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antonio r.
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domenica 1 aprile 2007
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cento chiodi
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Apprezzo moltissimo Ermanno Olmi. Film come L’albero degli zoccoli e La leggenda del santo bevitore sono capolavori della “letteratura” italiana. Non ho ancora visto Cento chiodi, conto di vederlo al più presto, per capirlo e valutarlo. Ammetto che sono rimasto un po’ perplesso di taluni commenti, fatti anche dallo stesso Olmi, a proposito del messaggio religioso che il suo ultimo film vorrebbe trasmettere. Qui faccio una premessa. Credo di essere un convinto cattolico praticante, mi occupo di letteratura e ho pubblicato tre libri di poesia. Un altro è in preparazione, un commento poetico che accompagna gli apostoli dalla tragedia dell’orto degli ulivi fino ad Emmaus, facendo considerazioni mie personalissime.
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Apprezzo moltissimo Ermanno Olmi. Film come L’albero degli zoccoli e La leggenda del santo bevitore sono capolavori della “letteratura” italiana. Non ho ancora visto Cento chiodi, conto di vederlo al più presto, per capirlo e valutarlo. Ammetto che sono rimasto un po’ perplesso di taluni commenti, fatti anche dallo stesso Olmi, a proposito del messaggio religioso che il suo ultimo film vorrebbe trasmettere. Qui faccio una premessa. Credo di essere un convinto cattolico praticante, mi occupo di letteratura e ho pubblicato tre libri di poesia. Un altro è in preparazione, un commento poetico che accompagna gli apostoli dalla tragedia dell’orto degli ulivi fino ad Emmaus, facendo considerazioni mie personalissime. Sto dicendo queste cose cercando di tracciare in pochissime righe il mio carattere, la mia fede e l’intimo travaglio che l’accompagna. Da quello che ho sentito e in attesa di vedere il film, ammetto di non essere d’accordo con Olmi su alcuni pensieri. Per motivi di spazio, cito poche cose: l’amore che traspare dai Vangeli non è quello a cui pensa Olmi, non basta mettere un lucchetto ad un palo di un lampione e dichiararsi eterno amore (se sarà eterno amore), ed essere legittimo l’amore che vada oltre ogni barriera. Olmi sa benissimo che i libri, ovvero la dottrina cattolica è essenziale, che non può esistere un “cristianesimo fai-da-te”. In questo modo buttiamo fuori dalla nostra vita il Vangelo stesso, gli apostoli e i loro successori, e la Chiesa istituita, non dagli uomini, ma da Cristo stesso. E, così facendo, si butta fuori dalla vita dei cristiani, colui che fa di noi un popolo-Chiesa, si butta fuori Gesù Cristo.
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[+] quanti vangeli ha scritto il cristo ?
(di piehr)
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darko
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domenica 1 aprile 2007
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cinema italiano da resuscitare
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Va bene, Olmi. E' una finzione. Allora fallo a teatro, non al cinema.
Questo film è da dimenticare, la realizzazione è piena di falle, molte delle quali imperdonabili. I personaggi che parlano italiano li doppi e quelli che parlano romagnolo/emiliano li lasci in presa diretta? Eh, no.! Non si fa. Il caffè con l'amico gettato nel monologo sull'inutilità della fede religiosa? Eh, proprio non ci siamo. Il film si regge su una storia sentita troppe volte e la scena dei libri inchiodati non potrebbe essere scenograficamente più ordinata! Olmi. Ti manca il mordente, ma tanto. E' proprio vero che la vita è ingiusta. Un pecoraio come te faceva meglio a fare un film come questo per primo, così tutti si rendevano conto che gente come te (ce n'è tanta) il cinema proprio non lo sa fare.
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Va bene, Olmi. E' una finzione. Allora fallo a teatro, non al cinema.
