Italian dream ci mostra un aspetto di noi che in generale non accettiamo e non vogliamo vedere: quell'essere sempre in attesa di qualcosa che verrà ma che si costruisce solo nella nostra fantasia, al punto da portarci ogni giorno più lontano dalla nostra realtà - sino a renderci fatalmente preda dei più gratuiti e insensati giochi di potere. Si dica quel che si vuole ma il film tocca quel nervo e lo tocca in modo sottile. Ognuno farebbe bene a farci i conti, riconoscendo nell'assurdo nel quale egli stesso è immerso, cioè l'insensatezza del mondo di oggi, il segno della propria complicità cieca e inconsapevole. Ma è meglio far finta di niente, non vedere e andare avanti, come asini che trottano dietro alla carota.
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Italian dream ci mostra un aspetto di noi che in generale non accettiamo e non vogliamo vedere: quell'essere sempre in attesa di qualcosa che verrà ma che si costruisce solo nella nostra fantasia, al punto da portarci ogni giorno più lontano dalla nostra realtà - sino a renderci fatalmente preda dei più gratuiti e insensati giochi di potere. Si dica quel che si vuole ma il film tocca quel nervo e lo tocca in modo sottile. Ognuno farebbe bene a farci i conti, riconoscendo nell'assurdo nel quale egli stesso è immerso, cioè l'insensatezza del mondo di oggi, il segno della propria complicità cieca e inconsapevole. Ma è meglio far finta di niente, non vedere e andare avanti, come asini che trottano dietro alla carota. Chi ha il bastone (il potere) a quel punto può farne uso come vuole, certo, ma lo usa solo per dimostrare di averlo, perché poi del bastone non sa cosa farne, gira a vuoto e casca nel fosso anche lui, perdendosi nel pantano del non senso che affoga pian piano tutti quanti.
Forse questo risuonare in una parte di noi che non vogliamo vedere può rendere questo film sgradevole e poco amabile, al di là dei toni lievi da commedia e dell'irresistibile maschera tragicomica di Ivano Marescotti, che rappresenta l'italico asino di turno, insopportabile ritratto di noi stessi. Eppure se si tende l'orecchio ai recessi intimi di un sè soffocato dai piccoli narcisismi quotidiani, prendendo la porticina d'ingresso del nostro crescente malessere, potremmo sentire il trillo di sveglia che questo film cerca di generare nelle nostre coscienze perdute.
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