hakos
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mercoledì 6 febbraio 2008
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capolavoro sotto tutti i sensi
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Incredibile.
Alla fine del film non si può pensare altro.
Si rimane con le lacrime agli occhi davanti al commovente e poetico finale e subito si capisce di aver visto un film che si cercava da sin troppo tempo.
Un azzeccatissimo miscuglio tra la storia spagnola e la fervida fantasia di una ragazzina (secondo film del genere di Guillermo Del Toro, dopo il modesto "La spina del diavolo") con grandi costumi ed una colonna sonora che, alla fine del film, ci rimane in mente per tutta la serata.
Il tutto impregnato di una grande saggezza dietro la macchina da presa.
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mello
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martedì 22 gennaio 2008
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fantasy-horror messicano solo per adulti
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Anzitutto questo film non può essere considerato per giovani-adulti, data la violenza di molte scene e le decine di morti che sopravvengono nel corso del film. Nemmeno un horror, dato che gli unici antagonisti che si profilano sono la dittatura Franchista ed il crudele capitano Vidal. Comunque, un film bel riuscito. Azzarderei quasi appartenente ad un genere del tutto innovativo, che mescola con un risultato ottimo il fantasy e la storia, mostrando i fatti, come ho già accennato, con una "crudezza" assai forte. Buona visione.
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pollon
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domenica 20 gennaio 2008
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lo so io
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Io lo so perchè il film, come dici te, "non ti è assolutamente piaciuto". Perchè sei una completa idiota e le persone come te che vanno a vedere un film solo per il trailer o per la locandina e non si informano prima sono la rovina del cinema moderno e una spina nel fianco per tutti gli spettatori che si rifiutano di andare a vedere film-panettone come "natale in crociera" e preferiscono un film serio come questo. La prossima volta che vai al cinema mettiti un sacchetto in testa così i nostri occhi NON DOVRANNO SUBIRE QUESTA OFFESA AL NOSTRO BUON GUSTO!
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danielefisarmonica
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venerdì 18 gennaio 2008
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capolavoro in barba ai generi e attraverso di essi
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"Il Labirinto del Fauno", di Del Toro: un film che ha diviso il pubblico. Ascoltando le motivazioni di coloro cui non è piaciuto ho notato che l'accusa principale che gli viene fatta è quella di non rientrare nei canoni dei generi cinematografici, ponendosi in un terreno indefinito a metà strada tra i generi fantasy, horror, splatter e storico. Ambientato nella guerra civile spagnola, effettivamente, questo è un film storico anche molto realistico (fino al limite dello splatter) con continue e brusche incursioni nel fantastico, dove spesso riesce a generare una paura profonda e terrificante degno del miglior horror; inoltre è un film che descrive l'universo fantastico e onirico infantile ma non è certo un film per bambini.
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"Il Labirinto del Fauno", di Del Toro: un film che ha diviso il pubblico. Ascoltando le motivazioni di coloro cui non è piaciuto ho notato che l'accusa principale che gli viene fatta è quella di non rientrare nei canoni dei generi cinematografici, ponendosi in un terreno indefinito a metà strada tra i generi fantasy, horror, splatter e storico. Ambientato nella guerra civile spagnola, effettivamente, questo è un film storico anche molto realistico (fino al limite dello splatter) con continue e brusche incursioni nel fantastico, dove spesso riesce a generare una paura profonda e terrificante degno del miglior horror; inoltre è un film che descrive l'universo fantastico e onirico infantile ma non è certo un film per bambini. Giusto che chi va al cinema con la griglia e le aspettative dei distinti generi cinematografici rimanga profondamente deluso, e si distacchi emotivamente dal film già dopo le prime scene. Noi sappiamo però che i capolavori se ne infischiano dei confini formali dei generi e questo film è per me un capolavoro assoluto. Il corto circuito continuo e apparentemente schizofrenico tra realtà storica e fantasia, vissuto attraverso la visuale di una bambina vittima innocente, in entrambi i piani, degli eventi che la travolgono, ha un ritmo potente e coinvolgente e chi ci si abbandonerà lasciandosi trasportare senza riserve dalle sue ondate sempre più serrate sarà condotto in un crescendo narrativo ed emotivo impressionante e talvolta difficilmente sostenibile per l'intensità e la forza delle immagini, un crescendo che culmina nell'efficacissimo finale in cui i drammi vissuti dalla bimba sui due diversi piani (fantastico e reale), fino ad allora vissuti in modo parallelo e poco collegato, finiscono per confluire moltiplicando le drammaticità di cui sono portatori. Se c'è