cormac mccarthy
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venerdì 13 febbraio 2009
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"operazione valchiria"
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Le peculiarità di ogni thriller che si rispetti sono la tensione e soprattutto il finale a sorpresa. Bryan Singer e Christopher McQuarrie lo sanno bene, essendo rispettivamente regista e sceneggiatore insignito di premio Oscar de "I soliti sospetti", buon film diventato un cult forse proprio per quell'imprevedibile finale. "Operazione Valchiria" è sicuramente un thriller. Eppure rinuncia dall'inizio all'effetto sorpresa. Anche i sassi sanno che l'attentato fallirà, essendo Hitler morto suicida. Nonostante ciò si tratta comunque di un buon film, diretto bene e che trasporta. Tom Cruise per una volta non è un Re Mida al contrario e tutta l'opera ne trae giovamento. Non sarà un film da notte degli Oscar eppure "Operazione Valchiria" è un buonissimo esercizio di stile che merita una visione partecipativa.
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Le peculiarità di ogni thriller che si rispetti sono la tensione e soprattutto il finale a sorpresa. Bryan Singer e Christopher McQuarrie lo sanno bene, essendo rispettivamente regista e sceneggiatore insignito di premio Oscar de "I soliti sospetti", buon film diventato un cult forse proprio per quell'imprevedibile finale. "Operazione Valchiria" è sicuramente un thriller. Eppure rinuncia dall'inizio all'effetto sorpresa. Anche i sassi sanno che l'attentato fallirà, essendo Hitler morto suicida. Nonostante ciò si tratta comunque di un buon film, diretto bene e che trasporta. Tom Cruise per una volta non è un Re Mida al contrario e tutta l'opera ne trae giovamento. Non sarà un film da notte degli Oscar eppure "Operazione Valchiria" è un buonissimo esercizio di stile che merita una visione partecipativa. La frase: "Non si può comprendere il nazionalsocialismo senza aver prima compreso Wagner".
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mb
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domenica 1 marzo 2009
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veramente un gran bel film!
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Veramente un gran bel film come non se ne vedavano più negli ultimi mesi! A livello di svolgimento della trama si deve assolutamente segnalare che la narrazione è permeata fin dall'inizio da un senso di necessità di decisioni importanti e da veri uomini; è inoltre percepibile, quasi palpabile, l'inevitabilità degli eventi ed è resa molto bene anche la concitazione degli avvenimenti del giorno dell'attentato; tutto questo non fa altro che aumentare la partecipazione dello spettatore allo svolgimento della trama, che è quindi inevitabilmente portato a condividere con Von Stauffemberg le sue speranze, prima dell'attentato, la sua ansia, durante l'azione ed, infine, la sua delusione per la fine di quella che, prima ancora di un'azione militare, voleva essere la concretizzazione di un'utopia.
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Veramente un gran bel film come non se ne vedavano più negli ultimi mesi! A livello di svolgimento della trama si deve assolutamente segnalare che la narrazione è permeata fin dall'inizio da un senso di necessità di decisioni importanti e da veri uomini; è inoltre percepibile, quasi palpabile, l'inevitabilità degli eventi ed è resa molto bene anche la concitazione degli avvenimenti del giorno dell'attentato; tutto questo non fa altro che aumentare la partecipazione dello spettatore allo svolgimento della trama, che è quindi inevitabilmente portato a condividere con Von Stauffemberg le sue speranze, prima dell'attentato, la sua ansia, durante l'azione ed, infine, la sua delusione per la fine di quella che, prima ancora di un'azione militare, voleva essere la concretizzazione di un'utopia.
Il film non delude neppure per quanto riguarda l'aspetto dell'ambientazione (II guerra mondiale, Germania, Berlino, foresta vicina alla Tana del Lupo), resa in maniera dettagliata; molto belle anche le zoomate sui particolari (dettagli delle divise, grammofono, telefono, le frasi dei dispacci) e la spiegazione sul funzionamento dei detonatori detti "matite inglesi" che si è avvalsa anche di schemi tecnici.
Consigliato, assolutamente!
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[+] bravo
(di fabio t.)
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fabio t.
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domenica 8 marzo 2009
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valchiria: cinema ad alti livelli
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Sobrio, incisivo, calibrato, emozionante... Questo film ha tutte le carte in regola per definirsi esempio di cinema ad alti livelli, con una cast perfetto e una storia accattivante. Decisamente convincente la prova recitativa di Cruise e di tutti gli straordinari attori che hanno reso originale e appassionante la storia del noto (e purtroppo fallito) attentato a Hitler, nove mesi prima del suo suicidio, attraverso il sacrificio dei suoi artefici, senza mai cadere nella retorica o nel prevedibile. Lodevoli comunque anche l'intelligente sceneggiatura e le musiche, benché il maggior pregio del regista risieda nell'aver saputo ricreare con professionalità momenti e situazioni di tensione e coinvolgimento dal primo all'ultimo minuto.
