moviemax55
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lunedì 30 maggio 2016
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specchio di una realta' conformata
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credo valga la pena di riflettere sul film come se fossimo in quei tempi e ripensare ad oggi per capire quanta strada ci sia ancora da fare sia per gli uomini che per le donne.
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no_data
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domenica 21 febbraio 2016
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pessima recensione, ottimo film
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Il film narra il cambiamento del mondo femminile in periodo in cui i diritti delle stesse non solo erano pochi, ma le donne non si rendevano conto di averne. E' la storia di una donna che vive in posto che non può amare per via della chiusura mentale, e cerca, almeno con le sue alunne, di insegnar loro che il rispetto è un loro diritto.
Ed effettivamente (chi ha qualche anno in più, riconosce nelle parole delle ragazze quelle delle nonne) le donne accettavano di essere moglie e madre senza poter mai scegliere o avere alternative, pensando che un marito potesse essere la miglior cosa che possa loro capitare.
Non stupisce, che le recensioni negative siano prevalentemente di uomini.
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Il film narra il cambiamento del mondo femminile in periodo in cui i diritti delle stesse non solo erano pochi, ma le donne non si rendevano conto di averne. E' la storia di una donna che vive in posto che non può amare per via della chiusura mentale, e cerca, almeno con le sue alunne, di insegnar loro che il rispetto è un loro diritto.
Ed effettivamente (chi ha qualche anno in più, riconosce nelle parole delle ragazze quelle delle nonne) le donne accettavano di essere moglie e madre senza poter mai scegliere o avere alternative, pensando che un marito potesse essere la miglior cosa che possa loro capitare.
Non stupisce, che le recensioni negative siano prevalentemente di uomini...
L'attimo fuggente??? non c'entra nulla... stiamo parlando di apertura mentale e pre-femminismo... non si possono paragonare i film solo perchè le alunne imparano ad apprezzare la docente.
Lo consiglio vivamente, sia alle donne, per comprendere che quello che hanno c'è perchè qualcuno ha lottato per ottenerlo, sia agli uomini che potrebbero ricordarsi che da allora c'è stata un'evoluzione.
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onufrio
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mercoledì 4 marzo 2015
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cercasi marito per accasarsi
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Anni 50, Insegnanti di belle arti giunge in un college in cui il vero e unico scopo delle studentesse è quelle di trovare un marito e dedicarsi esclusivamente alla famiglia, abbandonando così ogni altro impegno nel campo lavorativo. La Prof. Watson prova a modificare le menti delle fanciulle, aprendo loro nuove prospettive. Ricco cast femminile, zeppo di attrici affermatesi col passare degli anni, dalla Dunst alla Stiles, passando per la Gyllenhaal; una commedia al femminile insomma, con un chiaro sguardo verso gli anni a venire e la metamorfosi del mondo delle donne.
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tatiana micaela truffa
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mercoledì 2 gennaio 2013
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non è tutto oro quel che luccica
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1953. Katherine Watson (Julia Roberts) approda al prestigioso College di Wellesley (Massachussets) come insegnante di Belle Arti.
Ben presto si accorge che quello ha solo l'apparenza di un college dove le ragazze (tutte rigorosamente di buona famiglia, l'unica figlia di genitori separati viene costretta a viverla come una vergogna, e farà la parte dell'alunna sovversiva) vanno in realtà ad imparare un'unica arte: l'arte di diventare la perfetta moglie americana, in attesa di trovar marito.
Katherine intende, col suo insegnamento - e perché no, anche col suo esempio di vita - fare la differenza per quelle ragazze.
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1953. Katherine Watson (Julia Roberts) approda al prestigioso College di Wellesley (Massachussets) come insegnante di Belle Arti.
Ben presto si accorge che quello ha solo l'apparenza di un college dove le ragazze (tutte rigorosamente di buona famiglia, l'unica figlia di genitori separati viene costretta a viverla come una vergogna, e farà la parte dell'alunna sovversiva) vanno in realtà ad imparare un'unica arte: l'arte di diventare la perfetta moglie americana, in attesa di trovar marito.
Katherine intende, col suo insegnamento - e perché no, anche col suo esempio di vita - fare la differenza per quelle ragazze.
E facendolo compie l'atto più sovversivo che quell'ambiente possa essere in grado di concepire: induce le ragazze a pensare. Intende far capire loro la differenza fra l'imparare un libro di testo a memoria ed il comprenderlo, ponendosi delle domande e formandosi una propria opinione che - orrore - può risultare in contrasto con l'autore stesso del libro.
Il film è intriso di stereotipi - un ambiente squellidamente borghese, all'interno del quale si distinguono positivamente solo una docente lesbica e l'attraente professore di italiano che si rivelerà presto un Don Giovanni; insomma, un insieme di luoghi comuni, di ex allieve attuali mogli e mamme insoddisfatte, che con incoprensione proiettano ed obbligano le figlie al loro stesso ruolo schiavo dell'apparenza.
Sarebbe tutto trito e ritrito se il regista non avesse il coraggio - attraverso i protagonisti - di far notare alla Professoressa Watson che l'amore vero esiste anche lì, che in quel caso vi sono donne davvero felici di essere delle buone mogli, delle buone madri... E perché no: di godere di una bella casa.
Così questo film che attraverso la storia dell'arte insegna l'importanza di guardare la vita con occhio nuovo e personale, diventa un capolavoro.