Questo film è da dimenticare, la realizzazione è piena di falle, molte delle quali imperdonabili. I personaggi che parlano italiano li doppi e quelli che parlano romagnolo/emiliano li lasci in presa diretta? Eh, no.! Non si fa. Il caffè con l'amico gettato nel monologo sull'inutilità della fede religiosa? Eh, proprio non ci siamo. Il film si regge su una storia sentita troppe volte e la scena dei libri inchiodati non potrebbe essere scenograficamente più ordinata! Olmi. Ti manca il mordente, ma tanto. E' proprio vero che la vita è ingiusta. Un pecoraio come te faceva meglio a fare un film come questo per primo, così tutti si rendevano conto che gente come te (ce n'è tanta) il cinema proprio non lo sa fare. Torna a fare i documentari che è meglio. Gente, aprite gli occhi per favore. Questo film non è cinema! CENTOCHIODI il cinema italiano lo crocifigge selvaggiamente. E' una bestemmia cinematografica. Gente come Sorrentino, Garrone, Crialese e pochi altri sono le uniche capaci di resuscitare un cinema italiano che è morto ormai da molto tempo.
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[+] il cinema non è un supermercato
(di goldy milano)
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furio
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domenica 1 aprile 2007
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un disastro biblico
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Olmi con questo film mi delude molto. Si sa che lui i suoi film li ha quasi sempre doppiati, ma il risultato d'insieme è un grande pasticcio visto che il film si svolge in Italia e in luoghi dove la particolarità sta proprio nella naturalezza dei dialoghi dei personaggi che popolano le rive del Po. L'idea generale del film sarebbe buona, anzi ottima, ma la realizzazione è penosa. Raz Degan come cristo moderno ci sta bene, Giannini - il figlio - lo doppia bene... Ma non puoi confondermi le voci di studio (quella di Giannini e di altri, concentrate specialmente nella parte introduttiva che si svolge nell'università... lì c'è da mettersi a gridare in sala) con quelle dialettali della gente del Po, quelle d'ambiente insomma.
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Olmi con questo film mi delude molto. Si sa che lui i suoi film li ha quasi sempre doppiati, ma il risultato d'insieme è un grande pasticcio visto che il film si svolge in Italia e in luoghi dove la particolarità sta proprio nella naturalezza dei dialoghi dei personaggi che popolano le rive del Po. L'idea generale del film sarebbe buona, anzi ottima, ma la realizzazione è penosa. Raz Degan come cristo moderno ci sta bene, Giannini - il figlio - lo doppia bene... Ma non puoi confondermi le voci di studio (quella di Giannini e di altri, concentrate specialmente nella parte introduttiva che si svolge nell'università... lì c'è da mettersi a gridare in sala) con quelle dialettali della gente del Po, quelle d'ambiente insomma. Tutta la parte introduttiva, come già detto, fa veramente passar la voglia di andare a vedere i film italiani, che sempre più spesso pur di confezionare un film appetibile per tutti, stanno abolendo il suono in presa diretta per favorire voci sterili che sembrano quella della pubblicità o delle fiction televisive (ma almeno lì la presa diretta c'è!). E' un oltraggio. Quel tipo di voci lasciamole ai film stranieri, ma per favore i film italiani fateli in presa diretta!!!!!! VERGOGNA
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amenic
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domenica 1 aprile 2007
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mille chiodi piantati con forza, fatica e amore.
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MILLE CHIODI PIANTATI CON FORZA, FATICA E AMORE sulla dilagante stupidità odierna, l'unica cosa che sembra essere stata globalizzata con successo.
GRAZIE ERMANNO.
Quante dolci emozioni sul filo dei ricordi della tua infanzia, su quel mondo arcadico scomparso e sommerso da una incultura dello spirito sempre più dilagante.
Sulla sponda di quel fiume,trasfigurato nel ricordo, mi hai riportato ad Ungaretti "I miei Fiumi", come lui, tu, in quest'opera e con quest'opera hai cercato una dolina in cui ritrovare te stesso e lo sguardo incantato ed innocente della tua infanzia.
Una operazione di oblterazione palingenetica che mi aguro ti sia riuscita, perchè se è così c'è speranza anche per gli altri.
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MILLE CHIODI PIANTATI CON FORZA, FATICA E AMORE sulla dilagante stupidità odierna, l'unica cosa che sembra essere stata globalizzata con successo.
