concezione, non espresso tecnicamente, appunto. Lo scrittore finirà per consigliare a Bunuel(che allora faceva film con Dalì, tra l'altro)la scena che sarà nel molto piùtardivo "El Angel Exterminador"(1963)nel quale i protaognisti non riescono più a uscire dalla sala di un ristorante, ma Bunuel,, stupito, gli chiede il perché di tale"blocco"... Quando sembrava che il film prendesse un po'la piega della"carrellata"sugli amori culturali di Woody, tutto cambia e si vedrà una scelta originalssima, che concilia i due tempi, le due epoche, senza in qualche modo optare per l'una o per l'altra. Owen WIlson, Rachel Mc Adams, ma anche Kathy Bates, Adrien Body, molti /e altri(e interpreti, in un film di rara intelligenza, di grande qualità anche sul piano fotografico(darius Khondij), ma anche con il "corredo"(che è molto pià di questo)di musiche straordinarie, come peraltro sempre in Allen, eglis tesso musicista, COle Porter, musiche d'epoca(primo ventennio del 1900)e altro ancrora, El Gato
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eugen
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domenica 30 luglio 2023
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smentisce il cliche''del woody "intellettualistico"
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"Midnight in Paris"(di Woody Allens, integralmente, per soggetto, screenplay, regia, come sempre anche co.-compositizone ed esecurazione delle musiche, 2011), decisamente si coferma un film importante, che, anzi , smentisce il cliche'di un Woody Allen"intellettualisico"(il che e'diverso da intelettuale, beninteso)che sarebbe interessato a produrre raffinati film con dialoghi molto"intellettuali"dove il "Witz"rasenterebbe il gioco di parole"chiuso"a certe fasce di pubblico, appuhnto, meno acculturate e meno"inteellettuali". Il gioco temporale, con relativa produzione dialogica, per cui Gil, sceneggiatore hollywoodiano in crisi"crrativa"a Parigi, di notte, entra in una dimensione diversa, da anni 1920, frequentando Cocteau, Picasso, Bunuel, ma soprattutto Hemingway, Scott Fitzgerald, la Stein, ossia dei suoi colelghi scrittori di altro tempo e di viersa formazione, per arricchisrsi culturalemtne, anche rispetto alla riperitivita'e relativa"pochezza"della cultura made in the USA, si lega pineamente al suo escapismo emotivo.
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"Midnight in Paris"(di Woody Allens, integralmente, per soggetto, screenplay, regia, come sempre anche co.-compositizone ed esecurazione delle musiche, 2011), decisamente si coferma un film importante, che, anzi , smentisce il cliche'di un Woody Allen"intellettualisico"(il che e'diverso da intelettuale, beninteso)che sarebbe interessato a produrre raffinati film con dialoghi molto"intellettuali"dove il "Witz"rasenterebbe il gioco di parole"chiuso"a certe fasce di pubblico, appuhnto, meno acculturate e meno"inteellettuali". Il gioco temporale, con relativa produzione dialogica, per cui Gil, sceneggiatore hollywoodiano in crisi"crrativa"a Parigi, di notte, entra in una dimensione diversa, da anni 1920, frequentando Cocteau, Picasso, Bunuel, ma soprattutto Hemingway, Scott Fitzgerald, la Stein, ossia dei suoi colelghi scrittori di altro tempo e di viersa formazione, per arricchisrsi culturalemtne, anche rispetto alla riperitivita'e relativa"pochezza"della cultura made in the USA, si lega pineamente al suo escapismo emotivo.sentimentale, per il fatto che si trova in crisi con la fdanzata, che notoriamente ha altre relazioni, ma soprattutto e'molto scontenta di lui e del suo"attendismo"relativamente al matrinonio, dove anche il decalage ecionomico gioca un ruolo significativo., In parte"autobiografico", sempre che non si intenda il termine in senso restrittivo.letterale, "Midnight in Paris"ci riporta a un Allen che sa collegare emotivita'e ricerca culturale in una sintesi armonica piena, dove nessuno dei due elementi viene a sopprimere l'altro o a prevaricare sulll'altro. Forse come non accadeva negli ultimi vent'anni, "Midnight"ci mostra un Allen capace pienamente di armonizzare"romanticismo"(anche qui il termine e'da intendere e da analizare al di fuori di molto discutibili lettura semplificanti e arbitrarie)e ricerca culturale. Owen Wilson,Rachel Adams, Michael Sheen, Marion Cotillard e gli/le altri(e sono assolutamente adatti(e air risepettivi ruoli, come anche chi rende i perosnaggi famosi della cultura: Kathy Bates e 'una Gertrude Stein perfetta, come anche Manuel di Fozo Bo(Picasso), Tom Hiddelston(Scott Fitzgerlad), Corey Stoll(Hemingwayin un film, una volta tanto, giustamnete riconosciuto e apprezzato anche a livello critico e di remi che gli sono stati attribuiti. Eugen
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doc57
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domenica 22 aprile 2012
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lo sbalzo temporale non è tutto
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La comicità di Allen non trova spazio in un film ove ciò che viene rappresentato è già stato realizzato (e probabilmente meglio) da altri. La porta del tempo era molto più originale in Kate & Leopold, pellicola che gradevolmente accompagna lo spettatore verso una commedia garbata e godibile sul contrasto fra due diverse epoche. Manca totalmente un pizzico di avventura come in Timeline, cosa che taglia la fetta "famiglia" dalla visione homevideo. Manca infine la forza di una storia d'amore come quella proiettata in un "diverso futuro possibile" come in The Familiy Man, che riesce a coinvolgere lo spettatore nonostante il faccione inespressivo di N.
