massimo de rigo
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domenica 1 febbraio 2009
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il coraggio di far riflettere
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Ammiro il coraggio di chi ha voluto aprire un velo sulla storia dimenticata e occultata di veri eroi che sognavano un'altra Germania (la santa Germania) opposta a quella violentata dalla dittatura del nazismo e pagarono con la vita il loro coraggio contro la marea del conformismo. Ho imparato a identificare una certa critica di regime che condiziona le masse come il Pifferaio di Hamelin e a questa cosiddetta critica il film non sara' certamente piaciuto... Ma io ho voluto vederlo con animo sgombro e devo dire di aver gustato ogni scena con sincera commozione, poiche', come studioso di storia, so che questa epica e tragica vicenda si e' svolta nella sequenza descritta con dovizia di particolari dal film, che indica un percorso agli uomini di buona volonta' (anche il mitico Erwin Rommel pago' con la vita l'adesione all'Operazione Valchiria).
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Ammiro il coraggio di chi ha voluto aprire un velo sulla storia dimenticata e occultata di veri eroi che sognavano un'altra Germania (la santa Germania) opposta a quella violentata dalla dittatura del nazismo e pagarono con la vita il loro coraggio contro la marea del conformismo. Ho imparato a identificare una certa critica di regime che condiziona le masse come il Pifferaio di Hamelin e a questa cosiddetta critica il film non sara' certamente piaciuto... Ma io ho voluto vederlo con animo sgombro e devo dire di aver gustato ogni scena con sincera commozione, poiche', come studioso di storia, so che questa epica e tragica vicenda si e' svolta nella sequenza descritta con dovizia di particolari dal film, che indica un percorso agli uomini di buona volonta' (anche il mitico Erwin Rommel pago' con la vita l'adesione all'Operazione Valchiria). Ritengo quest'opera artistica importante poiche' obbliga a riflettere. Il coraggio di far riflettere e' anche destabilizzante contro gli attuali equilibri di regime che si fondano sull'appiattimento senza ideali e senza futuro della collettivita'. Il malessere che ci circonda nasce dalla sensazione che questa nostra vita e' incanalata senza l'orgoglio di una Vita propria ed esclusiva, senza il bisogno di dare alcun contributo di crescita ai propri simili. Alla fine della proiezione la gente era senza parole, con gli occhi lucidi e con il capo abbassato, quasi si sentisse in colpa... forse la colpa di assistere impotenti, senza tentare almeno un minimo di ribellione, alla dittatura della delinquenza ormai ramificata nei gangli vitali del nostro Paese. Una subdola e ben occultata dittatura (la casta politica, il delirio del cemento, il potere dell'economia, l'affondo nelle istituzioni) tinta di ogni colore politico, che avrebbe bisogno di un'Operazione Valchiria e di un eroe come Claus von Stauffenberg...
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luca alvino
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sabato 14 febbraio 2009
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der führer adolf hitler ist tot
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Operazione Valchiria rileva l’aspro discrimine che separa il corso della storia dalle intenzioni degli individui, disegnato come il contrasto tra la potenza di bassi di un'orchestra d'archi sulla quale emergono le voci chiare degli strumenti a fiato. L'azione si apre su un campo di battaglia che si impone all'attenzione per la violenza dei rumori e la scabra fisicità delle immagini: il rombo degli aerei da guerra, il motore dei mezzi cingolati, gli scoppi ritmati dei mitragliamenti, i boati improvvisi delle bombe. Gli aerei visti da terra appaiono sorprendentemente grandi durante il bombardamento, e lo spettatore percepisce un'efficace sensazione fisica quando il colonnello von Stauffenberg viene sbalzato fuori della vettura da una bomba, grazie al fragoroso effetto sonoro e all'improvviso sussulto della telecamera nell'inquadratura.
