ramaja
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domenica 1 luglio 2007
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recensione completamente fuori bersaglio!
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Pessima recensione, scritta da chi evidentemente al cinema ci va solo per "staccare il cervello e divertirsi.
Ma il cinema non è (o non dovrebbe essere, suo magrado) limitatio a questo. Il cinema è il teatro dei greci, catartico, da cui si può uscire a pezzi ma con la sensazione di avere "imparato qualcosa".
L'eroe del film può essere anche antieroe, può essere anche un "Don Rodrigo" qualunque, un assassino, un analfabeta, uno che non da molto importanza alla vita altrui.
Questo film non è fatto per fare struggere le fanciulle, di grandi storie d'amore, di frasi epiche e memorabili: è un film di fango, di snague e di polvere, prorpio quelli che indossa Mortensen, non perchè "Fatti per lui" ma perchè l'attore si cala perfettamente nel ruolo di una figura sotricamente verosimile, senza riscatto, senza speranza.
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Pessima recensione, scritta da chi evidentemente al cinema ci va solo per "staccare il cervello e divertirsi.
Ma il cinema non è (o non dovrebbe essere, suo magrado) limitatio a questo. Il cinema è il teatro dei greci, catartico, da cui si può uscire a pezzi ma con la sensazione di avere "imparato qualcosa".
L'eroe del film può essere anche antieroe, può essere anche un "Don Rodrigo" qualunque, un assassino, un analfabeta, uno che non da molto importanza alla vita altrui.
Questo film non è fatto per fare struggere le fanciulle, di grandi storie d'amore, di frasi epiche e memorabili: è un film di fango, di snague e di polvere, prorpio quelli che indossa Mortensen, non perchè "Fatti per lui" ma perchè l'attore si cala perfettamente nel ruolo di una figura sotricamente verosimile, senza riscatto, senza speranza.
Il resto del "Cine-polpettone" è cortituito da una ricostruzione storica certosina dei costumi, delle tattiche del Tercio spagnolo, del rapporto fra nobili e comuni, dei duelli, dei dialoghi fra classi sociali in una spagna che sta andando in pezzi inesorambilmente e che non ha più nulla della passata grandezza se non i ricordi e l'orgoglio, come un nobile decauduto e con le toppe.
Un film crudo, violento e senza filtro, che ci mette di fornte alla REALTA' storica che può non piacere, non divertire, ma che non di meno è esistita.
Il film probailmente NON PIACERA' alla ragazze che sono andate a vederlo con l'idea di sospirare dietro al fuastacchine Aragorn, come ad un qualunque Bloom o Connery, e rimarrano invece con il fiato sospeso e lo stomaco bloccato per due ore e mezzo, senza un lieto fine, come fosse una tragedia di Eschilo o di Sofocle, scritta per colpire duro allo stomaco.
Mi spiace sig,ra Cappi ma lei del film ha capito davvero poco.
Magari I Pirati dei Caraibi le sarebbe piaciuto di più.
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(di patrickbateman47)
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(di marcobezzi)
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lunedì 3 gennaio 2011
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un xvii° secolo spagnolo dai contorni pittorici
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Definitivo.
Molti interrogativi riguardo ai grandi capovolgimeneti della storia trovano inquietante risposta in questa opera cinematografica:le fonti i ,documenti rappresentati , come in un un affresco pittorico, ci danno gli elementi per comprendere la complessa pscologia di un epoca ed i lati oscuri di un mondo che fu .
Le avventure del capitano di ventura Diego Alatriste nascono nella letteratura spagnola grazie alla fervida immaginazionedello scrittore Arturo inerrogativi Pérez Reyert :tale fantasioso scrittore propone scenari di una Spagna del XVII° secolo con i suoi intrighi di palazzo, gli amori, i duelli e le difficoltà di un impero nel difendere i propri confini dai focolai di rivolta come quelle nelle Fiandre .
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Definitivo.
Molti interrogativi riguardo ai grandi capovolgimeneti della storia trovano inquietante risposta in questa opera cinematografica:le fonti i ,documenti rappresentati , come in un un affresco pittorico, ci danno gli elementi per comprendere la complessa pscologia di un epoca ed i lati oscuri di un mondo che fu .
