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aurora
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domenica 15 aprile 2007
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libera nos a malitia
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Mi ha lasciato con un sorriso questo film. Penso che non sia piaciuto ad alcuni perché ci siamo assuefatti ormai agli "insegnamenti": ovvero, dall'alto della nostra cultura (presunta) crediamo di non avere bisogno più di parole alte. Tu pensi: sono andato/a a catechismo, ho letto di filosofia, ho perfino visto diecimila film sulla figura di Cristo... Cosa mi serve uno "sputasentenze"?
E invece, invece... Olmi ha voluto fare un film sulla figura di Gesù Cristo. E Gesù Cristo era prima di tutto un maestro, un talento precoce, una figura inquieta, che parlava poco ma quando parlava sembrava avere la Verità in pugno. Questa è la stessa impressione che mi ha dato Raz Degan in questo film e allora devo dire che l'obiettivo di Olmi è stato perfettamente raggiunto.
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Mi ha lasciato con un sorriso questo film. Penso che non sia piaciuto ad alcuni perché ci siamo assuefatti ormai agli "insegnamenti": ovvero, dall'alto della nostra cultura (presunta) crediamo di non avere bisogno più di parole alte. Tu pensi: sono andato/a a catechismo, ho letto di filosofia, ho perfino visto diecimila film sulla figura di Cristo... Cosa mi serve uno "sputasentenze"?
E invece, invece... Olmi ha voluto fare un film sulla figura di Gesù Cristo. E Gesù Cristo era prima di tutto un maestro, un talento precoce, una figura inquieta, che parlava poco ma quando parlava sembrava avere la Verità in pugno. Questa è la stessa impressione che mi ha dato Raz Degan in questo film e allora devo dire che l'obiettivo di Olmi è stato perfettamente raggiunto.
Come poi spiegare l'importanza delle piccole cose, delle erbaccie, delle pietre, dei cocci, degli aneddotti da vecchi che a noi smaliziati non farebbero mai ridere?
"Dietro di me vedo solo carta", questa è la frase che mi ha colpito. Stamattina ho guardato i miei libri. Avrei saputo anch'io crofiggerli? Avrei saputo rinnegare la nostra cultura nozionistica ed intellettualoide, proprio quella che pretende di giudicare un film sincero come "scontato"?
Non lo so, ma finalmente dopo tanti personaggi finti e troppo complicati e tortuosi, creati solo per soddisfare la nostra malizia, ho visto finalmente un nuovo Boccadoro girare per lo schermo.
P.S. Boccadoro, personaggio del libro "Narciso e Boccadoro" del premio Nobel Hermann Hesse (un altro Ermanno, guarda te)
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antonio
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sabato 14 aprile 2007
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il poeta olmi(x elisa e tritacarne automatico)
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Vi ringrazio per i vostri commenti alla mia recensione, fa piacere instaurare un contraddittorio pacato e costruttivo, pur in presenza di opinioni diverse, senza ricorrere a gratuite ed insulse espressioni; ma queste non hanno alcun senso in quanto irricevibili per la totale assenza di una “opinione”, quindi non dicono nulla, non esistono. Approfondendo pertanto le tematiche di questo film di Olmi, occorre fare alcune essenziali considerazioni, in virtù della comunicazione che il grande regista ci invia attraverso la “lettura” del film, ovvero: i libri, simboli delle Sacre Scritture, non sono essenziali, anzi possono essere d’intralcio alla gestione della propria spiritualità.
Ho già detto che non posso condividere tale argomentazione concettuale.
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Vi ringrazio per i vostri commenti alla mia recensione, fa piacere instaurare un contraddittorio pacato e costruttivo, pur in presenza di opinioni diverse, senza ricorrere a gratuite ed insulse espressioni; ma queste non hanno alcun senso in quanto irricevibili per la totale assenza di una “opinione”, quindi non dicono nulla, non esistono. Approfondendo pertanto le tematiche di questo film di Olmi, occorre fare alcune essenziali considerazioni, in virtù della comunicazione che il grande regista ci invia attraverso la “lettura” del film, ovvero: i libri, simboli delle Sacre Scritture, non sono essenziali, anzi possono essere d’intralcio alla gestione della propria spiritualità.
