luana
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giovedì 13 ottobre 2011
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un bla bla bla sterile
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Jung era all'epoca dei fatti più giovane, bello e carismatico dell'attore che lo impersona.Freud sembra "il padrino". In questa telenovela da strapazzo non si capisce niente se uno non ha almeno qualche nozioncina. La Spielrein era un "caso" per Jung; caso che affronta con tutta la passione umana di cui era portatore e quindi da caso diventa persona; esperienza emotiva diretta.Tutto il carteggio che nasce da questa storia, moglie di Jung, madre di Sabine compresa, verso chi ancora era il detentore della "verità" e cioè Freud è a mio parere stato anche nella realtà una specie di telenovela. Ma quello che è contato veramente è stato il distacco teorico abissale tra i due studiosi. Questo resta nei manuali.
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Jung era all'epoca dei fatti più giovane, bello e carismatico dell'attore che lo impersona.Freud sembra "il padrino". In questa telenovela da strapazzo non si capisce niente se uno non ha almeno qualche nozioncina. La Spielrein era un "caso" per Jung; caso che affronta con tutta la passione umana di cui era portatore e quindi da caso diventa persona; esperienza emotiva diretta.Tutto il carteggio che nasce da questa storia, moglie di Jung, madre di Sabine compresa, verso chi ancora era il detentore della "verità" e cioè Freud è a mio parere stato anche nella realtà una specie di telenovela. Ma quello che è contato veramente è stato il distacco teorico abissale tra i due studiosi. Questo resta nei manuali. Non sapremo mai quello che si è mosso dietro le teorie.Sicuramente non le frustrate con tanto di ammanettamento come il film mostra.Questo film è brutto; fatto male; un copia e incolla di sogni riportati; di mezze frasi.Proprio la storia con la Spielrein è carente perchè non si sa nulla di nulla.Nel merito intendo. Che vagheggiasse è chiaro nei carteggi. D'altronde era molto giovane. E ricordiamoci ERANO TEMPI MOLTO DIVERSI.
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mantraliulai
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giovedì 13 ottobre 2011
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un'occasione persa
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David Cronemberg con “A Dangerous Method” sceglie di addentrarsi nuovamente nella psiche umana, questa volta riportando alla storia i principali protagonisti di una delle più importanti rivoluzioni sociali: la nascita della psicoanalisi. Sigmund Freud è interpretato da un Viggo Mortensen imbruttito per copione il quale si cala benissimo nella figura del patriarca Freud mentre Gustav Jung è affidato all’aitante Michael Fassbender. Nel ruolo della paziente bisognosa di cure Sabina Spierlein, troviamo la pluripresente Keira Knightley. Il film si apre con una rocambolesca corsa in carrozza verso l’ospedale psichiatrico con dentro Sabina in piena crisi isterica.
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David Cronemberg con “A Dangerous Method” sceglie di addentrarsi nuovamente nella psiche umana, questa volta riportando alla storia i principali protagonisti di una delle più importanti rivoluzioni sociali: la nascita della psicoanalisi. Sigmund Freud è interpretato da un Viggo Mortensen imbruttito per copione il quale si cala benissimo nella figura del patriarca Freud mentre Gustav Jung è affidato all’aitante Michael Fassbender. Nel ruolo della paziente bisognosa di cure Sabina Spierlein, troviamo la pluripresente Keira Knightley. Il film si apre con una rocambolesca corsa in carrozza verso l’ospedale psichiatrico con dentro Sabina in piena crisi isterica. Da qui in poi, la trama si snoderà sul rapporto tra lei e il giovane dottor Jung che sperimenta l’innovativa terapia della parola attraverso l’associazione di idee. La Spierlein è una ragazza dalla spiccata arguzia, con una passione verso la medicina e la psicanalisi stessa. I risultati positivi non tardano a venire, la paziente riesce a smascherare la sua personalità sadomasochista costruita da un passato di abusi familiari e diverrà, su richiesta di Jung, la sua personale assistente. Il rapporto tra i due però si spinge pericolosamente oltre il livello professionale sfociando in una torbida relazione invasa dai sensi di colpa. Con lei Jung si sente libero dai vincoli sociali, libero da quel matrimonio borghese in cui è intrappolato. A questo punto si introduce la figura del Mentore (Freud) conosciuto ad una classica cena tra familiari. Jung ne è completamente soggiogato, trascorre con lui lunghissime ore tra interpretazioni di sogni e disquisizioni sulla nuova scienza piena di possibili varianti. Il primo è fermo sulle sue teorie, energicamente deciso a non abbandonarle, mentre il secondo, mosso anche dalla caparbietà giovanile, è tentato dai traballanti orizzonti del misticismo. Ancora combattuto tra il desiderio alimentato dalla relazione extraconiugale e la salvezza del suo matrimonio, sceglie quest’ultimo decidendo di porre fine agli incontri amorosi con Sabina, ormai del tutto guarita e matura abbastanza per affrontare una tale perdita.
