Boris - Il Film |
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Un film di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo.
Con Luca Amorosino, Valerio Aprea, Antonino Bruschetta, Paolo Calabresi, Antonio Catania.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 108 min.
- Italia 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 1 aprile 2011.
MYMONETRO
Boris - Il Film
valutazione media:
3,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La tv-cult al cinema fa ancora ridere
di Paolo D'Agostini La Repubblica
L’ uscita di Boris-Il film sarà l’ occasione per misurare, con la sicurezza del biglietto acquistato e fuori dalle incontrollabili vaghezze che rilevano l’ audience televisiva, quanto esteso sia il popolo che nell’ arco di tre stagioni ha decretato la metamorfosi di una sitcom di supernicchia in fenomeno di culto. Per verificare se effettivamente l’ appeal di questo irriverente divertimento alle spalle dei cliché seriali e televisivi più logori, possieda anche la forza per imporsi a un pubblico che non sia solo, come sembrava all’ inizio della sua avventura, composto di più o meno addetti ai lavori autolesionisticamente incantati dalla parodia di se stessi, o di giovani e giovanissimi spettatori con il gusto un po’ spocchioso di vantarsi del disertare canali e trasmissioni generalisti e “troppo italiani” - secondo uno dei tormentoni che della serie costituiscono il salee il pepe - e di seguire esclusivamente fiction americana. Per verificare, nel passaggio dal piccolo al grande schermo, la tenuta di una formula che riesce ad amalgamare esibite rozzezze da avanspettacolo e sofisticato gusto delle sovrapposizioni metalinguistiche multiple. La compagnia, almeno quella stabile della serie, si ripropone al completo. Il regista René Ferretti (Pannofino), che ne ha piene le tasche sia dei diktat dell’ opportunista e cinico responsabile produttivo per conto dell’ azienda televisiva (Catania), che si prende gioco della sua minaccia di passare alla concorrenza aprendogli gli occhi sul fatto che in Italia la concorrenza non esiste, sia della miserabile approssimazione dei prodotti di serieC che gli hanno dato da vivere ma anche procurato uno stato di frustrazione penoso, si fa coraggio e pianta tutto (pianta il set sul quale dovrebbe filmare un giovane Ratzinger che corre al ralenti: è troppo anche per uno con il triplo pelo sullo stomaco come lui) per lasciarsi poi incantare dalla tentazione del salto al cinema vero e per giunta impegnato: tradurre in film il libro “La casta”. Dunque, per la creazione del terzetto Ciarrapico-TorreVendruscolo, un ulteriore capitombolo: dalla troupe televisiva spiata e messa alla berlina in tutte le sue insipienti velleità e nelle sue effettive cialtronerie mentre realizza l’ orrenda soap “Gli occhi del cuore”, al film che racconta come la stessa troupe si ricomponga per riscattarsi - pateticamente - dalla sua vita di bassezze entrando finalmente dalla porta principale nel Cinema, quello artistico. Si ride di cuore e volentieri di Stanis (Sermonti), l’ attore ultra-cane, raccomandato, ignorante e presuntuoso che vuole ad ogni costo interpretare Gianfranco Fini con la sigaretta tra le dita e la cravatta rosa. Di Biascica e di Lorenzo, già detto “la merda”, che danno finalmente della «zoccola» all’ attrice cagna (Crescentini) con insospettabili risultati erotici. Dei tre sceneggiatori alloggiati nella sede di “Sceneggiatura Democratica” che giocano a tennis e sorseggiano drink mentre dietro un paravento lavora per loro una schiera di schiavi. E naturalmente, che lo diciamoa fare, ci si lascia travolgere da Max Bruno (Martellone), indimenticato artefice dell’ invettiva entrata nella leggenda contro gli “sceneggiatori de ‘ sta fava di Capalbio”, che ripropone il suo smilzo repertorio (“Bucio de culo” oppure “E ‘ sti cazzi”). E dunque alla fine è con il dispiacere del guastafeste che non ci si può sottrarre alla banale constatazione: ciò che aveva un equilibrio e un respiro perfetti sulla misura seriale, qui tra una performance personale e l’ altra, sulla misura convenzionale del film per il cinema, il suo respiro lo perde.
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