GRAZIE ERMANNO.
Quante dolci emozioni sul filo dei ricordi della tua infanzia, su quel mondo arcadico scomparso e sommerso da una incultura dello spirito sempre più dilagante.
Sulla sponda di quel fiume,trasfigurato nel ricordo, mi hai riportato ad Ungaretti "I miei Fiumi", come lui, tu, in quest'opera e con quest'opera hai cercato una dolina in cui ritrovare te stesso e lo sguardo incantato ed innocente della tua infanzia.
Una operazione di oblterazione palingenetica che mi aguro ti sia riuscita, perchè se è così c'è speranza anche per gli altri.
Sento che ti è costato molto crocifiggere le sovrastrutture pseudo-culturali come unico mezzo per sperare in una resurrezione dello spirito, di fatto non c'è altro modo, ma ci vuole coraggio ed un A M O R E I M M E N S O .
Ad maiora atque meliora.
Grazie Ancora.
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goldy milano
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sabato 31 marzo 2007
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un olmo di nome e di fatto
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La metafora è coraggiosa, tanto grande è il rischio del fraintendimento! Il libro cone strumento come utensile: un aratro, un martello, Srumenti per costruire la propria realtà, un proprio percorso che ognuno ha il dovere di perseguire nel rispetto delle proprie capacità e dei propri limiti. Sbagliando se occorre purchè nel rifiuto della falsariga di prescrizioni elaborate da altri.
Un libro bello da gioia ma il senso della vita lo si può cogliere anche senza averne mai letto uno. Le regole della natura in questo senso sono davvero un esempio di democrazia suprema. Davvero abbiamo bisogno di bibliotecari idolatri che proteggono un sapere che il più delle volte è servito e serve per opprimere ? Siamo davvero stati creati per compiere grandiose imprese? Davvero quello che si compie è più importante di come lo si compie? .
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La metafora è coraggiosa, tanto grande è il rischio del fraintendimento! Il libro cone strumento come utensile: un aratro, un martello, Srumenti per costruire la propria realtà, un proprio percorso che ognuno ha il dovere di perseguire nel rispetto delle proprie capacità e dei propri limiti. Sbagliando se occorre purchè nel rifiuto della falsariga di prescrizioni elaborate da altri.
Un libro bello da gioia ma il senso della vita lo si può cogliere anche senza averne mai letto uno. Le regole della natura in questo senso sono davvero un esempio di democrazia suprema. Davvero abbiamo bisogno di bibliotecari idolatri che proteggono un sapere che il più delle volte è servito e serve per opprimere ? Siamo davvero stati creati per compiere grandiose imprese? Davvero quello che si compie è più importante di come lo si compie? .Olmi che di libri ne avrà letti tanti non si è lasciato incantare dalle lusinghe dell'erudizione. E quando arriva a dire che un libro non è paragonabile al piacere di un caffè con un amico si sbarazza con la semplicità dei grandi di miliardi di parole inutili
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[+] non giudicare per ciò che si vorrebbe fosse...
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mamo62
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sabato 31 marzo 2007
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ultima prova di un maestro invecchiato
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Indiscutibilmente nella fase artistica (la terza) del “venerabile maestro”, e solo in ossequio a tale stimabile qualifica non si può dire troppo male di Ermanno Olmi e di questa sua opera- testamento (sempre in senso artistico, non vorrei gufare…) con la quale il regista dice addio al cinema di finzione; vorrei dolorosamente notare però, e anche ricordarmi, che la stucchevolezza con la quale in questi giorni il venerabile sta annunciando in tutti i palcoscenici mediatici tale sua estrema risoluzione, è un po’ la stessa che si ritrova nel film, e che se è vero che redigere un testamento puo’ e deve essere considerato un gesto di saggezza, specie se giunge dopo una così lunga e onorata carriera, molte volte (e questa temo sia una di quelle) la saggezza e l’esperienza prendono il volto un po’ sgraziato di una vecchia….