La seconda parte della storia sarà caratterizzata da una fitta corrispondenza epistolare tra Freud e Jung, sempre più distanti sulle loro posizioni di pensiero: la scissione è inevitabile. Il film arranca, il ritmo rallenta bruscamente e lo spettatore comincia a guardare l’orologio in preda alla noia. La sceneggiatura di Hampton sembra funzionare solo a teatro mentre la trasposizione cinematografica risulta fredda e senza mordente; il pessimo montaggio fa il resto. L’autore del Pasto Nudo perde l’occasione ghiotta di raccontarci una storia avvincente colma di riferimenti storici con dei protagonisti realmente esistiti. Niente possono fare gli attori, ricordiamo un brillante Vincent Cassel nei panni dello strampalato maniaco cocainomane Otto Gross, non fa in tempo a comparire sullo schermo che è già andato via, e la bella Keira Knightley, tutti i suoi apprezzati sforzi di farci commuovere (e ci riesce per un momento) o semplicemente di farci provare una qualche emozione, sono vani. Il riferimento alla lotta tra ebraismo (Freud/Spierlein) e sordo orgoglio ariano (Jung) è confusamente accennato e la trama si estingue sull’incubo dell’avvento della seconda guerra mondiale.
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renato volpone
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giovedì 13 ottobre 2011
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le debolezze dell'io di jung e freud
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Per trarne tutta la bellezza il film va visto in lingua originale. La sottigliezza delle battute spesso non è stata nemmeno percepita in sala provocando l'ilarità di alcune persone, ma il racconto è tutto incentrato sulla psicologia e l'umanità dei personaggi che nel nostro immaginario ormai rappresentano dei "mostri" della scienza. Jung e Freud qui, invece, dimostrano tutte le loro debolezze, e non nei piaceri della carne, come poi si svelerà nel tradimento di Jung con la paziente, ma nel profondo dell'io, nei giochi della mente per giustificare se stessi o per mantenere un'apparente stato di felicità provvisoria. Bellissima la figura della moglie di Jung che tutto capisce e accetta pur mortificando se stessa.
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Per trarne tutta la bellezza il film va visto in lingua originale. La sottigliezza delle battute spesso non è stata nemmeno percepita in sala provocando l'ilarità di alcune persone, ma il racconto è tutto incentrato sulla psicologia e l'umanità dei personaggi che nel nostro immaginario ormai rappresentano dei "mostri" della scienza. Jung e Freud qui, invece, dimostrano tutte le loro debolezze, e non nei piaceri della carne, come poi si svelerà nel tradimento di Jung con la paziente, ma nel profondo dell'io, nei giochi della mente per giustificare se stessi o per mantenere un'apparente stato di felicità provvisoria. Bellissima la figura della moglie di Jung che tutto capisce e accetta pur mortificando se stessa. L'unica figura di tono basso è il personaggio interpretato da Cassel, che, pur rendendone i tratti, attraversa la scena con troppo impeto e velocità alterando il piacere della lentezzza del racconto. Ottima la fotografia.
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gambadilegnodinomesmith
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mercoledì 12 ottobre 2011
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la promessa del...bigino!
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Jung pendolare di lavoro, d'amore, d'amicizia, trascorre la sua gioventù professionale fra neoclassici viaggi Zurigo-Vienna, epistole, e già che c'è a ingravidare la moglie: "Ma come fa a far tutto?" fosse un altro film, tutti lo vogliono tutti lo cercano. L'incontro con un'esagitata paziente, poi allieva e collega, diventa "fuga"(chi ha virgolette per intendere intenda) dalla routine clinico-domestico-ostetrico, occasione per nuove scop...erte, e merende Freudiane.
Come nei migliori sceneggiati storici di sottofondo a Superquark, le riprese e ricostruzioni in costumi mitteleuropei ricordano quadri familiari dei trastulli della borghesia austriaca otto-novecentesca, da guardare annoiati affissi ad una parete.
