marvelman (quello vero!)
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giovedì 19 febbraio 2009
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film inutile perchè tutto inventato !!!
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Il complotto per uccidere Hitler era tutta un'altra cosa : L'unica cosa bella del film è Tom Cruise che nonostante reciti senza una mano e un occhio è troppo bello !!!
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marta rossi
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mercoledì 18 febbraio 2009
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senza pretese ma guardabile
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Per essere breve un film fatto ad'arte senza pretese recitato discretamente nn rimarrà negli annali ma è un tipico film Hollywoodiano
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altryx
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lunedì 16 febbraio 2009
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inutile
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film inutile di una lentezza disarmante, personaggi privi di collage entrano ed escono dalla scena per poi riapparire senza nessuna logica.l'operazione sembra più una rivalutazione di hitler indifeso e inoffessivo, che una condanna al nazismo, anzi addirittura l'ideale nazista viene messo in buona luce, sembra quasi un entatizzare.
tom cruise da solo non regge il film anche perchè poco credibile, cosi come l'uso di caratteristi prettamente inglese che non hanno minimamente i tratti somatichi germanici, il che rende ancora piu ridicolo il tutto, immaginate un padrino con attori indiani.
la storia poteva essere sfruttata meglio ma si e optato per rendere il film soporifero e furbetto.
film non consigliato voto 3/10
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alessandro vanzaghi
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lunedì 16 febbraio 2009
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attentato
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Forse l'unica pecca comune dei cosiddetti film "storici" o "biografici" risiede nell'impossibilità di creare una vera e propia suspense, per il semplice motivo che lo spettatore sta nella scomoda posizione di chi sa già come andrà a finire il film. "Operazione Valkiria", nonostante questo grosso limite, se la cava egregiamente e riesce a mantenere salda l'attenzione del pubblico. Durante la scena dell'attentato nella "tana del lupo" qualcuno in sala può decisamente poter credere tutto possa andare a buon fine e che Hitler possa davvero rimanere vittima dell'esplosione. E' solo un attimo, prima della disillusione, ma solo questo vale il prezzo del biglietto. Film di ottima produzione, ben recitato, un po' complicato nella fase iniziale, durante la quale si raccontano troppi eventi e si presentano troppi personaggi privi di spessore.
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Forse l'unica pecca comune dei cosiddetti film "storici" o "biografici" risiede nell'impossibilità di creare una vera e propia suspense, per il semplice motivo che lo spettatore sta nella scomoda posizione di chi sa già come andrà a finire il film. "Operazione Valkiria", nonostante questo grosso limite, se la cava egregiamente e riesce a mantenere salda l'attenzione del pubblico. Durante la scena dell'attentato nella "tana del lupo" qualcuno in sala può decisamente poter credere tutto possa andare a buon fine e che Hitler possa davvero rimanere vittima dell'esplosione. E' solo un attimo, prima della disillusione, ma solo questo vale il prezzo del biglietto. Film di ottima produzione, ben recitato, un po' complicato nella fase iniziale, durante la quale si raccontano troppi eventi e si presentano troppi personaggi privi di spessore. Più avvincente nella parte finale e stranamente non prolisso, come accade per troppi prodotti. Film consigliato.
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[+] è vero
(di gabry)
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filippo manfredini
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domenica 15 febbraio 2009
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un film originale ma che non lascia il segno
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operazione valchiria rappresenta la trasposizione cinematografiaca di uno dei più celebri attentati ad Adolf Hitler. la trama in sè è di grande spessore storico nonchè umano. Il regista purtroppo riduce l'evento ad un modello "spy story " abbastanza rodato. Il più grande merito di Brian Singer é di rappresentare e trasmettere in modo meticoloso l'atmosfera del periodo nazista espressa in modo molto più efficace dalle ambientazioni che dagli attori stessi. Eccezione fatta per tom Cruise il cui personaggio spicca per personalità ed apparenza (è il simbolo della germania lacerata dal nazismo). scena chiave: quando il protagonista esegue il saluto nazista con la mano mutilata.