Ho già detto che non posso condividere tale argomentazione concettuale. I motivi che provo ad elencare evidenziano le contraddizione rilevabili nel film. 1) Se Olmi non avesse avuto una cultura così ampia, ricavata anche dalla lettura delle Sacre Scritture e dal magistero della Chiesa, non avrebbe potuto meditare, riflettere sulle proprie conoscenze culturali e confezionare un film con una tematica antitetica; 2) Il suo stesso personaggio, il professorino, prende la decisione, o meglio, avverte l’intima necessità, condivisibile in questo mondo frenetico ed ingiusto, di ritirarsi in un ambito naturale ove ritrovare se stesso, presso le rive del Po, simile a luogo di riposo e lontananza dal fragore. Ma avrebbe potuto decidere se prima non avesse studiato i libri? Con queste due considerazioni cerco di dimostrare che i libri, se fossero eternamente inchiodati, nessuno di noi potrebbe leggerli e nutrirsene, stimolando, di conseguenza, una nostra autonoma decisione sulla nostra vita, e lo stesso Olmi non avrebbe potuto realizzare il film e crearne il personaggio. Ricordando che la cultura si acquisisce sullo studio dei libri, che si riflette poi nella realtà quotidiana, è qui che si palesa l’incongrua tematica concettuale. Poi, passando ad argomentazioni di carattere religioso, è conveniente premettere che Gesù , predicando la sua dottrina, ha voluto accanto a sé dodici uomini, da lui scelti, affinché ascoltassero per poi concretizzare i suoi insegnamenti. “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni …” sono le parole che Gesù rivolge agli Apostoli, che ci vengono riferite dal Vangelo di Matteo al capitolo 28. Quindi i dodici uomini hanno ricevuto da Gesù il compito di “portare” il suo messaggio, di predicarlo e di lasciarlo a quelli che allora non potevano ascoltare. Ciò impone agli Apostoli, oltre la predicazione, l’indispensabilità di concretizzare per iscritto gli insegnamenti di Gesù. Quindi, non gli uomini hanno deciso di scrivere i Libri, ma è Gesù stesso che glielo ha imposto. Sono così stati scritti i Vangeli, le lettere che gli Apostoli inviavano a coloro che non potevano raggiungere, e altri scritti; nasceva, in tal modo, il Nuovo Testamento che portava a compimento tutto ciò che è scritto nei Libri del Vecchio Testamento. Questi Libri, fossero stati inchiodati allora, noi nemmeno ne saremmo a conoscenza, né tanto meno staremmo qui a discuterne. Per il rispetto che nutro per Ermanno Olmi, rinnovo la richiesta: "Maestro, ci regali un suo ultimo vero capolavoro". Ringrazio tutti voi per l’attenzione che mi avete concesso.
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juz
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venerdì 13 aprile 2007
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film d'autore (?)
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Ammetto la mia ignoranza: questo è il primo film di Olmi che vedo.
Tuttavia sapevo a chi andavo incontro: maestro del cinema, grandi temi, insomma, quei film magari difficili da capire nell'immediato ma che comunque lasciano il segno.
Evidentemente ho sbagliato a crearmi delle aspettative.
Dal punto di vista tecnico mi sembra quanto di più povero e scarno il cinema italiano abbia proposto negli ultimi anni (escludendo commedie di Natale&Co, quello non è cinema). Il doppiaggio è pietoso, la recitazione e i dialoghi schematici sono privi di qualsiasi ricercatezza stilistica. Un paio di scene fanno addirittura ridere (l'effetto della luna ingigantita durante la notte sul Po sembra fatta con forbici e colla e la scena in cui casualemtne la maggior parte dei personaggi si trova a passare davanti alla catapecchia sperduta di Degan è quasi pubblicitaria).