Le avventure del capitano di ventura Diego Alatriste nascono nella letteratura spagnola grazie alla fervida immaginazionedello scrittore Arturo inerrogativi Pérez Reyert :tale fantasioso scrittore propone scenari di una Spagna del XVII° secolo con i suoi intrighi di palazzo, gli amori, i duelli e le difficoltà di un impero nel difendere i propri confini dai focolai di rivolta come quelle nelle Fiandre .
Agustin Diaz Yanes,traendo ispirazione dall’opera letteraria citata autore , realizza ”il destino di un guerriero”e si segnala nel mondo della cinematografia per l‘innata sensibilità estetica nelle riprese , una solida base tecnica ed una maniacale capacità nelle ricostruzioni sceniche; dicono d lui che è uomo amato dai suoi amici per la simpatia e con un sogno giovanile da torero .
Noto delle similitudini fra il film “il destino del guerriero” del regista madrileno Agustin Diaz Yanes “dal titolo originari “Alatriste “ con il film capolavoro del 1977 di Ridley Scott. “the duellist”.
Scrissi in occasione della recensione di “the duellist“caro amico, si apre qui un mondo che fu ma che con queste immagini va in risonanza con noi!”
Appunto la sensazione provata durante la visone di “Alatriste”a noi noto con il titolo “Il destino di un guerriero”, è quello di un “rispecchia “con il capolavoro citato di Ridley Scott.
L’intento principe di entrambi i film è quello di ricostruire e dipingere un documento dell'epoca , fedele ,mirabile,credibile.
Entrambi i film sono dipinti di un epoca passata , accurati , sentiti, pittorici,estetici, con un contenuto rappresentativo di un sentimento comune dominante nella psiche di chi è duellante o guerriero; sono un affresco meritevole che non può lasciare indifferenti” introducendoci , con dovizia di particolari nel mondo rappresentato, rendendoci partecipi e presenti nel contesto storico osservato.
Chiaramente Agustin Diaz Yanes non è Ridley Scott ma sarebbe offensivo e poco corretto negare al film la dignità di pellicola Cult di alta qualità .
Se vogliamo sottrarre qualcosa al film “Alatrisete” potremmo a discapito solo dire quanto segue: l’intreccio amoroso è forse un poco ingombrante ed interrompe in qualche misura la fluidità della trama .
Auguro a questo film il destino che toccò a The duellist !!!
" The Duellist" , prima opera splendida di Ridley Scott , del 1977 ,capolavoro indiscusso sulle schermaglie cavalleresche, ebbe un percorso cinematografico brevissimo e solo nel tempo conquistò la dignità di film cult indiscusso.
Tratto di una storia vera,è la trasposizione cinematografica di un duello, senza fine ,fra due tenenti dell 'esercito napoleonico che ,per futili motivi ,si scontrano in duello sino al momento cavalleresco principe: chiedere ed ottenere soddisfazione.
I due registi li vedo in un percorso ideale comune , entrambi, ricostruiscono ambienti fra il XVII° e il XVIII° secolo con sapienza ,meticolosità, con ambientazioni di un senso estetico impareggiabile ; rappresentano entrambi efficacemente , nelle campagne di Europa di quei tempi, il pensiero, la vita ,i sogni dell' uomo di sempre ,permanentemente in difficoltà sia per le continue guerre, per i problemi di pestilenze,di povertà diffusa.
Un obiettivo è orientato in una Spagna proiettata nelle Fiandre ; l’altro obiettivo nelle campagne francesi. Prima e dopo Napoleone Bonaparte
E si colgono anche le sfumature di popoli diversi che hanno dominato e nel contempo dovuto sopportare anche l’umiliazione della sconfitta
Rimangono dei due film anche i particolari, si i particolari, magistralmente colti dalla cinepresa attenta ;gli attimi di pausa e di pace profonda di banchetti, i sentimenti, l' amore che ,in una sorta valzer, si alternano ai violenti tenzoni;i volti austeri di questi combattenti strenui, il loro piglio ,il loro buffo sentire,le divise impeccabili, il sangue che sgorga, l'azione del duello , la natura che osserva impotente questo uomo primitivo ,conflittuale ,cultore dell'ego..