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napos
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sabato 14 febbraio 2009
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senza infamia e con qualche lode.
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Teso, serrato, ben recitato.
Tom Cruse, cambiandosi di uniforme, da aviatore americano con la gomma in bocca a colonnello tedesco dagli stivali lucidi, dimostra che non è solamente uno sponsor di Scientology.
Fare Von Stauffenberg, per un californiano, non credo debba essere semplice, ma lui se la cava più che egregiamente, dando al personaggio l'impronta di serietà, grevità e dinamismo che merita. Indossa l'uniforme con inappunabile elegnaza e perfino la camminata dà l'idea di un soldato tedesco e non di un bagnino americano.
Il resto degli attori è, salvo colui che fa Keitel per la mancanza assoluta di adesione al personaggio, del tutto azzeccato, con menzione speciale per Branagh.
Hitler (David Bamber) compare, anche se non molto, e forse la parte più emozionante del film è il suo atterraggio nei primi venti minuti: un vero capolavoro di ricostruzione e tensione emotiva, con uniformi lucide che rivestono uomini altezzosi o crudeli.
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Teso, serrato, ben recitato.
Tom Cruse, cambiandosi di uniforme, da aviatore americano con la gomma in bocca a colonnello tedesco dagli stivali lucidi, dimostra che non è solamente uno sponsor di Scientology.
Fare Von Stauffenberg, per un californiano, non credo debba essere semplice, ma lui se la cava più che egregiamente, dando al personaggio l'impronta di serietà, grevità e dinamismo che merita. Indossa l'uniforme con inappunabile elegnaza e perfino la camminata dà l'idea di un soldato tedesco e non di un bagnino americano.
Il resto degli attori è, salvo colui che fa Keitel per la mancanza assoluta di adesione al personaggio, del tutto azzeccato, con menzione speciale per Branagh.
Hitler (David Bamber) compare, anche se non molto, e forse la parte più emozionante del film è il suo atterraggio nei primi venti minuti: un vero capolavoro di ricostruzione e tensione emotiva, con uniformi lucide che rivestono uomini altezzosi o crudeli. Poi, degna di nota, è anche la scena all'Obersalzberg, quando Stauffenberg si incontra col Fuhrer per sottoporgli il piano che dovrà, paradossalmente, spodestarlo. Almeno, a differenza dell'orrido La Caduta, non si ha a che fare con una macchietta, ma con una cartterizzazione tutto sommato riuscita.
Tensione per tutti i 120 minuti, che potevano essere, anzi sarebbe stato meglio, anche di più. Forse, un film tanto complesso (e sbandierato) avrebbe meritato una durata maggiore. Aspettiamo il dvd.
Nel complesso è un'ottima pellicola, degna di essere vista.
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kaipi
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sabato 14 febbraio 2009
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buona regia, cruise non del tutto convincente
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è chiaro che Tom Cruise si ritaglia dei personaggi in chiave epico-eroica (Ultimo Samurai, Guerra dei Mondi), anche in questo film non è da meno.
credo che la bravura di un'attore sia annullarsi dentro un personaggio e fare vivere solo lui.
io non riuscivo a non vedere Tom Cruise, peccato perchè il film aveva delle grandi potenzialità, (e comunque mi è piaciuto), eppure Cruise appare così freddo. ad esempio a me è piaciuto molto l'attore che comanda la guarnigione tedesca di Berlino. inoltre mi è piaciuta quelle sottile presenza di pusillanimità da parte dei congiurati.
