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antonio
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martedì 1 maggio 2007
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x riccardo e i suoi interlocutori...
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Allora, cerchiamo di mettere insieme tutti i cocci sparsi qua e là nei commenti al film di Olmi. Innanzitutto cominciamo col dire che né lo “zavattinismo”, né il”pasolinismo” nulla hanno a che fare con l’humus olmiano, a causa della loro rilucente difformità. Pasolini, poi, rappresenta un caso a parte, lontano da questi sentieri, appartiene ad altro luogo: poeta, scrittore, altitudine di pensiero, un vero grande letterato, un genio insomma, estraneo alle labirintiche vie arbustiche di tutti i commenti. Quindi parliamo di Olmi, uno dei miei autori (non registi) preferiti:, grande cineasta, uno che usa la macchina da presa come una penna che scrive una poesia, notevoli messaggi poetici espressi spesso in scene silenziose, ma già nella interezza della sua opera, si incontra una esagerazione di poesia, perché di poesia si può anche sbagliare.
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Allora, cerchiamo di mettere insieme tutti i cocci sparsi qua e là nei commenti al film di Olmi. Innanzitutto cominciamo col dire che né lo “zavattinismo”, né il”pasolinismo” nulla hanno a che fare con l’humus olmiano, a causa della loro rilucente difformità. Pasolini, poi, rappresenta un caso a parte, lontano da questi sentieri, appartiene ad altro luogo: poeta, scrittore, altitudine di pensiero, un vero grande letterato, un genio insomma, estraneo alle labirintiche vie arbustiche di tutti i commenti. Quindi parliamo di Olmi, uno dei miei autori (non registi) preferiti:, grande cineasta, uno che usa la macchina da presa come una penna che scrive una poesia, notevoli messaggi poetici espressi spesso in scene silenziose, ma già nella interezza della sua opera, si incontra una esagerazione di poesia, perché di poesia si può anche sbagliare. Fin qui, è normale. Ciò che a me lascia perplesso e moralmente preoccupato, è l’ambigua decisione di Olmi di chiudere la propria raccolta cinematografica con un testamento definitivo che confonde e rigetta il suo stesso “logos”, ovvero la sua ragione intesa sia come attività propria che come causa e sostanza della stessa. Olmi è cattolico, ma inchioda i libri a cui un cristiano ha necessità di nutrirsi, è questa la grande inesplicabile contraddizione intrinseca del film. Si chiarisca questo: i libri inchiodati da Olmi non sono i libri della generale cultura, ma della particolare cultura cristiana, cominciando dai Sacri Testi, ciò che la Cristianità consapevolmente e spiritualmente sa di essere Parola di Dio. È la sconcertante metafora che si apre ad una interpretazione impervia che porta ad una irragionevole ed incongrua concezione del relativismo cristiano. L’esplicita consapevolezza che per Olmi-cristiano i Testi Sacri e ancor più gli scritti dei Padri, degli Apostoli e dei loro successori, rappresentano una obsolescenza, e quindi inchiodiamoli, ovvero inchiodiamo ancora una volta e definitivamente Cristo sulla croce. E qui sgorga dal film una metafora nascosta in un’altra metafora, quella di escludere definitivamente Cristo dall’attività vitale dell’umanità, in quanto d’intralcio, perché le “religioni non hanno mai salvato il mondo”, usando anche qui l’ambiguità e l’obliquità del plurale. Si obietta questa tesi affermando che Olmi non inchioda la Parola di Dio, ma i libri della cultura cattolica, tutto ciò che rappresenta il magistero della Chiesa, retta dal successore di Pietro eletto da Cristo stesso a rappresentarlo: “Tu es Petrus!” La Chiesa è di Cristo, il cristiano Olmi lo sa benissimo, non degli uomini, in quanto scritto in quei Libri che non sono da confondere con pezzi di carta, ma sono un unico intenso afflato della spiritualità con cui è stata fondata la casa sulla roccia.
