volontè78
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giovedì 2 aprile 2020
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cinico e irirdente
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Una pellicola unica rara,senza ombra di dubbio,irripetibile.Non è solo la capacità di mettere a nudo le debolezze del momdo cinematografico,ma,a stupire sono le modalità con cui operano i tre autori,Vendruscolo,Torre e Ciarrapico.
Linguaggio diretto,sferzante e tagliente;Sceneggiatura autorefenziale come pochi;autoironia per far crollare un castello di carte,come quello dell'ipocrisia italiana.
Tutti i personaggi sono al posto giusto,nella loro imperfezione,illuminano ciò che andrebbe corretto.
La rivalsa di Renè,è quella di tutti noi,per un mondo più giusto e meno corrotto.Non c'è più un sogno;ne attore o attrice da idolatrae,perchè è Boris a sottolinearne le umane fragilità.
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Una pellicola unica rara,senza ombra di dubbio,irripetibile.Non è solo la capacità di mettere a nudo le debolezze del momdo cinematografico,ma,a stupire sono le modalità con cui operano i tre autori,Vendruscolo,Torre e Ciarrapico.
Linguaggio diretto,sferzante e tagliente;Sceneggiatura autorefenziale come pochi;autoironia per far crollare un castello di carte,come quello dell'ipocrisia italiana.
Tutti i personaggi sono al posto giusto,nella loro imperfezione,illuminano ciò che andrebbe corretto.
La rivalsa di Renè,è quella di tutti noi,per un mondo più giusto e meno corrotto.Non c'è più un sogno;ne attore o attrice da idolatrae,perchè è Boris a sottolinearne le umane fragilità.
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no_data
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martedì 29 gennaio 2019
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avrei dato anche 4
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avrei dato anche 4 stelle se non fosse che si perde un po' nel finale, quasi che il film sarebbe dovuto durare 1 ora in piu' e poi gli abbian detto di tagliare. buonissima parte del film ero' e' davvero personale nella interpretazione di un tema non molto spiccato ma con interpreti bravissimi e ben diretti.
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onufrio
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sabato 9 dicembre 2017
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la casta
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Stanco delle imposizioni e dei paletti che limitano la propria visione lavorativa, Renè Ferretti, regista televisivo si ribella ai produttori dopo l'ennesimo scadente film. A distanza di tre mesi, un valido romanzo, "La Casta" con tanto di diritti d'autore ottenuti, diventa la possibilità per rientrare nel mondo del cinema, con l'intento di realizzare un qualcosa di molto diverso rispetto ai vecchi lavori. Le intenzioni sono buone, il tempo è poco, e più passa il tempo più le idee e la voglia vengono a mancare, ed il progetto iniziale sensazionale lascia spazio ad una sorta di cinepanettone.
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evildevin87
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mercoledì 22 ottobre 2014
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messaggio sacrosanto in un ritmo assai zoppicante
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Senz'altro agli ideatori di Boris il coraggio non manca e l'aver deciso di sbeffeggiare anche il cinema italiano, oltre che la TV nell'omonima serie, in maniera tanto acida quanto efficace direi che ne è la riprova assoluta.
Il film non lancia la sua provocazione solo al sistema della produzione cinematografica, fondamentalmente marcio e che punta solo al guadagno facile, ma anche alla mentalità del pubblico pecorone che preferisce andare in massa a vedere il solito filmaccio a base di parolacce gratuite, donne formose incapaci a recitare, scoregge e tormentoni di dubbio gusto piuttosto che film un attimo più impegnato come quello che il nostro Renè (Francesco Pannofino) decide di girare.
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Senz'altro agli ideatori di Boris il coraggio non manca e l'aver deciso di sbeffeggiare anche il cinema italiano, oltre che la TV nell'omonima serie, in maniera tanto acida quanto efficace direi che ne è la riprova assoluta.
Il film non lancia la sua provocazione solo al sistema della produzione cinematografica, fondamentalmente marcio e che punta solo al guadagno facile, ma anche alla mentalità del pubblico pecorone che preferisce andare in massa a vedere il solito filmaccio a base di parolacce gratuite, donne formose incapaci a recitare, scoregge e tormentoni di dubbio gusto piuttosto che film un attimo più impegnato come quello che il nostro Renè (Francesco Pannofino) decide di girare. Ed è proprio grazie ai problemi citati poc'anzi che il film di Renè ci metterà poco a diventare l'ennesimo squallido cinepanettone in nome del dio denaro.
La pellicola senz'altro lascia molta amarezza e centra il suo obbiettivo nel mettere alla berlina il sistema cinematografico nostrano, ma presenta diverse pecche: in primis Pannofino come attore lo trovo troppo monoespressivo e non molto naturale. Lo preferisco come doppiatore. Altra cosa, il ritmo un po' zoppicante. Alcune scene sanno di riempitivo, altre risultano inutilmente allungate, e tutto ciò rende il film abbastanza lento, noioso e duro da seguire nella parte centrale.
L'andazzo e il ritmo penalizzano un po' il film, ciò non toglie che la critica che lancia sia feroce, efficace, davvero ben fatta e nel suo caricare un po' la situazione non si allontana troppo dalla realtà. Un esperimento riuscito a metà quindi, che punta tutto sul messaggio e poco sul dare qualcosa di più allo spettatore.
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ideatore29
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venerdì 30 agosto 2013
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e dai, dai, dai!