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Ammetto la mia ignoranza: questo è il primo film di Olmi che vedo.
Tuttavia sapevo a chi andavo incontro: maestro del cinema, grandi temi, insomma, quei film magari difficili da capire nell'immediato ma che comunque lasciano il segno.
Evidentemente ho sbagliato a crearmi delle aspettative.
Dal punto di vista tecnico mi sembra quanto di più povero e scarno il cinema italiano abbia proposto negli ultimi anni (escludendo commedie di Natale&Co, quello non è cinema). Il doppiaggio è pietoso, la recitazione e i dialoghi schematici sono privi di qualsiasi ricercatezza stilistica. Un paio di scene fanno addirittura ridere (l'effetto della luna ingigantita durante la notte sul Po sembra fatta con forbici e colla e la scena in cui casualemtne la maggior parte dei personaggi si trova a passare davanti alla catapecchia sperduta di Degan è quasi pubblicitaria).
Ma sullo stile del regista si può anche sorvolare, questione di gusti.
A patto però che i contenuti siano sostanziosi.
Purtroppo anche qui avrei qualche postilla: se si vuole trattare un argomento così dirompente come mettere in discussione la ricerca della verità attraverso la cultura, non ci si può affidare a un aforisma in apertura e a un paio di dialoghi (maresciallo e prete) in chiusura di film, inserendo, se capita, qualche frase a effetto retorica e scontata.
La recitazione di Degan sorprende in quanto non ci si aspetterebbe da lui un ruolo drammatico di questo genere ma se il film viene promosso come "anticlericale" e con un Raz Degan "strepitoso" non posso che pretendere di più.
Se questi sono i punti di riferimento del cinema italiano..viva le nuove generazioni! (Ozpetek & Muccino in pole)
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marino sassi
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venerdì 13 aprile 2007
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tra natura e cultura
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Natura e cultura,eterno dramma.Natura e cultura eterno dualismo,specialmente per alcune filosofie,per il cristianesimo.Ma natura e cultura sono due o sono uno?Dovrebbero essere uno,sono uno,affermo nel mio piccolo orto.Ma non è cosi nei vasti orti del mondo,anzi lo steccato si fa sempre più incolmabile....
Da una parte la cultura e la religione,l'astratto,lo spirito,il cervello e dall'altra la natura,la semplicità,la gioia,l'innocenza.
Il protagonista del film,icona del cristo popolare è un professore di filosofia,appartiene alla cultura,che va in crisi,intuisce la frattura tra natura e cultura,vede questo solco profondissimo e in una notte di lucida follia,inchioda cento o più libri ai legni della biblioteca,li inchioda come cristo sulla croce.
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Natura e cultura,eterno dramma.Natura e cultura eterno dualismo,specialmente per alcune filosofie,per il cristianesimo.Ma natura e cultura sono due o sono uno?Dovrebbero essere uno,sono uno,affermo nel mio piccolo orto.Ma non è cosi nei vasti orti del mondo,anzi lo steccato si fa sempre più incolmabile....
Da una parte la cultura e la religione,l'astratto,lo spirito,il cervello e dall'altra la natura,la semplicità,la gioia,l'innocenza.
Il protagonista del film,icona del cristo popolare è un professore di filosofia,appartiene alla cultura,che va in crisi,intuisce la frattura tra natura e cultura,vede questo solco profondissimo e in una notte di lucida follia,inchioda cento o più libri ai legni della biblioteca,li inchioda come cristo sulla croce.