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Jung pendolare di lavoro, d'amore, d'amicizia, trascorre la sua gioventù professionale fra neoclassici viaggi Zurigo-Vienna, epistole, e già che c'è a ingravidare la moglie: "Ma come fa a far tutto?" fosse un altro film, tutti lo vogliono tutti lo cercano. L'incontro con un'esagitata paziente, poi allieva e collega, diventa "fuga"(chi ha virgolette per intendere intenda) dalla routine clinico-domestico-ostetrico, occasione per nuove scop...erte, e merende Freudiane.
Come nei migliori sceneggiati storici di sottofondo a Superquark, le riprese e ricostruzioni in costumi mitteleuropei ricordano quadri familiari dei trastulli della borghesia austriaca otto-novecentesca, da guardare annoiati affissi ad una parete.
Cronenberg solitamente con tematiche meno torbide riesce a trasporre turbe paranoiche che fendono il quieto vivere dello spettatore con scene cult indimenticabili, degli sfregi fontaneschi, in questo film di tematica psicoanalitica, si limita a proporre dialoghi confidenzialmente inverosimili, paragonabili a dei bigini tascabili, dei sunti raffazzonati di psicoanalisi, i quali difficilmente si faranno ricordare per coinvolgimento; distanti come le due scenette di accenno sadomaso che più di un Ultimo tango ricordano un Ultimo ballo del qua-qua.
Siamo sicuri che la Knightley guarisce dato che utilizza la stessa espressione, di espressionismo austriaco, dalla prima all'ultima carrozza?
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luana
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mercoledì 12 ottobre 2011
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senza pathos
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Il film(??!!) è una serie di quadretti statici e brevissimi con "sconcertanti salti temporali e d'intreccio" come ha scritto un utente. Un compitino che vuol essere diligente (non è materia per gli americani, mi sa) per raccontare in modo nolto schematico cose note. La passione per le idee, per non parlare della passione che legava la Spielrein e Jung, passione foriera di idee MA DOVE STA? Jung appare come uno scolaretto più che come un umile e allo stesso tempo ferreo ricercatore. Il rapporto con Sabine è da telenovola: "Ti lascio perchè tengo moglie".L'ultimo quadretto poi è ridicolo: (già Tony Wolf è presente nella vita di Jung come sua amante acclarata e colei attraverso la quale supererà la sua violenta crisi, compiacente la moglie) e lui butta il suo nome a una Sabine incinta come rimpiangendola.
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Il film(??!!) è una serie di quadretti statici e brevissimi con "sconcertanti salti temporali e d'intreccio" come ha scritto un utente. Un compitino che vuol essere diligente (non è materia per gli americani, mi sa) per raccontare in modo nolto schematico cose note. La passione per le idee, per non parlare della passione che legava la Spielrein e Jung, passione foriera di idee MA DOVE STA? Jung appare come uno scolaretto più che come un umile e allo stesso tempo ferreo ricercatore. Il rapporto con Sabine è da telenovola: "Ti lascio perchè tengo moglie".L'ultimo quadretto poi è ridicolo: (già Tony Wolf è presente nella vita di Jung come sua amante acclarata e colei attraverso la quale supererà la sua violenta crisi, compiacente la moglie) e lui butta il suo nome a una Sabine incinta come rimpiangendola. Mah..davvero inutile e inesatto.
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jimmylsanto
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martedì 11 ottobre 2011
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piatto...
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premetto che io di Freud, Jung e compagnia bella non è che ne sappia molto e neanche sia un grande estimatore... quindi ho visto il film per quello che è... una barba assurda, il film procede senza grandi scossoni, unici momenti degno di nota: il pranzo tra Jung e Freud e Jung che prende in pratica tutte le porzioni della mensa...e qualche sculacciata. tutto incentrato sulla storia d'amore tra il dottore e la malata (che diventa dottoressa anche lei) tradimento e senso di colpa.. e le divergenze tra i Jung e Freud:..
leggetevi un libro di psicanalisi è meglio...
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melania
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martedì 11 ottobre 2011
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elegante,raffinato
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E' un film bello,raffinato,forse un po' didascalico ma comunque attraente sia per la trama che per l'ottima interpretazione degli attori.Bella anche l'ambientazione.Da consigliare!
