jimi caos
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sabato 1 settembre 2012
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molto bello
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La storia è quella di Jang Seung-eop, considerato uno dei più bravi pittori della tarda Dinastia Chosun (metà dell'800). Gli eventi si dipanano dall'infanzia del protagonista, del quale viene scoperto un talento per la pittura fuori dal comune, fino alla vecchiaia dello stesso. La vita dell'uomo si caratterizza per una grandissima verve pittorica quanto per un'incapacità di omologarsi alla quotidianeità della società coreana, fortemente basata sulla divisione di classe. Sullo sfondo della narrazione principale, vengono descritti i fatti politici della Corea della fine dell'ottocento e degli sconvolgimenti sociali che la scossero.
Il film non è mai banale, la struttura è lineare ma vi sono dei frammenti d'immagine che ricordano quasi dei documentari.
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La storia è quella di Jang Seung-eop, considerato uno dei più bravi pittori della tarda Dinastia Chosun (metà dell'800). Gli eventi si dipanano dall'infanzia del protagonista, del quale viene scoperto un talento per la pittura fuori dal comune, fino alla vecchiaia dello stesso. La vita dell'uomo si caratterizza per una grandissima verve pittorica quanto per un'incapacità di omologarsi alla quotidianeità della società coreana, fortemente basata sulla divisione di classe. Sullo sfondo della narrazione principale, vengono descritti i fatti politici della Corea della fine dell'ottocento e degli sconvolgimenti sociali che la scossero.
Il film non è mai banale, la struttura è lineare ma vi sono dei frammenti d'immagine che ricordano quasi dei documentari. Ottima la recitazione e la regia.
Stesso a è da dirsi per i costumi e per la ricostruzione dei luoghi e della società dell'epoca. Da non perdere.
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domenica 13 maggio 2007
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venerdì 1 settembre 2006
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come ulisse
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Alleviare le sofferenze, ecco il compito della pittura.
E pertanto, essa deve appartenere a chi soffre quotidianamente. La pittura non deve essere finalizzata alla "rappresentanza" dello stile della nobiltà, ma alla cura dell'avvilimento del proletariato.
Sembrerebbe questa, ad una prima lettura, la morale del film di Kwon-Taek. Eppure la tentazione di considerare questo lavoro solo come la vicenda umana e artistica, storicamente contestata, di un uomo in rapporto col la "sua" pittura, è forte.
L'uomo e la sua espressione. L'uomo e la sua realizzazione, nel tentativo di progredire giorno per giorno ("Fatti non foste a viver come bruti..."), di migliorare la tecnica di pittura e la sua espressività fino all'estremo: il pittore che, da uomo che si è spogliato di ogni bene e ricchezza materiale, finisce per fondersi fisicamente con l'essenza materiale e concreta della pittura stessa.
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Alleviare le sofferenze, ecco il compito della pittura.
E pertanto, essa deve appartenere a chi soffre quotidianamente. La pittura non deve essere finalizzata alla "rappresentanza" dello stile della nobiltà, ma alla cura dell'avvilimento del proletariato.
Sembrerebbe questa, ad una prima lettura, la morale del film di Kwon-Taek. Eppure la tentazione di considerare questo lavoro solo come la vicenda umana e artistica, storicamente contestata, di un uomo in rapporto col la "sua" pittura, è forte.
L'uomo e la sua espressione. L'uomo e la sua realizzazione, nel tentativo di progredire giorno per giorno ("Fatti non foste a viver come bruti..."), di migliorare la tecnica di pittura e la sua espressività fino all'estremo: il pittore che, da uomo che si è spogliato di ogni bene e ricchezza materiale, finisce per fondersi fisicamente con l'essenza materiale e concreta della pittura stessa. Come Ulisse si fonde con il mare.
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