Dopo anni di celebri servigi di salvataggi verso gli esseri umani in difficoltà, gli Watchmen, supereroi misteriosi e mascherati, vengono banditi dal Presidente Nixon e costretti a vivere una vita normale. Ma dopo la morte di uno di loro, Il Comico, Rorschach, Spettro di Seta e Gufo Notturno, decidono di vederci chiaro e scovare l'assassino. Ma la verità non è così immediata come sembra. Un film pienamente di intrattenimento, come molti sostengono, realizzato con un grosso budget, una lunga sceneggiatura(quasi tre ore di durata!), interpreti curiosi e adeguata regia di Zack Snyder; consacrato definitivamente come futuro regista di genere. Watchmen vuole essere, però, tante cose oltre che una accurata rivisitazione dei fumetti(dai quali è tratto) di Alan Moore. Inanzitutto, Snyder ci tiene ad una riproduzione accurata delle metropoli Americane metà anni '80, oltre che alla carica psicologica dei suoi supereroi protagonisti(tutti ottimi nel senso di interpretazioni: Malin Akerman, Patrick Wilson, Billy Crudup, Jeffrey Dean Morgan, Jackie Earle Haley e Matthew Goode) ma ancora di più, ridimensiona la fumetto/pellicola in una storia dall'evidente messaggio comunicativo. Ed è proprio l'insistenza della sceneggiatura di una rappresentazione sull'orlo del degrado della società(presente in tutte le sequenze discorsive e in qualche flashback) che allontana di molto l'attenzione dello spettatore desideroso di combattimenti(distintamente coreografati), azione ed effetti speciali a buon mercato, forse per non sentire la mancanza di Superman Returns, Spiderman o degli X-Men. In poche parole, Watchmen è un colpo basso commemorativo sull'origine dei conflitti politici Americani che, dopo Nixon, si sono fatti più accesi fino alla guerra odierna in Oriente; tema evidente che il film vuole andare a parare. E in tre, lunghe ore di durata, lo spettatore riesce ad essere affascinato dallo stile di regia ma, nel contempo, anche un pò annoiato dalle infinite parti discorsive, ovviamente inevitabili per sostenere il tema della pellicola. Ciò che appassiona più di tutto è la tecnica narrativa del montaggio, simile alle atmosfere del fumetto, e anche la buona fotografia che propone colori cupi alternati da toni chiari e vivaci. E che dire dell'atmosfera pop degli anni '80? Semplicemente perfetta, grazie anche alla bella colonna sonora. Un film che offre molti spuni di riflessione a cui però manca una marcia in più per essere davvero un'opera unica nel genere, anche se, l'ottimo risultato finale, non si può certo negare. In un periodo in cui i supereroi vanno di moda(eccetto purtroppo, l'esordio singolo di Frank Miller con il sottovalutato The Spirit), Watchmen riesce a risaltare più di tutti, conciliando cinema di genere e perfetta rivisitazione di un famoso fumetto; come già aveva fatto Timur Bekmambetov con Wanted: Scegli il Tuo Destino. Una pellicola non per tutti i gusti, ma che, se vista con attenzione ai particolari e allo svolgimento, riesce in modo abile a colpire lo spettatore.
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