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camelia
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martedì 1 maggio 2007
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... e non se ne seppe più nulla
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interessante: un anziano e autorevolissimo regista cristiano gira un film che parla di libri inchiodati al legno, di un giovane maestro che fa amicizia con dei buoni pescatori e che si tiene vicina una dolce ragazza chiacchierata, che viene incarcerato dalla giustizia degli uomini (molto comprensiva, peraltro; fosse sempre così!)... e poi? i pescatori aspettano fiduciosi il suo ritorno "e viene l'inverno, ma di quel tipo che chiamavano Gesù Cristo non si è saputo più nulla". Non c'è bisogno di essere un teologo per ricordarsi dei falsi profeti di cui parla la Bibbia, quelli che, dopo accoglienze trionfali e tentativi di miracoli mai riusciti, venivano cacciati a morire nel deserto. Forse un Messia che rinnega la civiltà degli uomini (coi suoi doni e i suoi mali) è un falso profeta? E' questo che voleva dire Olmi? Beh, poteva dirlo meglio.
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interessante: un anziano e autorevolissimo regista cristiano gira un film che parla di libri inchiodati al legno, di un giovane maestro che fa amicizia con dei buoni pescatori e che si tiene vicina una dolce ragazza chiacchierata, che viene incarcerato dalla giustizia degli uomini (molto comprensiva, peraltro; fosse sempre così!)... e poi? i pescatori aspettano fiduciosi il suo ritorno "e viene l'inverno, ma di quel tipo che chiamavano Gesù Cristo non si è saputo più nulla". Non c'è bisogno di essere un teologo per ricordarsi dei falsi profeti di cui parla la Bibbia, quelli che, dopo accoglienze trionfali e tentativi di miracoli mai riusciti, venivano cacciati a morire nel deserto. Forse un Messia che rinnega la civiltà degli uomini (coi suoi doni e i suoi mali) è un falso profeta? E' questo che voleva dire Olmi? Beh, poteva dirlo meglio...
Dò quattro stelle al film in virtù delle riprese sul Po: non posso dimenticarle.
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luigi maria
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domenica 29 aprile 2007
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parole di verita'
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Film coraggioso e sincero, come pochi di questi tempi. Per nulla commerciale ma sicuramente rimane negli occhi e nella mente di chi lo osserva. Non e' difficile capire il perche' la RAI lo abbia cosi' ostracizzato...... D'altronde ci parla cn parole di verita' e' sempre scomodo.
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angela
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domenica 29 aprile 2007
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opera importante:cento chiodi
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da molto tempo non vedevo un film che mi coinvolgesse tanto emotivamente e che,all'uscita dal cinema mi facesse sentire la necessità di restare sola per riflettere elaborando i tanti pensieri e le tematiche
tanta profondità, tanta poesia, splendide immagini portate al pubblico con apparente semplicità
grande artista
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cosini
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venerdì 27 aprile 2007
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a tutti gli entusiasti recensori e ad olmi stesso!
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Apprendo con sorpresa che il messaggio di inchiodare i libri e darsi alla vita vissuta sia una felice liberazione per tanti italiani (in un paese che vanta peraltro il minor numero di lettori al mondo). E sia, pazienza. INVITO ALLORA TUTTI QUESTI ENTISUASTI E OLMI STESSO A REGALARMI I LORO LIBRI. Il mio mail è: cosinip@yahoo.it
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cosini
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venerdì 27 aprile 2007
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lucia gottardo
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venerdì 27 aprile 2007
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centochiodi un film per pensare
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Ho molto apprezzato lo sforzo di Olmi di voler spingere gli spettatori ad una riflessione in merito alle mille parole scritte, lette, imparate a memoria, riprodotte in tante forme ma mai vissute. La filosofia indiana e orientale in genere ha il grande pregio di essere anche molto pratica e di non trascurare mai l'uomo in quanto corpo, mente, emozione. Forse è per questo che in questi ultimi anni desta così tanto interesse da parte degli occidentali ma, a causa della loro mentalità, ne fanno spesso una mercificazione. Così vale per le religioni, quando appare sullo sfondo teatrale del dramma umano un grande Maestro come il Cristo o il Buddha, l'unica cosa di cui gli umani sono capaci, è di farne una religione con tutti i suoi accademi, dogmi, tomi e sermoni.
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Ho molto apprezzato lo sforzo di Olmi di voler spingere gli spettatori ad una riflessione in merito alle mille parole scritte, lette, imparate a memoria, riprodotte in tante forme ma mai vissute. La filosofia indiana e orientale in genere ha il grande pregio di essere anche molto pratica e di non trascurare mai l'uomo in quanto corpo, mente, emozione. Forse è per questo che in questi ultimi anni desta così tanto interesse da parte degli occidentali ma, a causa della loro mentalità, ne fanno spesso una mercificazione. Così vale per le religioni, quando appare sullo sfondo teatrale del dramma umano un grande Maestro come il Cristo o il Buddha, l'unica cosa di cui gli umani sono capaci, è di farne una religione con tutti i suoi accademi, dogmi, tomi e sermoni.
