nino raffa
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venerdì 27 novembre 2020
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i gemelli scott alle crociate
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Ridley Scott non delude le attese di spettacolarità. Alcuni ingredienti del successo – battaglie, medioevo, cavalleria, sacro, oriente... – sono intriseci al soggetto; la prevedibile aggiunta di una storia d’amore, con un idolo femminile per protagonista (Orlando Bloom: l’elfo Legolas del Signore degli Anelli) fa il resto.
Poi ci sarebbe la Storia, ma siamo sicuri sia così importante?
Qualcosa comunque bisogna dirla, e così i rapporti tra cristianità e islam incagliati da più di un millennio, vengono liquidati alla svelta distribuendo ai cattivi la tunica dei Templari. Filippo il Bello avrebbe applaudito, e gli stessi integralisti islamici finalmente approveranno un prodotto del diabolico Occidente, che senza scoraggiare il nostro pubblico – ormai insensibile a queste decrepite diatribe – farà felici i botteghini dal Marocco all’Indonesia.
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Ridley Scott non delude le attese di spettacolarità. Alcuni ingredienti del successo – battaglie, medioevo, cavalleria, sacro, oriente... – sono intriseci al soggetto; la prevedibile aggiunta di una storia d’amore, con un idolo femminile per protagonista (Orlando Bloom: l’elfo Legolas del Signore degli Anelli) fa il resto.
Poi ci sarebbe la Storia, ma siamo sicuri sia così importante?
Qualcosa comunque bisogna dirla, e così i rapporti tra cristianità e islam incagliati da più di un millennio, vengono liquidati alla svelta distribuendo ai cattivi la tunica dei Templari. Filippo il Bello avrebbe applaudito, e gli stessi integralisti islamici finalmente approveranno un prodotto del diabolico Occidente, che senza scoraggiare il nostro pubblico – ormai insensibile a queste decrepite diatribe – farà felici i botteghini dal Marocco all’Indonesia.
Altri dettagli strani, qualche confusione tra i vari ordini cavallereschi o nelle biografie dei personaggi storici, scorrono innocui in due ore abbondanti di spettacolo. Cinquanta cavalier che in puro argento spiegan la trionfal purpurea croce… recitava la Gerusalemme Liberata volando già di fantasia molto prima di Hollywood.
Trama non troppo originale che lo Scott (Ridley) contemporaneo attinge dall’omonimo Scott (Walter), padre ottocentesco del romanzo storico. Anche nel “Riccardo Cuor di Leone” abbiamo un re buono e malato (Baldovino IV nel film, Riccardo d’Inghilterra nel libro), due incalliti guerrafondai predoni di carovane (il solito Gran Maestro templare, spalleggiato dall’ambizioso barone di turno), il bel cavaliere mezzo spiantato che ama una parente del re. In ambedue, l’insospettata star è Saladino: liquida personalmente il suddetto bieco Gran Maestro, tiene alla salute dei Re cristiani e ha cura dei crocifissi (solo nel film, e su questo Al-Qaeda avrà giustamente a lamentarsi). Non manca l’emiro travestito da servo che prima è graziato in combattimento dal bel Baliano/Bloom e poi lo ricambia (nel romanzo, alla fine, risulterà essere Saladino stesso).
I gemelli Scott insomma giocano volentieri con la Storia. Ma se la leggerezza di Walter tutto sommato è giustificata dall’unica civiltà (la nostra) percepita nel suo secolo, a Riley non guasterebbe più accortezza, in un tempo dalle molte civiltà, che quasi mai si comprendono. Il giovane Scott addirittura finisce col prendersi troppo sul serio, scomodando concetti importanti, dei quali peraltro le sue fantasie epiche avrebbero potuto benissimo fare a meno.