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Operazione Valchiria rileva l’aspro discrimine che separa il corso della storia dalle intenzioni degli individui, disegnato come il contrasto tra la potenza di bassi di un'orchestra d'archi sulla quale emergono le voci chiare degli strumenti a fiato. L'azione si apre su un campo di battaglia che si impone all'attenzione per la violenza dei rumori e la scabra fisicità delle immagini: il rombo degli aerei da guerra, il motore dei mezzi cingolati, gli scoppi ritmati dei mitragliamenti, i boati improvvisi delle bombe. Gli aerei visti da terra appaiono sorprendentemente grandi durante il bombardamento, e lo spettatore percepisce un'efficace sensazione fisica quando il colonnello von Stauffenberg viene sbalzato fuori della vettura da una bomba, grazie al fragoroso effetto sonoro e all'improvviso sussulto della telecamera nell'inquadratura. Tale violenza – percepita in tutta la sua dirompente ingiustizia – rappresenta il corso della storia, che appare a volte tragicamente inarrestabile. Una violenza che sovrasta, come nell'assurda vicenda storica del nazionalsocialismo, che sembrò piegare la volontà di una nazione intera, apparentemente soggiogata in un'atmosfera di stupefatta ineluttabilità intorno ad un uomo solo. E' dunque possibile ribellarsi? convogliare le energie di un'intelligenza audace e di una caparbia volontà in un ordigno capace di invertire il segno dell’ingiustizia, facendo implodere dall'interno tutto il meccanismo burocratico dello stato, grazie ad un piano semplice e geniale, uovo di colombo in grado di piegare l'imponente procedura di autodifesa del terzo Reich contro se stesso? Significherebbe una indimenticabile vittoria dell'uomo sulla storia, la prova inconfutabile del libero arbitrio, del potere dell'intelligenza, dell'organizzazione, della perseveranza, del coraggio. Ma qualcosa va storto. Forse si tende a sopravvalutare la realtà, laddove l'efficacia del piano sembra essere molto più legata ad altro. In primo luogo all'incanto della suggestione: il comunicato diffuso dai cospiratori si apre infatti con un'affermazione che racchiude il proprio potenziale di efficacia nella stringatezza e nella essenzialità dell'espressione: "Der Führer Adolf Hitler ist tot". Di fronte alla semplicità e all'evidente drammatica verità della comunicazione le telegrafiste vengono prese da commossa stupefazione, l'incanto le tiene attonite, la parola ha svolto il suo compito in maniera efficace. Non è dato sapere cosa sia davvero accaduto nella Tana del Lupo, ma l'affermazione è stata fatta, e nemmeno le smentite immediate sembrano avere il potere di ridimensionarne il potenziale di sovversione. L'ingranaggio è scattato, la storia sembra invertire la propria direzione. Ma un altro decisivo fattore interviene ad inceppare il meccanismo. La comunicazione ha un potere immenso, ma ancora più grande è il potere di chi ha il compito di indirizzarne i flussi, di discriminarne i contenuti, di gestirne i canali. Il responsabile delle telescriventi, di fronte a due blocchi di ordini di segno opposto (i primi provenienti dalla Tana del Lupo e gli altri dai cospiratori), ad un certo punto decide di prendere posizione, trasmettere i primi e filtrare i secondi. La storia torna ad invertire il suo verso. L'incanto della suggestione non si tiene al di fuori dei canali della comunicazione. Non è il potere della realtà vera che ristabilisce un ordine delle cose. Il canale si rivela più importante del messaggio, i media più importanti delle intenzioni.
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pg
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domenica 1 febbraio 2009
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una immensa tragedia.
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La tensione percorre tutto questo film che, giustamente, è cupo e grondante di sospetti. Ben rappresentata la complessa macchina organizzativa e direttiva tedesca che fu uno dei principali problemi nella riuscita del complotto. Ottima la ricostruzione storica, niente è lasciato al caso nemmeno il numero di serie dell'aereo del Fuhrer. Alcuni aspetti della vicenda vengono rivisti e resi più spettacolari, Stauffenberg fu ferito da una mina e non prese il comando delle operazioni a Berlino, ma questo non incide sulla riuscita del film. Cruise, animato dalla sua fede scientologica, resta intrappolato nel personaggio e ne sottolinea la purezza di nobile e di ufficiale. Tutti gli altri personaggi sono ben calibrati e non risultano essere le solite macchiette come spesso accade nelle produzioni americane.