un parallelo cinematografico possibile questo è secondo me "Dancing in the dark" di Von Trial, dove si realizza un crescendo simile in corto circuito tra realtà (la vicenda cruda e drammatica ambientata realisticamente nella società americana) e fantasia (il mondo mitico e felice del musical americano), due piani distinti e contrastanti vissuti parallelamente dalla protagonista che confluiscono con grande drammaticità nel momento della sua esecuzione, in cui lei, condannata a morte ingiustamente dalla legge americana, muore cantando tra le lacrime la canzone "My favourite things", icona musicale che incarna i sogni felici propagandati dal musical americano. Analogamente nel momento culminante de "Il Labirinto del Fauno" la piccola protagonista muore uccisa dal crudele comandante franchista ma in quello stesso istante ritorna ad essere regina nel suo regno fantastico. Allora noi ci chiediamo, ovviamente, quale sia la realtà "vera" per il film: la risposta è nelle ultime scene dalle quali sembra di poter capire che la piccola martire continua spiritualmente a vivere incoronata come regina nella memoria della gente. Diversamente dal carnefice che muore senza futuro, senza eredi, senza sogni: suo figlio infatti verrà adottato tra la gente che non trasmetterà a lui la memoria di chi gli è stato padre.
Daniele Mutino
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(di janos mark szakolczai)
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enrico
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giovedì 17 gennaio 2008
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un opera a se
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Un film fantasy ambientato nel passato o un film storico con venature fantasy? E' lo spettatore a decidere, le immagini del film possono essere interpretate in più modi... Resta come base un opera curatissima, sentita, coinvolgente e assolutamente non banale.
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marco
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martedì 15 gennaio 2008
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da vedere
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La storia è molto originale ed è apprezzabile come sia mescolato bene il contesto storico con quello fantasy. come lui stesso ha asserito, questo è il film che meglio gli è riusciuto
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* eleonora *
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lunedì 14 gennaio 2008
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la speranza della fantasia
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Del Toro ci accompagna nella Spagna di Franco per seguire la fantastica storia di Ofelia, bimba di 12 anni che si scopre Principessa di un mondo sotterraneo e parallelo a quello umano. Ofelia deve dividersi tra il mondo degli umani, in cui deve accettare il nuovo patrigno e assistere la madre nella sua difficile gravidanza, e il mondo fantastico, guidata dal Fauno che le mostra la via per far ritorno al suo vero mondo superando tre prove. Spunti originali, richiami alla mitologia e alla tradizione, e lo sfondo storico curato fanno da cornice ad una storia in cui i ruoli si invertono e gli esseri non umani sono quelli che accolgono e mostrano la Speranza e il Bene, mentre ciò che dovrebbe essere conosciuto e sicuro diventa teatro delle nefandezze umane.
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Del Toro ci accompagna nella Spagna di Franco per seguire la fantastica storia di Ofelia, bimba di 12 anni che si scopre Principessa di un mondo sotterraneo e parallelo a quello umano. Ofelia deve dividersi tra il mondo degli umani, in cui deve accettare il nuovo patrigno e assistere la madre nella sua difficile gravidanza, e il mondo fantastico, guidata dal Fauno che le mostra la via per far ritorno al suo vero mondo superando tre prove. Spunti originali, richiami alla mitologia e alla tradizione, e lo sfondo storico curato fanno da cornice ad una storia in cui i ruoli si invertono e gli esseri non umani sono quelli che accolgono e mostrano la Speranza e il Bene, mentre ciò che dovrebbe essere conosciuto e sicuro diventa teatro delle nefandezze umane. Un patrigno, il capitano Vidal, che rappresenta la crudeltà e la superbia avvertibile a pelle, contrapposto al Fauno, essere della terra e del bosco, che conforta e guida, avvolto dal mistero. Due le interpretazioni che mi hanno permesso di leggere il film, egualmente interessanti e convincenti. La prima è quella semplice e visibile: due mondi paralleli tra cui Ofelia deve decidere, perfettamente credibili e complementari nell'esistenza stessa del mondo. La seconda interpretazione è quella più implicita, tragica e, forse, quella più vera: una bambina, grande amante della lettura e delle favole, impara ad accettare la sua vita, al momento in un passaggio difficile e triste, attraverso l'immaginazione e la fantasia, creandosi un mondo fantastico in un cui riesce a dare una spiegazione più dolce a tutto ciò che le accade nel corso del film; questa seconda interpretazione ha fatto sì che nel finale io non potessi far altro che commuovermi. Regia accurata e precisa, vediamo tutto attraverso gli occhi e la mente di Ofelia,e con lei scopriamo il mondo fantastico e le sue tappe di iniziazione.
