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                Naturalmente ero quattto come un gatto, in attesa del sorcio, ed il sorcio è arrivato preciso. Cosa ci azzecca il film di Faenza, certo il soggetto è il medesimo il rapporto tra Jung e la sua sbullonata paziente, amante, collega, mancava sigismondo. Il maestro canadese raggiunge con elegante, spudorata sicurezza il classico, l'opera in questione è un classico/moderno. Non un minuto di noia, in quasi due ore di soli dialoghi, di scambi epistolari, di racconti dei propri sogni. La maestria, l'assoluta padronanza dello specifico filmico, ovvero il montaggio, quel particolare che distingue un film dal cinema, rende questo triangolo  delle bermude, una riflessione, una messa in scena della vicenda, pari All'età dell'innocenza, ultimo capolavoro scorsesiano.  Poco utile il ricercare scene madri, sequenze memorabili, l'intera opera è un perfetto congegno e funziona come un orologiio svizzero. Faenza nel 2005 ha girato il suo film, con cast e produzione internazonale, si tratta aimè di un bel film, ignorato quasi completamente, un fiasco immeritato al botteghino, ma ormai chi si accorge di un fiore tra la spazzatura. Faenza non è mazzacherobba, soldoni , comencini, ma il cinema italiano distrugge al solito se stesso, per bulimia, o mediocrità , sterili figli di. Mi piace nel caso di Cronenberg leggervi un beffardo sottoteso, pesonale ovvio, attraccando al porto di New York, come landscape la stauta della libertà, Freud ' Arriva la peste'. Un'altra coppia famosa attraccò come la peste negli usa.
             
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