Allora appare un Dio pieno di contraddizioni, una specie di padre che regala ai suoi bimbi giocattoli mescolati a cocci aguzzi di bottiglia per vedere poi come questi figlioli se la cavano... se saranno bravi andranno in paradiso con i giocattoli altrimenti si feriranno con i cocci.
Non si può fare altro che diseducarci per rieducarci alla luce soprattutto dell'esperienza umana come bere un caffè con un amico. I libri sono molto utili quando diventano esperienza viva e solo quando sono stati scritti da chi veramente vuol riportare una storia viva, personale, frutto di una ricerca che non è meramente intellettuale.
Ho avuto inoltre la fortuna di vedere quei luoghi scelti per il film proprio in occasione delle vacanze pasquali, è vero il Po ha la sua magia...
Complimenti ancora.
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riccardo d'acquisto
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giovedì 26 aprile 2007
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ecce holmi
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C'è una poesia del giovane Goethe che parla di una cicogna che, si poggia sulla torre, ed ama caccare in basso, centrando gli uomini (leggetela se vi capita, è assai divertente). Ermanno Olmi voleva parimenti inchiodare molti uomini. Ma non può, la legge non glielo permette, ed ecco allora che inchioda libri. Chi sono questi libri? cioè questi uomini? Sono i critici, gli intellettuali, gli uomini di cultura, coloro che pensano e - peggio - parlano, o persino scrivono. Scrivono libri, appunto. Ma un poeta autentico, come è poeta Olmi, in una frustrantissima fase storica di smodata pletora artistica, ha perso la pazienza ed ha voluto battere il pugno sul tavolo. Bene, bravissimo. Ma è una reazione infantile, a cui il poeta illuminato non dovrebbe regredire.
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C'è una poesia del giovane Goethe che parla di una cicogna che, si poggia sulla torre, ed ama caccare in basso, centrando gli uomini (leggetela se vi capita, è assai divertente). Ermanno Olmi voleva parimenti inchiodare molti uomini. Ma non può, la legge non glielo permette, ed ecco allora che inchioda libri. Chi sono questi libri? cioè questi uomini? Sono i critici, gli intellettuali, gli uomini di cultura, coloro che pensano e - peggio - parlano, o persino scrivono. Scrivono libri, appunto. Ma un poeta autentico, come è poeta Olmi, in una frustrantissima fase storica di smodata pletora artistica, ha perso la pazienza ed ha voluto battere il pugno sul tavolo. Bene, bravissimo. Ma è una reazione infantile, a cui il poeta illuminato non dovrebbe regredire. Però se si rovescia il tavolo, si mette in moto lo stadio e allora tutti, tutti a vedere l'ultimo Olmi. Perché non regredire? È una scontata necessità simbolica, arrivati sulla cima della torre. Bisogna pur cacare sul cinema. Il "grande" (uso sarcasticamente questa parola che può generare solo disgusto) deve pur mostrare di guardare dall'alto, tutti, e disprezzarli. Questa presunzione, arrogante, molesta, vestita però da un zavattinismo, da un pasolinismo, che sono solo degli alibi, palesa la sola e povera verità apodittica che Olmi può dire: ecce holmi.
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riccardo d'acquisto
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giovedì 26 aprile 2007
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in stadio ho visto la gente armata di chiodi
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Quando Gesù in questura ha detto che gli insegnanti sono un'associazione criminale, diceva purtroppo il vero. Ed io, caro Olmi, ho pianto per questo. Mentre, dietro di me, gli spettatori ridevano.
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tiziano1963
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mercoledì 25 aprile 2007
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uno dei miglior film della storia del cinema
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Pensavo che il film capolavoro di Olmi fosse "L'albero degli zoccoli" ma evidentemente Ermanno ha superato sè stesso. E' raro che un film al cinema riesca contemporaneamente a suscitare grandi riflessioni e grande commozione, eppure Olmi è riuscito a comporre un capolavoro, vorrei che vincesse tutti i premi possibili: miglior attore protagonista, miglior attrice non protagonista, migliori comparse, fotografia eccezionale, colonna sonora, sceneggiatura, ecc., in sintesi ogni aspetto di questo film merita 10 e lode.