“Non m’interessa il Santo Sepolcro, m’interessa la salvezza della gente“ dice Baliano al (non troppo) nemico Saladino, sotto le pericolanti mura di Gerusalemme. E da un vero cavaliere medievale la battuta suona parecchio stonata. A parte quelli – erano tanti – arrivati in Terra Santa per interesse, che non si curavano comunque della gente, i crociati credevano veramente in Gesù Cristo: seppellito nel Santo Sepolcro, e da lì risorto il terzo giorno per la salvezza dell’umanità intera. Per quanto a noi sembri incredibile, la Tomba di Cristo – pegno della salute eterna – era il baricentro del mondo; e così veniva rappresentata Gerusalemme nelle cosmografie del tempo. In realtà, nel XII secolo il Santo Sepolcro interessava quasi tutti: religiosi e laici, cavalieri, pellegrini, donne e uomini, mussulmani compresi.
Accettiamo l’ex fabbro Baliano amante di regine e difensore di Città Sante, convince meno l’anacronismo di farne un illuminista: un passo ancora e siamo alla religione oppio dei popoli. Scott (minor) s’è difeso sottolineando il messaggio di tolleranza del suo film. Encomiabile proposito cui non giovano però le ricostruzioni storiche a simpatia: forse le ragioni della tolleranza guadagnerebbero di più dalla corretta rappresentazione di pregi e difetti che ogni civiltà ha portato dentro la Storia.
Al contrario che nel film, i pacifisti del tempo – ma diremmo meglio gli operatori di pace – furono grandi testimoni della religione. Qualche decennio dopo, Francesco d’Assisi sbarcò a Damietta predicando la riconciliazione tra cristiani e mussulmani. La guerra continuò, ma il Poverello seppe conquistarsi l’amicizia del Sultano d’Egitto, proprio come campione della sua fede. Dopo la definitiva sconfitta dei crociati, gli arabi consentiranno solo al suo Ordine di rimanere in Palestina per custodire i Luoghi Santi e garantirne il pacifico accesso ai pellegrini cristiani.
La lezione sembrerebbe che le città (e i cuori) si perdono per smodata ambizione ma pure per mancanza d’ideali; si mantengono, rispettando gli altri e ottenendo insieme rispetto con la testimonianza dei propri valori.
Proprio questa è l’ombra, non del film, ma dell’intera civiltà occidentale. Ombra che non possiamo certo addebitare a Ridley Scott; lui voleva solo divertire con qualche cavalcata, due scimitarre e un soffio di sabbia del deserto.
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shagrath
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venerdì 15 settembre 2023
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versione director''s cut è capolavoro
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Di questo film esistono due versioni: una mutilata per il cinema, l'altra director's cut dove sono state reinserite scene che cambiano di molto la resa di quest’opera magna, un capolavoro del genere storico.
Ridley Scott rispetto al suo precedente Gladiatore (già un grande film) adotta infatti un approccio nettamente più maturo, profondo e riflessivo. Il mondo del XII è ricostruito fedelmente nei dettagli: architettura, paesaggi, costumi, armi, battaglie, atmosfere, pensieri e contraddizioni. Il confronto con altri colossal del genere, vedi Braveheart, ma anche con lo stesso Gladiatore è impietoso: lì i legionari combattevano fuori formazione usando armi d'assedio contro gli alberi solo per fare boom.
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Di questo film esistono due versioni: una mutilata per il cinema, l'altra director's cut dove sono state reinserite scene che cambiano di molto la resa di quest’opera magna, un capolavoro del genere storico.
Ridley Scott rispetto al suo precedente Gladiatore (già un grande film) adotta infatti un approccio nettamente più maturo, profondo e riflessivo. Il mondo del XII è ricostruito fedelmente nei dettagli: architettura, paesaggi, costumi, armi, battaglie, atmosfere, pensieri e contraddizioni. Il confronto con altri colossal del genere, vedi Braveheart, ma anche con lo stesso Gladiatore è impietoso: lì i legionari combattevano fuori formazione usando armi d'assedio contro gli alberi solo per fare boom. Qui gli eserciti ed i personaggi combattono e si muovono in maniera sensata, accurata, ma non meno spettacolare. L'antagonista non è rappresentato come il male assoluto (come in altri colossal). Qui gli antagonisti, il Saladino, ma anche Guido di Lusignano, sono sfumati, così come il protagonista Baliano di Ibelin, senza una netta distinzione tra bene e male. L’intreccio narrativo tra i personaggi, pur essendo avvincente, viene assottigliato per lasciare trasparire il vero protagonista: l'assurdità di voler ottenere felicità e redenzione attraverso violenza, intolleranza, ignoranza. Perché l'anti-ideale dell’odio in nome di Dio è il vero mostro messo magistralmente a nudo da Scott in tutto il suo abominio, con una cura nei dettagli storici e nei concetti sbalorditiva.