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La tensione percorre tutto questo film che, giustamente, è cupo e grondante di sospetti. Ben rappresentata la complessa macchina organizzativa e direttiva tedesca che fu uno dei principali problemi nella riuscita del complotto. Ottima la ricostruzione storica, niente è lasciato al caso nemmeno il numero di serie dell'aereo del Fuhrer. Alcuni aspetti della vicenda vengono rivisti e resi più spettacolari, Stauffenberg fu ferito da una mina e non prese il comando delle operazioni a Berlino, ma questo non incide sulla riuscita del film. Cruise, animato dalla sua fede scientologica, resta intrappolato nel personaggio e ne sottolinea la purezza di nobile e di ufficiale. Tutti gli altri personaggi sono ben calibrati e non risultano essere le solite macchiette come spesso accade nelle produzioni americane. Forse un pò sotto tono Terence Stamp, meglio risulta Branagh, ma tutti incarnano i valori di una Germania alla ricerca del riscatto. Un film ben fatto, che non piacerà al grande pubblico perchè il battage pubblicitario, come sempre, annuncia capolavori ed Oscar a profusione. Non è questo il caso, il film va visto con l'occhio della storia, soprattutto oggi che il colonnello Von Stauffenberg è stato finalmente riabilitato ed è considerato un eroe della Germania moderna.
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maryluu
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lunedì 2 febbraio 2009
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un tassello in più per non dimenticare
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Ho trovato questo film davvero interessante. Innanzitutto perché non solo ha mostrato l’ostilità e lo sdegno che non solo il mondo, ma anche i tedeschi stessi sentivano per Hitler, ma anche il coraggio di alcuni uomini che hanno cercato di porre fine alle atrocità di cui si sentivano colpevoli tra i colpevoli. Il tema del nazismo è predominante nella cultura cinematografica anche antecedente ( a parte il famoso Shindler’s List, ricordiamo il pianista, il giorno più lungo, l’allievo, la vita è bella) . Il motivo fondamentale sta nel fatto che riesce a toccare punti dolorosi del cuore degli uomini di ogni generazione. Nel corso della storia è stato compiuto uno scempio da non dimenticare, frutto di un uomo e di parte dei tedeschi che lo hanno innalzato ai vertici del potere.
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Ho trovato questo film davvero interessante. Innanzitutto perché non solo ha mostrato l’ostilità e lo sdegno che non solo il mondo, ma anche i tedeschi stessi sentivano per Hitler, ma anche il coraggio di alcuni uomini che hanno cercato di porre fine alle atrocità di cui si sentivano colpevoli tra i colpevoli. Il tema del nazismo è predominante nella cultura cinematografica anche antecedente ( a parte il famoso Shindler’s List, ricordiamo il pianista, il giorno più lungo, l’allievo, la vita è bella) . Il motivo fondamentale sta nel fatto che riesce a toccare punti dolorosi del cuore degli uomini di ogni generazione. Nel corso della storia è stato compiuto uno scempio da non dimenticare, frutto di un uomo e di parte dei tedeschi che lo hanno innalzato ai vertici del potere. Ma come è più volte ripetuto nel film: la storia non deve ricordare tutti i tedeschi come sostenitori di Hitler. I tentativi di ucciderlo sono stati molteplici all’interno stesso del regime. In un modo o nell’altro il fato è sempre stato benefico tanto che solo lui stesso ha posto fine alla sua vita suicidandosi.