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franzi82mi
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martedì 11 ottobre 2011
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troppo didascalico
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Attori ottimi e bella ambientazione. Risulta però un pò troppo didascalico e manca di un evento, di un episodio che dia sale al film. Non c'è un evento particolare che rende il film più gustoso. E' un pò come legger un trattato sui rapporti di amore & odio tra Freud e Jung.
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fabian t.
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lunedì 10 ottobre 2011
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ottime ambientazioni, incerta la rappresentazione
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Con due stelle e mezzo darei certamente un giudizio più equo a questo buon film, ma per correttezza preferisco arrotondare per difetto. Sì, perché assistere a questo interessante (e per certi versi coraggioso) film da' l'impressione di seguire un percorso che il bravo regista non ha saputo tracciare e focalizzare perfettamente fino in fondo. Si apprezzano da subito le suggestive ambientazioni e le convincenti prove recitative dei due attori maschili protagonisti, e appare invece alquanto forzata e spesso sopra le righe quella dell'attrice Knightley che, in realtà, non è neanche aiutata dalla caratterizzazione eccessiva del suo personaggio. Presentare al pubblico alcune delle teorie freudiane con Jung in primo piano è certamente un'idea rischiosa e azzardata, considerando la semplificazione del linguaggio cinematografico, ma dimostra il coraggio e la passione del regista che generalmente traspare dal film.
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Con due stelle e mezzo darei certamente un giudizio più equo a questo buon film, ma per correttezza preferisco arrotondare per difetto. Sì, perché assistere a questo interessante (e per certi versi coraggioso) film da' l'impressione di seguire un percorso che il bravo regista non ha saputo tracciare e focalizzare perfettamente fino in fondo. Si apprezzano da subito le suggestive ambientazioni e le convincenti prove recitative dei due attori maschili protagonisti, e appare invece alquanto forzata e spesso sopra le righe quella dell'attrice Knightley che, in realtà, non è neanche aiutata dalla caratterizzazione eccessiva del suo personaggio. Presentare al pubblico alcune delle teorie freudiane con Jung in primo piano è certamente un'idea rischiosa e azzardata, considerando la semplificazione del linguaggio cinematografico, ma dimostra il coraggio e la passione del regista che generalmente traspare dal film. Ciò che in realtà getta qualche ombra di imbarazzo nella sceneggiatura è la rappresentazione delle pulsioni sessuali della coprotagonista ridicolmente sadomaso e palesemente fuori luogo nella didascalica e corretta messinscena della storia. Il regista inoltre pare incerto e quasi impreparato sull'incoscio (di cui non si approfondisce alcunché) e offre un Carl Jung un po' troppo insicuro e problematico, senza per altro accennare minimamente alla sua teoria degli archetipi. Nel complesso un film d'autore, che merita di essere visto.
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[+] la teoria degli archetipi
(di luana)
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intothewild4ever
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lunedì 10 ottobre 2011
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non dangerous film...
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Film molto didascalico che narra gli inizi carriera di Jung, dei suoi rapporti con Freud e con la sua ex-paziente poi diventata anch'essa psicologa, grazie alle sue cure. Un Cronenberg stranamente diverso dal solito, ci presenta una storia scabrosa, narrata senza alcuna voglia di scandalizzare. Quel che ne esce fuori è un film scorrevole ma che non lascia il segno. Buona la prova di Viggo Mortensen, che interpreta benissimo Freud; sembra a tratti esagerata, invece, l'interpretazione della psicopatica da parte della Kinghtley, mentre è molto più convincente nella successiva parte di donna psicologicamente recuperata; il resto degli attori se la cava dignitosamente.
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Film molto didascalico che narra gli inizi carriera di Jung, dei suoi rapporti con Freud e con la sua ex-paziente poi diventata anch'essa psicologa, grazie alle sue cure. Un Cronenberg stranamente diverso dal solito, ci presenta una storia scabrosa, narrata senza alcuna voglia di scandalizzare. Quel che ne esce fuori è un film scorrevole ma che non lascia il segno. Buona la prova di Viggo Mortensen, che interpreta benissimo Freud; sembra a tratti esagerata, invece, l'interpretazione della psicopatica da parte della Kinghtley, mentre è molto più convincente nella successiva parte di donna psicologicamente recuperata; il resto degli attori se la cava dignitosamente.
Detto ciò, ci pare il miglior film in circolazione nelle sale al momento.
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[+] assolutamente da vedere ! un meritato 10 e lode
(di vittoria)
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