Non ci sono buoni contro cattivi: da ambo le parti, sia in campo cristiano che islamico, si formano infatti due tipi di personaggi: da un lato quelli che vorrebbero che il Regno di Gerusalemme fondato dai crociati (il titolo originale del film “Kingdom of Heaven”, ossia “Regno dei Cieli”, si riferisce proprio a questo regno) mantenesse l'equilibrio diplomatico e multietnico che lo aveva fatto prosperare per oltre un secolo, un Regno fatto da cavalieri leali e onesti lavoratori, rispettato, dedito allo scambio commerciale, allo sviluppo agricolo, ponte pacifico tra culture. Dall'altro ci sono invece quelli che sentono l’obbligo mistico di sterminare tutti gli infedeli dalla faccia della terra, incalzati dalle parole d’odio di personaggi ottusi e desiderosi solo di mettersi in mostra, che infine porteranno il Regno dei Cieli alla distruzione.
Ma tutti i personaggi sono e restano umani e perfettamente coerenti nelle loro idee, ognuno con la propria ragione nella Storia, la Storia con la S maiuscola, riprodotta magistralmente. Invece la storia con la s minuscola, ovvero la storia privata dei singoli personaggi (che sono tutti personaggi realmente esistiti) ha subito alcune manipolazioni da Ridley Scott. Ad esempio lo stesso protagonista Baliano di Ibelin viene fatto nascere in Francia ma non era nato in Francia, ma a Ibelin in Palestina per l’appunto. Ma si tratta di un espediente narrativo per far scoprire allo spettatore, per passi assieme al protagonista, il Regno di Gerusalemme nella sua complessità. Quindi non un errore ma piuttosto un’oculata scelta di sceneggiatura. Allo stesso modo si giustificano altre piccole imprecisioni secondarie, che non compromettono in nessun modo l’integrità di un racconto solido, di un affresco fedele e dettagliato sulla follia del fanatismo religioso e sulle sue indesiderabili conseguenze.
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tony montana
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domenica 17 ottobre 2010
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piccolo film, grande scott
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Sicuramente una delle pellicole più attese dell’anno, soprattutto se alla regia c’è Ridley Scott, reduce dalla regia de Il gladiatore, Hannibal, Black Hawk Down; se davanti alla camera da presa c’è un grande cast con grossi nomi e se dietro lo script un emergente William Monahan ( che due anni più tardi, scriverà il thriller per Martin Scorsese The departed – il bene e il male ). La storia, ambientata nel Medioevo, ha tutte le carte in regola per essere un kolossal di ottima fattura, dal gran respiro epico, ma mai farsi ingannare dalle apparenze. I mass media hanno pompato troppo un film, in realtà, riuscito soltanto a metà.