insomma un bel film, considerando la difficoltà di rendere avvincente una storia di cui si conosce il finale, un'ottima regia, ma un Cruise, a mio avviso, non del tutto convincente
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luca alvino
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sabato 14 febbraio 2009
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der führer adolf hitler ist tot
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Operazione Valchiria rileva l’aspro discrimine che separa il corso della storia dalle intenzioni degli individui, disegnato come il contrasto tra la potenza di bassi di un'orchestra d'archi sulla quale emergono le voci chiare degli strumenti a fiato. L'azione si apre su un campo di battaglia che si impone all'attenzione per la violenza dei rumori e la scabra fisicità delle immagini: il rombo degli aerei da guerra, il motore dei mezzi cingolati, gli scoppi ritmati dei mitragliamenti, i boati improvvisi delle bombe. Gli aerei visti da terra appaiono sorprendentemente grandi durante il bombardamento, e lo spettatore percepisce un'efficace sensazione fisica quando il colonnello von Stauffenberg viene sbalzato fuori della vettura da una bomba, grazie al fragoroso effetto sonoro e all'improvviso sussulto della telecamera nell'inquadratura.
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Operazione Valchiria rileva l’aspro discrimine che separa il corso della storia dalle intenzioni degli individui, disegnato come il contrasto tra la potenza di bassi di un'orchestra d'archi sulla quale emergono le voci chiare degli strumenti a fiato. L'azione si apre su un campo di battaglia che si impone all'attenzione per la violenza dei rumori e la scabra fisicità delle immagini: il rombo degli aerei da guerra, il motore dei mezzi cingolati, gli scoppi ritmati dei mitragliamenti, i boati improvvisi delle bombe. Gli aerei visti da terra appaiono sorprendentemente grandi durante il bombardamento, e lo spettatore percepisce un'efficace sensazione fisica quando il colonnello von Stauffenberg viene sbalzato fuori della vettura da una bomba, grazie al fragoroso effetto sonoro e all'improvviso sussulto della telecamera nell'inquadratura. Tale violenza – percepita in tutta la sua dirompente ingiustizia – rappresenta il corso della storia, che appare a volte tragicamente inarrestabile. Una violenza che sovrasta, come nell'assurda vicenda storica del nazionalsocialismo, che sembrò piegare la volontà di una nazione intera, apparentemente soggiogata in un'atmosfera di stupefatta ineluttabilità intorno ad un uomo solo. E' dunque possibile ribellarsi? convogliare le energie di un'intelligenza audace e di una caparbia volontà in un ordigno capace di invertire il segno dell’ingiustizia, facendo implodere dall'interno tutto il meccanismo burocratico dello stato, grazie ad un piano semplice e geniale, uovo di colombo in grado di piegare l'imponente procedura di autodifesa del terzo Reich contro se stesso? Significherebbe una indimenticabile vittoria dell'uomo sulla storia, la prova inconfutabile del libero arbitrio, del potere dell'intelligenza, dell'organizzazione, della perseveranza, del coraggio. Ma qualcosa va storto. Forse si tende a sopravvalutare la realtà, laddove l'efficacia del piano sembra essere molto più legata ad altro. In primo luogo all'incanto della suggestione: il comunicato diffuso dai cospiratori si apre infatti con un'affermazione che racchiude il proprio potenziale di efficacia nella stringatezza e nella essenzialità dell'espressione: "Der Führer Adolf Hitler ist tot". Di fronte alla semplicità e all'evidente drammatica verità della comunicazione le telegrafiste vengono prese da commossa stupefazione, l'incanto le tiene attonite, la parola ha svolto il suo compito in maniera efficace. Non è dato sapere cosa sia davvero accaduto nella Tana del Lupo, ma l'affermazione è stata fatta, e nemmeno le smentite immediate sembrano avere il potere di ridimensionarne il potenziale di sovversione. L'ingranaggio è scattato, la storia sembra invertire la propria direzione. Ma un altro decisivo fattore interviene ad inceppare il meccanismo. La comunicazione ha un potere immenso, ma ancora più grande è il potere di chi ha il compito di indirizzarne i flussi, di discriminarne i contenuti, di gestirne i canali. Il responsabile delle telescriventi, di fronte a due blocchi di ordini di segno opposto (i primi provenienti dalla Tana del Lupo e gli altri dai cospiratori), ad un certo punto decide di prendere posizione, trasmettere i primi e filtrare i secondi. La storia torna ad invertire il suo verso. L'incanto della suggestione non si tiene al di fuori dei canali della comunicazione. Non è il potere della realtà vera che ristabilisce un ordine delle cose. Il canale si rivela più importante del messaggio, i media più importanti delle intenzioni.
