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                Con due stelle e mezzo darei certamente un giudizio più equo a questo buon film, ma per correttezza preferisco arrotondare per difetto. Sì, perché assistere a questo interessante (e per certi versi coraggioso) film da' l'impressione di seguire un percorso che il bravo regista non ha saputo tracciare e focalizzare perfettamente fino in fondo. Si apprezzano da subito le suggestive ambientazioni e le convincenti prove recitative dei due attori maschili protagonisti, e appare invece alquanto forzata e spesso sopra le righe quella dell'attrice Knightley che, in realtà, non è neanche aiutata dalla caratterizzazione eccessiva del suo personaggio. Presentare al pubblico alcune delle teorie freudiane con Jung in primo piano è certamente un'idea rischiosa e azzardata, considerando la semplificazione del linguaggio cinematografico, ma dimostra il coraggio e la passione del regista che generalmente traspare dal film. Ciò che in realtà getta qualche ombra di imbarazzo nella sceneggiatura è la rappresentazione delle pulsioni sessuali della coprotagonista ridicolmente sadomaso e palesemente fuori luogo nella didascalica e corretta messinscena della storia. Il regista inoltre pare incerto e quasi impreparato sull'incoscio (di cui non si approfondisce alcunché) e offre un Carl Jung un po' troppo insicuro e problematico, senza per altro accennare minimamente alla sua teoria degli archetipi. Nel complesso un film d'autore, che merita di essere visto.
 
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