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La comicità di Allen non trova spazio in un film ove ciò che viene rappresentato è già stato realizzato (e probabilmente meglio) da altri. La porta del tempo era molto più originale in Kate & Leopold, pellicola che gradevolmente accompagna lo spettatore verso una commedia garbata e godibile sul contrasto fra due diverse epoche. Manca totalmente un pizzico di avventura come in Timeline, cosa che taglia la fetta "famiglia" dalla visione homevideo. Manca infine la forza di una storia d'amore come quella proiettata in un "diverso futuro possibile" come in The Familiy Man, che riesce a coinvolgere lo spettatore nonostante il faccione inespressivo di N. Cage. Al termine della visione è lecito domandarsi se il film non fosse "targato Allen" a quale settore di pubblico potrebbe essere rivolto: forse a promessi sposi in procinto di "rivedere" criticamente la loro promessa...
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miklins
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lunedì 19 dicembre 2011
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ma parigi dov'è ?
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90 minuti circa di film per dirci che “il presente . E’ un po’ insoddisfacente perché la vita è insoddisfacente” . Ed è lo stesso Gil -Owen Wilson a rivelarlo a sette minuti dalla fine . Non occorre un’idea geniale per farne un bel film se geniale è la messa in scena , ma quoi bon ? far figurare nella pellicola Fitzgerald, Hemingway,Picasso &Co senza caratterizzarli ? Personaggi intercambiabili che con altri nomi illustri avrebbero sortito nel pubblico lo stesso effetto . Eccezion fatta in parte per Gertrude Stein , colta, poliglotta regista in questo teatrino parigino degli anni Venti.
E Parigi , dov’è Parigi in tutto questo ? nel titolo dell’opera ovviamente e nelle belle riprese ad inizio film .
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90 minuti circa di film per dirci che “il presente . E’ un po’ insoddisfacente perché la vita è insoddisfacente” . Ed è lo stesso Gil -Owen Wilson a rivelarlo a sette minuti dalla fine . Non occorre un’idea geniale per farne un bel film se geniale è la messa in scena , ma quoi bon ? far figurare nella pellicola Fitzgerald, Hemingway,Picasso &Co senza caratterizzarli ? Personaggi intercambiabili che con altri nomi illustri avrebbero sortito nel pubblico lo stesso effetto . Eccezion fatta in parte per Gertrude Stein , colta, poliglotta regista in questo teatrino parigino degli anni Venti.
E Parigi , dov’è Parigi in tutto questo ? nel titolo dell’opera ovviamente e nelle belle riprese ad inizio film . Ma anche la città è “intercambiabile” : a parte qualche cliché che fa sempre ambiance (vedi busta Dior in mano a ricca turista americana ) la storia avrebbe potuto benissimo non attraversare l’Atlantico .
Oui , Midnight in Paris (e il titolo da solo ne genera il sospetto) è un’americanata malamente trapiantata in Europa .
Nota di merito per Adrien Brody : pochi minuti in scena ma l’unico che sia in grado di farci capire che lui E’ Salvador Dalì senza che qualcuno ce lo dica.
A primo impatto il film è mediocre, dimenticabile se non fosse stato firmato da Woody Allen .
Per un parere più dettagliato attendo impaziente di vedere la versione in lingua originale.