Il protagonista assoluto di questi lavori sul dramma della guerra ,sul conflitto permanete fra gli umani è la cinepresa che nulla perde e ci fa riassaporare il sentire di tempi che furono .
weach illuminati
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[+] attenzione alla battitura del testo!
(di nadia)
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giovedì 30 dicembre 2010
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sentimenti che altrimenti non potremmo capire
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lettura gradita
Agustin Diaz Yanes è regista di scuola cinematografica spagnola , amato dai suoi amici per la l’innata simpatia, aveva come sogno da ragazzino quello di fare il torero ,ma il suo destino è stato ,a quanto pare ,quello di regista cinematografico.
Si distingue dai suoi colleghi per un innata sensibilità per l’estetica della ripresa ed per il piglio tecnico e meticoloso …. e questo si vede chiaramente!!!!
Vedo delle similitudini fra il film “il destino del guerriero di Del regista madrileno Agustin Diaz Yanes “dal titolo originari “Alatriste “ con il film capolavoro del 1977 di Ridley Scott.
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lettura gradita
Agustin Diaz Yanes è regista di scuola cinematografica spagnola , amato dai suoi amici per la l’innata simpatia, aveva come sogno da ragazzino quello di fare il torero ,ma il suo destino è stato ,a quanto pare ,quello di regista cinematografico.
Si distingue dai suoi colleghi per un innata sensibilità per l’estetica della ripresa ed per il piglio tecnico e meticoloso …. e questo si vede chiaramente!!!!
Vedo delle similitudini fra il film “il destino del guerriero di Del regista madrileno Agustin Diaz Yanes “dal titolo originari “Alatriste “ con il film capolavoro del 1977 di Ridley Scott. “the duellist” Scrissi in occasione della recensione e di “the duellist“Caro amico, si apre qui un mondo che fu ma che con queste immagini va in risonanza con noi!”
Appunto la sensazione provata durante la visone di “Alatriste”a noi noto con il titolo “Il destino di un guerriero”, è quellodi un “rispecchia “con il capolavoro citato di Ridley Scott.
L’intento principe di entrambi i film è quello di ricostruire e dipingere un documento dell'epoca , fedele ,mirabile,credibile.
Entrambi i film sono dipinti di un epoca passata , accurati , sentiti, pittorici,estetici, con un contenuto rappresentativo di un sentimento comune dominante nella psiche di chi è duellante o guerriero; sono un affresco meritevole che non può lasciare indifferenti” introducendoci , con dovizia di particolari nel mondo rappresentato, rendendoci partecipi e presenti nel contesto storico osservato.
Chiaramente Agustin Diaz Yanes non è Ridley Scott ma sarebbe offensivo e poco corretto negare al film la dignità di pellicola Cult di alta qualità .
Se vogliamo sottrarre qualcosa al film “Alatrisete” potremmo a discapito solo dire quanto segue: l’intreccio amoroso è forse un poco ingombrante ed interrompe in qualche misura la fluidità della trama .
Auguro a questo film il destino che toccò a The duellist !!!
" The Duellist" , prima opera splendida di Ridley Scott , del 1977 ,capolavoro indiscusso sulle schermaglie cavalleresche, ebbe un percorso cinematografico brevissimo e solo nel tempo conquistò la dignità di film cult indiscusso.
Tratto di una storia vera,è la trasposizione cinematografica di un duello, senza fine ,fra due tenenti dell 'esercito napoleonico che ,per futili motivi ,si scontrano in duello sino al momento cavalleresco principe: chiedere ed ottenere soddisfazione.
I due registi li vedo in un percorso ideale comune , entrambi, ricostruiscono ambienti fra il XVII° e il XVIII° secolo con sapienza ,meticolosità, con ambientazioni di un senso estetico impareggiabile ; rappresentano entrambi efficacemente , nelle campagne di Europa di quei tempi, il pensiero, la vita ,i sogni dell' uomo di sempre ,permanentemente in difficoltà sia per le continue guerre, per i problemi di pestilenze,di povertà diffusa.