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Indiscutibilmente nella fase artistica (la terza) del “venerabile maestro”, e solo in ossequio a tale stimabile qualifica non si può dire troppo male di Ermanno Olmi e di questa sua opera- testamento (sempre in senso artistico, non vorrei gufare…) con la quale il regista dice addio al cinema di finzione; vorrei dolorosamente notare però, e anche ricordarmi, che la stucchevolezza con la quale in questi giorni il venerabile sta annunciando in tutti i palcoscenici mediatici tale sua estrema risoluzione, è un po’ la stessa che si ritrova nel film, e che se è vero che redigere un testamento puo’ e deve essere considerato un gesto di saggezza, specie se giunge dopo una così lunga e onorata carriera, molte volte (e questa temo sia una di quelle) la saggezza e l’esperienza prendono il volto un po’ sgraziato di una vecchia….
E vecchio è il cinema che si vede in questo film, rugoso, asmatico, non in buona salute, più arteriosclerotico che non rimembrante, stancamente aggrappato a stili e modi antichi, dove il nobile intento della conservazione o della ben lecita difesa e presa di posizione su valori e parametri appartenuti e appartenenti ad una intera generazione (di anagrafe e di scuola) ormai declinante, viene adombrato e sporpassato da un senso come di mestamente manifesto raggiunto limite di età, banalmente ineluttabile, e alle sponde del quale trovo sia stato saggio scegliere di fermarsi.
Come se non avesse più niente di nuovo da dire Olmi ci lascia quest’ultima perlina, dimenticabile come le penultime, di una indimenticabile carriera…. dice lui che lo ha voluto dedicare a un vecchio amico, quello che gli è sembrato essere stato l’ amico migliore nella vita, vale a dire Gesù Cristo, (ruolo affidato al nazarenissimo volto di Rag DeZan, versione veneto padana di Raz Degan), un professore di religiosa filosofia che, colto da improvvisa sclerosi mistica, butta tutto quello che è e che ha (meno – da notare – la carta di credito) nel fiume e si converte a una vita da simil-Tarzan approfittando di territori demaniali incoscientemente abbandonati alle zanzare e della buona disposizione ad ascoltarlo di una (non ben definita nei suoi contorni) schiera di apostoli fluviali, mitizzati nel loro apparire bucolico e ignorante tra i canneti sbucando improvvisi come folletti da dentro un Ape, o da dietro un banchetto del pane, bisognosi di affetto e di guida e che affetto e guida trovano in questo sconosciuto apparso come da un lampo, sceso da una nuvola di un altro pianeta; inseguito da carabinieri/fatina , da preti semi-orbi alla Venerabile (pure lui…) Padre Jorge de “I Nome della Rosa”, il volonteroso (buona prova di) Raz Degan/professore ritrova se stesso, dopo aver inchiodato al loro fallimento i libri di una conoscenza che lo ha tradito e deluso, nei valzerotti gerontoiatrici preso i moletti (non fatevi ingannare dalla firma di Paolo Fresu nei titoli di coda: i suoi arrangiamenti sono inutili e sprecati per le svisate artitiche sulla tastiera della fisarmonica che suona “Amore-ritorna-le colline-sono-in-fiore”), nei dolci e innocenti occhioni di una ragassuòla per bene, nel gusto della pizza e nel tetto di fango…. Tutte idee vecchissime, come di vecchissima scuola sono alcune magistrali (ma didascalide) sequenze come quella della quasi- pesca del pesce-siluro, o del barcone che rieccheggia luminoso sulle acque del Po’ (quanto simile all’inflazionatissimo Rex di Fellini!...).
Un film poco emozionante, di non alto pensiero, scontato nelle trame e nei temi. Fatta salva la venerabile carriera, Olmi ci lascia senza fare troppo rumore.
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lucio
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sabato 31 marzo 2007
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un caffè con un amico...