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le arti visive – official
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venerdì 23 dicembre 2011
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uno dei migliori allen: poetico e nostalgico.
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Un impacciato aspirante scrittore che sta per sposarsi (Owen Wilson) magicamente dopo mezzanotte viene piombato negli anni venti parigini, l’epoca dei suoi sogni, dove si innamora. È il migliore film di Allen del dopo-2000. È una commedia romantico-nostalgica dotata di notevole brio, nelle musiche, nella fotografia, nella regia, nelle interpretazioni di Wilson, della Cotillard e dei vari comprimari. È magica non solo la Parigi rappresentata, ma anche l’atmosfera attorno al personaggio protagonista, impacciato come alcuni personaggi di Allen da giovane: purtroppo non si può tornare indietro, e la scelta per l’attore protagonista è ardua. Wilson, semi-eroe degli attori giovani e amicissimo del poco più noto Ben Stiller, riesce comunque ad essere giustamente spaesato, come il personaggio richiede.
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Un impacciato aspirante scrittore che sta per sposarsi (Owen Wilson) magicamente dopo mezzanotte viene piombato negli anni venti parigini, l’epoca dei suoi sogni, dove si innamora. È il migliore film di Allen del dopo-2000. È una commedia romantico-nostalgica dotata di notevole brio, nelle musiche, nella fotografia, nella regia, nelle interpretazioni di Wilson, della Cotillard e dei vari comprimari. È magica non solo la Parigi rappresentata, ma anche l’atmosfera attorno al personaggio protagonista, impacciato come alcuni personaggi di Allen da giovane: purtroppo non si può tornare indietro, e la scelta per l’attore protagonista è ardua. Wilson, semi-eroe degli attori giovani e amicissimo del poco più noto Ben Stiller, riesce comunque ad essere giustamente spaesato, come il personaggio richiede. Ma se l’aura di nostalgia, a volte perfino di pessimismo, si rimanda ad un’epoca che il regista-sceneggiatore non ha nemmeno vissuto, la cosa migliore del film non diventa tanto il rimando malinconico quando la ricchezza di tributi, analogie, rapporti tra stereotipi del passato e del presente, idee genialoidi nella sceneggiatura e charme degli anni venti resa così bene da farli amare anche dagli spettatori. L’unica scena, purtroppo cortissima, con Adrien Brody che interpreta Dalì, è eccelsa. L’innamoramento di Allen per Parigi è di lunga data: sin dai tempi di “Ciao Pussycat”, sua primissima interpretazione e sceneggiatura (diretto invece da Clive Donner).
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ultimoboyscout
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giovedì 1 marzo 2012
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paris...c'est magnifique!
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Il film perfetto per chi ama sognare a occhi aperti, una fiaba resa credibile dalla leggerezza e dalla naturalezza di cui Woody Allen ha cosparso senza parsimonia la pellicola. Il regista utilizza Parigi come fece in passato con Manhattan, con un tono meno saccente del solito, che anzi, è romantico e spesso farsesco. Sottolinea il rapporto tra presente e passato e il fatto che in qualsiasi epoca si viva, l'età dell'oro sarà sempre alle nostre spalle, col rimpianto che è sempre condizione del nostro immaginario. L'Europa è l'unico set che riesce a dare stimoli e brio al cinema di Allen, ormai zavorrato a situazioni e tematiche ridondanti e stagnanti, deviandolo su strade neo-romantiche : un viaggio dell'immaginario che si rispecchia nel viaggio dei protagonisti, che in trasferta a Parigi, rivedono la propria esistenza, si confrontano con mentalità e stili di vita diversi, ripensano al loro presente aprendo una vera crisi.
