tiamaster
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martedì 4 ottobre 2011
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cronemberg può fare di meglio,due stelle e mezzo!
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ogni buon appassionato di cinema,per definirsi tale,deve conoscere almeno i registi più grandi e bravi;cronemberg è uno dei tantissimi,perciò è naturale che mentre stai per vedere un suo film,ti aspetti moltissimo,ma in "a dangerous method",film pur sempre buono,questo non accade!!!un cast di ottimi attori recitano in una pellicola sicuramente buona,ma dopo che hai finito di vederla,ti dici "da cronemberg mi aspettavo di più",ecco volevo soffermarmi su questo punto in particolare.un film sicuramente da vedere,ma non aspettatevi un capolavoro!!!
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nalipa
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martedì 4 ottobre 2011
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sigmund freud/viggo mortensen
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Grandissimo Mortensen.....un credibilissimo Freud, molto somigliante anche nella postura (vedere immagini d'epoca).
Bravo Fassbender, ma non mi ha convinta del tutto.
Assolutamente fuori parte la Knightley.
Cassel...bravissimo!
La vicenda ha luogo alla vigilia della prima guerra mondiale.
Il giovane psichiatra Gustav Jung ha un rapporto assai turbolento con il suo mentore professor Sigmund Freud.
La comparsa della giovane e bella donna russa Sabine Spielrein, disturbata e in cura dal dottor Jung, provocherà la rottura tra i due.
Fatto realmente accaduto e già raccontanto anche al cinema (Prendimi l'anima di Faenza)
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alex2044
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lunedì 3 ottobre 2011
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un buon film in un pomeriggio domenicale
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Il film non eccezionale ma garbato e per niente noioso . Tratta argomenti complicati ma lo fa in modo sufficentemente semplice. Si può vedere.
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oblivion7is
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lunedì 3 ottobre 2011
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cronenberg rilegge la spielrein ma non sceneggia.
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Cronenberg è uno dei migliori registi che io abbia mai potuto constatare. La sua regia è statica, distaccata, i suoi soggetti sono molto controversi e discutibili, il suo coraggio nello sceglierli (o nel crearli!) è immenso. Ma ancor più grande è la sua capacità nella creazione di un'atmosfera, di una suggestione. Tra l'atmosfera allucinatoria di "Il Pasto Nudo", quella solenne e violenta di "Videodrome" e "eXistenZ", quella oscura e metallizzante de "La Promessa dell'Assassino" e infine quella alienante di "Inseparabili" si ha un brodo di emozioni disparate e assolutamente uniche, che trasportano lo spettatore in altre dimensioni.
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Cronenberg è uno dei migliori registi che io abbia mai potuto constatare. La sua regia è statica, distaccata, i suoi soggetti sono molto controversi e discutibili, il suo coraggio nello sceglierli (o nel crearli!) è immenso. Ma ancor più grande è la sua capacità nella creazione di un'atmosfera, di una suggestione. Tra l'atmosfera allucinatoria di "Il Pasto Nudo", quella solenne e violenta di "Videodrome" e "eXistenZ", quella oscura e metallizzante de "La Promessa dell'Assassino" e infine quella alienante di "Inseparabili" si ha un brodo di emozioni disparate e assolutamente uniche, che trasportano lo spettatore in altre dimensioni. Quella di "A Dangerous Method" è apparentemente più scarna e normale, poiché la storia trattata non narra nè di gangster russi, nè di videogiochi che si costruiscono con anfibi mutanti nè tanto meno di polvere insetticida utilizzata come droga, bensì parla di persone davvero esistite e di un fatto davvero esistito, un fatto drammatico: l'evoluzione, o forse solo il cambiamento, psicologico di Carl Gustav Jung nei confronti di 4 persone che lo circondano: la moglie, che sente di non dargli abbastanza; un anziano collega con più esperienza, Sigmund Freud, di cui prima seguiva l'opera ma con il quale pian piano il rapporto sia professionale che affezionale si sgretola; un paziente tossicodipendente che è anche collega, Otto