nick
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venerdì 1 dicembre 2006
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ottimo intreccio storia-fiaba
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Ottimo intreccio storia-fiaba. Da non perdere!
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diomede917
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giovedì 30 novembre 2006
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la via di fuga della fantasia
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Spagna 1944 siamo in piena guerra civile e in un avamposto strategico dell'esercito franchista arrivano la moglie del capitano che aspetta un figlio da lui e la piccola Ofelia figlia del precedente matrimonio.
Ofelia legge molto e nei libri trova la via di fuga che è la fantasia.
E così Ofelia diventa la principessa di un mondo incantato che deve superare tre prove per poter lasciare il mondo dei mortali e divenire immortale.
Del Toro realizza un film che è un bellissimo mix tra la dura realtà della guerra (e le torture del capitano franchista intrpretato ottimamente da Sergi Lopez ne sono un durissimo esempio) e il fantasy Style tanto di moda adesso ripetendo il viaggio de Le cronache di Narnia.
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Spagna 1944 siamo in piena guerra civile e in un avamposto strategico dell'esercito franchista arrivano la moglie del capitano che aspetta un figlio da lui e la piccola Ofelia figlia del precedente matrimonio.
Ofelia legge molto e nei libri trova la via di fuga che è la fantasia.
E così Ofelia diventa la principessa di un mondo incantato che deve superare tre prove per poter lasciare il mondo dei mortali e divenire immortale.
Del Toro realizza un film che è un bellissimo mix tra la dura realtà della guerra (e le torture del capitano franchista intrpretato ottimamente da Sergi Lopez ne sono un durissimo esempio) e il fantasy Style tanto di moda adesso ripetendo il viaggio de Le cronache di Narnia.
Questo è possibile grazie alla bravissima bambina che interpeta questa novella Anna Frank con una intensità straordinaria facendoci commuovere e volare con la forza dell'immaginazione
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eles
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mercoledì 29 novembre 2006
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carino
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Non mi è dispiaciuto, anche se ho apprezzato di più 'La spina del diavolo'; il labirinto ed il mondo sotterraneo potevano essere maggiormente sviluppati, così come ravvicinato in maniera più diretta il contatto tra la realtà crudele e la piccola Ofelia, legato in modo da creare più phatos.
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labib78
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martedì 28 novembre 2006
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immaginazione e realtà
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Penso sia un piccolo/grande capovolaro dove si incontrano e "scontrano" due dimensioni estremamente diverse (la magia più grande e la realtà più violenta)in cui viene da chiedersi se la fantasia e la fiaba che noi uomini abbiamo dimenticato per guardare alle cose non sia vera tanto quanto la realtà o più sensata di questa.
un percorso iniziatico dove la carne e il sangue si mischiano alla poesia e ai sentimenti più originari dell'uomo (rapporto edipico)seguendo un filo conduttore che dalla vita embrionale (il bambino nella pancia)ci porta fino alla morte.
una favola che non dimentica mai la tragedia e il sacrificio anche nel finale che può essere visto come un"lieto" fine o come un dramma a seconda di quale punto di vista in noi ha prevalso.
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Penso sia un piccolo/grande capovolaro dove si incontrano e "scontrano" due dimensioni estremamente diverse (la magia più grande e la realtà più violenta)in cui viene da chiedersi se la fantasia e la fiaba che noi uomini abbiamo dimenticato per guardare alle cose non sia vera tanto quanto la realtà o più sensata di questa.
un percorso iniziatico dove la carne e il sangue si mischiano alla poesia e ai sentimenti più originari dell'uomo (rapporto edipico)seguendo un filo conduttore che dalla vita embrionale (il bambino nella pancia)ci porta fino alla morte.
una favola che non dimentica mai la tragedia e il sacrificio anche nel finale che può essere visto come un"lieto" fine o come un dramma a seconda di quale punto di vista in noi ha prevalso.
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mariposafede
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martedì 28 novembre 2006
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ofelia:alla conquista dell'eternità
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Questo è in film che va "oltre" in tutti i sensi, e nasconde sotto la sua duplice essenza di storia e fantasia, un messaggio pregno di misticismo gnostico: si potrebbe azzardare a pensare che potrebbe essere il percorso esistenziale di una bambina che crede fino in fondo a quella fantasia attraverso cui si potrebbe accedere alla salvezza e alla conquista dell'eternità.
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claudia
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lunedì 27 novembre 2006
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l'orrore della storia
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io adoro i film horror perchè so che sono frutto della fantasia degli autori compresi quelli più splatter ed efferati, questo non lo è o meglio non solo.