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Il film perfetto per chi ama sognare a occhi aperti, una fiaba resa credibile dalla leggerezza e dalla naturalezza di cui Woody Allen ha cosparso senza parsimonia la pellicola. Il regista utilizza Parigi come fece in passato con Manhattan, con un tono meno saccente del solito, che anzi, è romantico e spesso farsesco. Sottolinea il rapporto tra presente e passato e il fatto che in qualsiasi epoca si viva, l'età dell'oro sarà sempre alle nostre spalle, col rimpianto che è sempre condizione del nostro immaginario. L'Europa è l'unico set che riesce a dare stimoli e brio al cinema di Allen, ormai zavorrato a situazioni e tematiche ridondanti e stagnanti, deviandolo su strade neo-romantiche : un viaggio dell'immaginario che si rispecchia nel viaggio dei protagonisti, che in trasferta a Parigi, rivedono la propria esistenza, si confrontano con mentalità e stili di vita diversi, ripensano al loro presente aprendo una vera crisi. Un confuso e felice Owen Wilson è il protagonista perfetto di questa commedia fatta di passione, lui così evasivo e svagato, gli fa eco la premiere dame del cinema francese, la fascinosissima marion Cotillard, ammaliante incantatrice di artisti. Chi per gioco, non si è mai chiesto in quale epoca avrebbe voluto vivere? Allen ce l'ha detto, scegliando la Ville Lumiere degli anni '20 dominati da Dali e Picasso, da Fitzgerald e Hemingway, sfumando i confini tra sogno e realtà, facendo convivere e interagiri i vivi coi fantasmi, restando lontano dal suo ultimo pessimismo, dimostrandoci di saper ancora far sorridere e di avere smalto e arguzia che sembravano inevitabilmente smarriti.
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lucapaolo
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martedì 27 dicembre 2011
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abbandonare i condizionamenti, aprirsi alla vita
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Come spesso avviene nei suoi film, anche stavolta Woody Allen racconta una storia che è un semplice pretesto per esplorare il significato della vita e il peso delle paure umane.
Il protagonista è Gil, insoddisfatto sceneggiatore di Hollywood in cerca di una riscossa da romanziere, in vacanza a Parigi con la futura moglie Inez. Romantico, idealista, appassionato di arte e letteratura, Gil ama il passato e vorrebbe vivere nella Parigi degli anni 20. In quella odierna, intanto, è costretto a destreggiarsi tra l’ingombrante presenza dei futuri suoceri – macchiette che incarnano la mentalità americana più rozza – i capricci di Inez, e la figura spocchiosa di un amico di lei, autoproclamatosi esperto di tutto lo scibile umano.
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Come spesso avviene nei suoi film, anche stavolta Woody Allen racconta una storia che è un semplice pretesto per esplorare il significato della vita e il peso delle paure umane.
Il protagonista è Gil, insoddisfatto sceneggiatore di Hollywood in cerca di una riscossa da romanziere, in vacanza a Parigi con la futura moglie Inez. Romantico, idealista, appassionato di arte e letteratura, Gil ama il passato e vorrebbe vivere nella Parigi degli anni 20. In quella odierna, intanto, è costretto a destreggiarsi tra l’ingombrante presenza dei futuri suoceri – macchiette che incarnano la mentalità americana più rozza – i capricci di Inez, e la figura spocchiosa di un amico di lei, autoproclamatosi esperto di tutto lo scibile umano.
Gil appare fin da subito prigioniero di una rete di convenzioni sociali, rigidi schemi di comportamento e progetti di vita che non lasciano spazio a ripensamenti, ma che lui sembra accettare di buon grado, evidentemente convinto che quella “normalità” sia l’unica – o la migliore – possibile.
La storia sembra correre lungo binari predefiniti, fin quando Gil si ritrova catapultato in una realtà parallela che è davvero la Parigi degli anni 20. Gli sembra così di realizzare il suo sogno: nelle sue serate incontra Hemingway, Dalì, Picasso, Bunuel.. e si innamora di una donna, così tanto da non temere più la morte.
Giocando di continuo sul dualismo tra le passioni di Gil e le restrizioni imposte da regole, consuetudini e aspettative sociali, il film lascia parlare le vicende del protagonista, mostrandoci il completamento del suo percorso evolutivo. Gil impara presto che la felicità non si coglie rifugiandosi nel sogno di un’epoca lontana, ma vivendo pienamente il presente e cogliendo le opportunità che questo ci offre ogni giorno, anche se non non sempre ce ne rendiamo conto.
Quando apre gli occhi e il cuore al “caso”, Gil scopre di potersi innamorare a ogni angolo, di essere finalmente padrone della propria vita. Il messaggio allo spettatore è suggestivo: gravati di condizionamenti sociali e (presunti) doveri indotti dall’esterno, spesso ci lasciamo sfuggire di mano la nostra libertà, sottraendoci alle esperienze della vita e avviandoci verso una sicura insoddisfazione.
La vita, invece, è soprattutto caso (e caos, vitale, creativo): se si accetta questa verità, si aprono le porte alla possibilità del cambiamento, e la piccola realtà quotidiana si riempirà di nuove opportunità. Il film è un inno alla vita da vivere con leggerezza ed entusiasmo, un’esortazione a prestare ascolto all’istinto, a gioire mentre la pioggia, cadendo, ci bagna.