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Sicuramente una delle pellicole più attese dell’anno, soprattutto se alla regia c’è Ridley Scott, reduce dalla regia de Il gladiatore, Hannibal, Black Hawk Down; se davanti alla camera da presa c’è un grande cast con grossi nomi e se dietro lo script un emergente William Monahan ( che due anni più tardi, scriverà il thriller per Martin Scorsese The departed – il bene e il male ). La storia, ambientata nel Medioevo, ha tutte le carte in regola per essere un kolossal di ottima fattura, dal gran respiro epico, ma mai farsi ingannare dalle apparenze. I mass media hanno pompato troppo un film, in realtà, riuscito soltanto a metà. Monahan, cercando di realizzare un Gerusalemme Liberata ben più orientato ai canoni del blockbuster hollywoodiano, fa cilecca, stendendo una sceneggiatura che se letta, farebbe accapponare la pelle persino a Dario Argento. Dialoghi sconnessi, battute assolutamente inutili se non incomprensibili e fuori luogo, personaggi senza alcun spessore drammatico, che non ci fanno affezionare alle loro avventure. Ridley Scott torna dopo Il gladiatore ( e come si vedrà nel successivo Robin Hood ), al film storico in salsa heroic, con un protagonista sfigato e semi-immortale, armato di spada, scudo e corazza, catapultato nelle sanguinarie ( e chissà quanto inutili ) guerre in Terrasanta, dove truciderà migliaia e migliaia di mussulmani senza neanche aver avuto un buon addestramento militare, fino a diventare un eroe da poema. Ma questi sono i canoni del blockbuster, e a questo ci dobbiamo già abituare. Ma il brutto non è l’utilizzo del canone da blockbuster ( già visto anche ne Il gladiatore ), ma proprio il fatto di mettere in scena un film che possiamo dire è quasi senza copione. Ok, Ridley Scott ci sa fare con la macchina da presa, infatti, il regista di Blade Runner è perfettamente in forma con le scene di guerra, mostrandoci ondate di cavalieri in armatura che si scagliano verso battaglie dagli esiti incerti e dove gli ideali per cui combattere sono ancora più incerti. Le scene di massa, i combattimenti e i duelli sono ottimamente diretti, le scenografie e la ricostruzione storica complessiva è convincente, e più di una volta questi ci rimandano ad un altro grande film di ambientazione medievale: Braveheart. Ma nonostante la regia e tanto di più la fotografia siano ottime se non da Oscar, sono soltanto una copertura per un film che senza la spettacolarità, sarebbe meno di zero. In pratica, nessun interprete è veramente eccezionale: Orlando Bloom, che dovrebbe reggere da solo l’intero film, in realtà non riesce a reggere nemmeno sé stesso; Eva Green, nel ruolo della sexy regina di Gerusalemme, con la sua bellezza, nasconde un ruolo di così alta banalità che va soltanto buttato nella spazzatura. Marton Csokas, nel ruolo del re cattivo, è il più ridicolo dei personaggi dell’intera pellicola, come Brendan Gleeson nel ruolo del templare guerrafondaio sfiora il patetico. Salviamo soltanto il bravo David Thewlist nel ruolo dell’Ospitaliere, un ottimo Liam Neeson, che nella brevità della sua performance ci fa affezionare al destino del suo personaggio e il magistrale Edward Norton, nel ruolo del re lebbroso, che ruba praticamente la scena a tutti, probabilmente è l’unico personaggio ben costruito dalla sceneggiatura. Ma è troppo poco per rendere questo film, memorabile.
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li
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lunedì 23 maggio 2005
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le crociate,dico si alla visione
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non mi e' dispiaciuto questo film.E' vero, il protagonista non spicca di espressione, e' in qualche modo sempre prevedibile, ma , all'interno del racconto ci sono belle figure e bei personaggi.La storia, anzi meglio, la rivisitazione libera e un po' spregiudicata di episodi reali, e' comunque stimolante... I personaggi nel film sono sempre a senso unico, a tutto tondo, nel male e nel bene. Facili da seguire. Estremi sempre nel loro essere o totalmente buoni o pazzescamente cattivi. Tutto chiaro e scolpito. Bella la figura del re baldovino Iv, re di gerusalemme. Bella la maschera, che in questo caso non nasconde ma rende visibile quello che davvero e' il cuore.Il protagonista e' pazzesco...
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non mi e' dispiaciuto questo film.E' vero, il protagonista non spicca di espressione, e' in qualche modo sempre prevedibile, ma , all'interno del racconto ci sono belle figure e bei personaggi.La storia, anzi meglio, la rivisitazione libera e un po' spregiudicata di episodi reali, e' comunque stimolante... I personaggi nel film sono sempre a senso unico, a tutto tondo, nel male e nel bene. Facili da seguire. Estremi sempre nel loro essere o totalmente buoni o pazzescamente cattivi. Tutto chiaro e scolpito. Bella la figura del re baldovino Iv, re di gerusalemme. Bella la maschera, che in questo caso non nasconde ma rende visibile quello che davvero e' il cuore.Il protagonista e' pazzesco... da maniscalco diventa guerriero e poi contadino e riesce ove suo padre ha fallito... trasforma il deserto in terra fertile. Poi si inventa stratega.... e anche qui si mostra abilissimo in tecniche militari di difesa.un uomo davvero notevole e con un rigore ineccepibile.