La storia si svolge su due piani paralleli, entrambi terrificanti, ma almeno quello basato sulla fantasia ha un finale di speranza;nessuna speranza,invece per la spagna dominata da Franco.
Che cosa può fare una ragazzina orfana di padre la cui madre si risposa con un capitano dell'esercito dall'indole sadica? Nient'altro che iniziare un viaggio nella sua psiche, un viaggio che è una fiaba di magia,una fiaba nera ricca di simbolismi e richiami brutali ad una realtà ancor più brutale.
Sul piano onirico fiabesco la ragazzina, Ofelia, compie un viaggio d'iniziazione grazie ad un aiutante magico, il fauno da cui il titolo,deve affrontare dei tipi che assomigliano singolarmente a qualcuno di reale.
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io adoro i film horror perchè so che sono frutto della fantasia degli autori compresi quelli più splatter ed efferati, questo non lo è o meglio non solo.
La storia si svolge su due piani paralleli, entrambi terrificanti, ma almeno quello basato sulla fantasia ha un finale di speranza;nessuna speranza,invece per la spagna dominata da Franco.
Che cosa può fare una ragazzina orfana di padre la cui madre si risposa con un capitano dell'esercito dall'indole sadica? Nient'altro che iniziare un viaggio nella sua psiche, un viaggio che è una fiaba di magia,una fiaba nera ricca di simbolismi e richiami brutali ad una realtà ancor più brutale.
Sul piano onirico fiabesco la ragazzina, Ofelia, compie un viaggio d'iniziazione grazie ad un aiutante magico, il fauno da cui il titolo,deve affrontare dei tipi che assomigliano singolarmente a qualcuno di reale.
Sul piano della realtà, per contro, i caratteri possono sembrare un pò stereotipati ma questa è una precisa volontà del regista, il capitano vidal è un concentrato degli orrori della spagna fascista ed è anche lui un simbolo, il simbolo di chi ha distrutto l'innocenza e la speranza.
Alla fine della guerra civile spagnola la repressione e la crudeltà delle ritorsioni è stata indicibile questo film le narra a suo modo, ricordandoci che le nostre mamme mentono: i mostri esistono.
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a.
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lunedì 27 novembre 2006
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un capolavoro
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Non è un fantasy, non è un horror, non è un film politico o storico, né un film sul passaggio dall'infanzia all'età adulta, né un film sul significato dell'esistenza, né un film sul contrasto tra il sogno e la realtà, tra l'orrore del mondo ed il labirinto della psiche, tra chiesa e paganesimo. e' tutto questo ma è anche molto di più, e comunicherà un messaggio diverso a ciascuno di voi. E' un capolavoro del cinema.
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lunedì 27 novembre 2006
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impossibili meraviglie
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Del Toro definisce il fascismo ” una perversione dell’innocenza dell’infanzia” ma Il labirinto del fauno, seconda puntata di una trilogia “spagnola”, contrappone il locus horridus della Storia al paradiso perduto della fanciullezza: la principessa di un regno incantato, dove non esistono dolore e morte, spinta dal desiderio di conoscere gli uomini, evade dal suo mondo e si risveglia nei panni di Ofelia, una bambina sensibile ed infelice, costretta a subire le angherie di un patrigno malvagio e la morte dell’amata e fragile madre. L’eterno conflitto fra bene e male rivive all’interno di un mulino sperduto fra i boschi dove combattono i franchisti e gli ultimi oppositori alla dittatura, però a portare il peso dell’impari lotta sono le gracili spalle dell’adolescente, che, aiutata da allodole-folletto e dalla governante, per ritrovare l’ identità smarrita, deve addentrarsi in un dedalo di rocce e superare tre prove: la tensione provocata dall’incompatibilità fra la dura realtà e la sopravvivenza nell’animo della fanciulla di un universo fantastico ancora intatto è il cuore pulsante della pellicola.
