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ultimoboyscout
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lunedì 16 maggio 2011
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la crisi nera della carta stampata.
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Internet non è la bibbia, anche se ce lo vogliono far credere ad ogni costo e la nostra società ce lo sta facendo diventare, ma il giornalismo è in crisi per un solo motivo: mancano i giornalisti quelli veri, le grandi firme come il personaggio interpretato da Crowe, strepitosamente a suo agio, che si cimenta in uan prova eccellente, come spesso gli succede negli ultimi anni. E' un legal thriller giornalistico solido, con basi fortissime merito di regia e sceneggiatura notevoli, il tutto condito da omicidi e mazzette ed intrallazzi politici. Film non facile, non a tutti piacerà, ma crudo nel suo essere reale e veritiero, quasi fosse un documento più che un film con un'azione incalzante particolare, non frenetica ma che spinge a far fretta agli eventi.
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ivanvalle90
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lunedì 15 novembre 2010
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“tutti gli uomini di macdonald"
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Complotti che coinvolgono grandi corporation e le più alte sfere della politica, scandali, spionaggio e omicidi per una storia che mostra chiari riferimenti a “Tutti gli Uomini del Presidente” (vedi il palazzo del Watergate, sede dello scandalo che finì con l’impeachment di Nixon sempre grazie al contributo dell’inchiesta di due giornalisti) e che presenta frammenti di tensione al pari del magnifico “I tre giorni del condor”, entrambi del maestro Alan J. Pakula. Un buon cast, funziona da supporto: dal versatile Russel Crowe, alla giovane e carinissima Rachel McAdams, fino all’affascinante Ben Affleck, che forse funziona meglio come regista che come attore.
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Complotti che coinvolgono grandi corporation e le più alte sfere della politica, scandali, spionaggio e omicidi per una storia che mostra chiari riferimenti a “Tutti gli Uomini del Presidente” (vedi il palazzo del Watergate, sede dello scandalo che finì con l’impeachment di Nixon sempre grazie al contributo dell’inchiesta di due giornalisti) e che presenta frammenti di tensione al pari del magnifico “I tre giorni del condor”, entrambi del maestro Alan J. Pakula. Un buon cast, funziona da supporto: dal versatile Russel Crowe, alla giovane e carinissima Rachel McAdams, fino all’affascinante Ben Affleck, che forse funziona meglio come regista che come attore. Il film racconta una vicenda di un’attualità sorprendente e cerca di marcare un’importante distinzione, quella tra gossip e giornalismo d’inchiesta. La trama riesce a coinvolgere, ma il colpo di scena finale sembra voler demolire tutto ciò che lo ha preceduto. Peccato perché tolti gli ultimi tre minuti il film è accattivante, interessante e tecnicamente ben confezionato. Consigliabile a chi ama gli “intrighi internazionali” (come direbbe un altro maestro del genere), le cospirazioni delle grandi lobby e il giornalismo d’inchiesta.
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albydrummer
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lunedì 8 novembre 2010
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..un film interessante...
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Davvero bello,storia intrigante e interessante, bellissma fotografia,Bravi.tutti gli attori!!!!
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roberta gilmore
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domenica 21 febbraio 2010
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buon thriller, buon cast
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buon thriller, buon cast, buona sceneggiatura... insomma, io lo consiglio a tutti :) con il solito grande russell crowe in versione giornalista-tutti-gli-uomini-del-presidente. buon film
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lucido71
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giovedì 18 febbraio 2010
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2,5 stellette.. credevo meglio
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La cosa sicura è una: non è assolutamente un film d'azione! Resta una buona pellicola, godibile, con un Russell in splendida forma che regge da solo le 2 ore del film, con le sue battute caustiche e ben assestate; la trama è buona e tiene fino in fondo; buona prova degli attori (con Ben che mi sembri stia andando alla deriva, purtroppo); + che buona anche la regia... forse il film non lo ricorderemo facilmente, xché si dilunga un po' troppo, e con pochi colpi di scena. Suggerisco DERAILED, SFIDA SENZA REGOLE, LA NOTTE NON ASPETTA, UOMINI CHE ODIANO LE DONNE,PELHAM...