Battaglie , sangue, tradimenti e violenza... il tutto in nome di una fede che copre e giustifica qualsiasi cosa.... un film tutto sommato da vedere che comunque porta a riconsiderare il valore, la cultura e la civilta' musulmana, alla quale noi occidentali molto dobbiamo.
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andyflash77
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mercoledì 1 agosto 2012
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grande affresco di ridley scott
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Anno 1187. Balian di Ibelin (Orlando Bloom), maniscalco francese, dopo il suicidio della moglie e varie vicissitudini è costretto ad arruolarsi per le Crociate in terra santa dove oltre a combattere valorosamente fino all’ultimo per difendere Gerusalemme si innamorerà della regina Sybilla (Eva Green).
Appunti di viaggio.
Ridley Scott ("Blade Runner") con il kolossal ormai ci ha preso gusto. Dopo aver riletto a modo suo la storia dell’antica Roma in "Il Gladiatore" (Oscar miglior film nel 2000) ecco la sua versione delle "Crociate". Costato 150 milioni di dollari è un film esteticamente molto bello e oleografico, ma di poca sostanza e parecchia retorica.
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Anno 1187. Balian di Ibelin (Orlando Bloom), maniscalco francese, dopo il suicidio della moglie e varie vicissitudini è costretto ad arruolarsi per le Crociate in terra santa dove oltre a combattere valorosamente fino all’ultimo per difendere Gerusalemme si innamorerà della regina Sybilla (Eva Green).
Appunti di viaggio.
Ridley Scott ("Blade Runner") con il kolossal ormai ci ha preso gusto. Dopo aver riletto a modo suo la storia dell’antica Roma in "Il Gladiatore" (Oscar miglior film nel 2000) ecco la sua versione delle "Crociate". Costato 150 milioni di dollari è un film esteticamente molto bello e oleografico, ma di poca sostanza e parecchia retorica. Prendendosi (parecchie) licenze storiche, Scott dirige questo polpettone tipicamente hollywoodiano tutto costruito sull’attore del momento Mr. Orlando Bloom che sopravvive senza neanche un graffio a naufragi e a sanguinose battaglie e trova l’America e l’amore in Terra Santa. Il giovane attore inglese è ormai un habitué dei film in costume. Prima di darsi alle Guerre Sante è stato Legolas ne "Il Signore degli anelli", pirata in "La Maledizione della prima luna" e guerriero greco in "Troy". Un bel ragazzo, non c’è che dire, ma dal punto di vista recitativo ha ancora molta strada davanti a sé: lo si vede nelle scene girate a fianco di due grandi leoni del cinema come Jeremy Irons e Liam Neeson (nel ruolo del padre di Balian). A quest’ultimo va la frase + bella di tutto il film: << Ho combattuto senza problemi con una freccia nei testicoli >> .
Tra l’altro per Bloom non era la prima esperienza con Ridley Scott: aveva avuto un piccolo ruolo nel bellissimo film di guerra "Black Hawk Down".
Al regista bisogna riconoscere il merito di aver realizzato un film americano che non mostra i musulmani come una manica di pazzi invasati e fanatici religiosi. Anzi forse forse in questa pellicola i + invasati sono proprio i cristiani. Una frecciata all’amministrazione Bush?
Da segnalare l’ennesima presenza di un’attrice francese in una produzione USA: Eva Green, una dei "Dreamers" di Bertolucci.
Ma perché le brave attrici italiane ad Hollywood non sono considerate?
Comunque, se vi piace il kolossal, Le Crociate è il vostro film.