Un obiettivo è orientato in una Spagna proiettata nelle Fiandre ; l’altro obiettivo nelle campagne francesi. Prima e dopo Napoleone Bonaparte
E si colgono anche le sfumature di popoli diversi che hanno dominato e nel contempo dovuto sopportare anche l’umiliazione della sconfitta
Rimangono dei due film anche i particolari, si i particolari, magistralmente colti dalla cinepresa attenta ;gli attimi di pausa e di pace profonda di banchetti, i sentimenti, l' amore che ,in una sorta valzer, si alternano ai violenti tenzoni;i volti austeri di questi combattenti strenui, il loro piglio ,il loro buffo sentire,le divise impeccabili, il sangue che sgorga, l'azione del duello , la natura che osserva impotente questo uomo primitivo ,conflittuale ,cultore dell'ego..
Il protagonista assoluto di questi lavori sul dramma della guerra ,sul conflitto permanete fra gli umani è la cinepresa che nulla perde e ci fa riassaporare il sentire di tempi che furono .
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lunedì 3 gennaio 2011
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un xvii° secolo spagnolo dai contorni pittorici
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L'inqusizione spagnola ,secondo molti storici, istituita con il fine di indebolire le opposizioni interne del popolo ebraico, delle lobyes bancarie ebraiche e del mondo islamico"è la rete entro qui si muove la trama del film "Molti interrogativi riguardo ai grandi capovolgimenti della storia trovano inquietante risposta in questa opera cinematografica:le fonti attendibili , i documenti rappresentati , come in un un affresco pittorico, ci danno gli elementi per comprendere la complessa pscologia di un epoca ed i lati oscuri di un mondo che fu .
Le avventure del capitano di ventura Diego Alatriste nascono nella letteratura spagnola grazie alla fervida immaginazionedello scrittore Arturo Pérez Reyert :tale fantasioso scrittore propone scenari di una Spagna del XVII° secolo con i suoi intrighi di palazzo, gli amori, i duelli e le difficoltà di un impero nel difendere i propri confini dai focolai di rivolta come quelle nelle Fiandre .
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L'inqusizione spagnola ,secondo molti storici, istituita con il fine di indebolire le opposizioni interne del popolo ebraico, delle lobyes bancarie ebraiche e del mondo islamico"è la rete entro qui si muove la trama del film "Molti interrogativi riguardo ai grandi capovolgimenti della storia trovano inquietante risposta in questa opera cinematografica:le fonti attendibili , i documenti rappresentati , come in un un affresco pittorico, ci danno gli elementi per comprendere la complessa pscologia di un epoca ed i lati oscuri di un mondo che fu .
Le avventure del capitano di ventura Diego Alatriste nascono nella letteratura spagnola grazie alla fervida immaginazionedello scrittore Arturo Pérez Reyert :tale fantasioso scrittore propone scenari di una Spagna del XVII° secolo con i suoi intrighi di palazzo, gli amori, i duelli e le difficoltà di un impero nel difendere i propri confini dai focolai di rivolta come quelle nelle Fiandre .
Agustin Diaz Yanes,traendo ispirazione dall’opera letteraria citata autore , realizza ”il destino di un guerriero”e si segnala nel mondo della cinematografia per l‘innata sensibilità estetica nelle riprese , una solida base tecnica ed una maniacale capacità nelle ricostruzioni sceniche; dicono d lui che è uomo amato dai suoi amici per la simpatia e con un sogno giovanile da torero .
Noto delle similitudini fra il film “il destino del guerriero” del regista madrileno Agustin Diaz Yanes “dal titolo originari “Alatriste “ con il film capolavoro del 1977 di Ridley Scott. “the duellist”.
Scrissi in occasione della recensione di “the duellist“caro amico, si apre qui un mondo che fu ma che con queste immagini va in risonanza con noi!”
Appunto la sensazione provata durante la visone di “Alatriste”a noi noto con il titolo “Il destino di un guerriero”, è quello di un “rispecchia “con il capolavoro citato di Ridley Scott.
L’intento principe di entrambi i film è quello di ricostruire e dipingere un documento dell'epoca , fedele ,mirabile,credibile.
Entrambi i film sono dipinti di un epoca passata , accurati , sentiti, pittorici,estetici, con un contenuto rappresentativo di un sentimento comune dominante nella psiche di chi è duellante o guerriero; sono un affresco meritevole che non può lasciare indifferenti” introducendoci , con dovizia di particolari nel mondo rappresentato, rendendoci partecipi e presenti nel contesto storico osservato.