Il film è tratto da una storia vera: il tentativo di uccidere Hitler, ad opera del colonnello Claus von Stauffenberg e di altri importanti alti ufficiali della Wehrmacht. Il colonnello, nato nel 1907, a 19 anni era già ufficiale cadetto. Rampollo della nobiltà e classe dirigente tedesca, era simbolo di una Germania che non poteva mai identificarsi nel nazionalsocialismo di Hitler. Dopo aver perso un occhio, una mano e due dita dell’altra in Africa, si decise ad agire, per spodestare Hitler dal trono dorato della sua crudeltà. Il tentativo chiamato effettivamente “ Complotto di Luglio” mirava anche a rovesciare l’intera organizzazione del Fuhrer e porre fine alla guerra cercando la pace con gli alleati. Il film racconta l’operazione nei minimi dettagli ma “le operazioni militari non vanno mai come si ipotizza”. Nonostante l’accuratezza dei dettagli, il coraggio, la furbizia, l’operazione fallisce miseramente, anche per l’intempestività degli esponenti anti-hitler, che non sono stati in grado di creare delle alleanze tra loro solide come quelle create dal Fuhrer con i suoi uomini.
Era anche il terrore suscitato dalle orrende morti per cui era famoso Hitler a spingere la Germania a stare dalla sua parte.
Il film dunque è di grande interesse storico. Mostra una Germania logorata dall’interno, desiderosa di un cambiamento, di pace, di serenità.
Il produttore e protagonista del film è Tom Cruise. Egli ha dovuto affrontare numerosi problemi legati alla sua produzione. Non solo l’ostilità della famiglia del colonnello Claus von Stauffenberg , fervente cattolica, che non vedeva di buon occhio la scelta di Cruise stesso nella parte del colonnello, per le sue note convinzioni religiose basate sulla Scientology, ma anche le difficoltà di girare delle scene nel Bender Block di Berlino( presso il Ministero della difesa), luogo di grande valore simbolico del sentimento nazionale tedesco. A ciò si aggiungono diversi inconvenienti tecnici: incidenti di comparse, reagenti chimici che rovinano parte della pellicola, problemi di tagli e montaggi alternativi e tanta sfortuna.
Il film nel complesso, nonostante i vari inconvenienti, è molto valido. Nonostante sia un thriller , non c’è molta suspance. Si sottolineano più i preparativi dell’operazione, l’introspezione dei personaggi, i dubbi e il coraggio degli uomini. Nonostante le critiche ho apprezzato l’interpretazione di Cruise dal punto di vista militare, un po’ meno dal punto di vista sentimentale.
Il film è stato girato a Berlino e perciò le ambientazioni originali rendono bene l’essenza della storia. E’ un tassello in più per far si che anche le generazioni future ricordino l’orrore di quegli anni e soprattutto che non tutti i tedeschi erano dalla parte del male, affinché la storia non si ripeta e serva da monito. Nel complesso dunque il mio giudizio è molto positivo.
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napos
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sabato 14 febbraio 2009
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senza infamia e con qualche lode.
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Teso, serrato, ben recitato.
Tom Cruse, cambiandosi di uniforme, da aviatore americano con la gomma in bocca a colonnello tedesco dagli stivali lucidi, dimostra che non è solamente uno sponsor di Scientology.
Fare Von Stauffenberg, per un californiano, non credo debba essere semplice, ma lui se la cava più che egregiamente, dando al personaggio l'impronta di serietà, grevità e dinamismo che merita. Indossa l'uniforme con inappunabile elegnaza e perfino la camminata dà l'idea di un soldato tedesco e non di un bagnino americano.
Il resto degli attori è, salvo colui che fa Keitel per la mancanza assoluta di adesione al personaggio, del tutto azzeccato, con menzione speciale per Branagh.
Hitler (David Bamber) compare, anche se non molto, e forse la parte più emozionante del film è il suo atterraggio nei primi venti minuti: un vero capolavoro di ricostruzione e tensione emotiva, con uniformi lucide che rivestono uomini altezzosi o crudeli.
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Teso, serrato, ben recitato.
Tom Cruse, cambiandosi di uniforme, da aviatore americano con la gomma in bocca a colonnello tedesco dagli stivali lucidi, dimostra che non è solamente uno sponsor di Scientology.
Fare Von Stauffenberg, per un californiano, non credo debba essere semplice, ma lui se la cava più che egregiamente, dando al personaggio l'impronta di serietà, grevità e dinamismo che merita. Indossa l'uniforme con inappunabile elegnaza e perfino la camminata dà l'idea di un soldato tedesco e non di un bagnino americano.