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maverik82
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martedì 1 maggio 2012
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un film che tutti dovrebbero vedere
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Non ho messo il max di stelle solo per alcuni errori storici presenti nel film, cosa che era gia accaduta a Ridley Scott gia nel Il Gladiatore, è un film eccezionale nella ricostruzione sia dei luoghi costumi trucchi e vicende (la moglie che viene seppellita senza testa e al di fuori della città xche suicida e quindi indegna) ed altri dettagli all'interno del film, la storia potrebbe tranquillamente essere presa da un poema romantico come l'orlando furioso, in cui il protagonista è il tipico cavaliere senza macchia e coraggioso intento sempre a fare del bene e timoroso solamente di dio e mai del nemico, saggio e leale al suo re e al suo dovere.... va visto con l'occhio critico di poi portarlo ai giorni nostri come ci consiglia anche il regista alla fine della proiezione, la pace in terra santa è ancora sfuggente dopo 1000 anni.
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Non ho messo il max di stelle solo per alcuni errori storici presenti nel film, cosa che era gia accaduta a Ridley Scott gia nel Il Gladiatore, è un film eccezionale nella ricostruzione sia dei luoghi costumi trucchi e vicende (la moglie che viene seppellita senza testa e al di fuori della città xche suicida e quindi indegna) ed altri dettagli all'interno del film, la storia potrebbe tranquillamente essere presa da un poema romantico come l'orlando furioso, in cui il protagonista è il tipico cavaliere senza macchia e coraggioso intento sempre a fare del bene e timoroso solamente di dio e mai del nemico, saggio e leale al suo re e al suo dovere.... va visto con l'occhio critico di poi portarlo ai giorni nostri come ci consiglia anche il regista alla fine della proiezione, la pace in terra santa è ancora sfuggente dopo 1000 anni...
Nell'insieme è un film che scorre bene pur nella sua lunghezza e attira l'attenzione dello spettatore continuamente, le fotografie e le ambientazioni sono eccezionali e il regista è capace a farti provare il freddo o il caldo delle varie situazioni climatiche solo inquadrandole nei vari luoghi (francia fredda nevosa e tetra al contrario di gerusalemme, calda luminosa ed arida).Credo che anche Orlando Bloom se la sia cavata bene nella parte come tutti glia latri attori ache se bisogna ammettere che l'interpretazione migliore non puo non essere quella di edward noton che attraverso una maschera d'argento riesce a far trasparire tutte le emozioni del personaggio... quasi a far cambiarre d'espressione la maschera stessa...
Film piu che consigliato fossi un insegnante di storia lo utilizzerei come base x introdurre gli argomenti cercando ovviemente di tralasciare gli aspetti piu holliwoodiani.... e facendo notare gli errori (il re era un ragazzino nella realtà storica eGuido di LUsignano non era un meschino figuro assetato di potere ma fù l'organizzatore delle difesa di Gerusalemme). un film da conservare in videoteca
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emilio
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martedì 31 luglio 2007
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orlando bloom ha rovinato il film
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tutti voi parlate di ridley scott e dite che è un buon film ma perchè non provate un attimo a cancellare il nome del regista in copertina e guardate il film senza farci caso.indubbiamente è un bel film e mi è piaciuto .anche se ci sono state delle pecche ad esempio certe pause si potevano benissimo evitare e sopratutto a cio ha contribuito orlando bloom che ha una faccia stampata di granito e di inespressività non so come faccia a piacere un attore del genere per me è il piu grande flop del cinema americano odierno .poi non andava per niente bene per un tipo di film come questo con quella voce bassina da addormentato e quel fisico flacido .adesso io non dico che essendo un cavaliere doveva essere una specie di rambo con il vocione e riempito di muscoli ma magari dovevano prendere un altro attore faccio l'esempio di russel crowe oppure di mel gibson che loro per questi ruoli sono il massimo.