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Sento scorrere dentro di me il Grande Fiume della Vita . Pur non avendo una visione ( totalmente ) antropocentrica dell'esistenza mi rendo conto del mistero che ci circonda . So bene che nessuno di noi comprende , fino in fondo , il significato dell'universo . L'uomo , da solo , non può scoprire la Verità . Ermanno Olmi , in questo suo capolavoro cinematografico , non offre risposte dottrinali e non concede nulla al dogma . Si limita soltanto a mettere al centro del Creato un Gesù " nuovo " che odora di pane , che profuma di terra , che propone ai semplici la contemplazione delle piccole cose quotidiane . Il placido Po , le sue rive misteriose , i pesci che ridono , gli uomini che si riuniscono vicino alle sue acque per bere e mangiare in allegria , sono la poetica e bucolica ricerca dell'amore e della fratellanza .
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Sento scorrere dentro di me il Grande Fiume della Vita . Pur non avendo una visione ( totalmente ) antropocentrica dell'esistenza mi rendo conto del mistero che ci circonda . So bene che nessuno di noi comprende , fino in fondo , il significato dell'universo . L'uomo , da solo , non può scoprire la Verità . Ermanno Olmi , in questo suo capolavoro cinematografico , non offre risposte dottrinali e non concede nulla al dogma . Si limita soltanto a mettere al centro del Creato un Gesù " nuovo " che odora di pane , che profuma di terra , che propone ai semplici la contemplazione delle piccole cose quotidiane . Il placido Po , le sue rive misteriose , i pesci che ridono , gli uomini che si riuniscono vicino alle sue acque per bere e mangiare in allegria , sono la poetica e bucolica ricerca dell'amore e della fratellanza . Un giovane e seducente professore di Filosofia inchioda sul pavimento libri e incunaboli di grande valore storico e documentale . Dopo questa operazione " blasfema " fugge da se stesso e da ciò che ha imparato sui testi scritti . La sua auto percorre stradine di campagna . Ad un tratto egli scorge un ponte e ferma la macchina . Vi sale sopra . Getta le chiavi nelle tenere acque che sotto di lui passano " per andare lontano ... " . Così inizia il suo viaggio alla ricerca del tempo perduto . Egli cammina lungo gli argini del fiume . I rovi lo accarezzano . La nuda terra lo accoglie silenziosa quando si fa sera . Al risveglio mattutino si ritroverà con qualche puntura di zanzara , ma con la certezza di essere rinato a nuova vita . In quel luogo ameno sa di poter contare su molte cose concrete che soltanto l'esperienza diretta concede . Nel suo vagabondare erratico fra sterpi , lucertole e insetti si imbatte in una piccola casa diruta e misteriosa , senza tetto , priva di porte e finestre . La guarda con attenzione . Entra dentro con la curiosità di un neofita . Tutto è in rovina . Ma ci sono tracce di un camino che , in epoche passate , ha riscaldato le mani e il corpo di esseri umani che vi abitavano . Il professore ha con sé una valigetta che contiene un computer e un saggio cartaceo consegnatogli da una studentessa . Con quelle pagine accende un fuoco ristoratore . Nei giorni successivi ripara alla meglio quel rifugio che per lui dovrebbe diventare una stabile dimora . Qualcuno lo vede . Un ragazzo che fa il postino fa con lui conoscenza . La seconda parte del film è straordinaria . Olmi ci fa conoscere un gruppo di uomini e di donne che si divertono ( lungo il fiume ... ) con vino , cibo e balli paesani . Il fuggiasco fa con loro amicizia . Gli anziani lo ascoltano mentre parla di cose profonde . C'è il pittore dal viso bonario , c'è la poetessa che scrive versi annusando gli umori che salgono dal Po , c'è la giovane fornaia che di lui si innamora a prima vista . Però ci sono anche i carabinieri che lo cercano per il reato da lui commesso . In questo colorato e struggente mondo ho fatto naufragio vedendo il film . Spero che Ermanno Olmi ci ripensi . Un maestro come lui non dovrebbe mai smettere di offrirci canti poetici come " Centochiodi " .