Il resto degli attori è, salvo colui che fa Keitel per la mancanza assoluta di adesione al personaggio, del tutto azzeccato, con menzione speciale per Branagh.
Hitler (David Bamber) compare, anche se non molto, e forse la parte più emozionante del film è il suo atterraggio nei primi venti minuti: un vero capolavoro di ricostruzione e tensione emotiva, con uniformi lucide che rivestono uomini altezzosi o crudeli. Poi, degna di nota, è anche la scena all'Obersalzberg, quando Stauffenberg si incontra col Fuhrer per sottoporgli il piano che dovrà, paradossalmente, spodestarlo. Almeno, a differenza dell'orrido La Caduta, non si ha a che fare con una macchietta, ma con una cartterizzazione tutto sommato riuscita.
Tensione per tutti i 120 minuti, che potevano essere, anzi sarebbe stato meglio, anche di più. Forse, un film tanto complesso (e sbandierato) avrebbe meritato una durata maggiore. Aspettiamo il dvd.
Nel complesso è un'ottima pellicola, degna di essere vista.
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catullo
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giovedì 3 marzo 2011
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morto hitler stalin si sarebbe fermato?
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Veramente gradevole questo film dal taglio storico girato con tecnica cinematografica asciutta e moderata che racconta un pezzo di storia abbastanza oscura e trascurata e che comunque evidenzia che non tutti i tedeschi la pensavano come Hitler ma che questi vennero schiacciati dalla brutalità di un'organizzazione fanatica spaventosamente efficiente e totalizzante che portò la Germania alla rovina completa.L'ennesimo attentato a Hitler fallito che ha contribuito a convincerlo che qualcuno dal cielo lo proteggeva e sulla validità della sua linea strategica che poi si confermò suicida.Poiché del tentativo fallito del colonnello Von Stauffenberg si sa tutto in questo film la suspense è contenuta e il finale ovvio tuttavia il coinvolgimento dato dall'ottima interpretazione degli attori nei vari ruoli è inevitabile.
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Veramente gradevole questo film dal taglio storico girato con tecnica cinematografica asciutta e moderata che racconta un pezzo di storia abbastanza oscura e trascurata e che comunque evidenzia che non tutti i tedeschi la pensavano come Hitler ma che questi vennero schiacciati dalla brutalità di un'organizzazione fanatica spaventosamente efficiente e totalizzante che portò la Germania alla rovina completa.L'ennesimo attentato a Hitler fallito che ha contribuito a convincerlo che qualcuno dal cielo lo proteggeva e sulla validità della sua linea strategica che poi si confermò suicida.Poiché del tentativo fallito del colonnello Von Stauffenberg si sa tutto in questo film la suspense è contenuta e il finale ovvio tuttavia il coinvolgimento dato dall'ottima interpretazione degli attori nei vari ruoli è inevitabile. Un film che bisognerebbe "proiettare" nelle scuole a scopo didattico. Ci si chiede poi cosa sarebbe successo se l'attentato fosse riuscito, se i russi si sarebbero accontentati della resa quando questi erano ancora in Polonia ma la storia non si fa con i se e con i ma!
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arvin
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giovedì 5 febbraio 2009
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quando il cinema riscopre la storia
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Nonostante, ancora prima di entrare in sala, si conosca già l'epilogo delle vicende narrate questo film non annoia lo spettatore e non risulta per nulla pesante. E' un concentrato di tensione e di carica emotiva che non può lasciare lo spettattore passivo, ma anzi che lo coinvolge mano mano che il film prende piede. La ricostruzione del quadro storico e del contesto sociale e politico è molto accurata, e si capisce molto bene quanto complessa ed intricata fosse la macchina organizzativa tedesca.Si respira proprio l'aria del complotto e della congiura, del non sapere di chi fidarsi e di come muoversi. Il dubbio è l'unica certezza, assieme alla consapevolezza che tutto presto finirà e che la germania sarà sconfitta.