Gross, assolutamente dedito ed innamorato del concetto di poligamia; e soprattutto una paziente, Sabina Spielrein, che inizialmente segue in maniera sperimentale, poi cura e diventano amanti in un rapporto soprattutto sessuale violento poiché dedito al di lei sadomasochismo causato da un trauma infantile. Sul tema sessuale-sadomaso vi è molta pressione, proprio perché è un film di Cronenberg, molto legato concettualmente al rapporto eros-thanatos più volte accennato durante tutto il film, benché la sceneggiatura non sia sua. Il film risulta, fuori dalle aspettative, come uno dei più disturbanti di Cronenberg, perché il soggetto della violenza non è solo la carne bensì l'anima, l'anima di Jung. Film che a tratti sembra anti-freudiano, ha come punti forti regia, interpretazione (la Knightley è superba oltre l'umana immaginazione; dopo averla vista in Espiazione e nei vari Pirati dei Caraibi non mi sembrava così dotata, benché a tratti sin troppo teatrale, soprattutto quando sfrutta la grande mascella per interpretare Sabina nel momento di massima insanità mentale) e soprattutto sceneggiatura. Uno dei più aperti al pubblico di Cronenberg, con un po' di sesso e pochissimo sangue, ma anche uno dei più affascinanti. Le scene di contesa epistolare tra Freud e Jung meravigliose. Sconsigliato a chi vuole vederlo dopo aver visto quel poco di sesso che c'è nel trailer, perché c'è ben più conversare psicanalitico che scene erotiche (e non so a voi, ma a me piace così). Consigliatissimo.
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molenga
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lunedì 3 ottobre 2011
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ben confezionato ma prevedibile
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Cronenberg, avvalendosi di tre ottimi attori, ha confezionato un bel film su un periodo focale per lo sviluppo della psichiatria; Freud è interpretato da Mortensen, jung da fassbender e la spielrein dalla knightley: personaggio centrale è proprio jung, dapprima seguace, poi erede designato e infine rivale di freud, la paziente/amante/dottoressa spielrein è keira knigtley. Nel filmi tre si trovano prigionieri della fama, del dabaro e soprattutto del conflitto tra scienza e metafisica. Purtroppo ci troviamo di fronte a fatti storici sui quali più che lavorare di luci e di costumi(eccellentemente" non si può fare; in poche parole, "A dangerous method" non raggiunge i livelli di "spider".
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Cronenberg, avvalendosi di tre ottimi attori, ha confezionato un bel film su un periodo focale per lo sviluppo della psichiatria; Freud è interpretato da Mortensen, jung da fassbender e la spielrein dalla knightley: personaggio centrale è proprio jung, dapprima seguace, poi erede designato e infine rivale di freud, la paziente/amante/dottoressa spielrein è keira knigtley. Nel filmi tre si trovano prigionieri della fama, del dabaro e soprattutto del conflitto tra scienza e metafisica. Purtroppo ci troviamo di fronte a fatti storici sui quali più che lavorare di luci e di costumi(eccellentemente" non si può fare; in poche parole, "A dangerous method" non raggiunge i livelli di "spider".
Grandissimi i camaleonti fassbender e mortensen, delizioso il cammeo di cassel; un discorso a parte va fatto per la knightley, molto brava nell'interpretare la spielrein e i suoi mutamenti-indotti- nel corso delle vicende, ma qualcuno pensi a quella giovane e, per carità di Dio, la faccia mangiare: salvate il soldato knightley.
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francyroma
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lunedì 3 ottobre 2011
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a dangerous method: un film imperdibile!
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un film bellissimo! una ricostruzione storica impeccabile che mostra tutta l'umanità (con pregi e difetti) dei mostri sacri della psicoanalisi. Cronenberg mostra al pubblico la verità sulla psicoanalisi, quella che i docenti della facoltà di psicologia e gli psicoanalisti freudiani spesso tacciono ai loro studenti. Io laureata in psicologia non avevo mai sentito da nessun professore neppure nominare lo psicoanalista Otto Gross, figura evidentemente troppo scomoda. A dangerous method è secondo me più bello di Prendimi l'anima di Faenza perché mostra anche il masochismo di Sabina ignorato nell'altro film. Grazie Cronenberg! sei grande!