Chiaramente Agustin Diaz Yanes non è Ridley Scott ma sarebbe offensivo e poco corretto negare al film la dignità di pellicola Cult di alta qualità .
Se vogliamo sottrarre qualcosa al film “Alatrisete” potremmo a discapito solo dire quanto segue: l’intreccio amoroso è forse un poco ingombrante ed interrompe in qualche misura la fluidità della trama .
Auguro a questo film il destino che toccò a The duellist !!!
" The Duellist" , prima opera splendida di Ridley Scott , del 1977 ,capolavoro indiscusso sulle schermaglie cavalleresche, ebbe un percorso cinematografico brevissimo e solo nel tempo conquistò la dignità di film cult indiscusso.
Tratto di una storia vera,è la trasposizione cinematografica di un duello, senza fine ,fra due tenenti dell 'esercito napoleonico che ,per futili motivi ,si scontrano in duello sino al momento cavalleresco principe: chiedere ed ottenere soddisfazione.
I due registi li vedo in un percorso ideale comune , entrambi, ricostruiscono ambienti fra il XVII° e il XVIII° secolo con sapienza ,meticolosità, con ambientazioni di un senso estetico impareggiabile ; rappresentano entrambi efficacemente , nelle campagne di Europa di quei tempi, il pensiero, la vita ,i sogni dell' uomo di sempre ,permanentemente in difficoltà sia per le continue guerre, per i problemi di pestilenze,di povertà diffusa.
Un obiettivo è orientato in una Spagna proiettata nelle Fiandre ; l’altro obiettivo nelle campagne francesi. Prima e dopo Napoleone Bonaparte
E si colgono anche le sfumature di popoli diversi che hanno dominato e nel contempo dovuto sopportare anche l’umiliazione della sconfitta
Rimangono dei due film anche i particolari, si i particolari, magistralmente colti dalla cinepresa attenta ;gli attimi di pausa e di pace profonda di banchetti, i sentimenti, l' amore che ,in una sorta valzer, si alternano ai violenti tenzoni;i volti austeri di questi combattenti strenui, il loro piglio ,il loro buffo sentire,le divise impeccabili, il sangue che sgorga, l'azione del duello , la natura che osserva impotente questo uomo primitivo ,conflittuale ,cultore dell'ego..
Il protagonista assoluto di questi lavori sul dramma della guerra ,sul conflitto permanete fra gli umani è la cinepresa che nulla perde e ci fa riassaporare il sentire di tempi che furono .
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lunedì 27 dicembre 2010
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sentimenti che altrimenti non potremmo capire
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lettura gradita.
Vedo delle similitudini fra il film “il destino di un guerriero" del regista madrileno Agustin Diaz Yanes “dal titolo originari “Alatriste “ ed il film capolavoro del 1977 di Ridley Scott. “the duellist” Scrissi in occasione della recensione e di “the duellist“Caro amico, si apre qui un mondo che fu ma che con queste immagini va in risonanza con noi!”
Appunto la sensazione provata durante la visone di “Alatriste”a noi noto con il titolo “Il destino di un guerriero”si “rispecchia “con il capolavoro citato di Ridley Scott.
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lettura gradita.
Vedo delle similitudini fra il film “il destino di un guerriero" del regista madrileno Agustin Diaz Yanes “dal titolo originari “Alatriste “ ed il film capolavoro del 1977 di Ridley Scott. “the duellist” Scrissi in occasione della recensione e di “the duellist“Caro amico, si apre qui un mondo che fu ma che con queste immagini va in risonanza con noi!”
Appunto la sensazione provata durante la visone di “Alatriste”a noi noto con il titolo “Il destino di un guerriero”si “rispecchia “con il capolavoro citato di Ridley Scott.
L’intento principe di entrambi i film è quello di ricostruire e dipingere un documento dell'epoca , fedele ,mirabile,credibile.
Entrambi i film sono dipinti di un epoca passata , accurati , sentiti, pittorici,estetici, con un contenuto rappresentativo di un sentimento comune dominante nella psiche di chi è duellante o guerriero; sono un affresco meritevole che non può lasciare indifferenti” introducendoci , con dovizia di particolari nel mondo rappresentato, rendendoci partecipi e presenti nel contesto storico osservato.