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Nonostante, ancora prima di entrare in sala, si conosca già l'epilogo delle vicende narrate questo film non annoia lo spettatore e non risulta per nulla pesante. E' un concentrato di tensione e di carica emotiva che non può lasciare lo spettattore passivo, ma anzi che lo coinvolge mano mano che il film prende piede. La ricostruzione del quadro storico e del contesto sociale e politico è molto accurata, e si capisce molto bene quanto complessa ed intricata fosse la macchina organizzativa tedesca.Si respira proprio l'aria del complotto e della congiura, del non sapere di chi fidarsi e di come muoversi. Il dubbio è l'unica certezza, assieme alla consapevolezza che tutto presto finirà e che la germania sarà sconfitta. In questo contesto, in mezzo ad un oceano di arrivisti e carrieristi, in cui si cerca di arraffare il più possibile prima che tutto finisca, spiccano un manipolo di uomini onesti, che oggi definiremmo "eroi", consapevoli dei gravi crimini da loro commessi cercano di porvi rimedio agendo secondo coscienza e incuranti di essere additati come dei traditori. Questi uomini incuranti dei rischi e delle difficoltà, incuranti del fatto di vedere compromessa la loro vita e quella delle loro famiglie, si trovano a lottare per la liberazione della Germania, si illuderanno di avercela fatta, ma dovranno scontrarsi con la drammatica realtà. Pagheranno il loro fallimento con la vita. Nonostante tutto questo sia già scritto durante la visione del film ci troviamo tutti a essere partecipi delle loro emozioni, delle loro incertezze. E' impossibile non essere coinvolti. Un buon Tom Cruise e un buon cast in generale. Un lavoro ottimo da parte del regista nella ricostruzione del quadro e del contesto storico sociale dell'epoca. Queste cose tutte insieme fanno di questo un ottimo prodotto sicuramente da vedere...
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ottilia
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giovedì 3 marzo 2011
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fedele ricostruzione storica
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Una fedele ricostruzione storica dell'ultimo ,fallito attentato ad Adolf Hitler,nove mesi prima della sua morte e
della caduta di Berlino.Il film ha un tono asciutto,documentaristico(e ritengo che sia stata proprio questa l'intenzione del regista),i dialoghi ridotti all'essenziale,cioè "agli ordini" da eseguire,in tempi bervi,per l'eliminazione fisica del Fuerer.Claus von Stauffenberg ed altri coraggiosi alti ufficiali,decidono di mettere in atto
questo tentativo disperato per dimostrare agli alleati,considerati già vincitori di una guerra spaventosa,che non
tutti erano dalla parte di Hitler,anzi.Trovo che Tom Cruise interpreti con grande efficacia il ruolo di von Stauffenberg ,perchè "sente"il personaggio a tal punto da immedesimarvisi.
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Una fedele ricostruzione storica dell'ultimo ,fallito attentato ad Adolf Hitler,nove mesi prima della sua morte e
della caduta di Berlino.Il film ha un tono asciutto,documentaristico(e ritengo che sia stata proprio questa l'intenzione del regista),i dialoghi ridotti all'essenziale,cioè "agli ordini" da eseguire,in tempi bervi,per l'eliminazione fisica del Fuerer.Claus von Stauffenberg ed altri coraggiosi alti ufficiali,decidono di mettere in atto
questo tentativo disperato per dimostrare agli alleati,considerati già vincitori di una guerra spaventosa,che non
tutti erano dalla parte di Hitler,anzi.Trovo che Tom Cruise interpreti con grande efficacia il ruolo di von Stauffenberg ,perchè "sente"il personaggio a tal punto da immedesimarvisi.Grande la sua forza espressiva ,
affidata all'intensità dello sguardo,che sostituisce battute inutili,grande l'onore che rende,con la sua recitazione,
ad un eroe che aveva tentato di salvare la Germania da una fine disonorevole,pagando con la propria vita il tentativo di un colpo di stato.Un eroe,dunque, non quel traditore, giudicato da un patetico tribunale di un regime dai giorni contati.Ottima la regia di Singer,che sa creare una tensione fino allo spasimo circa le sorti dell'attentato,così come la scelta degli ambienti,ora fastosi,ora avvolti in una semplice penombra da cui spiccano i volti dei vari personaggi,creando una sorta di film "espressionista", nel senso artistico del termine.
