I cinghiali di Portici |
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Un film di Diego Olivares.
Con Antonino Bruschetta, Antonia Truppo, Alessandra Borgia, Carmine Borrino, Carlo Caracciolo.
continua»
Drammatico,
durata 85 min.
- Italia, Australia 2003.
uscita venerdì 7 luglio 2006.
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I cinghiali di Portici, illusioni di gloria fra agonismo, amore e rabbia
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Il primo film di Diego Olivares, dopo qualche corto e un documentario, ha il pregio della chiarezza di ambizioni. L'impalcatura drammaturgica è ricca di risonanze: film dove lo sport ha il valore di cartina di tornasole delle risorse umane e della capacità di resistenza di una comunità di persone disagiate. Qui si tratta di una comunità di recupero per "minori a rischio", tossici o microcriminali. Il pensiero corre a un classico della grande e fragile stagione del "nuovo cinema" anni Sessanta, l'inglese "Gioventù, amore e rabbia" dove il riscatto dei ragazzi di un carcere minorile passava per la sfida podistica agli allievi di una scuola esclusiva e aristocratica. Originale è però l'adattamento che Olivares fa del topos che lo ispira. Siamo nell'hinterland del capoluogo campano, tra una spiaggia grigia momentaneamente trasformata in campo da gioco e una ferrovia anonima che ricorda ogni momento la possibilità negata di altri luoghi. Nella comunità si vive senza tensioni vistose ma con tanti desideri repressi, si lavora, si allevano struzzi e cinghiali. E sarà "I cinghiali di Portici" il nome scelto dal capocomunità, ex giocatore di rugby, per la squadra messa su sgangheratamente e portata fino al campionato. Nell'agonismo s'esprimono tutte le sfumature possibili della tenacia e della lotta applicate a una dimensione precaria, temporanea, destinata a finire. E nel rispetto di uno sguardo senza illusioni, non ci saranno "momenti di gloria" per i ragazzi di Portici.
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