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ronks
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sabato 31 marzo 2007
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la linea di confine
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IL CUSTODE DI UN UNIVERSITA' SCOPRE UN EFFERATO CRIMINE, I NUMEROSI LIBRI DELL'ANTICA BIBLIOTECA SONO STATI TOLTI DAGLI SCAFFALI ED INCHIODATI IN ORDINE SPARSO TRA IL PAVIMENTO ED I TAVOLI... EFFETTUATI I PRIMI ACCERTAMENTI ATTRAVERSO I FREQUENTATORI ABITUALI DEL LOCO, TRA CUI UN VECCHIO MONSIGNORE, UNICO "VERO" INESAURIBILE CUSTODE DI QUELLA SALA, I CARABINIERI RISALGONO AL GIOVANE E PIACENTE AFFERMATO PROFESSORE DI FILOSOFIA, IL QUALE NEL FRATTEMPO SI E' DEFILATO CON L'AUTO DI LUSSO VERSO NEANCHE LUI SA DOVE... ABBANDONATO IL MEZZO SULLE RIVE DEL Po, SULLE STESSE IL PROF. TROVA PROTEZIONE DA UN TEMPORALE IN UNA ANTICA CASA DIROCCATA, DOVE DECIDE DI ACCAMPARE... NELLE VICINANZE ABITA UN PICCOLA COMUNITA' CON CUI VIENE INEVITABILMENTE A CONTATTO, PERSONE SEMPLICI, SCHIETTE, CHE VIVONO UN TEMPO SCANDITO NELL'ORDINARIA QUOTIDIANITA' E DOVE OGNUNO HA I SUOI DRAMMI.
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IL CUSTODE DI UN UNIVERSITA' SCOPRE UN EFFERATO CRIMINE, I NUMEROSI LIBRI DELL'ANTICA BIBLIOTECA SONO STATI TOLTI DAGLI SCAFFALI ED INCHIODATI IN ORDINE SPARSO TRA IL PAVIMENTO ED I TAVOLI... EFFETTUATI I PRIMI ACCERTAMENTI ATTRAVERSO I FREQUENTATORI ABITUALI DEL LOCO, TRA CUI UN VECCHIO MONSIGNORE, UNICO "VERO" INESAURIBILE CUSTODE DI QUELLA SALA, I CARABINIERI RISALGONO AL GIOVANE E PIACENTE AFFERMATO PROFESSORE DI FILOSOFIA, IL QUALE NEL FRATTEMPO SI E' DEFILATO CON L'AUTO DI LUSSO VERSO NEANCHE LUI SA DOVE... ABBANDONATO IL MEZZO SULLE RIVE DEL Po, SULLE STESSE IL PROF. TROVA PROTEZIONE DA UN TEMPORALE IN UNA ANTICA CASA DIROCCATA, DOVE DECIDE DI ACCAMPARE... NELLE VICINANZE ABITA UN PICCOLA COMUNITA' CON CUI VIENE INEVITABILMENTE A CONTATTO, PERSONE SEMPLICI, SCHIETTE, CHE VIVONO UN TEMPO SCANDITO NELL'ORDINARIA QUOTIDIANITA' E DOVE OGNUNO HA I SUOI DRAMMI... COL PASSAR DEL TEMPO LA CONFIDENZA PRENDE PIEDE ED IL PROFESSORE SI RITROVA A COMUNICARE CON LORO, CHE CERCANO RISPOSTE, ATTRAVERSO LE STESSE PAROLE DEI LIBRI RINNEGATI A PRO DI QUELLA SINCERA UMANITA' NON SCRITTA... SE "la parola scritta, codificata nei libri non vale un caffè con un amico" E' ANCHE VERO CHE UN LIBRO PUO' ESPRIMERE QUANTO DI PIU' INESPRESSO, ED E' PER QUESTO CHE PROBABILMENTE OLMI FA EMERGERE LA LINEA DI CONFINE TRA UN ESASPERATO ESISTENZIALISMO ED UN ECCESSIVO RICORSO ALLA "LEGGE", RAPPRESENTATA DAL MONSIGNORE, PERCHE' NESSUNO E' INDENNE DALLA VITA VISSUTA, FATTA DI FORMA QUANTO DI SOSTANZA.
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