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luca scialò
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domenica 1 agosto 2010
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l'attentato più clamoroso ai danni di hitler
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Il Colonnello von Stauffenberg si trova sul fronte africano, Tunisia, per il suo atteggiamento un pò restio nell'eseguire ordini dall'alto, essendovi spesso in disappunto. In seguito ad un attacco a sorpresa da parte degli Alleati, perde un occhio, la mano destra e 3 dita della sinistra; una mutilazione che alimenterà in lui il risentimento verso il Fuhrer e gli alti gerarchi del Nazionalsocialismo. Tornato in Patria, si aggrega ad un gruppo di gerarchi che stanno cercando di cospirare contro Hitler, già scampato a 9 attentati.
Decide furbescamente di utilizzare "Il Piano Valchiria", che i gerarchi del Nazismo tengono in serbo in caso di morte del Fuhrer, come fase di mantenimento dell'ordine politico, per dare così al tutto una parvenza di normalità.
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Il Colonnello von Stauffenberg si trova sul fronte africano, Tunisia, per il suo atteggiamento un pò restio nell'eseguire ordini dall'alto, essendovi spesso in disappunto. In seguito ad un attacco a sorpresa da parte degli Alleati, perde un occhio, la mano destra e 3 dita della sinistra; una mutilazione che alimenterà in lui il risentimento verso il Fuhrer e gli alti gerarchi del Nazionalsocialismo. Tornato in Patria, si aggrega ad un gruppo di gerarchi che stanno cercando di cospirare contro Hitler, già scampato a 9 attentati.
Decide furbescamente di utilizzare "Il Piano Valchiria", che i gerarchi del Nazismo tengono in serbo in caso di morte del Fuhrer, come fase di mantenimento dell'ordine politico, per dare così al tutto una parvenza di normalità. Quando tutto sembra essere andato per il meglio...
Il film descrive molto bene il decimo e ultimo attentato provato ai danni di Hitler, definito "Operazione Valchiria"; a pochi mesi dalla fine del regime Nazionalsocialista. Gli organizzatori di tale piano divennero, con la caduta del Regime nazista, dei veri eroi della resistenza. Il lungometraggio è lineare, dinamico, di facile comprensione e mai noioso. Elementi questi difficilmente riscontrabili contemporaneamente in un film che tratta di un evento storico.
Bravo Tom Cruise nei panni del Colonnello von Stauffenberg.
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mondolariano
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mercoledì 27 aprile 2011
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uno stauffenberg gelido ma veritiero
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A prima vista, la scelta dell’americano Cruise per impersonare un gerarca tedesco sembra poco credibile. A suo vantaggio gioca però una recitazione fredda e piuttosto monotona, che altrove costituirebbe un handicap grave ma che in questo caso tratteggia bene la personalità dell’aristocratico Stauffenberg (che non era un rivoluzionario). Per contro, il torto principale del film è il fatto di dare scarsa o nulla importanza all’origine nobiliare del protagonista, che agì - è bene ricordarlo - anche per riportare alla guida della “Santa Germania” la vecchia casta esautorata da Hitler. Il quale è interpretato benissimo, con pacata sicurezza, non più isterica macchietta di tanta fasulla tradizione.
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A prima vista, la scelta dell’americano Cruise per impersonare un gerarca tedesco sembra poco credibile. A suo vantaggio gioca però una recitazione fredda e piuttosto monotona, che altrove costituirebbe un handicap grave ma che in questo caso tratteggia bene la personalità dell’aristocratico Stauffenberg (che non era un rivoluzionario). Per contro, il torto principale del film è il fatto di dare scarsa o nulla importanza all’origine nobiliare del protagonista, che agì - è bene ricordarlo - anche per riportare alla guida della “Santa Germania” la vecchia casta esautorata da Hitler. Il quale è interpretato benissimo, con pacata sicurezza, non più isterica macchietta di tanta fasulla tradizione. L’affermazione che “non si può capire il Nazional-socialismo se non si capisce Wagner” è azzardata ma legittima, essendo Wagner un ispiratore del nazismo ma anche del comunismo e dell’anarchia. Bella la scena del bombardamento col primo piano del disco della “Valchiria” (direttore Hans Knappertsbusch!) e ammirevole il particolare della dattilografa che piange alla notizia della morte di Hitler. Goering è fisicamente identico all’originale ma appare solo per pochi secondi.