Dopo l'Esecuzione ,è chiara per il filosofo la scelta di campo,passa dall'altra parte,abbandona tutto,si fa credere morto e si stabilizza su di una riva del Po.Colà fraternizza subito con la gente del posto,la panettiera carnosa e candida e gli anziani abitanti,innocenti ma troppo innocenti per questo mondo,da risultare spesso non credibili.Ma la cultura arriva con le sue ruspe e le sua legge a rompere quella pace,quasi irreale,fatta di vecchi balli popolari e di sanità spirituale.Quindi il''cristo del Po'' viene scoperto,arrestato,non nega la responsabilità,ma si dichiara non colpevole.Messo agli arresti domiciliari,sparisce chissà dove,lasciando sgomenti i paesani e la bella ragazzona.
Il filosofo dice che i libri non servono,quindi la cultura è inutile,i libri non hanno salvato il mondo.Vero però che quella lucidità il professore dal volto-di-cristo dove l'ha affinata se non dai libri?E'lecito chiedersi:è la cultura che condanna la stessa cultura?Sembra proprio di si.
Olmi è cristiano,la cristianità lui la vede in quel gruppo di anziani pensionati padani che sono il suo popolo,le sue radici.Ed è là che vede o auspica la salvezza del nostro mondo.Il fiume diviene sacro,perchè là sono le nostre millenarie radici e la nostra essenza,si sfiora il paganesimo,quello migliore,quello di cui si è alimentato anche il cristianesimo.Non è un caso che il difensore più acerrimo dei libri sia un sacerdote,la religione ufficiale,il dogma,il cristianesimo storico,a cui il regista contrappone le coscie al vento della panettiera,una ragazzona come forse non se ne vedono più in giro.
I contadini de ''gli alberi degli zoccoli'' sono il nostro futuro,perchè quelle sono le nostre indistruttibili fondamenta,a quelle dobbiamo tornare?
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elisa
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giovedì 12 aprile 2007
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considerazioni(per antonio)
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è vero,può sembrare da come mi esprimo che sia poco democratica e irridente nei confronti di chi non la pensi come me ma le assicuro che nella realtà è esattamente il contrario.Quello che mi ha spinto a scrivere con accenti così duri e,a seconda dei punti di vista maleducati,è la portata di alcuni (2) commenti di persone sì maleducate e troppo accorate nell'interpretare in modo irrispettoso (e poco obiettivo anche se con i margini dovuti) quello che avevano visto solo con gli occhi a giudicare dai risultati.
Venendo a noi la contraddizione da lei rilevata per me non c'è perché Cristo non ha scritto libri ma è stato ascoltato e seguito,la sua persona è stata la fonte per i suoi discepoli e quanti l'hanno eretto a guida spirituale.
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è vero,può sembrare da come mi esprimo che sia poco democratica e irridente nei confronti di chi non la pensi come me ma le assicuro che nella realtà è esattamente il contrario.Quello che mi ha spinto a scrivere con accenti così duri e,a seconda dei punti di vista maleducati,è la portata di alcuni (2) commenti di persone sì maleducate e troppo accorate nell'interpretare in modo irrispettoso (e poco obiettivo anche se con i margini dovuti) quello che avevano visto solo con gli occhi a giudicare dai risultati.
Venendo a noi la contraddizione da lei rilevata per me non c'è perché Cristo non ha scritto libri ma è stato ascoltato e seguito,la sua persona è stata la fonte per i suoi discepoli e quanti l'hanno eretto a guida spirituale.Allora Gesù e quello che vi ruota intorno sarebbe affare di teologi perchè solo loro posseggono il dono di conoscere non la Bibbia di San Girolamo ma le fonti greche,latine e aramaiche da cuiessa arriva:prima e unica traduzione in latino, ufficiale e valida dal Concilio di Trento fino ai giorni nostri.
Infine ha parlato anche di linguaggio,in che senso?
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antonio
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mercoledì 11 aprile 2007
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ultimo film del poeta olmi.