Tutto viene esasperato:i toni delle voci, le azioni, le divise impeccabili,gli "Heil Hitler" giunti alle loro ultime
battute, i violenti chiaroscuro degli ambienti,i silenzi,lunghi e più eloquenti di qualsiasi parola...
Sì,io penso di aver visto un buon film che ha non solo ripercorso un evento di un tragico periodo storico,ma
che ha saputo proporlo al pubblico con estrema chiarezza,restituendo alla Storia la grande statura morale di
Claus von Stauffenberg,attraverso una testimonianza cinematografica accuratamente ricostruita.
Film da vedere, per gli amanti del "genere" e per chi sa apperzzare una drammatica recitazione "da interni",
non molto lontana da quella teatrale (e non a caso Kenneth Branagh compare tra gli interpreti).
Ottilia.
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[+] condivisibile
(di brunus10480)
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giorpost
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giovedì 14 febbraio 2013
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operazione quasi fallita. la storia merita altro
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Nell’ oceano infinito dei films ispirati alla Seconda Guerra Mondiale ne mancava uno relativo ai tentativi di uccisione del peggior dittatore della Storia, Adolf Hitler. Bryan Singer ci racconta per filo e per segno quello che fu l’ ultimo attentato perpetrato per eliminarlo, 9 mesi prima del suicidio, organizzato da un’ elite di alti funzionari dell’ esercito tedesco, dissidenti rispetto al folle piano del Führer, guidati dal giovane colonnello Claus Von Stauffenberg.
Operazione Valchiria(USA, Germania, 2008) è senz’ altro un buon film di qualità con un ottimo cast, nel quale spicca tra gli altri Tom Wilkinson, ma devo necessariamente muovere una critica al regista per come ha condotto sul set il pur bravo Tom Cruise.
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Nell’ oceano infinito dei films ispirati alla Seconda Guerra Mondiale ne mancava uno relativo ai tentativi di uccisione del peggior dittatore della Storia, Adolf Hitler. Bryan Singer ci racconta per filo e per segno quello che fu l’ ultimo attentato perpetrato per eliminarlo, 9 mesi prima del suicidio, organizzato da un’ elite di alti funzionari dell’ esercito tedesco, dissidenti rispetto al folle piano del Führer, guidati dal giovane colonnello Claus Von Stauffenberg.
Operazione Valchiria(USA, Germania, 2008) è senz’ altro un buon film di qualità con un ottimo cast, nel quale spicca tra gli altri Tom Wilkinson, ma devo necessariamente muovere una critica al regista per come ha condotto sul set il pur bravo Tom Cruise. L’ attore di Syracuse a mio parere è stato molto fortunato, in quanto nella sua carriera ha avuto la possibilità di lavorare con alcuni dei più grandi registi moderni (da Spielberg ad Anderson passando per il compianto Kubrick), ma non sempre è stato all’ altezza del compito. Se nei film d’ azione come il franchise Mission: impossibile si trova a suo agio, in quei ruoli più “ragionati” dove si necessita di una maggiore espressività o dove ci si dovrebbe maggiormente calare nel personaggio, il buon Tom va in difficoltà. In Eyes Wide Shut secondo mio modesto avviso si sono visti tutti i suoi limiti, ovviamente per chi li ha voluti vedere, in quanto l’ opera kubrickiana è talmente alta da oscurare le interpretazioni degli attori. Limiti che si sono intravisti anche in Rain Man, anche se lì aveva la sfortuna di trovarsi di fianco un certo Dustin Hoffman, mentre il meglio di se lo ha dato in pellicole tipicamente hollywoodiane come Gerry Maguire o Vanilla Sky o nell' indipendente Magnolia, ma in questo Valkirie proprio non mi va giù il fatto che il cinquantenne dal sorriso d’ oro abbia trasformato un personaggio realmente esistito in Tom Cruisenberg, molto poco credibile come soldato teutonico. Inoltre credo che questa pellicola più che essere il racconto della vera Operazione Valchiria sia un’ operazione di marketing a favore di una sorta di recupero dell’ immagine del popolo tedesco per allontanare le ipotesi di una Germania interamente invasata e sottomessa al volere di un pazzo. Per ben 2 volte, infatti, viene pronunciata la frase “voglio che il mondo sappia che non eravamo tutti come lui” (sbagliando, almeno nel doppiaggio, i tempi del verbo, al passato invece che al presente), a rimarcare una sorta di restyling del pensiero germanico non si sa fino a che punto necessario.