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blackredblues
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lunedì 3 ottobre 2011
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a dangerous subject
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Il film tratta della famosa e mal risaputa disputa tra Sigismondo e Calo Gustavo. A mettere pepe su tutto ciò il rapporto professional-sessuale tra Carlo Gustavo e una sua paziente, poi futura terapeuta. Il campionario è completo: isteria, transfert e controtranfert, rapporto paziente-terapeuta, sessocentrismo, dispute sul metodo. RItengo che sia impossibile parlare di psicologia attraverso i media (per una insanabile idiosincrasia tra i due elementi) e ritengo altrettanto per quanto riguarda il cinema e la psicoanalisi. E' pur vero che è uno sporco lavoro e qualcuno deve pur farlo. In questo caso lo fà Cronenberg, regista da me molto amato, che però in questo caso, forse anche a causa dell'argomento, non ritengo che riesca ad insinuarsi nei reconditi della mente umana come è solito saper fare coi suoi film.
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Il film tratta della famosa e mal risaputa disputa tra Sigismondo e Calo Gustavo. A mettere pepe su tutto ciò il rapporto professional-sessuale tra Carlo Gustavo e una sua paziente, poi futura terapeuta. Il campionario è completo: isteria, transfert e controtranfert, rapporto paziente-terapeuta, sessocentrismo, dispute sul metodo. RItengo che sia impossibile parlare di psicologia attraverso i media (per una insanabile idiosincrasia tra i due elementi) e ritengo altrettanto per quanto riguarda il cinema e la psicoanalisi. E' pur vero che è uno sporco lavoro e qualcuno deve pur farlo. In questo caso lo fà Cronenberg, regista da me molto amato, che però in questo caso, forse anche a causa dell'argomento, non ritengo che riesca ad insinuarsi nei reconditi della mente umana come è solito saper fare coi suoi film. Per questo motivo l'impressione complessiva è quella di una pellicola abbastanza inutile, che non dice nulla di particolarmente interessante. Devo essere onesto, quando mi sono alzato dal sedile della sala cinematografica ho pensato: "Certo che, col senno del poi, avrei potuto aspettare che uscisse in DVD". Tra le altre cose non ho ritrovato la plasticità nelle figure che ha caratterizzato molti film del regista. E' un film di luce, toni tenui e sfumati che restituiscono, anche in questo caso, una certa piattezza visiva. Gli attori sono molto bravi. Bisogna essere onesti dicendo che il doppiaggio della Knightley durante le crisi rende il tutto un po' ridicolo (d'altronde quando ci si abitua a vedere i film in lingua originale il doppiaggio rischia risultare sempre ridicolo). Insomma, come avrete capito non ne sono entusiasta (peccato perchè amo essere entusiasta di Cronenberg).
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(di nydhog)
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(di henrietta77)
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paola d. g. 81
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lunedì 3 ottobre 2011
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poteva essere migliore
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Sicuramente interessante nei contenuti, non convince nella forma. Non mi è piaciuta l'interpretazione della Knightley, troppo teatrale soprattutto nella prima parte del film. Anche l'aspetto del sesso è un po' banalizzato, comunque rimane un film apprezzabile.
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flyanto
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domenica 2 ottobre 2011
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un interessante documento su due maestri della psi
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Film che attraverso l'incontro tra gli psichiatri Jung e Freud e la relazione extra-matrimoniale del primo con una paziente evidenzia lo sviluppo che via via prendono le teorie di questa branca della medicina. Perfetto dal punto di vista registico ma senza, a mio parere, nulla di particolare che lo renda sorprendente. Come uno sceneggiato documentaristico. Molto bravi gli attori e particolarmente Keira Knightley e Vincent Cassel.
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barbara simoncini
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domenica 2 ottobre 2011
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chiarimento
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Ma dare un giudizio di un film significa farne un sunto fedele?
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