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marzaghetti
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giovedì 3 gennaio 2013
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passo falso di singer
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Clamoroso passo falso di Singer, che cincischia con personaggi tratteggiati male e recitati peggio (Cruise ha la stessa espressione dall'inizio alla fine del film), che seguono una vicenda (vera) pur interessante, ma che non riesce mai a catturare la giusta tensione. Una Berlino sbiadita e minimale fa da sfondo alla scarsa azione militare, inserita qua e là per alleggerire i molti noiosi dialoghi all'interno di monolitici e monotoni uffici. Valutazione: 2,25.
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jacopo b98
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venerdì 4 ottobre 2013
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un cruise rigido fa rivivere stauffenberg
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20 luglio 1944. Il colonnello Claus Von Stauffenberg (Cruise), insieme ad altri membri dell’alto comando tedesco, mette in atto un attentato per uccidere Adolf Hitler (Bamber) e impadronirsi della Germania allo scopo di terminare la guerra prima della caduta finale. C’è una storia vera alla base del film di Synger, regista ebreo-americano, e la sceneggiatura (di Christopher McQuarrie e Nathan Alexander) ne ricostruisce tutti gli aspetti e indaga e racconta il prima e il dopo l’attentato. Film che punta sulla tensione e sulla ricostruzione ambientale, ottima ma un po’ troppo pulita ed ordinata per una Berlino bombardata da mesi. Per il resto tutto funziona, gli attori sono magnetici (con eccezione per Cruise, rigido come un paletto di legno) e la scansione degli eventi puntigliosa ed è proprio qui che il film fallisce, diventando un classico thriller di guerra, storico.
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20 luglio 1944. Il colonnello Claus Von Stauffenberg (Cruise), insieme ad altri membri dell’alto comando tedesco, mette in atto un attentato per uccidere Adolf Hitler (Bamber) e impadronirsi della Germania allo scopo di terminare la guerra prima della caduta finale. C’è una storia vera alla base del film di Synger, regista ebreo-americano, e la sceneggiatura (di Christopher McQuarrie e Nathan Alexander) ne ricostruisce tutti gli aspetti e indaga e racconta il prima e il dopo l’attentato. Film che punta sulla tensione e sulla ricostruzione ambientale, ottima ma un po’ troppo pulita ed ordinata per una Berlino bombardata da mesi. Per il resto tutto funziona, gli attori sono magnetici (con eccezione per Cruise, rigido come un paletto di legno) e la scansione degli eventi puntigliosa ed è proprio qui che il film fallisce, diventando un classico thriller di guerra, storico. Synger punta sul sentimentalismo e la sceneggiatura è troppo banale per reggere un film di questo tipo, i dialoghi sono incerti e persino il personaggio di Stauffenberg ha il carisma di una trota surgelata. Insomma, le potenzialità c’erano, come sono state sfruttate è tutta un’altra storia. Costato novanta milioni di dollari ne ha incassati quasi duecento. Girato in gran parte a Berlino.
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renato c.
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lunedì 16 febbraio 2015
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bel film storico
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Un bel film sulla storia recente, interpretato da un grande Tom Cruise! In barba a chi di tutta l'erba un fascio, non c'erano solo i Tedeschi malvagi, o ciechi esecutori di ordini, ma anche chi amava il proprio paese non come potenza ma come luogo in cui vivere degnamente e che non avesse una così cattiva fama di fronte al resto del mondo! Da quanto ho letto in testi storici, le cose sono andate esattamente come descritte nel film! Io sono, in linea di principio, nettamente contrario all'assassinio politico, a mano che, come nel caso di Hitler, non serva per salvare la vita ad altre migliaia di persone! E penso che se Hitler fosse appunto morto un anno prima ci sarebbero stati tantissimi morti in meno, soprattutto Ebrei! Ma sembra che a volte il fato vada ad aiutare i personaggi scomodi, e
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Un bel film sulla storia recente, interpretato da un grande Tom Cruise! In barba a chi di tutta l'erba un fascio, non c'erano solo i Tedeschi malvagi, o ciechi esecutori di ordini, ma anche chi amava il proprio paese non come potenza ma come luogo in cui vivere degnamente e che non avesse una così cattiva fama di fronte al resto del mondo! Da quanto ho letto in testi storici, le cose sono andate esattamente come descritte nel film! Io sono, in linea di principio, nettamente contrario all'assassinio politico, a mano che, come nel caso di Hitler, non serva per salvare la vita ad altre migliaia di persone! E penso che se Hitler fosse appunto morto un anno prima ci sarebbero stati tantissimi morti in meno, soprattutto Ebrei! Ma sembra che a volte il fato vada ad aiutare i personaggi scomodi, ed invece gli attenati riescono con i personaggi buoni (vedi Lincoln e Kennedy!) e poi quando questi mostri, questi anticristi, la scampano, dicono che è stato Dio a salvare loro la vita per portare a termine la loro missione! Credo che da questi films i giovani abbiano molto da imparare! E poi non è affatto un film pesanto o noioso, ma coinvolge moltissimo e non annoia in nessun momento!