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Del Toro definisce il fascismo ” una perversione dell’innocenza dell’infanzia” ma Il labirinto del fauno, seconda puntata di una trilogia “spagnola”, contrappone il locus horridus della Storia al paradiso perduto della fanciullezza: la principessa di un regno incantato, dove non esistono dolore e morte, spinta dal desiderio di conoscere gli uomini, evade dal suo mondo e si risveglia nei panni di Ofelia, una bambina sensibile ed infelice, costretta a subire le angherie di un patrigno malvagio e la morte dell’amata e fragile madre. L’eterno conflitto fra bene e male rivive all’interno di un mulino sperduto fra i boschi dove combattono i franchisti e gli ultimi oppositori alla dittatura, però a portare il peso dell’impari lotta sono le gracili spalle dell’adolescente, che, aiutata da allodole-folletto e dalla governante, per ritrovare l’ identità smarrita, deve addentrarsi in un dedalo di rocce e superare tre prove: la tensione provocata dall’incompatibilità fra la dura realtà e la sopravvivenza nell’animo della fanciulla di un universo fantastico ancora intatto è il cuore pulsante della pellicola. Dunque il labirinto e la fortezza, l’iniziazione graduale e l’aiutante magico, il perfido nemico, la curiosità fatale, creature fantastiche e libri magici acquistano nel lungometraggio una cupa veridicità dal realizzare un eroico e disperato contrappeso agli orrori senza possibilità di redenzione della Storia, costituita da un perenne avvicendarsi di vincitori e vinti, divisi dalle divise indossate eppure uniti dalla volontà di sopraffazione e dalla vanità arrogante: la vicenda è collocata nel 1944, tuttavia dal contesto vagamente abbozzato delle guerre civili spagnole a emergere è la crudeltà efferata delle torture inflitte ai deboli, soprattutto donne, incarnatasi simbolicamente nel demonico capitano Vidal. Il labirinto del fauno è allora una malinconica rivisitazione in chiave realistica del capolavoro di Lewis Caroll, Alice nel paese delle meraviglie: gli specchi fatati, accessi a un’altra dimensione, sono scomparsi, gli ultimi residui di innocenza hanno la forza di aprire disegnandole sui muri con il gesso porte stregate, destinate a chiudersi per sempre con lo svanire di essa. Il paese delle meraviglie, creato su ispirazione della pittura di Goya e impoverito fascinosamente dalla totale assenza di effetti speciali, viene prima invaso e contaminato e poi ricacciato indietro da quello delle brutture umane: la principessa muore per rinascere Ofelia, Ofelia muore per risorgere Principessa nell’al di là; il viaggio di esplorazione nel dolore non approda a nulla, il superamento dell’ultima prova coincide con l’eroica e generosa rinuncia alla vita. Alla terra restano Auschiwitz, i tanti carnefici e il marchio d’infamia incancellabile su un uomo che per essere tale deve ignorare chi sia stato suo padre. http:/slilluzicando.splinder.com
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alfy1976
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lunedì 27 novembre 2006
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non è un fantasy..
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Come di potrebbe pensare, questo film è tutto furchè un fantasy! Veramente un bel film. Ottima fotografia, regia, sceneggiature e scenografia. Però, crudo, cattivo e crudele. Sconsigliato quindi a persone impressionabili e bambini..
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berti v.
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lunedì 27 novembre 2006
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un film fra la speranza e la disperazione
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Il film è un film crudo e violento, la speranza di redenzione che in teoria dovrebbe essere affidata al mondo di "sotto",il mondo magico,in realtà non esiste.Se è vero in fatti una specie di lieto fine, si avverte che la cosa è troppo breve e troppo scontata.In pratica per tutto il film si aspetta una nuova possibilità, una nuova rinascita ma gli effetti luce,incrudeliscono qualunque atmosfera del film,l'unica cosa che viene raggiunta in pieno è la crudeltà di un regime incarnato bene dal capitano, mostro sadico e per questo fin troppo "umano".
Penso che la criticabi dovrebbe spiegare meglio agli spettatori, la crudezza del film che fin da ultimo nega qualunque speranza .Infatti la bambina che muore, nonostante la flebile chiave di lettura salvifica, non è solo l'innocenza travolta dal male, ma bensì la stessa speranza e così lo spettatore ne è segnato e finisce per ricordare più il sadismo di certe scene che il mondo segreto di sotto.
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Il film è un film crudo e violento, la speranza di redenzione che in teoria dovrebbe essere affidata al mondo di "sotto",il mondo magico,in realtà non esiste.Se è vero in fatti una specie di lieto fine, si avverte che la cosa è troppo breve e troppo scontata.In pratica per tutto il film si aspetta una nuova possibilità, una nuova rinascita ma gli effetti luce,incrudeliscono qualunque atmosfera del film,l'unica cosa che viene raggiunta in pieno è la crudeltà di un regime incarnato bene dal capitano, mostro sadico e per questo fin troppo "umano".
Penso che la criticabi dovrebbe spiegare meglio agli spettatori, la crudezza del film che fin da ultimo nega qualunque speranza .Infatti la bambina che muore, nonostante la flebile chiave di lettura salvifica, non è solo l'innocenza travolta dal male, ma bensì la stessa speranza e così lo spettatore ne è segnato e finisce per ricordare più il sadismo di certe scene che il mondo segreto di sotto.Da vedere con prudenza per palati forti e adeguatamente preparati.
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[+] non hai capito una mazza
(di davide)
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