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cormac mccarthy
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venerdì 13 febbraio 2009
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"operazione valchiria"
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Le peculiarità di ogni thriller che si rispetti sono la tensione e soprattutto il finale a sorpresa. Bryan Singer e Christopher McQuarrie lo sanno bene, essendo rispettivamente regista e sceneggiatore insignito di premio Oscar de "I soliti sospetti", buon film diventato un cult forse proprio per quell'imprevedibile finale. "Operazione Valchiria" è sicuramente un thriller. Eppure rinuncia dall'inizio all'effetto sorpresa. Anche i sassi sanno che l'attentato fallirà, essendo Hitler morto suicida. Nonostante ciò si tratta comunque di un buon film, diretto bene e che trasporta. Tom Cruise per una volta non è un Re Mida al contrario e tutta l'opera ne trae giovamento. Non sarà un film da notte degli Oscar eppure "Operazione Valchiria" è un buonissimo esercizio di stile che merita una visione partecipativa.
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Le peculiarità di ogni thriller che si rispetti sono la tensione e soprattutto il finale a sorpresa. Bryan Singer e Christopher McQuarrie lo sanno bene, essendo rispettivamente regista e sceneggiatore insignito di premio Oscar de "I soliti sospetti", buon film diventato un cult forse proprio per quell'imprevedibile finale. "Operazione Valchiria" è sicuramente un thriller. Eppure rinuncia dall'inizio all'effetto sorpresa. Anche i sassi sanno che l'attentato fallirà, essendo Hitler morto suicida. Nonostante ciò si tratta comunque di un buon film, diretto bene e che trasporta. Tom Cruise per una volta non è un Re Mida al contrario e tutta l'opera ne trae giovamento. Non sarà un film da notte degli Oscar eppure "Operazione Valchiria" è un buonissimo esercizio di stile che merita una visione partecipativa. La frase: "Non si può comprendere il nazionalsocialismo senza aver prima compreso Wagner".
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vins
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giovedì 12 febbraio 2009
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il lato nascosto della germania del fuhrer
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Film storico che mi è piaciuto molto. Ottimi attori, ottimo Cruise, e non è il solito film che narra di guerra. Davvero bello, soprattutto per il suo grande significato, e non ce n'è solo uno nel film... gesta nobili di persone altrettanto nobili, architettato e geniale il piano per assassinare il Fuhrer, che per un caso sfortunato andrà in modo diverso dal previsto. Grande coraggio pur di far prevalere i loro ideali, questi uomini e le loro gesta riprendono vita grazie a Bryan Singer, che ci mostra ciò che la storia spesso non narra, un lato della germania di quegli anni troppo dimenticato, e forse mai visto, che ci invita ancora una volta a riflettere su un ennesimo aspetto di quella atroce guerra.
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Film storico che mi è piaciuto molto. Ottimi attori, ottimo Cruise, e non è il solito film che narra di guerra. Davvero bello, soprattutto per il suo grande significato, e non ce n'è solo uno nel film... gesta nobili di persone altrettanto nobili, architettato e geniale il piano per assassinare il Fuhrer, che per un caso sfortunato andrà in modo diverso dal previsto. Grande coraggio pur di far prevalere i loro ideali, questi uomini e le loro gesta riprendono vita grazie a Bryan Singer, che ci mostra ciò che la storia spesso non narra, un lato della germania di quegli anni troppo dimenticato, e forse mai visto, che ci invita ancora una volta a riflettere su un ennesimo aspetto di quella atroce guerra...
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