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Ermanno Olmi è il mio regista preferito, io amo la poesia ed egli è senza dubbio uno dei pochi registi italiani che è riuscito nella simbiosi cinema-poesia. Come non amare ed emozionarci ammirando film come L'albero degli zoccoli e La leggenda del santo bevitore. Ma, in questo caso, e me ne dispiace, proprio non riesco a condividere il messaggio del maestro. La mia prima perplessità riguarda proprio l'interezza del film, ovvero che la cultura non ha bisogno di libri, e, quindi, fuor di metafora, per i credenti non è necessaria la lettura dei Testi Sacri. Ciò affermando, faccio molta fatica a comprendere ove un cristiano debba alimentare la propria fede se non nei Libri Sacri, pur essendo vero che la fede si debba esprimere anche e, forse, soprattutto, in mezzo e tra la gente.
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Ermanno Olmi è il mio regista preferito, io amo la poesia ed egli è senza dubbio uno dei pochi registi italiani che è riuscito nella simbiosi cinema-poesia. Come non amare ed emozionarci ammirando film come L'albero degli zoccoli e La leggenda del santo bevitore. Ma, in questo caso, e me ne dispiace, proprio non riesco a condividere il messaggio del maestro. La mia prima perplessità riguarda proprio l'interezza del film, ovvero che la cultura non ha bisogno di libri, e, quindi, fuor di metafora, per i credenti non è necessaria la lettura dei Testi Sacri. Ciò affermando, faccio molta fatica a comprendere ove un cristiano debba alimentare la propria fede se non nei Libri Sacri, pur essendo vero che la fede si debba esprimere anche e, forse, soprattutto, in mezzo e tra la gente. Ma, per farlo, bisogna attingere ad una Parola, la Parola di Dio, che Olmi inchioda come il Cristo sulla Croce. Senza Bibbia, vecchio e nuovo testamento, senza la Parola, senza Chiesa, né Papa e vescovi, successori degli Apostoli descritti nei Libri inchiodati, non si può essere credenti, e rende quindi impossibile portare la Fede tra la gente. Allora, di cosa vogliamo discutere? Forse Olmi pensa alla religione come a qualcosa che riguardi l'amore e basta (non l'Amore); forse pensa ad un pericoloso cristianesimo-fai-da te-,un luogo virtuale dove per essere cristiani non occorre la Bibbia, i libri dei Padri, il magistero della Chiesa. Un cristianesimo senza Cristo? Non è possibile essere cristiani senza Cristo, non saremmo (crist)-iani, e pur una grande quantità di amore, ancorché lodevole, non basta da sola a rivelare all'uomo smarrito di oggi la Verità. Olmi dovrebbe sapere che il relativismo, ovunque applicato, non conduce alla Verità. Occore Dio, attraverso la sua Chiesa, attraverso i suoi apostoli, attraverso la sua Parola scritta sui libri "inchiodati". Lo dicevo all'inizio, apprezzo Olmi e la sua poesia e continuerò ad apprezzarlo, pur non condividendo questo suo messaggio. Mi dispiace ancor più che questo sarà l'ultimo film di Olmi, che non merita di chiudere così. Per cui io dico: "Maestro, ci regali un suo ultimo vero capolavoro". Grazie.
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laura
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mercoledì 11 aprile 2007
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da evitare
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A me il film non e' assolutamente piaciuto.
Sontato e a volte pesante, lento e ... assurdo.
Peccato per essere l'ultino film di Olmi.
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(di ilaila)
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pepp
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martedì 10 aprile 2007
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peggio mi sento
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Sono di nuovo qui perche me ne sono venuti altri in mente di motivi validi per invitarvi a non andare a verdere qst film. A parte i libri inchiodati all'inizio sono dispopsti in modo talmente ordinato sul pavimento che più dello sfogo di un tipo che ha capito l'inutilità dell'erudizione sembra quasi una disposizione di chi volesse lasciare un indizio sulla ragione del suo operato,tanto che pensavo di eseere finito a vedere uno di quei film tipo il codice da vinci (dio ci scampi e liberi) che tessono la trama del mistero su simbolismi. Ma poi, nell'altra recensione ho scritto che il messaggio che olmi vuole dare è che la vera vita non è nei libri...certo, questo potrebbe essere anche vero ma ci sono altri modi di passare qst messaggio visto che viviamo in una società nella quale la cultura è in forte ribasso, certo, mica ci possiamo fermare a quello che ci dicono i libri, sta all'intelligenza della persona riuscire a coniugare la cultura scritta con quella non scritta che poi sarebbe la realtà.