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levantina
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giovedì 16 dicembre 2010
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nessun attimo fuggente al femminile
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Di riferimenti al famoso film "Attimo Fuggente" ce ne sono, a mio avviso, ben pochi. Qui si parla di ragazze colte, intelligenti, cristallizzate in un ruolo che va loro stretto. Sono convinte che la loro realizzazione personale passi attraverso l'avere un marito da onorare e una famiglia a cui dedicarsi. Nonché onorare la famiglia di origine. Pensano che l'università sia un mezzo ulteriore per trovare un uomo, anche se quest'uomo non le rispetta. La professoressa Watson apre loro una piccola breccia. In questo film c'è la questione femminile degli anni 50 in America, certo, trattata con leggerezza da fotoromanzo, ma queste ragazze sono nella "Campana di Vetro" di Sylvia Plath.
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Di riferimenti al famoso film "Attimo Fuggente" ce ne sono, a mio avviso, ben pochi. Qui si parla di ragazze colte, intelligenti, cristallizzate in un ruolo che va loro stretto. Sono convinte che la loro realizzazione personale passi attraverso l'avere un marito da onorare e una famiglia a cui dedicarsi. Nonché onorare la famiglia di origine. Pensano che l'università sia un mezzo ulteriore per trovare un uomo, anche se quest'uomo non le rispetta. La professoressa Watson apre loro una piccola breccia. In questo film c'è la questione femminile degli anni 50 in America, certo, trattata con leggerezza da fotoromanzo, ma queste ragazze sono nella "Campana di Vetro" di Sylvia Plath.
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ster87
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mercoledì 1 dicembre 2010
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nice movie
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beautysoft
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domenica 3 gennaio 2010
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non è sempre domenica...
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Diciamoci la verità...non siamo di fronte ad un bel film. Forse si salva la fotografia, ma la trama...signori, è uno scoppiazzo verso il basso (bassissimo) dello splendido "Attimo Fuggente" in versione femminile. Non me ne voglia il sesso debole, ma questo pare proprio essere un film per poter dire:"anche noi abbiamo un film dal profondo valore morale tutto in rosa". Al di là della pateticità del nocciolo, la mia domanda è: ne valeva veramente la pena? Forse le ragazze o le donne che si riconoscono in questo film come esempio di valore femminile con orgoglio, dovrebbero pensare che l'attimo fuggente rappresentava già tutti noi all'unisono, senza bisogno di scoppiazzarne in rosa il copione.
Unica nota di merito:la Roberts è e rimane la migliore attrice di sempre.
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riccardo-87
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domenica 3 gennaio 2010
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piccolezza e mediocrità
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D’accordissimo con la critica spietata di Verazzani .. rifacimento decisamente impoverito de “l’attimo fuggente”, che al contrario è un autentico capolavoro, “Mona Lisa smile” è scolorito e fa acqua da tutte le parti: tanto per cominciare, il finale è patetico e scontato, in quanto quando si entra con una forza così potente e sovversiva nella psicologia delle persone difficile credere che si possa riscontrare risultati unicamente positivi, come accade invece alla Roberts che, una volta superati gli ostacoli- che sembrano esserci per forza, altrimenti non ci sarebbe il film stesso- riesce a congedarsi dalle sue amiche in una scena forzatamente sdolcinata e davvero poco credibile, in cui si riscontra un forzato “happy end”; poi non si può non notare che la Roberts manca di tutta la carica dirompente propria di Robin Williams in arte “John Keating”, carica che non può essere sostituita dal suo pur splendido sorriso.
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D’accordissimo con la critica spietata di Verazzani .. rifacimento decisamente impoverito de “l’attimo fuggente”, che al contrario è un autentico capolavoro, “Mona Lisa smile” è scolorito e fa acqua da tutte le parti: tanto per cominciare, il finale è patetico e scontato, in quanto quando si entra con una forza così potente e sovversiva nella psicologia delle persone difficile credere che si possa riscontrare risultati unicamente positivi, come accade invece alla Roberts che, una volta superati gli ostacoli- che sembrano esserci per forza, altrimenti non ci sarebbe il film stesso- riesce a congedarsi dalle sue amiche in una scena forzatamente sdolcinata e davvero poco credibile, in cui si riscontra un forzato “happy end”; poi non si può non notare che la Roberts manca di tutta la carica dirompente propria di Robin Williams in arte “John Keating”, carica che non può essere sostituita dal suo pur splendido sorriso. Come dice Verazzani le lezioni di vita del professor Keating “diventano qui solo scipiti consigli di bon ton” e v’è una “preoccupante mancanza d’idee che sottintende al progetto”; in conclusione ritengo anch’io che questo film sia una “furba operazione commerciale” e niente di più, che come tale non merita altro che una condanna decisa, o, come sarebbe forse ancora più appropriato, un disprezzante silenzio.
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tinkerbell
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martedì 9 dicembre 2008
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spinge l'uomo a vedere con gli occhi di una donna
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aiuta a liberarsi dello schema di visione puramente maschilista e mette la donna non al di sotto ne al di sopra bensì al pari dell'uomo, come è giusto che sia.
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paolo
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sabato 18 ottobre 2008
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l'atmosfera degli anni 50 ....
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Un bel film che vale la pena di vedere
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