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timkg
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venerdì 5 febbraio 2010
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senso del ritmo per un' inchiesta intrigante
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Il senso del ritmo è ciò che rende appassionanti i 125 minuti di State of Play: infatti l'inchiesta giornalistica oggetto del film non scade mai nella noia in virtù di notizie che in maniera veloce la rendono sempre più intrigante. Il film mostra i confini poco definiti da un lato tra stampa e organi di polizia, Cal McAffrey (un convincente Russel Crowe) opera un giornalismo investigativo quasi sostituendosi agli inquirenti, e dall' altro tra stampa e politica, Cal McAffrey è amico di vecchia data del politico Stephen Collins (Ben Affleck).
Il lavoro diretto da Kevin Macdonald riserva agli spettatori un finale tutt' altro che scontato.
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Il senso del ritmo è ciò che rende appassionanti i 125 minuti di State of Play: infatti l'inchiesta giornalistica oggetto del film non scade mai nella noia in virtù di notizie che in maniera veloce la rendono sempre più intrigante. Il film mostra i confini poco definiti da un lato tra stampa e organi di polizia, Cal McAffrey (un convincente Russel Crowe) opera un giornalismo investigativo quasi sostituendosi agli inquirenti, e dall' altro tra stampa e politica, Cal McAffrey è amico di vecchia data del politico Stephen Collins (Ben Affleck).
Il lavoro diretto da Kevin Macdonald riserva agli spettatori un finale tutt' altro che scontato.
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timkg
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venerdì 5 febbraio 2010
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senso del ritmo per un' inchiesta intrigante
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Il senso del ritmo è ciò che rende appassionanti i 125 minuti di State of Play: infatti l'inchiesta giornalistica oggetto del film non scade mai nella noia in virtù di notizie che in maniera veloce la rendono sempre più intrigante. Il film mostra i confini poco definiti da un lato tra stampa e organi di polizia, Cal McAffrey (un convincente Russel Crowe) opera un giornalismo investigativo quasi sostituendosi agli inquirenti, e dall' altro tra stampa e politica, Cal McAffrey è amico di vecchia data del politico Stephen Collins (Ben Affleck).
Il lavoro diretto da Kevin Macdonald riserva agli spettatori un finale tutt' altro che scontato.
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lomax
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sabato 14 novembre 2009
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niente di nuovo
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Il film in sè è ben fatto e ben interpretato, ma sa di già visto e stravisto.
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lonewalker
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domenica 25 ottobre 2009
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una bella stori
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Un film di atmosfera. Rende l' atmosfera di un giornale e quella che circonda un giornalista, ma sopratutto quella di un uomo solo, apparentemente pago del suo lavoro, della fede che ripone in esso e di riflesso nei suoi lettori. In realtà la storia di un uomo su cui pesano errori compiuti e sogni non realizzati, estremamente umano in questo. E' bravo nel suo lavoro, sa riconoscere i suoi errori, che a volte lo zittiscono, ma sa ragionare, ha intuito e una notevole empatia, e talento, molto talento, per il mestiere. Alla fine del bellisimo film una domanda rimane sostanzialmente senza risposta: E' sufficiente tutto ciò? La risposta è forse appena accennata nel finale ma resta sostanzialmente inespressa.
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Un film di atmosfera. Rende l' atmosfera di un giornale e quella che circonda un giornalista, ma sopratutto quella di un uomo solo, apparentemente pago del suo lavoro, della fede che ripone in esso e di riflesso nei suoi lettori. In realtà la storia di un uomo su cui pesano errori compiuti e sogni non realizzati, estremamente umano in questo. E' bravo nel suo lavoro, sa riconoscere i suoi errori, che a volte lo zittiscono, ma sa ragionare, ha intuito e una notevole empatia, e talento, molto talento, per il mestiere. Alla fine del bellisimo film una domanda rimane sostanzialmente senza risposta: E' sufficiente tutto ciò? La risposta è forse appena accennata nel finale ma resta sostanzialmente inespressa.
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