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Jason Connery non ha realizzato un film sui mostri ma un film esso stesso mostruoso, nel senso letterale del termine, e come un novello dottor Frankenstein ha cucito insieme, alla meno peggio, pezzi di vari generi cinematografici, attingendo a piene mani a quello fantascientifico e non disdegnando nemmeno l’horror fantastico. Nella prima parte risulta evidente, nell’ambientazione claustrofobica, nell’atmosfera che si crea nel gruppo di soldati e nel segnale acustico del rivelatore di presenze, l’influsso di un classico come La cosa da un altro mondo del 1951, ma anche del primo Alien diRidley Scott. Nella seconda parte, in luogo degli extraterrestri, compaiono, a sorpresa, gli zombies, in cui si incarna questa volta una creatura biblica, a metà strada tra l’alieno intrappolato nella lastra di ghiaccio del succitato La cosa ed il satana di Hellboy, e addirittura i preti esorcisti, che, da L’Esorcista del 1973 in poi, hanno popolato innumerevoli sequel e film sulle possessioni demoniache. Non mancano, inoltre, al puzzle alcune scene di guerra, che tornano quasi uguali, in modo ossessivo e ripetitivo, come flash back, nella memoria del protagonista. Immaginare che tutto il film ruoti intorno al suo senso di colpa e che l’avventura nelle tenebre sia un viaggio escatologico di espiazione e redenzione, oppure che il plot sia incentrato sul rapporto irrisolto con il genitore defunto dell’autore, proiettato nella scienziata della CIA, che scende nelle viscere della terra per trovare e salvare il proprio padre prigioniero negli inferi e quindi già morto, appare nella fattispecie fuori luogo e pur con tutta la buona volontà non si riesce a riscattare in alcun modo una pellicola mediocre e trasformare un B-movie in un’opera drammatica e questo nonostante il cast sia formato da ottimi professionisti, tra cui figurano attori di successo come Cuba Gooding, Ron Perlman e Ray Winstone. Gli effetti speciali lasciano un po’ a desiderare e più che per la realizzazione per la loro stessa ideazione, che si rifà a stereotipi ampiamente sfruttati, visti e rivisti nei film ispiratori di Connery, che, comunque, restano, in questo caso, modelli ideali, nemmeno lontanamente paragonabili.
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