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marica romolini
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martedì 13 dicembre 2011
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l'unico sceneggiatore è gil
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Perché sembra che Woody Allen abbia deciso di tirare i remi in barca, lasciando al pubblico il compito di trovare qualcosa per cui ridere. E, per carità, ci riesce benissimo: 3 decibel di risate per Picasso e Hemingway, 5 per Fitzgerald e Lautrec, 10 per Man Ray e Gertrud Stein. A dimostrazione che si ride tanto più forte quanto più si vuol far capire al resto della sala che si sono colte le (certo non troppo criptiche né raffinate) citazioni. I plurimi livelli di lettura su cui Allen amava giocare vengono di colpo appiattiti su un'unica linea continua, che sembra scaturita da un calcolo matematico per l'esatta equidistanza dagli estremi. Un omaggio alla beatitudine di una cultura media che si autocompiace di se stessa e che Woody di solito sarcasticamente demoliva.
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Perché sembra che Woody Allen abbia deciso di tirare i remi in barca, lasciando al pubblico il compito di trovare qualcosa per cui ridere. E, per carità, ci riesce benissimo: 3 decibel di risate per Picasso e Hemingway, 5 per Fitzgerald e Lautrec, 10 per Man Ray e Gertrud Stein. A dimostrazione che si ride tanto più forte quanto più si vuol far capire al resto della sala che si sono colte le (certo non troppo criptiche né raffinate) citazioni. I plurimi livelli di lettura su cui Allen amava giocare vengono di colpo appiattiti su un'unica linea continua, che sembra scaturita da un calcolo matematico per l'esatta equidistanza dagli estremi. Un omaggio alla beatitudine di una cultura media che si autocompiace di se stessa e che Woody di solito sarcasticamente demoliva. L'unica provocazione - l'ironia sulle nostalgie per il meraviglioso mondo d'antan, facile e fittizio rifugio per i peter pan incapaci di affrontare la non-eccezionalità della propria vita nel presente - viene drammaticamente rovinata da un dialogo posticcio, che vede bene di appesantire con una pletora di didascalie ciò che era patente in rebus. Peccato.
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luca scialò
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venerdì 16 dicembre 2011
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solito allen con rievocazioni storico-artistiche
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Gil è in vacanza con la sua futura moglie Inez a Parigi, ospiti dei genitori di lei. Pur essendo uno stimato sceneggiatore di successo, Gil vorrebbe sfondare con un romanzo, non riuscendo però a trovare il giusto bando della matassa, sconfortato anche dalla ragazza e dai suoceri. E' innamoratissimo di Parigi, specie di notte e con la pioggia, ma soprattutto, sogna di vivere nella Parigi degli anni '20, città brillante e magica frequentata da pittori e scrittori. In una notte, a mezzanotte, abbandonato dalla ragazza che continua a sfiduciarlo, gli succede una cosa strana. Partecipa a incontri e feste con pittori e scrittori che nell'epoca da lui amata frequentavano la città.
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Gil è in vacanza con la sua futura moglie Inez a Parigi, ospiti dei genitori di lei. Pur essendo uno stimato sceneggiatore di successo, Gil vorrebbe sfondare con un romanzo, non riuscendo però a trovare il giusto bando della matassa, sconfortato anche dalla ragazza e dai suoceri. E' innamoratissimo di Parigi, specie di notte e con la pioggia, ma soprattutto, sogna di vivere nella Parigi degli anni '20, città brillante e magica frequentata da pittori e scrittori. In una notte, a mezzanotte, abbandonato dalla ragazza che continua a sfiduciarlo, gli succede una cosa strana. Partecipa a incontri e feste con pittori e scrittori che nell'epoca da lui amata frequentavano la città. Ovviamente non viene creduto. Le sue fantasie sono mosse dalla voglia che abbiamo tutti noi di evadere dall'epoca in cui viviamo per ritrovarci in un periodo del passato che riteniamo a noi più vicino.
Come gli capita da un ventennio a questa parte, Woody Allen riprende vecchie argomentazioni e caratteristiche dei protagonisti dei suoi film, nonché traspone nel personaggio protagonista egli stesso. A ciò però aggiunge una magica Parigi e fa rivivere artisti e scrittori da lui presumibilmente amati. Insomma, chi si aspetta novità, non ne troverà. Ma chi ha voglia di sognare e di rivivere ambientazioni ben lontane dall'epoca in cui viviamo, sarà sicuramente accontentato.
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