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andrea alesci
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martedì 29 marzo 2016
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il percorso nascosto di tanti coraggiosi tedeschi
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Ci sono date nel corso della storia umana che diventano spartiacque di un tempo che poteva essere diverso, di un tempo che gli inglesi definiscono con due sole parole: What if. Già, che cosa sarebbe accaduto se… se ad esempio quel 20 luglio 1944 alle 12.42 nella Wolfschanze (Tana del lupo) a Rastenburg l’esplosivo nella valigetta lasciata dal colonnello Claus von Stauffenberg avesse ucciso Adolf Hitler.
Perché purtroppo – come sappiamo già prima di accostarci a Operazione Valchiria diretto da Bryan Singer – questa versione non è divenuta realtà, bloccata nel fumo del se per via di minute imprevedibili circostanze (la seconda carica non correttamente innescata; lo spostamento della borsa, da parte di un ufficiale, dietro il massiccio zoccolo del tavolo di quercia) che salvarono per l’ennesima volta il Führer dall’ultimo di innumerevoli attentati orditigli contro.
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Ci sono date nel corso della storia umana che diventano spartiacque di un tempo che poteva essere diverso, di un tempo che gli inglesi definiscono con due sole parole: What if. Già, che cosa sarebbe accaduto se… se ad esempio quel 20 luglio 1944 alle 12.42 nella Wolfschanze (Tana del lupo) a Rastenburg l’esplosivo nella valigetta lasciata dal colonnello Claus von Stauffenberg avesse ucciso Adolf Hitler.
Perché purtroppo – come sappiamo già prima di accostarci a Operazione Valchiria diretto da Bryan Singer – questa versione non è divenuta realtà, bloccata nel fumo del se per via di minute imprevedibili circostanze (la seconda carica non correttamente innescata; lo spostamento della borsa, da parte di un ufficiale, dietro il massiccio zoccolo del tavolo di quercia) che salvarono per l’ennesima volta il Führer dall’ultimo di innumerevoli attentati orditigli contro.
L’ultimo dei quali portato avanti con determinazione proprio dal colonnello Stauffenberg (Tom Cruise), 37enne eroe di guerra, ferito in Tunisia (dove perse mano destra e occhio sinistro), da anni orripilato dalle atrocità commesse dai nazisti e – reclutato dal generale von Treskow (Kenneth Branagh) – dal settembre 1943 entrato a far parte del complotto che altri ufficiali stavano portando avanti da tempo per fare fuori Hitler.
Con le premesse di una vicenda tristemente nota, il film di Singer fa perno sulla figura del giovane colonnello, che mette da parte l’obbedienza per liberare la voce della coscienza. Lo fa centrando tutta la propria azione sulla meticolosa preparazione di una congiura concepita per mettere in pratica l’Operazione Valchiria: ossia il piano operativo che l’esercito territoriale tedesco aveva predisposto in caso di rivolta o di territori occupati. Quel piano che il generale Olbricht (Bill Nighy) fa artatamente modificare a Stauffenberg per mobilitare l’esercito non contro la minaccia preventivata bensì contro le SS e i vertici del partito.
Vediamo così compiersi sullo schermo ciò che la realtà aveva già scritto, con la sceneggiatura di Christopher McQuarrie e la direzione di Bryan Singer che sanno isolare due momenti caposaldi del soverchiante potere di Adolf Hitler: il sinestetico zoom in che allinea vista e udito sul piatto di un giradischi, mentre nell’aria si diffonde la Cavalcata delle valchirie di Richard Wagner e la famiglia Stauffenberg si ripara nel bunker di casa dai bombardamenti alleati; e il pianto di una stenografa allorché riceve la comunicazione della morte del Führer diffusa dall’Alto comando.