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Sono di nuovo qui perche me ne sono venuti altri in mente di motivi validi per invitarvi a non andare a verdere qst film. A parte i libri inchiodati all'inizio sono dispopsti in modo talmente ordinato sul pavimento che più dello sfogo di un tipo che ha capito l'inutilità dell'erudizione sembra quasi una disposizione di chi volesse lasciare un indizio sulla ragione del suo operato,tanto che pensavo di eseere finito a vedere uno di quei film tipo il codice da vinci (dio ci scampi e liberi) che tessono la trama del mistero su simbolismi. Ma poi, nell'altra recensione ho scritto che il messaggio che olmi vuole dare è che la vera vita non è nei libri...certo, questo potrebbe essere anche vero ma ci sono altri modi di passare qst messaggio visto che viviamo in una società nella quale la cultura è in forte ribasso, certo, mica ci possiamo fermare a quello che ci dicono i libri, sta all'intelligenza della persona riuscire a coniugare la cultura scritta con quella non scritta che poi sarebbe la realtà. E' quindi più apprezzabile il povero prete che ha dedicato tutta la sua vita alla conservazione dei testi che ama per tramandarli di un povero pazzo che li inchioda in terra e poi se ne scappa da un gruppo di disperati declamando parabole che ha letto guarda caso sulla bibbia, che poi sarebbe pur sempre un libro. Certo il professorino, come lo chiamano nel film, porta il suo verbo ad una comunità di sempliciotti alle prese con problemi giornalieri ben più grandi del suo (tipo il comune che vuole cacciarli dal luogo dove vivono), mica gli passa per la testa che forse un libretto questi avrebbero anche voluto leggerlo..se solo ne avessero avuto la possibilità certo. Ed è qui che il messaggio del fim si scontra con un muro perche certo la parabola del figliol prodigo (fra l'altro mal detta)lascia a bocca aperta la comunità e l'immancabile scemo del villaggio e certo, anche se con una forzatura (vivo da 25 anni in un paesino di 150 persone)lui viene accolto ed aiutato ma questo solo perche viene visto come il novello messia che guarda caso risolve proprio il loro problema maggiore.
Altra cosa: la tipa indiana che fa le lingua col professore e che poi si intravede nei sogni di uno degli abitanti del villaggio con il tipo che fa le foto all'inizio del film ed un bambino in braccio che fine fa??? che c'entra??? vi assicuro che sono abituato ai film di lynch nei quali ogni cosa va a posto solo parzialmente e solo dopo moooolte ipotesi ma quella non l'ho davvero capita...
Insomma, olmi sara anche un guru ma non riesco davvero a capire come ha fatto a concepire un film così inutile. Qualcuno dice che è un film per la famiglia: bisognerebbe che ce lo portasse un bambino per 2 ore a vedere centochiodi e poi vorrrei chiedergli se il bambino è restato incollato allo schermo o s'è spazientito dopo 10 minuti.
Forse a olmi gli hanno rifiutato la tessera di una biblioteca???? boh?
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prospero
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martedì 10 aprile 2007
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risposta a giacomopoi
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Perfettamente d'accordo con Giacomopoi, bravissimo hai fatto centro.
Lazzaro da S. Prospero
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lupo
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martedì 10 aprile 2007
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film prodotto con le sovvenzioni rai da tutta intera la famiglia olmi. corto e nella prima parte privo di contenuti
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