V per vendetta |
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Un film di James McTeigue.
Con Hugo Weaving, Natalie Portman, Stephen Fry, Stephen Rea, John Hurt.
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Titolo originale V for Vendetta.
Fantascienza,
durata 120 min.
- USA, Germania 2005.
uscita venerdì 17 marzo 2006.
MYMONETRO
V per vendetta ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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L''impresa straordinaria d''un eroe senza retorica.
di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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venerdì 30 ottobre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
V PER VENDETTA (USA/UK/GERM, 2005) diretto da JAMES MCTEIGUE. Interpretato da HUGO WEAVING, NATALIE PORTMAN, STEPHEN REA, STEPHEN FRY, JOHN HURT, TIM PIGOTT-SMITH, RUPERT GRAVES, ROGER ALLAM, BEN MILES, SINéAD CUSACK, NATASHA WIGHTMAN, EDDIE MARSAN ● Il costo di questo colosso di fantapolitica ammontò a 50 milioni, investiti interamente da Joel Silver (Matrix) per la Warner, ma le sue autentiche autrici sono le sorelle Wachowski, a loro volta registe di Matrix, che lo co-produssero e sceneggiarono dal romanzo a fumetti di Alan Moore e David Lloyd, affidando il compito di dirigerlo all’ex aiuto regista J. McTeigue. L’Inghilterra del 2020 è governata da un regime totalitario di composizione clericale, fascistoide e tecnocratica che fa riferimento a un Supercancelliere padrone assoluto e incontrastato dei mass media, di cui detiene il possesso per disinformare il popolo britannico e ottenerne la cieca obbedienza. Come in ogni dittatura che si rispetti, finiscono in carcere, seviziati e spesso anche uccisi, omosessuali, islamici e oppositori politici. Ma c’è un combattente deciso a porre fine a tutto questo, un giustiziere mascherato la cui identità è ignota a chiunque, che si fa chiamare V: questo individuo dinamitardo, rivoluzionario, virtuoso della spada e imbattibile esperto di arti marziali, è una silloge ideale fra Robin Hood, Zorro e Fantasma dell’Opera. Quando salva la giovane impiegata Evey da un manipolo di "castigatori" (criminali che agiscono per conto del regime arrestando e punendo chiunque circoli all’esterno dopo il coprifuoco), V la prende sotto la propria ala protettrice, la ama e le dà un motivo per credere che desiderare un mondo migliore, dove ciascuna libertà venga pienamente garantita e rispettata, è possibile, ed è anche possibile ottenerlo attraverso una strenua lotta. Per contrastare il giustiziere in maschera vengono mobilitate tutte le unità di polizia del governo, le quali pongono posti di blocco ovunque, ma V riuscirà nel suo intento (a costo della vita) e farà di Evey la sua erede universale. La componente ideologica non va presa troppo sul serio, ma siccome preleva fonti indirette britanniche sia letterarie (Il mondo nuovo di Huxley, 1984 di Orwell) che musicali (Sex Pistols), non è nemmeno da prendere sottogamba. Sul piano narrativo la struttura è compatta, anche se leggermente labirintica, ma nel complesso il funzionamento è garantito dalla resa degli attori che si muovono in uno spazio il cui principale e più efficace punto di forza è la stravagante mutevolezza, responsabile del fallimento di coloro che intendono mantenere al potere la dittatura del Cancelliere (un J. Hurt sopra le righe che avrebbe potuto fare di meglio). Di tutto rispetto i contributi tecnici, dagli effetti speciali alle scene, dalla colonna sonora ai costumi, senza dimenticare l’ottima fotografia. La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di Guy Fawkes (1570-1606), che avrebbe dovuto attuare la cosiddetta Gunpowder Plot (Congiura delle polveri) il 5 novembre 1605, organizzata da un gruppo di altolocati cattolici allo scopo di far esplodere la sede del Parlamento, detronizzare re Giacomo I Stuart e scatenare una rivolta popolare. Più quieto nei passaggi dove i due protagonisti dialogano e si confrontano (anche sulle rispettive posizioni morali ed etiche), fa del suo meglio per accumulare e introiettare la tensione nelle ben calcolate sequenze d’azione, sortendo un risultato assai dignitoso. La scena finale, con gli insorti che convergono verso il centro di Londra a migliaia mentre nel cielo notturno avvampa il simbolo di V prima dell’esplosione conclusiva, è da antologia. H. Weaving offre una performance in cui ci permette di analizzare da vicino le sue doti teatrali di affabulatore, come del resto richiede la recitazione del suo carattere, mentre N. Portman è definitivamente consacrata, con quest’opera, nell’albo delle più duttili attrici della sua generazione. A doppiarli da noi sono rispettivamente Gabriele Lavia e Connie Bismuto.
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