In quelle due immagini si condensa tutto il male che un misero uomo ha potuto fare alla sua patria e al mondo intero, tutto il male che un dittatore può fare piegando alla sua volontà l’arte e volgendola in mezzo di un’ossessione malata. E trasformando altri uomini in quelle macchine devote e consenzienti che già Charlie Chaplin tratteggiò calorosamente nel Grande dittatore.
Ma non tutti gli uomini sono macchine, non tutti gli uomini sono disposti a soccombere all’oscurantismo di un potere nefasto. Come fu per gli autori di quella congiura alla quale Hitler sopravvisse e che poi punì mandando a morte quasi 5.000 persone, cominciando da Claus Schenk Graf von Stauffenberg.
E la frase che i colpi di fucile gli strozzano in gola (“Lunga vita alla santa Germania”) ci resta come monito a discernere sempre e confidare negli uomini che riconoscono e combattono il male. Come tanti coraggiosi tedeschi fecero, cercando di far esplodere il peggior tumore del Novecento.
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elgatoloco
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giovedì 3 ottobre 2019
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comunque da apprezzare
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Senz'altro apprezzabile, pur se storicamente discutibile(cfr.vari punti che non collimano per esempio con la monumentale analisi storica di William Shirer, che era stato testimone degli eventi, nella sua monumentale"Storia del Terzo Reich"), questo"Valkyrie"di Bryan Singer(2008), dove si ricorda il coraggioso tentativo, fallito, di attentare alla vita del dittatore Adolf Hitler nel 1944 da parte del colonnello Von Stauffenberg e di alcuni suoi collaboratori-amici-compagni di idealità: storicamente discutibile, dettagli a parte, perché il cinema ha bisogno comunque di fare spettacolo, di realizzare un thriller, quando l'esperienza etica ed esistenziale di questo umanista(come lo definisce Singer stesso)porta a una tensione, però di altro tipo, che non si lascia imbrigliare, diciamo così, in una dimensione metamente temporale, di x-minuti, quando per esempio la comunicazione relativa alla morte del dittatore effettivamente si protrasse(non c'erano anche informatica e telematica o meglio le stesse erano solo a livello primoridlae-intuitivo, senza alcuna realizzazione tecnologico-pratica), ma non come si pretende sia avvenuto con la dilazione proposta ad hoc dal e nel film.
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Senz'altro apprezzabile, pur se storicamente discutibile(cfr.vari punti che non collimano per esempio con la monumentale analisi storica di William Shirer, che era stato testimone degli eventi, nella sua monumentale"Storia del Terzo Reich"), questo"Valkyrie"di Bryan Singer(2008), dove si ricorda il coraggioso tentativo, fallito, di attentare alla vita del dittatore Adolf Hitler nel 1944 da parte del colonnello Von Stauffenberg e di alcuni suoi collaboratori-amici-compagni di idealità: storicamente discutibile, dettagli a parte, perché il cinema ha bisogno comunque di fare spettacolo, di realizzare un thriller, quando l'esperienza etica ed esistenziale di questo umanista(come lo definisce Singer stesso)porta a una tensione, però di altro tipo, che non si lascia imbrigliare, diciamo così, in una dimensione metamente temporale, di x-minuti, quando per esempio la comunicazione relativa alla morte del dittatore effettivamente si protrasse(non c'erano anche informatica e telematica o meglio le stesse erano solo a livello primoridlae-intuitivo, senza alcuna realizzazione tecnologico-pratica), ma non come si pretende sia avvenuto con la dilazione proposta ad hoc dal e nel film. Inoltre, è da apprezzare il tentativo di Tom Cruise di spogliarsi dei panni dell'agente segreto e comunque dei ruoli ricoperti in tanti film d'azione, ma il tutto riesce con difficoltà, anche perché nell'immaginario del pubblico si aspetta che Cruise"scatti", quando pure sa che le cose, in un film comunque"storico"vanno diversamente e anche se(almeno qualcuno/a)sa almeno qualcosa a riguardo di Stauffenberg e degli altri tentativi di attentato alla vita di Hitler. Altri grandi interpreti, da Kenneth Branagh a Terence Stamp, a Bill Nighy, in un film degnissimo sul piano etico-storico(il cinema di per sé, diremmo meglio"in sé"hegelianamente, non può di per sè fare storia, porsi sul piano della pura storiografia, cosa, credo, evidente a ogni spettatore possibile), fanno del loro meglio e rendono un notevole servizio alla causa della memoria, ma complessivamente rimane l'ombra del sospetto relativo a un Cruise troppo identificato-identificabile con i vari"Mission impossibile" per risultare credibile fino in fondo, anche se è doveroso riconoscere la bontà e apprezzabilità dello sforzo... El Gato
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