Resta l’ intenzione di un film sicuramente ben fatto dal punto di vista tecnico ma con una fotografia, a mio parere, deludente e troppo frettolosa, resta una buona occasione per chi non conosce quest’ episodio storico di aggiornare le proprie conoscenze, resta nel vuoto, invece, un minimo accenno alla tragedia dell’ Olocausto, totalmente assente in questo film, un grave errore spero non dovuto a distrazione. Regista e attore protagonista rimandati a settembre.
Voto: 6+
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michele mascolo
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domenica 8 febbraio 2009
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militari tedeschi contro il fuhrer
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Il libro di Montanelli ("Morire in piedi"), di recente ristampato con una breve prefazione di Sergio Romano, ha incontrato a suo tempo le stesse riserve che, in Italia, sta incontrando il film americano dedicato al colonnello Claus Schenk von Stauffenberg.
Si tratta, quasi sempre, di perplessità di lontana origine politica.
Il fascino della vicenda (oltre che delle vecchie glorie cinematografiche come Terence Stamp e di Kenneth Branagh) é tale da prendere anche lo spettatore consapevole del fatto storico; e tuttavia riesce indigesto ai seguaci devoti della vulgata dominante nella seconda metà del secolo ventesimo: la resistenza europea monopolio dei partiti comunisti e della sinistra.
Una parte di gran lunga minoritaria,ma significativa, di spettatori italiani non ha ancora perdonato ai congiurati del 20 luglio 1944 l'intento di voler liberare la Germania dalla persona di Hitler, alleato del Duce italiano, e dalla cricca di potere che aveva disonorato il nome tedesco e portato la Germania alla rovina irreparabile, vergognosa e apocalittica del 1945.
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Il libro di Montanelli ("Morire in piedi"), di recente ristampato con una breve prefazione di Sergio Romano, ha incontrato a suo tempo le stesse riserve che, in Italia, sta incontrando il film americano dedicato al colonnello Claus Schenk von Stauffenberg.
Si tratta, quasi sempre, di perplessità di lontana origine politica.
Il fascino della vicenda (oltre che delle vecchie glorie cinematografiche come Terence Stamp e di Kenneth Branagh) é tale da prendere anche lo spettatore consapevole del fatto storico; e tuttavia riesce indigesto ai seguaci devoti della vulgata dominante nella seconda metà del secolo ventesimo: la resistenza europea monopolio dei partiti comunisti e della sinistra.
Una parte di gran lunga minoritaria,ma significativa, di spettatori italiani non ha ancora perdonato ai congiurati del 20 luglio 1944 l'intento di voler liberare la Germania dalla persona di Hitler, alleato del Duce italiano, e dalla cricca di potere che aveva disonorato il nome tedesco e portato la Germania alla rovina irreparabile, vergognosa e apocalittica del 1945.
Il film prende, dal primo fotogramma, perché gli uomini si muovono secondo un canovaccio che é "vero", con le cadenze ed il linguaggio di una storia cavalleresca, e con i toni cupi di una tragedia greca.
L'eroe - protagonista é forse troppo bello, per un militare di carriera storpiato dalle ferite di guerra e dimentico della condizione sociale che sino alla congiura lo aveva posto in un osservatorio privilegiato.
Eppure le riserve sono destinate a cadere. Ciò che é vero é sempre anche bello da vedersi, perché la verità, anche la più controversa e sgradevole, ha sempre dalla sua parte il fascino, antico e nuovo, della bellezza profonda e del bene assoluto.
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