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Perché ho scelto questo titolo? La risposta di questi tempi può sembrare banale e scontata. Così come il protagonista di questo splendido capolavoro, Renè Ferretti, prova a spronare la propria troupe, anche io con molta modestia e umiltà provo a sperare che le commedie italiane non siano finite. 'Dai, dai, dai!' Sì, perché questa è una commedia. Quei pessimi surrogati, brillantemente scherniti dalla triade che sedeva dietro la cinepresa di Boris - il film, non sono assolutamente commedie.
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Perché ho scelto questo titolo? La risposta di questi tempi può sembrare banale e scontata. Così come il protagonista di questo splendido capolavoro, Renè Ferretti, prova a spronare la propria troupe, anche io con molta modestia e umiltà provo a sperare che le commedie italiane non siano finite. 'Dai, dai, dai!' Sì, perché questa è una commedia. Quei pessimi surrogati, brillantemente scherniti dalla triade che sedeva dietro la cinepresa di Boris - il film, non sono assolutamente commedie. Il mondo del cinema moderno, macchiato da mille difficoltà, sia burocratiche che pratiche, sembra esser finalmente chiaro con questo prodotto di metacinema. Renè Ferretti, regista televisivo, decide di passare al cinema sfruttando i diritti per la scrittura de 'La casta', famosissimo libro che mette a nudo ogni tipo di magagna e di sotterfugi della classe politica italiana. Infinite vicissitudini porteranno Ferretti alla realizzazione di un film in piena discrasia con le idee iniziali del regista. La comicità ritorna primordiale: ciò che fa ridere non sono cadute grottesche o improbabili incidenti che causano situazioni assurde. No! Il riso nasce da dialoghi e scambi di battute basate su particolarità evidenti dei personaggi. Questo significa che il film presenta figure stereotipate? Vi sono maschere fisse? Assolutamente no. Il film risulta brillante perché mostra il lato osceno di questo paese -purtroppo- mediante il backstage. Satira pungente che purtroppo sarà attuale per molti anni. Credo di aver esaurito ogni termine che indichi la positività di questo prodotto.
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marzaghetti
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giovedì 3 gennaio 2013
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prende in giro il cinema con salacia e irriverenza
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Intelligente, acuto, spiritoso, Boris è una commedia che, dopo aver sparato a zero sulla qualità delle miniserie TV, prende in giro il cinema con salacia ed irriverenza. Peccato che i non pochi momenti divertenti siano accostati a troppo contorno poco saporito, che rende il tutto un po' pesante. Pannofino è simpatico, Catania e Tirabassi una sicurezza, la Crescentini occhi-di-ghiaccio fa alla grande la nevrotica svampita. Valutazione: 2,5.
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filippo catani
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lunedì 9 aprile 2012
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ironia tagliente sul cinema italiano
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Renè Ferretti decide di opporsi a girare una serie sul giovane Ratzinger. Dopo un periodo di disoccupazione per il regista e la sua troupe ecco in arrivo un'idea folgorante. A Ferretti viene proposto di portare in scena l'adattamento cinematografico del libro best seller La casta di Rizzo e Stella.
Non era facile riuscire a fare un film che fosse all'altezza dell'ottimo livello raggiunto dall'omonima serie. E invece è venuto fuori un lavoro di tutto rispetto. Merito del cast ma soprattutto delle situazioni comiche e delle taglienti battute che popolano tutto il film. Intanto una tragicomica riflessione sul fenomeno del cinepanettone capace di far ridere con niente dentro e le solite gag ripetute all'infinito.
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Renè Ferretti decide di opporsi a girare una serie sul giovane Ratzinger. Dopo un periodo di disoccupazione per il regista e la sua troupe ecco in arrivo un'idea folgorante. A Ferretti viene proposto di portare in scena l'adattamento cinematografico del libro best seller La casta di Rizzo e Stella.
Non era facile riuscire a fare un film che fosse all'altezza dell'ottimo livello raggiunto dall'omonima serie. E invece è venuto fuori un lavoro di tutto rispetto. Merito del cast ma soprattutto delle situazioni comiche e delle taglienti battute che popolano tutto il film. Intanto una tragicomica riflessione sul fenomeno del cinepanettone capace di far ridere con niente dentro e le solite gag ripetute all'infinito. Però questo genere rischia di essere l'unico che possa portare un autore ad affermarsi e raggiungere il grande pubblico. Poi le battute dei produttori. "Prova a chiudere gli occhi. Ora aprili. Ecco la concorrenza sono io". Oppure il dirigente che non vuole essere retrocesso al livello di registi che si vestono con il maglioncino e si chiamano compagni tra di loro prima poi di essere retrocesso alla radio e poi dopo la radio non c'è nulla. E poi vengono presi in giro tutti i vezzi tipici di attori e registi: Renè che si chiude in una stanza fingendo una crisi artistica, l'insicurezza dell'attrice principale, l'insulsa "cagna malefica". Insomma una vera e propria messa alla berlina di uno spaccato che tocca da vicino il mondo dello spettacolo di casa nostra. Da vedere per ridere e riflettere allo stesso tempo.
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lorry
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giovedì 3 novembre 2011
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deludente
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Inizio brillante, l'unica parte del film citata dalle critiche entusiatiche, poi il film si impantana nella mancanza di ritmo, nelle situazioni già viste riproposte stancamente, nella sciatteria. Se lo scopo è fare rimpiangere il "cinepanettone", ci riesce. Non basta fare la satira del cinema dozzinale per fare del buon cinema,
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fede81
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sabato 24 settembre 2011
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boris - il film
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Goliardico e pungente, ha nella sceneggiatura il suo punto di forza. A tratti un po' forzata la recitazione, ma il risultato è comunque esilarante.
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