Di solito ogni storia può essere riassunta da una morale...in questo caso di morali ne possiamo trovare una quantità industriale ed il fatto sorprendente è che il film in sostanza esprime delle grandi verità che sono sempre rimaste inespresse per convenienza e/o ignoranza.
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Pensavo che il film capolavoro di Olmi fosse "L'albero degli zoccoli" ma evidentemente Ermanno ha superato sè stesso. E' raro che un film al cinema riesca contemporaneamente a suscitare grandi riflessioni e grande commozione, eppure Olmi è riuscito a comporre un capolavoro, vorrei che vincesse tutti i premi possibili: miglior attore protagonista, miglior attrice non protagonista, migliori comparse, fotografia eccezionale, colonna sonora, sceneggiatura, ecc., in sintesi ogni aspetto di questo film merita 10 e lode.
Di solito ogni storia può essere riassunta da una morale...in questo caso di morali ne possiamo trovare una quantità industriale ed il fatto sorprendente è che il film in sostanza esprime delle grandi verità che sono sempre rimaste inespresse per convenienza e/o ignoranza.
Ogni elemento di questo film ha trasmesso sentimenti e nozioni vitali, non c'è stata immagine o parola di qualsiasi attore senza significato; purtroppo siamo abituati dai programmi televisivi ad ascoltare il nulla ed a subire la perdita di tempo causata da contenitori vuoti, media senza quid; improvvisamente questo memorabile, eccezionale, sorprendente film ci ha donato 92 minuti indimenticabili.
Grazie Ermanno, sento la grande felicità di aver potuto ammirare questo film-capolavoro ma sento anche una profonda tristezza perchè hai detto che sarà il tuo ultimo film.
Ho ancora viva in memoria l'ultima sequenza dove gli amici del professore avevano preparato la festa per il suo ritorno, le candeline accese lungo i bordi della stradicciola, i fiori sulla lunga tavolata, le lacrime della ragazza panettiera...
Come non ricordare poi l'immagine iniziale dei libri inchiodati, la disperazione del custode, il dialogo tra il professore e la ragazza indiana, i dialoghi tra il professore e la panettiera, il dialogo tra il professore ed il maresciallo dei carabinieri, l'incontro con le persone semplici e schiette del paese, il battello sul Po nella notte col sottofondo musicale "Non ti scordar di me", l'immagine del Po con la luna enorme sullo sfondo, l'aiuto delle persone del paese per sistemare il rudere scelto come nuova residenza dal professore, il dialogo tra il professore in cella ed il prete...e mille altre immagini e dialoghi che resteranno sempre vive nella memoria di tutte le persone che avranno visto questo film.
Questo film insegna tra le altre cose che non è necessario per confezionare un buon film, inserire obbligatoriamente: violenza, sesso, orrore, scene demenziali e costosissime, è sufficiente avere buon gusto e mostrare la natura e la realtà così come sono evidenziando aspetti inediti che aspettano solo di essere colti con garbo e determinazione.
Grazie Ermanno! Ad oggi posso dirti che è uno dei miglior film che abbia mai visto ed il messaggio sulla cultura fine a sè stessa è un messaggio vero e sacrosanto che non potrà non far riflettere le persone di buon senso.
Per coloro i quali non hanno ancora visto il film posso solo dire di recarsi appena possibile a vederlo lasciando da parte pregiudizi, convinzioni politiche o religiose, preoccupazioni o altri pensieri che possano distogliere dalla completa visione e completa comprensione di tutti i messaggi e contenuti del film. Osservate il film con gli occhi di un bambino che si appresta ad osservare una realtà nuova che gli servirà per tutta la vita.
Buona visione e se possibile andate a vedere questo film con i vostri genitori, fidanzate, amici, conoscenti ovvero con tutte quelle persone che amate.
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[+] che dire di più ?
(di mauro 56)
[ - ] che dire di più ?
[+] grazie ermanno?
(di pippo)
[ - ] grazie ermanno?
[+] grazie ermanno !!! ...e grazie tiziano 1963
(di pippo)
[ - ] grazie ermanno !!! ...e grazie tiziano 1963
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