Una Fotografia sensibile ai passaggio tra un mondo e l'altro, una predominanza di blu verde accostabili ad ombre per gli ambienti esterni verso la scoperta del mondo fantastico, e colori caldi per gli ambienti interni in cui Ofelia scopre qualcosa di nuovo, affronta una prova o si sente al sicuro. Scenografie originali, eseguite con gusto e competenza. Riferimenti a Goya. Profondo e toccante, originale e ricco.
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gus da mosca
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domenica 13 gennaio 2008
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"la guerra e' orribile"
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L'operazione di Guillermo e' stata tanto coraggiosa! Ci vuole tanto, molto coraggio per affrontare coi canoni del fantasy un tema politico, di persecuzione politica, di violenza politica, di guerra civile. Ci vuole ancor piu' coraggio quando il punto di vista scelto e' quello dei deboli, degli impotenti, delle vittime fuori dalla politica, sporcate dalla politica e dalla violenza. Lo stesso coraggio ch'ebbe Benigni nel "La vita e' meravigliosa" usando la sua comicita'. La violenta ibridazione di diversi linguaggi espressivi crea nello spettatore un profondo conflitto interno, scatenando sentimenti di odio, commozione, pianto, vendetta, compassione nei confronti dei martiri di questo film e dei loro aguzzini.
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L'operazione di Guillermo e' stata tanto coraggiosa! Ci vuole tanto, molto coraggio per affrontare coi canoni del fantasy un tema politico, di persecuzione politica, di violenza politica, di guerra civile. Ci vuole ancor piu' coraggio quando il punto di vista scelto e' quello dei deboli, degli impotenti, delle vittime fuori dalla politica, sporcate dalla politica e dalla violenza. Lo stesso coraggio ch'ebbe Benigni nel "La vita e' meravigliosa" usando la sua comicita'. La violenta ibridazione di diversi linguaggi espressivi crea nello spettatore un profondo conflitto interno, scatenando sentimenti di odio, commozione, pianto, vendetta, compassione nei confronti dei martiri di questo film e dei loro aguzzini. Se non e' facile trattenere le lacrime davanti all'agonia del giovane che chiede di morire, si prova compassione e tanta pena per quel capitano la cui abominevole ignoranza supera la bestialita' dei suoi gesti. Grande la maestria della regia nel creare un ricchissimo scenario di sentimenti, riscontrabile in poche altre pellicole. Visto in lingua originale e sottotitolato, il film risulta ancora piu' sanguigno e penetrante, soprattutto per lo spettatore anglosassone. 5 stelle perche' davanti a tanta capacita' creativa, si puo' chiudere un'occhio su imperfezioni e rudezze tecniche, superando le quali il film sarebbe stato fruibile anche dal pubblico del Signore degli anelli o di Harry Potter, erroneamente attratto dal termine fantasy ...(...chi cerca l'horror, vada a trovarlo altrove, la violenza in questo film non e' da baraccone)
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[+] scusate il "papocchio"
(di gus da mosca)
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(di anonimo219213)
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terrialbatros
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venerdì 11 gennaio 2008
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cinema d'autore
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la bellezza di questo film sta nella magistrale interpratazione degli attori e sopratutto di Ofelia e la contraposizione tra i sogni della protagonista e l'orrore del periodo storico
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ciaci83
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venerdì 4 gennaio 2008
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difficile da classificare
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Il labirinto del fauno è risultato ai miei occhi come un riuscito mix tra film storico/fiaba/fantasy/horror. Una storia plausibile, che al contrario delle altre saghe o episodi fantasy connette in maniera forte e biunivoca la realtà con il mondo immaginario...,se così vogliamo definirlo. Mi ha piacevolmente sorpreso la cura dei particolari sia nella scenografia quanto nella scelta della fotografia. Le luci sono soffuse e per ogni scena (alternativamente calde o fredde) adatte ad esprimere lo stato d'animo rispettivamente di Ophelia, Vidal, Mercedes. Davvero buona la regia. Il tempo scorre fluido e la musica guida lo spettatore nell'ambiguità e il pericolo dell'avventura. Il Labirinto del Fauno è un fatasy che sa di vero.
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