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tutti voi parlate di ridley scott e dite che è un buon film ma perchè non provate un attimo a cancellare il nome del regista in copertina e guardate il film senza farci caso.indubbiamente è un bel film e mi è piaciuto .anche se ci sono state delle pecche ad esempio certe pause si potevano benissimo evitare e sopratutto a cio ha contribuito orlando bloom che ha una faccia stampata di granito e di inespressività non so come faccia a piacere un attore del genere per me è il piu grande flop del cinema americano odierno .poi non andava per niente bene per un tipo di film come questo con quella voce bassina da addormentato e quel fisico flacido .adesso io non dico che essendo un cavaliere doveva essere una specie di rambo con il vocione e riempito di muscoli ma magari dovevano prendere un altro attore faccio l'esempio di russel crowe oppure di mel gibson che loro per questi ruoli sono il massimo.e se proprio il regista voleva provare un altro attore doveva metterci un altro diverso da orlando blomm perchè pur essendo un buon film lui l'ha rovinato per i motivi che ho elencato prima
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pink apple
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lunedì 16 maggio 2005
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sceneggatura: questa sconosciuta...
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Ho visto oggi questo film con un'amica e devo dire che per tutto il tempo non abbiamo fatto altro che stupirci di quanto possa scadere un film se lo sceneggiatore non è portato per questo mestiere, o semplicemente non ha l'esperienza di un professionista (senza offesa).
Le scene si succedono senza una logica, sembra quasi che facciano da premessa ad un film che poi però non inizia. Sembra di vedere un filmato promozionale con estratti di pellicola e non un film con una successione armoniosa e ben integrata delle vicende.
La storia non è male e c'è anche un personaggio interessante (il re di Gerusalemme è simpatico), ma la sceneggiatura praticamente non esiste ed i personaggi non vivono, semplicemente agiscono.
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Ho visto oggi questo film con un'amica e devo dire che per tutto il tempo non abbiamo fatto altro che stupirci di quanto possa scadere un film se lo sceneggiatore non è portato per questo mestiere, o semplicemente non ha l'esperienza di un professionista (senza offesa).
Le scene si succedono senza una logica, sembra quasi che facciano da premessa ad un film che poi però non inizia. Sembra di vedere un filmato promozionale con estratti di pellicola e non un film con una successione armoniosa e ben integrata delle vicende.
La storia non è male e c'è anche un personaggio interessante (il re di Gerusalemme è simpatico), ma la sceneggiatura praticamente non esiste ed i personaggi non vivono, semplicemente agiscono.
È come leggere tante frasi staccate e non un racconto.
Inizia tutto col seppellimento di una donna, poi un tizio che ha assistito alla scena, con i propri cavalieri al seguito, va da un fabbro e gli rivela di essere suo padre, invitandolo a seguirlo (tutto così, non ho saltato nulla), questi esita, ma poi ammazza il sacerdote che aveva sepolto la moglie e che gli rivolgeva frasi poco gradevoli e parte. Mentre il padre lo allena nel maneggiare la spada, il gruppo di cavalieri viene raggiunto dagli inviati del vescovo che ingaggiano una lotta con loro sterminandone molti. Il padre viene ferito e muore durante il viaggio, non prima però di avergli lasciato il titolo di barone. Da qui il protagonista subisce una serie di sventure, che sono proprio una serie perché nessun filo le lega tra loro. Ancora innamorato della moglie defunta, finisce per amoreggiare con la moglie del rivale, tale sorella del re di Gerusalemme, che però, moribondo, preferirebbe darla in moglie a lui, che intanto è visto da tutti come un eroe, anche perché "è proprio figlio di suo padre".
C'è il cattivo stupido, c'è il cattivo presuntuoso, c'è l'eroe carino, c'è la donna bellina, c'è il nemico leale, ci sono i personaggi spalla, ma vagano senza senso in una successione illogica di avvenimenti uniti forzatamente insieme che solo verso la fine del film sembrano trovare una certa armonia (anche se la battaglia finale ricorda non poco "Troy" e "Il signore degli anelli: Le due torri").
Sinceramente mi aspettavo un bel filmone stile hollywoodiano, piacevole o pesante, ma almeno guardabile. L'unica cosa che mi ha fatto piacere è stato il poter vedere gli abiti dei crociati e dei templari, che per me hanno sempre un certo fascino, ed il personaggio simpatico di cui sopra.
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[+] ha parlato l'esperto...
(di crystal_90)
[ - ] ha parlato l'esperto...
[+] condivido
(di fabian t.)
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