Chiaramente Agustin Diaz Yanes non è Ridley Scott ma sarebbe offensivo e poco corretto negare al film la dignità di pellicola Cult di alta qualità .
Se vogliamo sottrarre qualcosa al film “Alatrisete” potremmo a discapito solo dire quanto segue: l’intreccio amoroso è forse un poco ingombrante ed interrompe in qualche misura la fluidità della trama .
Auguro a questo film il destino che toccò a The duellist !!!
" The Duellist" , prima opera splendida di Ridley Scott , del 1977 ,capolavoro indiscusso sulle schermaglie cavalleresche, ebbe un percorso cinematografico brevissimo e solo nel tempo conquistò la dignità di film cult indiscusso.
Tratto di una storia vera,è la trasposizione cinematografica di un duello, senza fine ,fra due tenenti dell 'esercito napoleonico che ,per futili motivi ,si scontrano in duello sino al momento cavalleresco principe: chiedere ed ottenere soddisfazione.
I due registi li vedo in un percorso ideale comune , entrambi, ricostruiscono ambienti fra il XVII° e il XVIII° secolo con sapienza ,meticolosità, con ambientazioni di un senso estetico impareggiabile ; rappresentano entrambi efficacemente , nelle campagne di Europa di quei tempi, il pensiero, la vita ,i sogni dell' uomo di sempre ,permanentemente in difficoltà sia per le continue guerre, per i problemi di pestilenze,di povertà diffusa.
Un obiettivo è orientato in una Spagna proiettata nelle Fiandre ; l’altro obiettivo nelle campagne francesi prima e dopo Napoleone Bonaparte
E si colgono anche le sfumature di popoli diversi che hanno dominato e nel contempo dovuto sopportare anche l’umiliazione della sconfitta.
Rimangono dei due film anche i particolari, si i particolari, magistralmente colti dalla cinepresa attenta ;gli attimi di pausa e di pace profonda di banchetti, i sentimenti, l' amore che ,in una sorta valzer, si alternano ai violenti tenzoni;i volti austeri di questi combattenti strenui, il loro piglio ,il loro buffo sentire,le divise impeccabili, il sangue che sgorga, l'azione del duello , la natura che osserva impotente questo uomo primitivo ,conflittuale ,cultore dell'ego..
Il protagonista assoluto di questi lavori sul dramma della guerra ,sul conflitto permanete fra gli umani è la cinepresa che nulla perde e ci fa riassaporare il sentire di tempi che furono .
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fierror
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domenica 4 marzo 2012
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ottimo
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Veramente avvincente e raramente lo dico,costumi e sceneggiature OTTIMI,nonostante la durata del film mai mi sono annoiato.
Le vicende sono complesse piene di intrallazzi e tradimenti,sage guerresche e amorose tutto condito con c'è veramente tutto in questo film lo consiglio vivamente.
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dante
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martedì 4 marzo 2008
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tagli e ritagli
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A me il film è piaciuto, nonostante tutto.
Luci alla Velasquez, ricostruzione meticolosa, costumi magnifici, il tempo di Alatriste evocato in maniera molto efficace.
Inquadrato nella cornice storica risulta più interessante e scorrevole.
Non vi sono effetti speciali? Niente utilizzo del computer? Niente vista dall'alto di Madrid ( a che serve, poi??
La figura di Malatesta "scialba"? E quando mai...Malatesta è un Siciliano, signori, un siciliano ed è interpretato come sarebbe potuto senz'altro essere un cittadino del Regno Delle Due sicilie,
avrebbe forse dovuto essere D'Artagnan ( non so se ho scritto bene il nome )? Cosa sarebbe dovuto essere, se lo avessite incontrato alla Vucciria? Il personaggio mi piace perchè è se stesso.
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A me il film è piaciuto, nonostante tutto.
Luci alla Velasquez, ricostruzione meticolosa, costumi magnifici, il tempo di Alatriste evocato in maniera molto efficace.
Inquadrato nella cornice storica risulta più interessante e scorrevole.
Non vi sono effetti speciali? Niente utilizzo del computer? Niente vista dall'alto di Madrid ( a che serve, poi??
