Almanya - La mia famiglia va in Germania |
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Un film di Yasemin Samdereli.
Con Vedat Erincin, Fahri Yardim, Lilay Huser, Demet Gül, Denis Moschitto, Aylin Tezel.
continua»
Titolo originale Almanya - Willkommen in Deutschland.
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 101 min.
- Germania 2011.
- Teodora Film
uscita mercoledì 7 dicembre 2011.
MYMONETRO
Almanya - La mia famiglia va in Germania
valutazione media:
3,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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"Noi siamo come l’acqua"di osteriacinematografoFeedback: 4575 | altri commenti e recensioni di osteriacinematografo |
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martedì 27 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Almanya è un viaggio cinematografico in doppio senso di marcia lungo la linea d’integrazione che corre fra Germania e Turchia. Una famiglia di origini turche vive in Germania, e mentre il nonno –il capo famiglia- annuncia ai suoi di aver acquistato una casa in Anatolia per le vacanze, e mentre –subito dopo- la famiglia si muove come un corpo unico verso la terra d’origine, si sviluppa il racconto del viaggio inverso, quello affrontato dal nonno decine di anni prima per giungere in Almanya, per inseguire il sogno di un lavoro, per offrire la possibilità di una vita diversa ai suoi cari. E’ una storia d’amore per la propria terra, per le proprie origini, è un percorso a tappe mnemoniche, è la vita stessa, è il tempo che passa ma che rimane dentro ogni persona e ne diviene parte, è lo strano ciclo naturale che si perpetua nei modi più svariati. “Noi siamo come l’acqua: non importa che forma abbiamo, noi ci siamo sempre.” – dice un padre al figlio. Quello che siamo, che siamo stati e che saremo è una cosa sola, un unico filo avvolgente e multi sfaccettato di cui non riusciamo a percepire le estremità. “Una volta un saggio alla domanda “Chi o cosa siamo noi?” rispose così: siamo la somma di tutto quello che è successo prima di noi, di tutto quello che è accaduto davanti ai nostri occhi, di tutto quello che ci è stato fatto, siamo ogni persona, ogni cosa la cui esistenza ci abbia influenzato o con la nostra esistenza abbia influenzato, siamo tutto ciò che accade dopo che non esistiamo più e ciò che non sarebbe accaduto se non fossimo mai esistiti!” Così recita il film nel finale. La morte viene interpretata come una forma di continuità, di ereditarietà di sé nelle persone che sono state “sfiorate” o “persuase” da chi apparentemente non c’è più. Nulla si perde, nemmeno una stilla, di quanto è valso a far gorgheggiare l’acqua. E forse è proprio così. L’acqua come memoria, l’acqua come elemento di scorrimento unificante. L’acqua di chi lascia continua a scorrere nell’alveo di chi resta: perciò, forse (sempre forse), non si muore mai davvero; per lo stesso motivo, forse, “il nonno è evaporato”.
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