La figura di Malatesta "scialba"? E quando mai...Malatesta è un Siciliano, signori, un siciliano ed è interpretato come sarebbe potuto senz'altro essere un cittadino del Regno Delle Due sicilie,
avrebbe forse dovuto essere D'Artagnan ( non so se ho scritto bene il nome )? Cosa sarebbe dovuto essere, se lo avessite incontrato alla Vucciria? Il personaggio mi piace perchè è se stesso.
Mi piacerebbe sapere quanti e quali tagli ha subito la pellicola a pregiudicare la scorrevolezza del film."C'era una volta in America" fu tagliato per farlo entrare nelle circa due ore canoniche, col risultato che non si capiva niente: fu un flop.
Senza tagli è il capolavoro indiscusso che conosciamo.
"Alatriste" è il vero titolo del film....."il Destino di un guerriero" insieme ai trailer con i quali è stato presentato induce ad aspettarsi un film come "Trecento",tanto per fare un esempio,quindi molte persone ne sono rimaste comprensibilmente deluse, il crudo realismo di "Alatriste" non va oltre il necessario.Può una lama produrre scintille strofinata contro un muro? L'acciaio di Toledo fa questo ed altro, mentre tutti i colpi sparati (con armi che non esauriscono mai le munizioni) come si vede in certe pellicole molto apprezzate non producono gli enormi scintillamenti che tanto avvincono.Gli amanti dell'azione sappiano che pare che per la scene di scherma siano state usate armi vere (tranne che per le uccisioni, ovviamente), quindi un qualche merito al bistrattato Loverso dobbiamo concederglielo.
In conclusione: un buon film da rivalutare , di sicuro non da buttare via tout-court.
Salutoni
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lucamarini
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lunedì 25 giugno 2007
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si poteva fare di molto meglio...
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Diciamolo subito. Il film è una delusione. Il regista ha voluto strafare trasportando tutti (?) insieme i romanzi della serie di Alatriste sullo schermo in un unica pellicola, mentre avrebbe benissimo potuto tirarne fuori un film da ciascuno. Così, questo enorme riassunto, ha appunto le caratteristiche di un riassunto con storielle ridotte a fattarelli slegati tra di loro e i personaggi appena abbozzati.
Nessuno spazio alla interpretazione degli attori, per i quali non è possibile dare un voto.
La fotografia è pretenziosa e tende a riprodurre i quadri del '600 spagnolo, primo tra tutti il Velazquez, ma l'effetto non riesce comunque ad essere suggesivo.
Belli i costumi.
Abbozzo di kolossal per la battaglia finale, ma l'aver ignorato l'utilizzo dal computer (ma perchè, poi?) ha ridotto una delle più grandi battaglie della Guerra dei Trent'anni ad una scaramuccia tra quattro gatti.
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Diciamolo subito. Il film è una delusione. Il regista ha voluto strafare trasportando tutti (?) insieme i romanzi della serie di Alatriste sullo schermo in un unica pellicola, mentre avrebbe benissimo potuto tirarne fuori un film da ciascuno. Così, questo enorme riassunto, ha appunto le caratteristiche di un riassunto con storielle ridotte a fattarelli slegati tra di loro e i personaggi appena abbozzati.
Nessuno spazio alla interpretazione degli attori, per i quali non è possibile dare un voto.
La fotografia è pretenziosa e tende a riprodurre i quadri del '600 spagnolo, primo tra tutti il Velazquez, ma l'effetto non riesce comunque ad essere suggesivo.
Belli i costumi.
Abbozzo di kolossal per la battaglia finale, ma l'aver ignorato l'utilizzo dal computer (ma perchè, poi?) ha ridotto una delle più grandi battaglie della Guerra dei Trent'anni ad una scaramuccia tra quattro gatti.
Peccato: un'occasione sprecata...
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(di la parda flora)
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tancredi pascucci
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domenica 24 giugno 2007
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l'uomo giusto al momento sbagliato.
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Il film, indubbiamente melodrammatico, è comunque un'ottima ricostruzione dell'epoca. Eccellenti le scene di combattimento, l'assedio e la battaglia finale. Il film descrive le sfortunate peripezie del Capitano Diego Alatriste, soldato e mercenario spagnolo, tornato dalle Fiandre con la promessa di proteggere il figlio di un commilitone morto. E' un uomo coraggioso, determinato e onorevole. Un uomo che non si adatta bene all'epoca decadente e corrotta che sta attraversando l'impero spagnolo. Sa destreggiarsi con la spada e nel mezzo di una battaglia, ma non con gli intrighi di corte, all'interno dei quali si ritrova inevitabilmente coinvolto. Il suo senso dell'onore lo spinge spesso in atti che vanno contro i suoi stessi interessi, è un personaggio scomodo nella corte, viene rimandato nell'inferno delle Fiandre, ma riesce a sopravvivervi per l'ennesima volta e a ritornare in Spagna.
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Il film, indubbiamente melodrammatico, è comunque un'ottima ricostruzione dell'epoca. Eccellenti le scene di combattimento, l'assedio e la battaglia finale. Il film descrive le sfortunate peripezie del Capitano Diego Alatriste, soldato e mercenario spagnolo, tornato dalle Fiandre con la promessa di proteggere il figlio di un commilitone morto. E' un uomo coraggioso, determinato e onorevole. Un uomo che non si adatta bene all'epoca decadente e corrotta che sta attraversando l'impero spagnolo. Sa destreggiarsi con la spada e nel mezzo di una battaglia, ma non con gli intrighi di corte, all'interno dei quali si ritrova inevitabilmente coinvolto. Il suo senso dell'onore lo spinge spesso in atti che vanno contro i suoi stessi interessi, è un personaggio scomodo nella corte, viene rimandato nell'inferno delle Fiandre, ma riesce a sopravvivervi per l'ennesima volta e a ritornare in Spagna. Il dramma di un uomo che, nonostante le sue qualità, non può sfuggire a una triste fine quando la storia esige la fine di un'era. Un film dalle tinte forti e dal tono spesso tragico, con dei personaggi ben caratterizzati e intriganti oltre al protagonista. Unica, per l'appunto tragica eccezione, è la presenza di Enrico Lo Verso, che ha saputo rovinare un ruolo vitale all'interno del film quale quello di antagonista.
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sergente hartman
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venerdì 7 dicembre 2007
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noi poveri diavoli ci dobbiamo uccidere a vicenda
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decisamente incentrato sul personaggio di viggo mortensen ,che calza a pennello lo spadaccino e il soldato fedele non tanto al proprio re o alla propria patria,ma quanto al suo onore e ai suoi amici o parenti piu cari.il regista anche se non crea un film con battaglie epiche o eroi che spesso il cinema ci ha menzionato,ci dà al contrario un idea di onore e valore che avevano questi fieri spadaccini che vissero in una spagna in declino.nobili di animo e sentimenti anche se si ucciderebbero a vicenda .è il caso di guglielmo malatesta e alatriste ,che pur conoscendoci da una vita e essendo rimasti l'uno il nemico dell'altro provavano un rispetto reciproco ,ammirandosi entrambi nel personaggio dell'altro.
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decisamente incentrato sul personaggio di viggo mortensen ,che calza a pennello lo spadaccino e il soldato fedele non tanto al proprio re o alla propria patria,ma quanto al suo onore e ai suoi amici o parenti piu cari.il regista anche se non crea un film con battaglie epiche o eroi che spesso il cinema ci ha menzionato,ci dà al contrario un idea di onore e valore che avevano questi fieri spadaccini che vissero in una spagna in declino.nobili di animo e sentimenti anche se si ucciderebbero a vicenda .è il caso di guglielmo malatesta e alatriste ,che pur conoscendoci da una vita e essendo rimasti l'uno il nemico dell'altro provavano un rispetto reciproco ,ammirandosi entrambi nel personaggio dell'altro.infatti si scontreranno inevitabilmente ,dato che ognuno di loro doveva far vedere all'avversario chi fosse il numero uno.molti lo hanno criticato definendola troppo lento e serio.invece dovremmo riuscire meglio a capire le intenzioni del regista facendoci calare nel 600' negli animi di questi spadaccini :che non sono persone ammazza -tutti come spesso ci ha abituato il cinema odierno.al contrario si basano piu sulla retorica e sui film cappa e spada che eravamo abituati a guardare trenta anni fa
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